mercoledì 31 agosto 2011

I nostri politici pensano che il popolo italiano è costituito in gran parte da poveri scemi

Da "Il Messaggero.it" Martedì 30 Agosto 2011


«Io non sono mai stato ascoltato da nessuno - sottolinea ancora l'ex ministro - Non ho mai dato spiegazioni perché la magistratura non me le ha mai chieste. Ora, dico la verità, non vedo l'ora di poter consultare tutte le carte, per ricostruire definitivamente quel che è accaduto e poterlo spiegare». Scajola si dice «convinto di uscire con un'archiviazione che finalmente metterà la parola fine a questa vicenda». «Più di una volta mi sono chiesto se ho fatto bene a dimettermi - conclude -. Ma una cosa la ribadisco: quella che diedi allora («Non posso avere il sospetto di abitare una casa non pagata da me», ndr) è una spiegazione che, per quanto possa essere apparsa surreale, è la pura verità. Così come questa iscrizione sul registro degli indagati conferma un'altra verità: io non sono un corrotto».
*******************************************
Tutti abbiamo notato l'aria fiera e sicura con cui Scajola afferma: "Sono sereno." Tutti abbiamo pensato, (PERCHE' SCEMI NON LO SIAMO AFFATTO), che bisogna proprio essere costruiti in modo singolare nella testa per essere così sicuri di sé stessi, qualsiasi ribalderia si faccia. Ecco perché arrivano dove arrivano: perché sono costruiti così. A loro pare tutto giusto, tutto normale, anche quello che è assurdo per la logica più semplice. Sono abituati a permettersi di tutto tanto la sfangano sempre: in galera, ammesso che qualcuno riesca a mandarceli, sanno che ci staranno poco. Nei casi peggiori si ammalano immediatamente ed altrettanto immediatamente ottengono i domiciliari o una lussuosa clinica (tanto i nostri soldi non gli mancano).
"L'innocenza" e "l'ingenuità" di Scajola sono sorprendenti in un uomo scafato alle malizie della politica e del potere: egli acquista una casa davanti ad un notaio (UFFICIALE DELLO STATO) senza conoscerne il prezzo che va dichiarato nell'Atto Notarile!! Non sa dunque, il poveretto, che qualcuno, tramando CONTRO di lui, ha pagato la metà della cifra per suo conto! Egli l'ignora! "per quanto possa essere apparsa surreale, è la pura verità" dice Scajola e ha ragione: E' SURREALE!











lunedì 29 agosto 2011

Novità fiscali: chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate

Il bombardamento di informazioni a cui siamo sottoposti fa sì che, alla fine, non sappiamo nulla di preciso sui vari argomenti che ci riguardano. Ho letto sui quotidiani lettere di lamentele di cittadini sul mancato rilascio dello scontrino fiscale da parte di vari esercizi commerciali, oppure sul rilascio parziale: "Ho pagato euro 40 ma sullo scontrino il negoziante ha battuto euro 10 soltanto." Prima di scrivere ad un giornale c'è un atto molto più semplice: denunciare il fatto al 117. Hanno fatto molta pubblicità a questo numero della Guardia di Finanza in passato, allo scopo, dicevano, di sconfiggere l'evasione fiscale. Una volta ho aderito e fui richiamata da un maresciallo della finanza che pretendeva che andassi in una certa caserma della GF a firmare la denuncia. Gli risposi che il mio compito si esauriva nella segnalazione come pubblicizzato sulla TV di Stato e non poteva il cittadino perdere tempo oltre la segnalazione medesima, essendo compito loro fare gli accertamenti. Sono pagati per questo. Non so se, oltre le parole, si voglia realmente fare una politica seria avverso l'evasione delle tasse in questo Paese. Nella confusione qualcuno pensa che addirittura lo scontrino fiscale non sia più obbligatorio. Ebbene lo è. Per questo pubblico qui sotto la Circolare del 5 agosto u.s..

Circolare dell'Agenzia delle Entrate 5 agosto 2011, n. 41 che chiarisce gli aspetti fiscali regolati dal D.L. 6 luglio 2011, n. 98

Ricevuta e scontrino fiscale: Soggetti esonerati e obbligati


Alcune categorie di soggetti passivi IVA sono esonerati, per legge, dall’obbligo di emissione della fattura, a meno che questa non sia richiesta espressamente dal cliente (ovvero di tratti di operazioni non relative all’attività di commercio esercitata, quali le cessioni di beni strumentali ovvero le autofatture per acquisti da parte di soggetti non residenti), ma sono in ogni caso tenuti a certificare il corrispettivo dei beni o servizi ceduti mediante l’emissione della ricevuta o scontrino fiscale (salvi specifici casi di esonero anche da tali adempimenti - art. 3, c. 147, lett. e, L. n. 549/1995 e D.P.R. n. 696/1996). Per i soggetti obbligati alla certificazione dei corrispettivi, l’emissione dello scontrino fiscale è equiparata all’emissione della ricevuta fiscale (D.P.R.n.696/1996).

Se contemporaneamente alla consegna del bene o all’ultimazione della prestazione viene emessa la fattura immediata su richiesta del cliente, non occorre emettere lo scontrino o la ricevuta; se, invece, la fattura è emessa in un momento successivo, è obbligatorio emettere (anche) lo scontrino o la ricevuta al momento della consegna del bene o dell’ultimazione del servizio (circ. 4.4.1997, n. 97/E).

Soggetti esonerati dall’obbligo di emissione della fattura e obbligati al rilascio della ricevuta o scontrino fiscale

L’emissione della fattura non è obbligatoria per i soggetti di seguito indicati, a meno che tale documento non sia richiesto dal cliente non oltre il momento di effettuazione dell’operazione e cioè non oltre il momento della consegna o spedizione dei beni o del pagamento del corrispettivo (art. 22, D.P.R. n. 633/1972; circ. 9.8.1975, n. 27/501706):

1) commercianti al minuto e artigiani - Sono coloro che effettuano cessioni di beni in locali aperti al pubblico o in spacci interni, mediante apparecchi di distribuzione automatica, per corrispondenza, a domicilio o in forma ambulante (ris. 23.12.1994, n. 43/E; ris. 12.7.1996, n. 119/E);

2) soggetti assimilati ai commercianti al minuto - Sono assimilati ai commercianti al minuto coloro che effettuano le seguenti operazioni:

-prestazioni alberghiere, somministrazioni di alimenti e bevande effettuate in pubblici esercizi (bar, ristoranti), nelle mense aziendali o mediante apparecchi di distribuzione automatica;

-prestazioni di trasporto di persone e di veicoli o bagagli al seguito;

-prestazioni di servizi rese nell’esercizio di imprese in locali aperti al pubblico, in forma ambulante o nell’abitazione dei clienti; l’esonero opera solo se i servizi sono resi nell’abitazione del cliente non soggetto passivo d’imposta;

-prestazioni di custodia e amministrazione di titoli rese da aziende di credito, da società finanziarie e da società fiduciarie;

-le operazioni esenti indicate ai nn. da 1) a 5) e ai nn. 7), 8), 9), 16) e 22) dell’art. 10 del D.P.R. n. 633/1972 (operazioni di credito e di assicurazione; operazioni su valute estere; operazioni relative ad azioni, obbligazioni ed altri titoli; riscossione dei tributi; giochi di abilità e simili, mandato, mediazione e intermediazione relative alle precedenti operazioni; locazioni immobiliari; servizi postali; prestazioni di biblioteche, gallerie, pinacoteche, e simili).

Soggetti esonerati dall’obbligo di certificazione dei corrispettivi mediante ricevuta o scontrino fiscale

Per i soggetti che effettuano talune operazioni non sussiste l’obbligo di certificazione dei corrispettivi.
Inoltre, per i soggetti che hanno aderito al concordato preventivo biennale (art. 33, D.L. n. 269/2003) è stata prevista la sospensione dell’obbligo di certificazione delle operazioni mediante scontrino o ricevuta fiscale, fermo restando l’obbligo di emissione dei predetti documenti nei confronti dei clienti che ne fanno espressa richiesta. La sospensione dell’obbligo opera per le operazioni effettuate dopo la data di presentazione della comunicazione di adesione.

Operazioni esonerate

a) le cessioni di tabacchi e di altri beni commercializzati esclusivamente dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato;

b) le cessioni di beni iscritti nei pubblici registri, di carburanti e lubrificanti per autotrazione;

c) le cessioni di prodotti agricoli effettuate dai produttori agricoli cui si applica il regime speciale previsto dall’articolo 34, c. 1, D.P.R. n. 633/1972, e successive modificazioni;

d) le cessioni di beni risultanti dal documento di trasporto o da altro documento idoneo a identificare i soggetti tra i quali è effettuata l’operazione (art. 21, c. 4, D.P.R. n. 633/1972), se integrato dell’ammontare dei corrispettivi;

e) le cessioni di giornali quotidiani, di periodici, di supporti integrativi, di libri, con esclusione di quelli d’antiquariato;

f) le prestazioni di servizi rese da notai per le quali sono previsti onorari, diritti o altri compensi in misura fissa ai sensi del decreto del Ministro di grazia e giustizia 30.12.1980, nonché i protesti di cambiali e di assegni bancari;

g) le cessioni e le prestazioni effettuate mediante apparecchi automatici, funzionanti a gettone o a moneta; le prestazioni rese mediante apparecchi da trattenimento o divertimento installati in luoghi pubblici o locali aperti al pubblico, ovvero in circoli o associazioni di qualunque specie;

h) le operazioni relative ai concorsi pronostici e alle scommesse soggetti all’imposta unica di cui al D.Lgs. n. 504/1998 e quelle relative ai concorsi pronostici riservati allo Stato, compresa la raccolta delle rispettive giocate;

i) le somministrazioni di alimenti e bevande rese in mense aziendali, interaziendali, scolastiche ed universitarie nonché in mense popolari gestite direttamente da enti pubblici e da enti di assistenza e di beneficenza;

j) le prestazioni di traghetto rese con barche a remi, le prestazioni rese dai gondolieri della laguna di Venezia, le prestazioni di trasporto rese con mezzi a trazione animale, le prestazioni di trasporto rese a mezzo servizio di taxi, le prestazioni rese con imbarcazioni a motore da soggetti che svolgono attività di traghetto fluviale di persone e veicoli tra due rive nell’ambito dello stesso comune o tra comuni limitrofi;

k) le prestazioni di custodia e amministrazione di titoli ed altri servizi resi da aziende o istituti di credito da società finanziarie o fiduciarie e dalle società di intermediazione mobiliare;

l) le cessioni e le prestazioni esenti di cui ai nn. da 1) a 5) e ai nn. 7), 8), 9), 16) e 22) dell’art. 10 del D.P.R. n. 633/1972, anche se effettuate occasionalmente e non nell’esercizio dell’attività propria dell’impresa (si tratta, in sintesi, di operazioni di credito e di assicurazione, operazioni su valute estere e operazioni relative ad azioni, obbligazioni ed altri titoli, riscossione dei tributi, giochi di abilità etc., mandato, mediazione e intermediazione relative alle operazioni che precedono, locazioni immobiliari, servizi postali, prestazioni di biblioteche, gallerie, pinacoteche, etc.).

m) le prestazioni inerenti e connesse al trasporto pubblico collettivo di persone e di veicoli e bagagli al seguito (art. 12, c. 1, L. n. 413/1991) effettuate dal soggetto esercente l’attività di trasporto;

n) le prestazioni di autonoleggio da rimessa con conducente, rese da soggetti che, senza finalità di lucro, svolgono la loro attività esclusivamente nei confronti di portatori di handicap;

o) le prestazioni didattiche, finalizzate al conseguimento della patente, rese dalle autoscuole;

p) le prestazioni effettuate in caserme, ospedali od altri luoghi stabiliti, da barbieri, parrucchieri, estetisti, sarti e calzolai in base a convenzioni stipulate con pubbliche amministrazioni;

q) le prestazioni rese da fumisti, nonché quelle rese, in forma itinerante, da ciabattini, ombrellai, arrotini;

r) le prestazioni rese da rammendatrici e ricamatrici senza collaboratori o dipendenti;

s) le prestazioni di riparazione di calzature effettuate da soggetti che non si avvalgono di collaboratori e dipendenti;

t) le prestazioni rese da impagliatori e riparatori di sedie senza dipendenti e collaboratori;

u) le prestazioni di cardatura della lana e di rifacimento di materassi e affini rese nell’abitazione dei clienti da parte di materassai privi di dipendenti e collaboratori;

v) le prestazioni di riparazione di biciclette rese da soggetti che non si avvalgono di collaboratori e dipendenti;

w) le cessioni da parte di venditori ambulanti di palloncini, piccola oggettistica per bambini, gelati, dolciumi, caldarroste, olive, sementi e affini non muniti di attrezzature motorizzate, e comunque da parte di soggetti che esercitano, senza attrezzature, il commercio di beni di modico valore, con esclusione di quelli operanti nei mercati rionali;

x) le somministrazioni di alimenti e bevande effettuate in forma itinerante negli stadi, stazioni ferroviarie e simili, nei cinema, teatri ed altri luoghi pubblici e in occasione di manifestazioni in genere;

y) le cessioni di cartoline e souvenirs da parte di venditori ambulanti, privi di strutture motorizzate;

z) le somministrazioni di alimenti e bevande, accessorie al servizio di pernottamento nelle carrozze letto, rese dal personale addetto alle carrozze medesime;

aa) le prestazioni rese dalle agenzie di viaggio e turismo concernenti la prenotazione di servizi in nome e per conto del cliente;

bb) le prestazioni di parcheggio di veicoli in aree coperte o scoperte, quando la determinazione o il pagamento del corrispettivo viene effettuata mediante apparecchiature funzionanti a monete, gettoni, tessere, biglietti o mediante schede magnetiche elettriche o strumenti similari, indipendentemente dall’eventuale presenza di personale addetto;

cc) le cessioni e le prestazioni poste in essere dalle associazioni sportive dilettantistiche che si avvalgono della disciplina di cui alla L. n. 398/1991, nonché dalle associazioni senza fini di lucro e dalle associazioni pro-loco di cui all’art. 9-bis, L. n. 66/1992;

dd) le prestazioni aventi per oggetto l’accesso nelle stazioni ferroviarie;

ee) le prestazioni aventi per oggetto servizi di deposito bagagli;

ff) le prestazioni aventi per oggetto l’utilizzazione di servizi igenico-sanitari pubblici;

gg) le prestazioni di alloggio rese nei dormitori pubblici;

hh) le cessioni di beni poste in essere da soggetti che effettuano vendite per corrispondenza, limitatamente a dette cessioni;

ii) le cessioni di prodotti agricoli effettuate dalle persone fisiche (agricoltori produttori diretti, mezzadri, fittavoli, coloni, etc.: art. 2. L. n. 59/1963), se rientranti nel regime di esonero dagli adempimenti di cui all’art. 34, c. 4, D.P.R. n. 633/1972;

jj) le cessioni e le prestazioni poste in essere da regioni, province, comuni e loro consorzi, dalle comunità montane, delle istituzioni di assistenza e beneficenza, dagli enti di previdenza, dalle unità sanitarie locali, dalle istituzioni pubbliche di cui all’art. 41, L. n. 833/1978, nonché dagli enti obbligati alla tenuta della contabilità pubblica, ad esclusione di quelle poste in essere dalle farmacie gestite dai comuni;

kk) le prestazioni di servizi rese sul litorale demaniale dai titolari dei relativi provvedimenti amministrativi rilasciati dalle autorità competenti, escluse le somministrazioni di alimenti e bevande e ogni altra attività non connessa con quella autorizzata;

ll) le prestazioni relative al servizio telegrafico nazionale ed internazionale rese dall’Ente poste;

mm) le attrazioni e gli intrattenimenti indicati nella sezione I limitatamente alle piccole e medie attrazioni e alla sezione III dell’elenco delle attività di cui all’art. 4, L. n. 337/1968, escluse le attrazioni installate nei parchi permanenti da divertimento di cui all’art. 8, D.P.R. n. 394/1994 qualora realizzino un volume di affari annuo superiore a € 25.822, 84.

Non sono, altresì, soggette all’obbligo di documentazione, le categorie di contribuenti e le operazioni che, a norma dell’art. 22, c. 2, D.P.R. n. 633/1972, sono esonerate dall’obbligo di emissione della fattura in virtù dei seguenti decreti del Ministro delle finanze:

a) associazione Italiana della Croce Rossa (D.M. 4.3.1976);

b) settore delle telecomunicazioni (D.M. 13.4.1978);

c) enti concessionari di autostrade (D.M. 20.7.1979);

d) esattori comunali e consorziali (D.M. 212.1980);

e) somministrazione di acqua, gas, energia elettrica e manutenzione degli impianti di fognatura, i cui corrispettivi sono riscossi a mezzo ruoli esattoriali (D.M. 16.12.1980);

f) somministrazione di acqua, gas, energia elettrica, vapore e teleriscaldamento (D.M. 16.12.1980);

g) società che esercitano il servizio di traghettamento di automezzi commerciali e privati tra porti nazionali (D.M. 22.12.1980);

h) utilizzo di infrastrutture nei porti, autoporti, aeroporti e scali ferroviari di confine (D.M. 19.9.1990).

i) enti e società di credito e finanziamento (D.M. 26.7.1985).



Casistica

- Per la somministrazione di alimenti e bevande nelle mense aziendali, per le quali non vi è obbligo di certificazione, è necessario che il servizio di somministrazione di pasti e bevande sia prestato esclusivamente a favore del personale dipendente dell'azienda, a nulla rilevando le seguenti circostanze: - che il servizio sia svolto all'interno dell'azienda o fuori; - che la mensa sia gestita dall'azienda stessa o da società appaltatrici (ris. 20.6.2002, n. 202/E; circ. 19.1.1980, n. 3; circ. 14.2.1980, n.9; circ. 13.6.980, n. 25);

- l’esenzione dall'obbligo di certificazione dei corrispettivi corrisposti dal vettore per le prestazioni rese dalle agenzie di viaggio e turismo concernenti la prenotazione di servizi in norme e per conto del cliente persegue lo scopo di esonerare tutte le prestazioni aventi ad oggetto non l'organizzazione di viaggi o la loro intermediazione, ma la mera esecuzione di servizi connessi alla prenotazione del servizio turistico e prestati nell'interesse del cliente dell'agenzia, in considerazione della loro estrema marginalità economica (circ. 4.4.1997, n. 97/E; circ. 24.12.1997, n. 328/E). Ciò vale anche per le prestazioni di cambio e rimborso dei biglietti aerei dei percorsi nazionali e internazionali (ris. 26.6.1998, n. 66; ris. 17.4.2001, n. 48). Viceversa, i compensi che le agenzie di viaggio percepiscono direttamente dai clienti per l'attività di intermediazione, riferita al servizio di prenotazione ed emissione di biglietteria aerea, svolta in nome e per conto del cliente stesso, non è riferibile a prestazioni di marginale importanza (poiché non è destinata a coprire le spese direttamente connesse alla mera esecuzione del servizio) e, quindi, non può trovare applicazione la disposizione di esonero. Tali compensi possono essere certificati con dei tagliandi annessi al biglietto di trasporto (ris. 29.9.2004, n. 125/E);

- le riserve naturali statali sono esonerate dall'obbligo di certificazione dei corrispettivi, sempreché le stesse siano qualificate enti e siano obbligate alla tenuta della contabilità pubblica a norma di legge o di statuto (ris. 8.9.1998, n. 141; 26.6.2000, n. 94; 4.10.2001, n. 149 del 4 ottobre 2001; 21.7.2003, n. 155/E);

- gli ambulanti che utilizzano un automezzo come sostegno delle tende da mercato non possono beneficiare dell'esonero dall'obbligo di rilasciare scontrino o ricevuta fiscale (circ. DRE Lombardia 13.2.2002, n. 1).






 

domenica 28 agosto 2011

LEGAMBIENTE CONDANNA IL GRAVE INCENDIO DOLOSO AL QUARTO CALDO DEL PROMONTORIO DEL CIRCEO

LEGGE n. 353 del 2000

Art. 10.
(Divieti, prescrizioni e sanzioni)

1. Le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni. È comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni dagli eventi previsti dal presente comma, deve essere espressamente richiamato il vincolo di cui al primo periodo, pena la nullità dell’atto. È inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Sono vietate per cinque anni, sui predetti soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologico e nelle situazioni in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesaggistici. Sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia.
2. I comuni provvedono, entro novanta giorni dalla data di approvazione del piano regionale di cui al comma 1 dell’articolo 3, a censire, tramite apposito catasto, i soprassuoli già percorsi dal fuoco nell’ultimo quinquennio, avvalendosi anche dei rilievi effettuati dal Corpo forestale dello Stato. Il catasto è aggiornato annualmente. L’elenco dei predetti soprassuoli deve essere esposto per trenta giorni all’albo pretorio comunale, per eventuali osservazioni. Decorso tale termine, i comuni valutano le osservazioni presentate ed approvano, entro i successivi sessanta giorni, gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni. E’ ammessa la revisione degli elenchi con la cancellazione delle prescrizioni relative ai divieti di cui al comma 1 solo dopo che siano trascorsi i periodi rispettivamente indicati, per ciascun divieto, dal medesimo comma 1.
3. Nel caso di trasgressioni al divieto di pascolo su soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1 si applica una sanzione amministrativa, per ogni capo, non inferiore a lire 60.000 e non superiore a lire 120.000 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia sui medesimi soprassuoli si applica una sanzione amministrativa non inferiore a lire 400.000 e non superiore a lire 800.000.
4. Nel caso di trasgressioni al divieto di realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive su soprassuoli percorsi dal fuoco ai sensi del comma 1, si applica l’articolo 20, primo comma, lettera c), della legge 28 febbraio 1985, n. 47. Il giudice, nella sentenza di condanna, dispone la demolizione dell’opera e il ripristino dello stato dei luoghi a spese del responsabile.
La legge c'è e sembra non facile aggirarla. Dunque quali sono i tortuosi meccanismi che spingono certa gente a compiere questi gesti criminali?

martedì 23 agosto 2011

"Le verità nascoste" - Raccolta di racconti in preparazione

In attesa di mettere insieme un consistente numero di racconti, che verranno pubblicati con il titolo "Le verità nascoste", pubblicherò su questo sito alcuni di questi racconti, per ora inediti. Chi mi legge forse si meraviglierà del taglio diverso di questi racconti rispetto al mio stile. Sono infatti, e vogliono essere, più crudi nel linguaggio e con un contenuto più satirico che comico. Spero di riuscirci.
*********************************************************
Il becco rosicone

- “Ma dai! A me fa pena poveraccio!”
- “A me no.”
- “E’ una vittima. Lo dice pure lui!”
- “Lo so, l’ho sentito dirlo anch’io, dunque è pienamente cosciente.”
- “E allora!! Che pretendi. Sapessi quanti vivono così! Sono umiliati ma non trovano il coraggio di andarsene.”
- “Guarda per me vivesse come gli pare ma, a parte che io non so fare finta di niente… e perché poi…, perché mai dovrei fingere di non sapere, essere ipocrita e poi farmi quattro risate dietro le sue spalle? Ma a parte tutto questo, che lo debbo a me stessa, alla mia dignità di persona perbene….”
- “Oh, ma ora esageri! Allora siamo tutti ipocriti secondo te perché non gli diciamo in faccia: “Sei un cornuto!” ?”
- “Eh sì che lo siete, scusa!”
- “Ma fammi il piacere, dai! Bisogna anche saper vivere!”
- “Io ho scelto di vivere essendo sincera sempre!”
- “Ma non si può dire in faccia a tutti quello che sono, dai, se no sei pure cafona!”
- “Per questo evito di frequentare persone che non stimo, così non debbo fingere. Poi non è solo un cornuto, è anche una persona rosicona, nel senso che rosica, si rode, anche se freddo e moscio come è non te lo fa vedere, ma ha dei rigurgiti di meschino veleno dietro la sua apparente flemma…. Finge gentilezza, disponibilità, perché è costretto dalla sua condizione umiliante a mostrarsi servizievole e amabile con tutti, e un po’ lo sarà pure di carattere, ma molto secondo me se lo impone e dietro questa maschera c’è una persona che striscia davanti alla sua aguzzina e odia chi sa, chi è consapevole della sua condizione. Su di me ne ho sentite….”
- “Eh, ma tu glielo hai fatto capire troppo bene quanto lo disprezzi.”
- “Fa le viste di fregarsene, però….”
- “Se ne frega, ma non tanto. Certo è una psicologia complessa da capire…. Lei si lamentò che l’ha anche picchiata… Però forse all’inizio, poi deve essere successo qualcosa… Non so neppure immaginare cosa… Io l’ho sempre visto paziente con lei, servizievole….”
- “Dì pure schiavo.”
- “Ma cosa hai sentito su di te?”
- “Se debbo cominciare dall’inizio, quando ancora pensavo che sopportasse perché, un po’ per la sua nevrosi ossessiva e un po’ per gli evidentissimi disturbi psichici di lei, non poteva fare altrimenti, ti racconto questo episodio: stavo tentando di raccogliere delle ciliegie e lui, dal suo giardino, vedendomi in difficoltà, mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto, gli ho risposto di no, ringraziandolo naturalmente, poi ha squillato il telefono e mi sono scusata e sono dovuta correre dentro casa per rispondere. La finestra era aperta e deve aver sentito la conversazione: era uno dei miei figli.”
- “E allora?”
- “Dopo una mezz’oretta squilla di nuovo il telefono e indovina chi era?”
- “E che ne so?”
- “Era quella squilibrata della moglie che mi chiamava dall’ufficio con l’aria di prendermi in giro sul banale episodio appena accaduto.”
- “Ma non mi dire!! E come faceva a saperlo se era in ufficio?”
- “Si telefonano. Lui la informa di tutto. Pure delle scemenze. L’ho notato anche in un’altra circostanza; senza che ti racconto pure questa ora…. Se no la facciamo troppo lunga.”
- “Va bèh, va bèh! Ma che c’era da prendere in giro?”
- “Ma figurati! Chi possono prendere in giro quei due visto quel che sono?!! E’ una lesa al cervello, che ti aspetti? Mi ha preso in giro accomunandomi a sua madre, dice che è depressa e pure lei passa il tempo sotto un albero ad attendere una telefonata dei figli!”
- “Che stupida! E scemo lui che le telefona per raccontarle un episodio inconsistente. Me lo immagino: “Stavo parlando con la vicina che stava sotto un albero a raccogliere le ciliegie, poi ha suonato il telefono ed è corsa a rispondere e ho sentito che era uno dei figli..” Ma questi sono matti bella mia!”
- “Sono matti ma dicono che matti sono gli altri cara mia.”
- “E’ ovvio. Se fossero coscienti di ciò che sono non potrebbero vivere così. La strada più facile è dire che i pazzi sono altrove. Ma perché dicevi che è rosicone?”
- “Segue in tutto e per tutto le invidie ossessive di sua moglie.”
- “Si sarà ammalato dietro a lei: chi va con lo zoppo…ecc. ecc.” “
- “Il marito della figlia bivaccava all’università dopo la laurea, pagato quando se ne ricordavano e con la speranza di un posto di ricercatore universitario…..”
- “…che non è venuto mai!” Sogghignò la vicina di casa.
- “…e lui già strombettava ai conoscenti che “si era inserito all’università” tutto tronfio e vanesio.”
La vicina scoppiò in una fragorosa risata:” Te lo dico io dove si era inserito quello: in quel posto! Ah, ah, ah!!! Pensa che mi fece ridere quella folle della moglie perché, per tentare di aiutarlo quando partecipò ad un concorso di ricercatore, disse che aveva “fatto una telefonata”! Ah, ah, altro che telefonata ci vuole! Ma questi sono proprio suonati se pensano che diano un posto di ricercatore con una telefonata di raccomandazione! Là dentro è tutto un do ut des  e, o ti fai il culo in anni ed anni di schiavismo intellettuale e ti rendi utile, quasi indispensabile e stai prono, oppure devi essere figlio di… , parente di…e così via col tango!”
- “Oppure chi fa la telefonata deve anche promettere in cambio qualcosa di molto, molto grosso e la telefonata è solo per ricordare un colloquio che deve esserci stato prima, con accordi precisi.”
- “Quella povera scema, matta più che scema, perché è mentalmente instabile ma gli affari suoi se li sa fare molto bene, pensa di risolvere tutto chiedendo la “telefonata” a tutti gli omuncoli a cui si struscia, più o meno importanti, ma sono solo mezze tacche.”
- “Può trovare qualche lavoretto, questo si, infatti poi un lavoro a quel deficiente del genero l’ha trovato… Perché da solo non era buono a niente. Ma un posto di ricercatore universitario è un’altra cosa. Eppure anche su questo…”
- “Cosa?” Chiese la vicina piena di curiosità.
- “Un giorno stavo parlando con mio marito che, lo sai, è dell’ambiente, e dicevo che un ricercatore universitario non conta niente, mentre quelli degli Enti di Ricerca sono più autonomi, in generale, perché all’università contano solo i professori ordinari, e solo quelli più potenti… Ebbene, lo sai, lei si è sempre messa  ad origliare dall’altra parte del confine… e deve aver sentito. E’ andata in crisi si vede, perché quello era il periodo che per il genero ci sperava…”
- “Eh certo!! Si era inserito!! Ah, ah, ah!!”
- “Ho sentito allora lui che la tranquillizzava dicendole: “Ma che ne sa questa, che ne sa questa, che ne capisce.”
L’altra rise di gusto. “Sono venti anni che lavori dentro l’università e non ne sai niente! Certo, come no!”
- “E sono quaranta anni che vivo nell’ambiente attraverso mio marito.”
- “Dunque che ne puoi sapere tu!” E rise ancora di cuore.
- “Comunque è maligno il cornuto, credimi. Quando mio figlio lavorava alla Metro come Responsabile di Stazione la squilibrata disse che sicuramente avevamo avuto una raccomandazione e lui assentiva.”
- “Se loro vivono così, chiedendole… E’ come per la pazzia… Che vuoi che pensano?”
- “Con una laurea, povero figlio mio, aveva preso quel lavoro, passando una selezione, solo perché il lavoro non si trovava… Pure raccomandato doveva essere?”
- “Che schifo.” Scosse la testa la vicina.
- “Poi la squilibrata si preoccupava, chissà perché, di cosa avrebbe potuto farle mio figlio quando avesse preso la Metropolitana e lui, il cornutone, con aria sorniona e cinica le disse: “E che te pò fà? Te controlla er bijietto!”
- “Pronto a pompare quello stupidone del genero e a prendere in giro il lavoro degli altri.” Disse seria la vicina.
- “Capisci perché non merita pietà?”
- “E’ un viscido, certo. Un verme che accetta tutto e nasconde nell’animo la sua miserabile vergogna, da cui pensa di rifarsi provando soddisfazione per le difficoltà degli altri.” Assentì la vicina.
- “Ma ha avuto da ridire anche sull’altro mio figlio, il medico. Era all’inizio della carriera e aveva un contratto a tempo determinato presso un pronto soccorso di un ospedale. Un giorno ci stava raccontando uno dei tanti interventi che aveva fatto: un incidente stradale in cui una madre era morta e lui aveva stabilizzato la sua bimba di cinque anni, prestandole le prime cure di urgenza, poi l’aveva fatta trasferire presso un altro grande nosocomio, specializzato per le lesioni che la bambina aveva riportato nell’incidente. In seguito l’era andata a trovare per sapere se si era ripresa bene. Sai è un animo generoso…. Poi quando si è giovani, all’inizio, si resta colpiti di più… Insomma il cornuto di là, nel suo giardino, ha sentito e si è permesso di commentare: “Sta facendo il teatro!”
- “Nooo!!!! Ma che miserabile! Ma se c’è qualcuno che fa il teatro, recitando dalla mattina alla sera la parte del marito sereno e contento, è proprio lui?!! Incredibile!”
- “Incredibile ma vero, mia cara.”
- “Comunque hai visto? Ora si sono fatti la piscina.” Sogghignò la vicina.
- “Avrà cambiato idea la moglie, perché di sicuro l’ha voluta lei.”
- “Ci puoi giurare: lui non conta niente, decide tutto lei. Ma perché dici che avrà cambiato idea?”
- “Perché criticò la piscina dell’architetto con cui confina di là. Lo derideva perché diceva: “La piscina, la piscina, che ci fa con la piscina qui, in questo posto?!”  “
- “Certo, qui fa freddo, al massimo la puoi usare un paio di mesi l’anno.”
- “Ma l’architetto aveva comperato quella villa da un privato che l’aveva fatta costruire. Già c’era, dunque perché deriderlo.”
- “Perché rosica, è invidiosa in modo malato, e lui è come lei, ma di riflesso, lui non ha niente di suo, vive di riflesso tutte le ossessioni della moglie.”
- “Più le sue, che la moglie critica!”
- “Ha ragione la loro serva ad ore che dice che è un marito eccezionale!” E la vicina rise di nuovo.
- “Comunque è carina, la piscina, l’hanno messa bene.”
- “Più che una piscina è un vascone verniciato di azzurro. Uno che sa nuotare con tre bracciate già è arrivato dalla parte opposta e se non sta attento sbatte pure la testa!”
- “Va beh! Però è meglio così che quelle vascone fuori terra che sono proprio brutte. Almeno è uno specchio di acqua in cui rinfrescarsi; io non ne sento l’esigenza e ritengo che richieda tempo per la manutenzione, però se a loro piace…”
- “Basta mettere una doccia in giardino, come ha fatto tuo marito, per quando vuoi prendere il sole in costume e dopo vuoi rinfrescarti.”
- “Sì, ma io non ho mai usato neppure quella. E’ una questione di esigenze. Se a loro piace così…”
- “Ma è lei, la pazza fedifraga, che ha le manie di grandezza, lo sai.”
- “Si lo so, ma qui intorno, se vedi le foto della zona prese dall’alto, per esempio sulle mappe di Google, scopri che di piscine, vere, grandi, ce ne sono molte sparse per le ville. Quindi in questo è in buona compagnia. Comunque anche su questo ne ho sentita una su di me dal cornuto rosicone.”
- “E cosa?”
- “Stavano interrando il vascone prefatto e ha detto con aria di importanza: “Poi qui intorno mettiamo una siepe, così “la matta” non ci vede.”
La risata della vicina fu fragorosa.
- “E che non lo sai che mi chiamano “la matta” ?” Chiese con un lieve sorriso.
Continuando a ridere la vicina rispose: “Sì che lo so, ma è veramente comico… Lo scemo pensava che tu ti mettevi a guardare loro che facevano il bagno… Soprattutto lui…. Un vero Adone!” E non smetteva di ridere.
- “Una quindicina di anni fa mi è capitato di vederlo in costume, al mare, dove, ahimé, quella folle della moglie mi aveva trascinato per una breve gita giornaliera. Era uno schifo già allora, figurati adesso. Aveva le gambe bianchicce, molli, sembravano gonfie e con delle vene quasi varicose.”
- “Ma dai! – Scherzò la vicina. – Dì la verità che ti piace! Lui l’ha capito e per questo paventa che lo scruti mentre è in costume!!!”
L’altra sorrise. “I soldi, non si sa come, l’ha detto tante volte, li porta lei per condurre il livello di vita che conducono. E questo spiega tante cose. Anche che il genero incapace, beccandola mentre da dietro la siepe ci origlia, le dica: “E’ pazza eh?”  “
- “Lei origlia e sei pazza tu?” Disse seria la vicina.
- “Ma non capisci? La deve giustificare. Lei dirà che si mette in ascolto perché si diverte a sentire, perché io sono pazza e chissà che scemenze posso dire.”
- “Ma lo sa il genero che sua suocera gira per le case, qui e altrove, dicendo bugie e follie di ogni tipo? Che è una vera barzelletta per chiunque abbia un minimo di discernimento? Oppure è matto pure lui?” Continuò seria la vicina.
- “Non lo so. Penso lo faccia per i soldi che lui non ha e lei elargisce: villa, piscina sia pure piccola, lavoro, casa in città….. Deve tutto a lei, certo poco allo stipendio o pensione del cornutone.”
Si salutarono. La donna tornò a casa. Di là della siepe si sentiva un rastrello passare e ripassare sempre sullo stesso punto: un uomo impassibile, con un lungo viso, con un naso all’ingiù e gli occhi sporgenti pure, era intento in un inutile ed ossessivo lavoro. Cominciava a piovigginare sempre più, ma il rastrello non smetteva.


domenica 21 agosto 2011

Art. 589 Codice Penale. Omicidio colposo.

589. Omicidio colposo. (1)
Chiunque cagiona per colpa [c.p. 43] la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale (2) o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da due a sette anni (3).
Si applica la pena della reclusione da tre a dieci anni se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale da:
1) soggetto in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e successive modificazioni;
2) soggetto sotto l'effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope (4).
Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni quindici [c.p.p. 235] (5) (6) (7).
-----------------------
(1) Sull'obbligo dell'uso del casco protettivo per gli utenti di motocicli, vedi la L. 11 gennaio 1986, n. 3 e il D.M. 19 ottobre 1987, n. 438 (Gazz. Uff. 29 ottobre 1987, n. 253).
(2) Vedi l'art. 189, D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285, nuovo codice della strada. Per quanto riguarda l'obbligo del rapporto in materia di sanzioni amministrative, vedi l'art. 17, L. 24 novembre 1981, n. 689, che modifica il sistema penale.
(3) Comma prima sostituito dall'art. 2, L. 21 febbraio 2006, n. 102 e poi così modificato dal numero 1) della lettera c) del comma 1 dell'art. 1, D.L. 23 maggio 2008, n. 92, convertito in legge, con modificazioni, con L. 24 luglio 2008, n. 125. Per quanto concerne il raddoppio dei termini di prescrizione per il reato di cui al presente comma vedi il sesto comma dell'art. 157 del codice penale. Vedi l'art. 52, R.D. 18 giugno 1931, n. 773, di approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
______________________________________________

Ho firmato per la raccolta firme per istituire il reato di Omicidio Stradale. Ora sembra che vogliano istituirlo. Ma non basta mai l'informazione, giacchè leggo su "La Repubblica" del 17 agosto scorso un commento del Sen. Li Gotti di Italia dei Valori che dice che già esisteva la possibilità di dare pene consistenti a chi uccide con l'auto, non per fatalità soltanto, ma avendo messo in atto una serie di comportamenti in violazione di regole del Codice della Strada.
A questo punto mi chiedo come mai queste pene, già previste dal Codice Penale e citate da Li Gotti, non vengono mai applicate dai magistrati e come mai questi magistrati non paghino mai per la loro indulgenza verso gli irresponsabili assassini che, oltre a togliere la vita a qualcuno, spezzano anche quelle di chi quel qualcuno amava.
Il caso recente dei 4 giovani francesi, uccisi dall'irresponsabile che ha guidato per decine di chilometri contro mano con un grosso SUV, ha suscitasto scandalo per l'agire del magistrato che ha lasciato a piede libero l'assassino. Il buonsenso non è francese, italiano o albanese, appartiene a tutti e quando non c'è crea sconcerto. Il magistrato, di fronte all'ovvia indignazione dell'opinione pubblica, ha ripreso le carte ed ha deciso che no, non poteva restare libero, e lo ha fatto arrestare.
Ora come si può non sottolineare la totale mancanza di professionalità di detto magistrato e di tutti quelli che agiscono come lui?
Uno che guida per 30 chilometri contro mano, in una folle roulette russa, schivando auto che gli suonano terrorizzate, uno che risulta con alcol sopra la norma, tu, magistrato, lo denunci a piede libero? Ha ucciso quattro persone. Quattro giovani sono al cimitero. I genitori hanno la vita distrutta per sempre. Quale altro danno deve fare un essere umano per essere messo in galera? E tu, magistrato, riprendi le carte perché gli altri protestano e cambi idea per questo? Il Codice Penale non ti veniva in aiuto prima?
Ecco, questi magistrati, e sono tanti, troppi, mi fanno paura. 

sabato 20 agosto 2011

Riccardo Reim

Stamane, nella trasmissione della Rete RAI 1 "Uno mattina estate", fra i vari ospiti c'era Riccardo Reim. Si è parlato di Roma, la mia amata città: io sono nata nel cuore di Roma, ed esattamente nella vecchia maternità dell' Ospedale S. Giovanni e battezzata, essendo di famiglia cattolica, presso l'adiacente chiesetta dei frati che dà su Piazza S. Giovanni in Laterano. I miei genitori abitavano allora, era il 1946, in Via della Mercede, quasi all'angolo di Piazza S. Silvestro. I miei primi ricordi sono su Via del Corso, Piazza Colonna, Piazza del Parlamento, dove allora c'era un ambulatorio dell'ENPAS, l'ente mutualistico degli statali: tutti posti raggiungibili a piedi da casa nostra e di cui ho un ricordo nitido, anche se ho abitato lì fino ai miei cinque anni e mezzo. Poi ci siamo trasferiti in Vicolo dell'Orso, ad un passo da Piazza Navona, ed infine in Via Ottaviano, ad un passo da Piazza S. Pietro. Ecco, questa è la Roma che ho nel cuore. La Roma della "ricostruzione", come ha detto stamane Riccardo Reim rispondendo ad una domanda dei conduttori. "Quale è la differenza dalla Roma di oggi?" "Quella era la Roma della "ricostruzione", questa di oggi è la Roma della "distruzione" ", è stata la sintetica e totalmente condivisibile risposta di Reim.
Ecco, ha sintetizzato un mio pensiero, che dura da tanto tempo e di cui ho sentito le prime avvisaglie  molto tempo fa. Ho scritto su questo mutamento una breve novella intitolata "Roma 1983", che è inserita nella Raccolta "Mostri e Ritratti" edita da Universitalia. Già allora avvertivo il mutamento nella società, più indifferente, più aggressiva, e ne ho dato appena una pennellata in quella novella. 
Certo tutto cambia e più si vive a lungo più si avvertono i mutamenti, è inevitabile; ma a volte questi mutamenti ci appaiono peggiorativi delle cose e, quando si incontra un pensiero di un altro che è simile al tuo, ci si sente meno soli in questo sentimento desolato, che si vive dentro di noi e che ci fa dubitare di vedere, una realtà che muta, in modo troppo soggettivo.

venerdì 19 agosto 2011

Intervista all'ex-Presidente della Regione Lazio Marrazzo

La foto è presa dal quotidiano on-line "Libero" e ritrae il giornalista Piero Marrazzo intervistato di recente de Concita De Gregorio, direttore del quotidiano "L'Unità", su "La Repubblica". L'intervista ha suscitato reazioni varie.
Personalmente ritengo che, come uomo politico, Marrazzo si è dimesso e glie ne va dato atto. Anche se va dato atto anche a  fatti incontrovertibili, perché filmati, in cui negava con decisione di essere mai stato con dei transessuali, che era un attacco personale e che avrebbe sporto querele. Infine, quando le foto ed i filmati di lui con i transessuali e la cocaina sono finite nelle mani di Berlusconi che, perfidamente, ha fatto il buon samaritano chiamandolo e dicendogli che non le avrebbe mai pubblicate sui suoi giornali ma (che bontà!) lo avvertiva del problema, Marrazzo NON POTEVA NON DIMETTERSI essendo nelle mani del nemico!
Dunque non di un eroe stiamo parlando, ma di una povera persona ricattabile.
Se un uomo qualsiasi si scoprisse che va con uomini travestiti da donna (con seni finti ma con attributi sessuali maschili), che con la parola "transessuali" si vuole ipocritamente mascherare quasi come un sesso "a parte", e per di più si scoprisse che ques'uomo qualsiasi usa cocaina, la moglie avrebbe il diritto di usare queste sue turpi abitudini per dichiararlo indegno di crescere i figli ed i vicini di casa e conoscenti, edotti, lo disprezzerebbero. Invece su Marrazzo c'è chi "si intenerisce", come fosse un bimbo inesperto, chi lo ritiene un eroe perché "si  è dimesso e non si dimette nessuno in Italia" e così via. Poi c'è il gioco irresponsabile dei paragoni: "Eh! Ma allora quell'uomo politico ha fatto questo e quest'altro... che è molto peggio"!
Così la morale comune finisce in cantina ed anche più giù.
C'è sempre chi ha fatto peggio ma ogni volta si deve stigmatizzare l'evento e sottolineare l'immoralità delle azioni, la condanna delle stesse, senza fare un'anatomia comparata che assolve sempre, perché sempre c'è chi fa peggio.
Alcuni passi dell'intervista: "
Concita:Vedeva abitualmente quella persona?
Marrazzo:Assolutamente no. Per anni non ho visto nessuno.
......... omissis.......
Concita: Diceva della fatica di essere all'altezza delle aspettative.
Marrazzo: ...... I transessuali sono donne all'ennesima potenza, esercitano una capacità di accudimento straordinaria. ............ Avevo bisogno di suonare a quella porta, ogni tanto, e che quella porta si aprisse.

E' fin troppo visibile la contraddizione.
Stendo un velo pietoso sul resto.

Il bellissimo libro di Elsa Morante "L'Isola di Arturo" descrive molto bene, nel personaggio che è il padre di Arturo, queste abitudini ambivalenti che esistono in certi esseri umani. E racconta molto bene che lo scoprirlo, per un figlio, è doloroso. Questo già la dice lunga sulla condanna morale di quel certo tipo di comportamento. Questo sul piano privato.
Ma se sei un uomo pubblico pretendo pulizia e coerenza perché, ben pagato, decidi del destino di tanta gente: dalla discarica dei rifiuti di Albano Laziale alla cancellazione di reparti ospedalieri, ad esempio, dove operano persone che hanno speso la propria giovinezza per prepararsi a professioni che esigono una professionalità altissima e una altrettanto altissima responsabilità e che guadagnano incommensurabilmente meno di un fragile (come lui si dichiara nell'intervista) uomo politico.
Nella Storia i destini degli uomini sono stati decisi di sovente da pazzi (Hitler), caratteriali ottusi (Mussolini), delinquenti, esaltati e puttane. Ma, se abbiamo uno straccio di democrazia, vogliamo scegliere persone perbene: o non ce ne sono più e dobbiamo accontentarci del meno peggio?  

Persecuzione di un sito non richiesto: Badoo

Il 21 giugno ho scritto un post intitolato "Le insidie della rete", che potete leggere cliccando sul calendario a lato della Home Page di questo sito, in cui denunciavo l'arrivo di e-mail indesiderate da un sito che trovo squallido e volgare: tale Badoo. Le e-mail offrono rapporti di amicizia tipo "cuori solitari". Molte persone mi dicono di ricevere la stessa cosa senza essersi mai iscritti, al massimo hanno una iscrizione a Facebook, che è altra cosa. Loro si limitano a cestinare e ad ignorare. Dato che, nel mio piccolo, sono una scrittrice, non posso tollerare che il mio nome venga "offerto" insieme alla mia e-mail sui motori di ricerca come desiderosa di "amicizie". Dunque ho cercato, come ho scritto, di cancellare i miei dati, comunque acquisiti, senza riuscirvi.
Il 28 giugno ho scritto un post intitolato "Strane Istituzioni", in cui comunicavo che le denunce da me fatte alla Polizia Postale e al Garante della Privacy non avevano sortito alcun effetto.
Avevo inviato la denuncia alla Polizia Postale il 14 giugno. Il 13 luglio ho di nuovo inviato una e-mail allegando l'ennesimo messaggio di Badoo. Dopo questa seconda e-mail la Polizia Postale ha risposto, facendo riferimento solo alla seconda denuncia e non anche alla prima. Questo il testo della risposta:


Gentile Rita Coltellese
In merito alla sua e-mail di segnalazione pervenuta presso i nostri uffici in data 13.07.2011 ed inerente un presunto invio molesto e non autorizzato di posta elettronica giova rappresentare che le segnalazioni via mail vanno comunque ratificate presso i nostri uffici, siti a Roma in Viale Trastevere nr. 191 per rispettando i seguenti orari:
dal lunedì al venerdì: 09.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00
il sabato: 09.00 – 12.00
Si specifica, infine, che la formalizzazione di quanto sopra detto può essere fatta presso una qualunque sede della Polizia di Stato o dei Carabinieri o altro ufficio di polizia.

Il Garante della Privacy non ha mai risposto.
A cosa servono dunque i Servizi via e-mail di queste due istituzioni? Come ho già scritto, noi li paghiamo. Se debbo andare a fare regolare denuncia di persona, a cosa serve l'informatizzazione di queste due Istituzioni se non a pagare a qualcuno complicati ed inutili software?
  

martedì 2 agosto 2011

Festa Legambiente Sabaudia

Quest'anno la Festa Annuale di Legambiente di Sabaudia si è tenuta presso la Direzione del Parco Nazionale del Circeo. Causa malattia ho potuto parteciparvi solo nelle ore lasciatemi libere dall'orario delle visite del medico fiscale. Ho ascoltato con interesse l'intervento della bellissima, bella fuori e molto bella anche "dentro", Anna Scalfati. Ella ha parlato fra l'altro anche di suo padre, dicendo affettuosamente che forse "era un poco pazzo perché avrebbe voluto che le ville sulle dune di Sabaudia venissero abbattute". Ecco, una persona che vuole il giusto, la legalità, deve essere ritenuto da molti "pazzo". Ma allora che le abbiamo messe a fare le regole se "è sano infrangerle" ed è "da pazzi" pretenderne il rispetto? Perché non costruiamo una società dove ognuno, soprattutto se prepotente, può fare quello che gli pare? Perché darci tanto da fare con Codici ed Istituzioni per poi essere ipocriti e ritenere "pazzo" chi ne esige il rispetto? La mia è una voluta estremizzazione, naturalmente, per evidenziare meglio la contraddizione della nostra società dissociata e malata di ipocrisia.
Oggi si parla tanto di corruzione, ma quando costruirono quelle ville sulle dune di Sabaudia non se ne parlava tanto: erano gli anni '50 e '60. La duna era demaniale e compresa nel Parco Nazionale del Circeo: come avranno fatto ad avere una qualsivoglia concessione edilizia per costruirvi ville da sogno? Non era possibile: quelle ville erano e sono totalmente illegali. Aveva dunque ragione il padre di Anna Scalfati, proprietario del Lago di Paola. Una antica proprietà della famiglia Scalfati che è stata contestata, ma che vari giudizi hanno ratificato come giusta. Per la storia si rimanda ai vari siti che ne parlano.
Anna ha poi parlato di ambiente e ne ha scritto anche, su un giornalino locale prodotto da un'Associazione Culturale: "Centro Storico". Molte delle cose che dice e scrive sono il mio pensiero preciso. Anna lotta per la bellezza che viene insultata da comportamenti barbarici, sia della massa che delle istituzioni. In più, a differenza di suo fratello, vuole che la vocazione del Lago, di cui è comproprietaria, rimanga ambientalista, cioè che si conservi nella sua bellezza naturale e che venga usato anche a fini economici, ma che rispettino il delicato ecosistema, senza insulti di motori, ristoranti volgari ed altre attività commerciali incompatibili con la natura del posto, veramente di magnifica bellezza.
Cito alcuni passi del suo articolo che mi hanno colpito di più: "Il fatto sconcertante non è che la criminalità si sia impadronita del territorio attraverso i videopoker e l'usura, attraverso lo spaccio e l'abusivismo, ma è che la gente non si sia accorta di nulla. Cha abbia ritenuto e ritenga normale ogni cosa."
"La fine dell'impero romano era così: tra lotte di potere e colpi bassi periva un sogno di grandezza. Anche noi abbiamo avuto i nostri sogni. Le tante Associazioni che si sono battute per i diritti e per la democrazia. Il sogno della legalità e del rispetto."