domenica 4 giugno 2017

Galateo questo sconosciuto: Malcostume quotidiano: al Supermercato

Al supermercato:
non lasciare i propri rifiuti nel carrello (guanti di plastica usati per scegliere la frutta e le verdure, numeri di carta per la fila ai banchi, dépliants ecc. ecc.), chi prenderà successivamente quel carrello deve fare la spesa mantenendo in mezzo ad essa i vostri rifiuti?
Altrimenti deve fare per voi quello che NON avete fatto voi: mettere i vostri rifiuti in un cestino di quelli che stanno accanto al rimessaggio carrelli.
Certo sarà difficile farlo se qualcuno, più incivile di chi lascia i propri rifiuti nel carrello, nei cestini mette la propria mondezza di casa. Foto fatta da me all'esterno di un Market Carrefour a Grottaferrata RM, e già pubblicata in un precedente post.

Il Galateo, questo sconosciuto

Definizione di Galateo da Wikipedia:
Il termine galateo definisce l'insieme di norme comportamentali con cui si identifica la buona educazione: è un codice che stabilisce le aspettative del comportamento sociale, la norma convenzionale. Alcuni sinonimi della parola possono essere etichetta o bon ton. Il nome "galateo" deriva da Galeazzo Florimonte, vescovo della diocesi di Sessa Aurunca che ispirò a monsignor Giovanni Della Casa quel celebre libro del viver civile, il Galateo overo de' costumi, primo trattato specifico sull'argomento pubblicato nel 1558. Il titolo dell'opera, infatti, corrisponde alla forma latina del nome Galeazzo: Galatheus, appunto.


Ne è passato di tempo dal 1558! Il costume cambia col cambiare della Società e nel momento che stiamo vivendo il viver civile è diventato molto poco "civile", e non soltanto in Italia.
Lo vediamo dal comportamento di certi turisti quando visitano il nostro Paese: scrivono sui monumenti, se vengono ad assistere ad una partita di calcio sporcano e distruggono monumenti del Bernini...
Il degrado sociale e civile avanza senza che nessuna Autorità e/o Istituzione si dia da fare per fermarlo. Le Leggi ci sono. Basta farle rispettare. Non servono denunce e basta, trattasi di sola carta, le Istituzioni preposte debbono sanzionare, multare. Con il rigore dell'applicazione della multa o della sanzione le nostre città, i nostri boschi, non sarebbero ridotti a discariche.
Dispero che le cose cambino e l'episodio, per me doloroso, della Fontana del Bernini di Piazza di Spagna, dove andavo ad abbeverarmi da bambina quando scendevo per la Scalinata di Trinità dei Monti dal Pincio dove mamma mi conduceva a giocare, che ha visto l'assenza sia del Viminale, sia del Campidoglio come parti civili al processo olandese di 44 barbari, la dice lunga sull'assenza delle Istituzioni nel fare Giustizia.
Per i barbari olandesi pene lievi, interdizione dagli stadi in territorio olandese soltanto, liberi di tornare in Italia a devastare e sporcare se vogliono, basta che non sporchino a casa loro. In Italia non solo né il Viminale per i poliziotti aggrediti, né il Campidoglio, per la Capitale devastata, si sono costituiti parte civile, ma i magistrati italiani hanno archiviato "in quanto i 44 bruti non potevano essere processati anche in Italia essendo già processati per gli stessi reati in Olanda". Gli ingenti danni per ripulire il cuore di Roma insozzato ricadono sui contribuenti (straordinari pagati ai lavoratori addetti a ripulire, mezzi e prodotti), il restauro della Fontana idem.
Due Società olandesi, bontà loro, hanno dato un obolo di 100.000 euro per restaurare due fontane storiche romane quale gesto simbolico di riparazione.
Ma le Istituzioni italiane dove sono? Per non parlare di quelle olandesi che se ne sono lavate le mani.
Onestamente non so spiegarmi questo lassismo che è deleterio per la civiltà, che appare infatti sempre più in decadenza.
Di fronte a fatti così clamorosi cosa dobbiamo aspettarci dagli italiani sempre più sbracati, tanto, pensano, nessuno mi fa niente, non succede niente!
Rimangono sulle barricate del vivere civile solo quelli che lo sono per l'immagine che hanno di sé, perché si farebbero schifo a comportarsi in modo diverso.
Voglio iniziare una rubrichetta sul malcostume quotidiano con foto, nella disperata speranza che possa servire a qualcuno per guardarsi allo specchio e correggersi.