domenica 31 gennaio 2016

Chi era Sandro Viola

Da: La Stampa.it
20/06/2012
ROMA
Il mondo del giornalismo perde un’altra delle sue penne più raffinate: Sandro Viola si è spento all’età di 81 anni dopo una lunga malattia. Editorialista di Repubblica ed esperto di politica estera, seguì e commentò i grandi fatti del nostro tempo, dalla Guerra dei Sei giorni al sequestro Moro.

Nato a Taranto il 2 giugno del 1931, aveva lavorato anche per La Stampa, prima di trasferirsi al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. A lui fu affidata, tra le altre, la copertura del sequestro Moro. Passò poi alla politica internazionale, di cui è stato per anni uno dei più raffinati e approfonditi interpreti di Repubblica. Prima come corrispondente dall’estero e poi come inviato speciale seguì per anni le vicende della Russia e del Medio Oriente. Nel 1972, per il suo lavoro su La Stampa, vinse il Premiolino. «Con Sandro Viola - fa notare l’esponente del Pd Walter Veltroni - se ne va uno degli osservatori più acuti delle vicende internazionali, un giornalista colto e attento , pieno di curiosità e attenzione. Leggere i suoi articoli era sempre un gran 
piacere, con la sua prosa elegante e asciutta, le sue osservazioni stimolanti le analisi lucide e penetranti. Era per tantissimi uno sguardo sul mondo importante e illuminante».

Il giornalista Sandro Viola 

All'epoca dell'incredibile articolo su GIOVANNI FALCONE era direttore ancora Eugenio Scalfari:
da Wikipedia
Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore nel 1996

Mi chiedo come Direttore e Comitato di Redazione abbiano potuto accettare l'articolo pubblicato nel mio post precedente...

Un articolo di "La Repubblica" di cui il giornale deve vergognarsi

Da: FANPAGE.it

Ed eccolo, quell’articolo su Repubblica contro Giovanni Falcone

GIOVANNI FALCONE
Fu ucciso 11 giorni dopo questa foto

Abbiamo recuperato l'introvabile articolo di Sandro Viola che nel gennaio 1992 si scagliava contro Giovanni Falcone, accusandolo di essere un "guitto televisivo". Qualche giorno dopo sullo stesso giornale Giuseppe D'Avanzo difendeva il giudice antimafia: "Non ha mai avuto una vita facile".

ULTIME NOTIZIE 23 MAGGIO 2012 13:42 di Ciro Pellegrino

È il 9 gennaio del 1992, un giovedì. Il quotidiano la Repubblica in quel periodo vende mediamente circa 750mila copie. Nella pagina dedicata ai commenti viene pubblicato un articolo dal titolo "Falcone, che peccato…" vergato da Sandro Viola, firma di punta del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. L'argomento del commento è il giudice antimafia che Viola prende di mira per via della sua esposizione mediatica. Un pezzo durissimo che oggi, a vent'anni dalla strage di Capaci che fece saltare in aria Falcone, la moglie e la scorta, ritorna a galla con la violenza d'una colpa. L'articolo, introvabile nell'archivio online di Repubblica, è oggetto di discussione in queste ore sulla Rete, ma nessuno l'ha pubblicato integralmente, in maniera da consentire al lettore un'autonoma valutazione.

L'articolo contro Giovanni Falcone
Eccolo, l'articolo, in versione integrale: recuperato grazie all'Emeroteca Tucci di Napoli. Che ognuno faccia le sue valutazioni dopo averlo letto.


Viola attacca definendo Giovanni Falcone "magistrato che alla metà degli anni Ottanta inflisse alcuni duri colpi alla mafia". Una definizione quanto meno riduttiva per l'anima del maxi-processo di Palermo, per colui che, lo dicono i suoi colleghi magistrati, individuò nuove tecniche e nuovi metodi per l'approccio alla questione mafiosa. Continua Viola: "da qualche tempo sta diventando difficile guardare al giudice Falcone col rispetto che s'era guadagnato".

Poi, l'accusa di essere diventato una sorta di esternatore, al pari dell'allora Capo dello Stato, il "picconatore" Francesco Cossiga: "Egli è stato preso – scrive Viola su Repubblica – infatti, da una febbre di presenzialismo. Sembra dominato da quell'impulso irrefrenabile a parlare, che oggi rappresenta il più indecente dei vizi nazionali. Quella smania di pronunciarsi, di sciorinare sentenze sulle pagine dei giornali o negli studi televisivi, che divora tanti personaggi della vita italiana – a cominciare, sfortunatamente per la Repubblica, dal Presidente della Repubblica".

La preoccupazione dell'editorialista è che Giovanni Falcone abbia perso il suo equilibrio. Gli chiede di lasciare la magistratura viste le sue rubriche sulle pagine dei giornali: "Perché nessun paese civile ha mai lasciato che si confondessero la magistratura e l'attività pubblicistica".

"Quel che temo, tuttavia – continua il pezzo – è che a questo punto il giudice Falcone non potrebbe più placarsi con un paio di interviste all'anno. La logica e le trappole dell'informazione di massa, le sirene della notorietà televisiva tendono a trasformare in ansiosi esibizionisti anche uomini che erano, all'origine, del tutto equilibrati". Poi si passa all'analisi, anzi alla demolizione, del libro ‘Cose di cosa nostra' scritto da Falcone con la giornalista francese Marcelle Padovani pure lei nel mirino della penna al vetriolo di Viola: "E scorrendo il libro-intervista di Falcone ‘Cose di cosa nostra' s'avverte (anche per il concorso di una intervistatrice adorante) proprio questo: l'eruzione di una vanità, d'una spinta a descriversi, a celebrarsi, come se ne colgono nelle interviste del ministro De Michelis o dei guitti televisivi".

Nel finale, Viola, pur ammettendo di trovarsi davanti ad un "valoroso magistrato" si chiede "come mai desideri essere un mediocre pubblicista". Il giornalista ignorava che il giudice aveva intuito qualcosa: la necessità di comunicare ad una platea più vasta, da magistrato, la mentalità mafiosa. Inoculare il virus ai giovani come un vaccino, in maniera da renderli resistenti al fascino della cultura dell'omertà e della morte.

"Non ha mai avuto una vita facile e anche stavolta c'è chi farà di tutto per rendergliela difficile": qualche giorno dopo, dalle colonne della stessa Repubblica, qualcuno scriveva questa frase, riferendosi a Giovanni Falcone. Quel qualcuno si chiamava Giuseppe D'Avanzo.


in foto: L'articolo del gennaio 1992 firmato da Sandro Viola su Repubblica contro Giovanni Falcone


continua su: http://www.fanpage.it/ed-eccolo-quell-articolo-su-repubblica-contro-giovanni-falcone/

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