mercoledì 19 agosto 2015

Il mondo alla rovescia

Da: AFFARI ITALIANI.it
Mercoledì, 19 agosto 2015 - 10:00
da I hate Milano di Mister Milano

Levato, tutti parlano della mamma e non della lucida criminale.
Martina Levato allegra e truccata e nella foto segnaletica fattale dalla Polizia

Martina Levato

Ogni estate ha il suo feuilleton mediatico: sotto l’ombrellone, passati i primi giorni a suon di tuffi, botti di calciomercato e impepate di cozze finisce che ci si annoia e “ci vuol qualcosa per tenersi a galla”. Quello di questa torrida estate 2015 e’ dedicato a Martina Levato e il bambino avuto il giorno di Ferragosto alla clinica Mangiagalli.

Per chi non avesse letto i giornali, e dunque non sapesse chi e’ Martina Levato - dato che i fatti per intero vengono raramente riportati - specifichiamo che si tratta della dolce meta’ della cosiddetta “coppia dell’acido”, condannata a 14 anni di galera per aver sfregiato in modo “mostruoso” il viso del 22enne Pietro Barbini, e in attesa di processo per aver compiuto il medesimo atto nei confronti di altre 3 persone
Martina Levato quando collezionava rapporti sessuali con vari ragazzi che poi voleva "lavare" con l'acido solforico

Tuttavia, chi ha letto i giornali sa alla perfezione l’altro aspetto della vicenda, ovvero che la Levato ha appena avuto un bambino che le e’ stato sottratto dal Tribunale che in queste ore sta decidendo cosa farne. Una situazione delicatissima, anche perche’ - e anche di questo sui giornali non si trova traccia - sussiste il dubbio, confermato da alcune testimonianze che a dire il vero lasciano pochi dubbi al riguardo - che il bambino sia stato intenzionalmente concepito dalla coppia proprio perche’, in previsione di un arresto della Levato, questo avrebbe alleggerito la sua posizione, alla luce della generale clemenza del sistema giudiziario italiano nei confronti delle “mamme” (si veda, per esempio, la vicenda di Luca Massari, il tassista ammazzato a pugni qualche anno fa in zona Corvetto: Stefania Citterio, che insieme a Pietro Citterio e Morris Ciavarella si accani’ sull’uomo inerme, ormai svenuto, al grido di “muori bastardo”, se la cavo’ con soli dieci mesi di carcere). 

Sembrerebbe che un po’ di silenzio sarebbe di rigore, anche per non mettere pressione ai magistrati chiamati a un compito del genere. Purtroppo, quel velinone di Don Mazzi, goloso di titoli giornali come una letterina della prima ora non ha resistito al richiamo della foresta, e così’, non pago del clamore suscitato solo pochi mesi fa per aver ospitato nella sua comunita’ un redivivo Fabrizio Corona, si e’ tuffato a pesce sulla vicenda, chiedendo che la Levato e il suo figlio vengano affidati a lui. Il prete buono per tutte le stagioni, dal gossip alla cronaca nera, sostiene che nella sua comunità le persone sono capaci di “cambiamenti straordinari”.  Ci sembra quasi di vedere la scena: Corona che fa le flessioni con Martina di fianco che allatta il piccolo, chiacchierando del più e del meno. Un mondo un po’ alla rovescia insomma, dove non sono le colpe dei padri a ricadere sui figli, ma sono i figli che lavano, almeno in parte, le colpe dei genitori. 

Ora: noi delle proprietà taumaturgiche della comunita’ di Don Mazzi non discutiamo, ci mancherebbe. Facciamo solo notare al prete che noi, gli uomini di Chiesa, li preferiamo quando si occupano delle vittime, degli ultimi, dei bisognosi, ovvero coloro a cui il tale che fondo’ l’azienda cui Don Mazzi appartiene (hey! non Signorini! stiamo parlando di Gesu’ Cristo!) dedico’ la sua esistenza. E in questa storia l’unica vittima accertata e’ il povero Pietro Barbini, il cui viso non conoscerà’ nessun “cambiamento straordinario”. Resterà sempre così come e’ adesso: sfigurato per sempre. 
Chissa’ cosa ne pensa lui, Pietro, di tutta questa vicenda. Gia’, chissà, dal momento che nessuno, ma proprio nessuno, sembra interessarsi di lui.

P.S. Anche le agguerrite femministe della 27 esima ora si sono occupate della vicenda, con un articolo in cui si chiedeva con toni, di nuovo, in pieno stile feuilleton (si parla di “diritto alla prima poppata, al primo sguardo materno”, la stessa madre definita da due giudici diversi come “animata da lucido impulso criminale” mossa da una “cattiveria inumana”) un affidamento del bambino alla madre in una comunità a “detenzione attenuata” . Di nuovo: liberi di pensare e scrivere ciò che si vuole. Stupisce pero’, anche in questo caso, che il povero Pietro Barbini non venga neppure citato. Eppure quando con l’acido venne sfigurata l’avvocatessa Lucia Annibali, per mano di un criminale infame ora, fortunatamente, in galera, fu proprio la 27 ora a dare alla vicenda, con ogni merito, il risalto che meritava.
Come mai, ora, il povero Pietro non merita neanche una riga? Aspettiamo risposte.




Un articolo che avrei voluto scrivere io: parola per parola!
Tutto, anche la parte su Don Mazzi!
Raramente trovo una tale identità di intenti e di vedute!
Ho apprezzato particolarmente il riferimento ai brutali assassini del povero inerme tassista, ammazzato a calci dopo aver lasciato che il loro cane, senza guinzaglio, finisse sotto le ruote del taxi in transito. Ho scritto su quell'orrendo episodio un post. Ora apprendo che la "delicata" donna che ha contribuito alla mattanza è diventata "mammina" e grazie a questo lieto evento ha sfangato il carcere.
I magistrati, evidentemente, si ispirano al film con Sofia Loren, venditrice di sigarette di contrabbando, che per evitare il carcere faceva un figlio dietro l'altro, più che all'applicazione della Legge seriamente e senza cavilli "comprensivi".
A questi giudici verrebbe di cantargli la canzonetta del film: "Tène a panza, tène a panzatène a panza.... cha cha cha!"  

A volte ci si sente soli di fronte ad un bombardamento di informazioni e, soprattutto, di opinioni, sia scritte che televisive, in cui si vuole far passare una visione distorta della realtà, usando vari tipi di soloni, come questo prete che, con l'apparente bonomia della sua faccia da uno dei Sette Nani, avalla delle teorie aberranti, dando patenti di persona normale anche a questa Martina Levato che riteneva di rifarsi la verginità, volutamente perduta, sfregiando tutti coloro a cui l'aveva data!

Mi si perdoni il linguaggio ma proprio NON SE NE PUO' PIU'!!!
Basta con il curarsi di assassini mostri, narcisisti psicotici e deformità mentali varie! Che i preti soprattutto si occupino delle VITTIME!! Oltre alla Legge naturalmente!
Che la criminale che ha compiuto efferate gesta sia diventata madre non deve commuovere nessuno, bastando, per diventarlo, accoppiarsi! Non è un merito! E' una conseguenza naturale di un atto sessuale.
Essere madre in modo da meritare rispetto e considerazione vuol dire assumersi, fin dal concepimento, il pensiero responsabile dell'avvenire dell'essere umano che si vuole mettere al mondo con l'atto finale del parto.
Cosa che non è visibile nelle azioni di questa criminale che Don Mazzi in TV ha definito "normale" dopo aver parlato con i genitori di lei! Quale superficialità! Ma cosa vuole che dicano i genitori?!! L'ha plagiata l'ottuso narcisista? Come quell'altro cretino che li ha aiutati? E' forse una giustificazione farsi influenzare da certi soggetti? Caso mai è un'aggravante! A meno che non si possa dimostrare di essere incapace di intendere e di volere! 

ARTICOLI di giornale sulla vicenda prima della condanna

Da: Leggo.it


Un file audio testimonia la violenza subita da Pietro Barbini, il giovane 22enne sfigurato con l'acido dalla ex Martina Levato e dal suo complice Alexander Boettcher. 
Il file registrati riportano le urla della vittima, «Ha un martello», urla il padre del 22enne mentre il figlio viene inseguito da Boettcher. La registrazione è avvenuta per errore visto che la vittima prima di andare all'appuntamento aveva messo in tasca il telefono della madre attivatosi per errore in modalità di registrazione.

La coppia il 28 dicembre ha aggredito e sfigurato con l'acido Pietro Barbini, 22 anni, ex fidanzato della ragazza ai tempi del liceo. La vittima, che studia economia a Boston, è stata attirata in via Carcano con la scusa di un pacco da ritirare. La studentessa 23enne aiutata dall'amante di 30 anni lo ha aggredito lanciandogli addosso la sostanza chimica.

Da: Il Messaggero


Sfigurato con l'acido a Milano, parla il complice della coppia diabolica: «Volevano colpire ancora»


di Claudia Guasco
MILANO - Nel primo interrogatorio davanti al pm ha raccontato che Alexander era il suo "guru". Voleva rimettersi in forma e «lui mi ha aiutato, mi ha fatto perdere dieci chili». Una comune ossessione per un fisico atletico e scolpito che Andrea Magnani, il presunto complice di Alexander Boettcher e Martina Levato nelle aggressioni con l'acido, continua a coltivare in carcere, dove trascorre gran parte del suo tempo facendo flessioni.
Alexander Boettcher lo sfregiatore con l'acido solforico che si fa un selfie compiaciuto
Alexander Boettcher, amante e complice di Martina Levato che, insieme con lei, ha sfregiato per sempre Pietro Barbini, ex compagno di liceo ed ex fidanzato della sua amante.
Ma ora, davanti ai giudici della nona sezione penale, Magnani sostiene che ciò che legava lui e Boettcher non era un semplice rapporto di amicizia. «Provavo soggezione nei confronti di Alexander e anche Martina ne provava soggezione», spiega durante l'udienza del processo in cui il broker e la studentessa della Bocconi sono imputati per lesioni gravissime ai danni del ventiduenne Pietro Barbini. Il giovane è solo una delle tre vittime della coppia che, sostiene Magnani, stava progettando di colpire ancora: «Alex e Martina custodivano dei biglietti con nomi e numeri di targa per i loro piani di aggressione».
SOGGIOGATO
Azioni dalle quali il bancario prende le distanze: «Mi sono lasciato convincere da Alexander a fare tutta una serie di azioni in virtù di una soggezione che derivava dalla mia situazione personale, famigliare ed economica faticosa. Ci tenevo all'amicizia con Alexander, mi ha chiesto di fare cose che ho fatto non rendendomi conto delle conseguenze finali».

Insomma, Alexander Boettcher sarebbe stato il "regista" dell'aggressione con l'acido che a dicembre ha sfigurato Pietro Barbini, ex fidanzato di Martina. «Io sapevo che dovevamo fargli uno scherzo goliardico e mi sono accorto di tutto solo quando Martina ha lanciato l'acido. Mi era stato detto che i flaconi contenevano acqua e che dovevo consegnarli ad Alexander». Non solo. Uno o due giorni prima del tentativo di aggressione a Giuliano Carparelli lo scorso 15 novembre in via Nino Bixio, Andrea Magnani ha comprato «in via San Dionigi su ordine di Alexander Boettcher dell'acido solforico». Il trio composto da Magnani, dal broker di origini tedesche e dalla sua amante, infatti, sono indagati anche per le aggressioni a Carparelli e a Stefano Savi, vittima di uno scambio di persona e colpito con l'acido nella notte tra il primo e il 2 novembre in via Quarto Cagnino. Al bancario la richiesta di Alexander di acquistare l'acido non è parsa strana, «perché con Boettcher lo abbiamo utilizzato per sgorgare dei lavandini in abitazioni che ha comprato in viale Bligny», ha spiegato ai giudici. Il broker però si è "arrabbiato" con Magnani notando che si era procurato un acido con una gradazione troppo bassa per il lavoro di idraulica che, gli spiegò, avrebbero dovuto fare. E invece il micidiale liquido era destinato a Carparelli, la cui unica colpa era quella di aver avuto un rapporto in discoteca con Martina. Magnani, secondo le accuse, avrebbe avuto il compito di attirare in trappola il giovane. «Ho fatto una sola telefonata e l'ho fatta come sempre travisato - ha precisato - Può sembrare strano, ma per me era una cosa goliardica. Boettcher mi aveva detto di aver bisogno della testimonianza di questa persona sul tentativo di violenza sessuale subito da Levato e che aveva già avuto una raccomandata dal tribunale». Ma sul tentativo di violenza sessuale che Martina Levato dice di aver subito da Antonio Margarito è stata aperta un'inchiesta per calunnia a carico della ragazza: la bocconiana avrebbe in realtà tentato di evirare lo studente perché aveva avuto un rapporto con lui in vacanza.

INCINTA
Adesso che il piano criminale dei due amanti diabolici è stato smascherato, Magnini dice di sentirsi in colpa: «Non mi ero reso conto, ho anche tentato di suicidarmi dopo quello che era successo e ora provo rimorso, anche se non ero consapevole». Alexander Boettcher era in aula e non ha tradito la minima emozione, ascoltando imperturbabile la deposizione del suo presunto complice. Il broker ha negato di aver accompagnato Magnani a fare la telefonata-trappola a Pietro Barbini indossando una felpa di superman e di averla cambiata prima di recarsi sul posto dove poi è avvenuta l'aggressione. E ha anche negato di avere apposto sulla propria macchina la targa dell'auto di Magnani. Martina invece è rimasta in silenzio, sorridendo ad alcune risposte di Magnani. Quando la ragazza è stata arrestata per l'aggressione a Pietro Barbini, aveva saputo da poco di aspettare un bambino dall'amante e ora prosegue la gravidanza in carcere. I suoi avvocati non hanno avanzato richieste di domiciliari, istanza che sarebbe probabilmente rigettata dai giudici per le gravi esigenze cautelari a suo carico.
Andrea Magnani, l'insensato complice della coppia diabolica