domenica 16 dicembre 2012

Un articolo di Gianluca Nicoletti papà di un bel ragazzo di 14 anni autistico




15/12/2012
Un autistico non spara! 

Titoli di giornali on line del 15/12/2012 


Adam Lanza non poteva essere un autistico. Ancora una volta si cita in maniera inadeguata una patologia che è tra le più diffuse forme di disabilità.

Il giovane killer di Newtown era autistico? E' un' approssimazione che non può e non deve passare, anche perché per molti potrebbe essere intesa come una spiegazione del perché un ragazzo abbia massacrato 27 persone, tra bambini e insegnanti, compreso se stesso. Mi dispiace sembrare saccente, ma questa cosa mi brucia personalmente perché da quattordici anni ho a che fare quotidianamente con un figlio autistico, e spesso mi trovo a dovere dare voce anche agli altri genitori come me.  Vorrei chiedere a tutti i colleghi che hanno scritto o sottoscritto questi titoli, probabilmente fidandosi di quello che avevano letto in un’agenzia di stampa, ma voi avete una minima idea di chi sia un autistico?   

L’ autistico è’ una persona incapace di autonomia, che non saprebbe uscire di casa per andare a scuola se non accompagnato, che difficilmente riuscirebbe a usare razionalmente un’ arma da fuoco in maniera così reiterata, ma soprattutto è una persona che si tura le orecchie atterrito se solo sente battere le mani o entra in una stanza con la musica ad alto volume. Certo che è facile associare al termine “autistico” quello di “asociale” e quindi condividere conclusioni assolutamente infondate, l’ autismo evidentemente è una patologia di cui la categoria a cui appartengo ha una profonda ignoranza, eppure è la prima causa d’ handicap, ci sono più autistici in giro di ciechi, sordi e down messi assieme (non lo dico io lo dice il Censis).   

In Italia sono come minimo 360.000 le famiglie che devono gestire un problema del genere, e vi assicuro nella più totale solitudine e mancanza di adeguate strutture. Quando il ragazzo autistico cresce fino  alla stessa età di Adam Lanza, non ha scuole da frequentare, non ha parti di città in cui è possibile per lui passeggiare senza rischio, non ha soprattutto conflitti con sua madre, anzi la madre nella maggior parte dei casi è l’ unica persona che ancora si occupa di lui, almeno finche avrà fiato di farlo. Poche settimane fa , in questo stesso blog, feci mia la protesta di altri genitori di autistici che erano rimasti molto perplessi leggendo i titoli di molti giornali che definivano “autistica” la giovane che tutti conoscono come Ruby Rubacuori. Quel mio pezzo fu il fortunato pretesto per cui la psicologa che aveva effettuato la perizia sulla ragazza potesse rettificare e spiegare come una semplificazione giornalistica avesse creato l’ equivoco.  
Non vorrei che tanti genitori come me da oggi, oltre il peso dell’ indifferenza delle istituzioni, dell’ emarginazione in strutture scolastiche non adeguate e della poca preparazione della nostra classe medica a fronte di un problema in crescita (nasce un autistico ogni cento bambini), dovesse pure sobbarcarsi il sospetto che il proprio ragazzo possa tirar fuori un’ arma e fare una strage. Leggo con sollievo su Corriere della Sera che almeno uno psichiatra autorevole come il professor Vittorino Andreoli dice “Probabilmente il killer non era affatto matto (e fino a oggi non sono stati riferiti segni di patologia mentale)” . Non mi permetto di suggerire a nessuno conclusioni e letture profonde di un episodio di cronaca già così trabordante di lancinante, quanto surreale, crudeltà. A me però, che con tanti autistici autentici ho rapporti costanti, verrebbe piuttosto da chiedermi come mai una brava madre avesse bisogno di tenere in casa due pistole e un fucile d’ assalto?   

*AGGIORNAMENTO delle 16.21  


In risposta alle recenti notizie di stampa che l’autore delle sparatoria a Newton, Connecticut potrebbe essere stato diagnosticato nello spettro autistico o con disabilità psichiatrica, Autistic Self Advocacy Network (ASAN) ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione:  

“I nostri cuori vanno alle vittime del massacro di oggi presso la scuola elementare di Sandy Hook a Newton, nel Connecticut e le loro famiglie. Recenti notizie di stampa hanno suggerito che all’autore di questa violenza, Adam Lanza, sia stata diagnosticata la sindrome di Asperger, una diagnosi nello spettro autistico, o un disturbo psichiatrico. In ogni caso, è indispensabile che, mentre piangiamo le vittime di questa tragedia orribile che i commentatori e i media evitino di tracciare collegamenti inadeguati e infondati – tra autismo o altre disabilità – e violenza. Gli americani autistici e soggetti con altre disabilità non sono più inclini a commettere atti violenti rispetto ai non disabili. In realtà, le persone con disabilità di ogni tipo, tra cui l’autismo, hanno di gran lunga maggiori probabilità di essere delle vittime di crimini piuttosto che essere colpevoli di violenze. Se lo sparatore di oggi risultasse di essere stato diagnosticato nello spettro autistico o con un altro disabilità, ricordatevi che milioni di americani con disabilità hanno le stesse probabilita’ di atti criminali quanto la popolazione non disabile.  
La violenza di oggi è stata l’atto di un individuo. Esortiamo i leader dei media, del governo e della comunità di parlare contro ogni tentativo di collegare falsamente l’autistico o la comunità dei disabili con il crimine violento. Gli americani autistici e altri gruppi di persone con disabilità persistono nell’affrontare discriminazione e segregazione a scuola, sul posto di lavoro e nella comunità in generale. In questo terribile momento, la nostra società non dovrebbe stigmatizzare ulteriormente la nostra comunità. Come la nostra grande nazione ha fatto tante volte in passato, uniamoci per piangere sia quelli uccisi da atti di omicidio efferato sia per difendere quelli che in tutte le parti del nostro paese sono affetti dal flagello della stigmatizzazione e del pregiudizio. “  


Domande dei media riguardo a questa risposta possono essere indirizzate a ASAN a info@autisticadvocacy.org.  

ASAN Statement on Media Reports Regarding Newton, CT Shooting Autistic Self Advocacy Network  
ASAN Statement on Media Reports Regarding Newton, CT Shooting  
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* AGGIORNAMENTO  delle 18.46  

Franco Bomprezzi: giornalista "a rotelle" e decano dell' informazione sulla disabilità nel suo blog "Invisibili" riprende il tema nel post "L'arma letale dello stigma": " Ma non mi risulta – lo dico da cronista con trent’anni di lavoro alle spalle – che ci sia mai stato un collegamento diretto fra la sindrome autistica ed episodi di violenza sistematica e preordinata come la strage del Connecticut. In ogni caso dubito che in Italia un ragazzo autistico abbia la possibilità di utilizzare in casa un arsenale di armi degno di un serial killer."  

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*AGGIORNAMENTO delle 21.19  


Comunicato stampa di A.N.G.S.A. Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici  


Adam Lanza ha assassinato quasi trenta persone, quasi tutti bambini, senza apparente motivo, in una scuola di Newtown, non lontana da N.Y. 
Che si tratti di follia è fuori dubbio, ma non si può etichettare come autistico questo giovane, dato che l’ufficiale di polizia competente per il caso “ha ritenuto che non fosse chiaro quale tipo di disturbo psichico avesse Adam”. E’ vero che in USA si è molto allargata la tipologia della disabilità mentale definita autistica, estendendola anche a casi che in Italia non sarebbero mai stati classificati in questo modo, ma pure non si può riconoscere in questa fattispecie neppure la forma meno grave di autismo, la sindrome di Asperger. 
Questo giovane guidava la macchina, aveva fatto il liceo in classi normali, ottenendo pure alti voti ed apparteneva ad un club di alta tecnologia informatica col quale organizzava party.  
I compagni avevano notato le sue stranezze, timido, taciturno e con accessi di rabbia che, secondo una teste, curava con psicofarmaci. Non risulta che fosse stato sottoposto a nessuno di quei programmi per autistici che vengono normalmente attuati in USA. 
Stupisce che la madre avesse portato Adam a fare battute di caccia, insegnandogli a sparare, e che non avesse tenuto sotto chiave tutte le armi che collezionava, fra le quali armi a ripetizione. Questa grave imprudenza è costata la sua vita e quella di tanti altri innocenti. 
Teniamo a precisare che le persone definite con autismo in Italia sono completamente diversi da Adam e non sarebbero in grado, neppure volendo, di attuare una simile strage. 
Chiediamo alla stampa di fare maggiore attenzione, anche e sopra tutto nei titoli, alla realtà dei fatti ed al parere degli esperti, per evitare che si diffonda lo stigma a carico di persone come quelle con autismo o con sindromi di Asperger, che già sono gravate da enormi problemi relazionali.  
Le persone con spettro autistico non vogliono il male degli altri e non sarebbero capaci di organizzare un piano di strage così tremendo come quello di Newtown. 

Prof.Liana Baroni  
Presidente di A.N.G.S.A onlus (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) 

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Sul mio profilo facebook ho commentato il tweet di Gianluca Nicoletti sull'argomento. Ho provato a farlo anche tramite tweet ma non so se ci sono riuscita. Confesso che sono un'imbranata sia con facebook che con tweet... però ci provo. 
Gianluca ha ragione a sentirsi ferito dall'ignoranza e dalla superficialità dei suoi colleghi. Ma dovrebbe essergli nota... Cito sempre Piero Ottone che, in un articolo sul "Venerdì" di "La Repubblica", scrisse che ammetteva che la sua categoria soffriva dell'ignoranza di non poter sapere tutto e di dover velocemente "stare sulla notizia"... In effetti non si può pretendere che i giornalisti conoscano tutto lo scibile umano!
Comunque comprendo il suo dolore. Basta rettificare ed illuminare gli ignoranti.
Di certo l'assassino di quei poveri bimbi.. era folle. Probabilmente paranoico o chissà quale fosse la precisa diagnosi della sua malattia mentale, o forse era  solo un caratteriale, chiuso, introverso, frustrato da problematiche familiari, compresso al massimo, poi esploso dopo aver ucciso per prima la madre, sparandole in faccia proprio con una di quelle armi che lei, così hanno scritto alcuni giornali, gli aveva messo in mano fin da piccolo.
Ecco, questo è sicuramente il prodromo malato di quello che poi lui è diventato.
Una donna che andava al poligono di tiro portandosi i suoi due figli maschi. La risposta poi, come sempre, è individuale. Un figlio si è salvato, l'altro no.