martedì 6 marzo 2012

Elegia di Lerici - un altro pezzo di Poesia

Continuo la pubblicazione della lunga e bella Poesia del Grande Poeta e Scrittore François Cheng con la relativa traduzione per chi non conosce la lingua francese.

La poesia è stata pubblicata sulla rivista letteraria "Po&Sie", n. 134 Editore Belin. 


François  Cheng

"Élégie de Lerici"

à Shelley
Ètrange promesse de cette terre anonyme!
Toi, esprit libre, errant de lieu en lieu,
Tu atteris un jour sur ce point du globe,
Les hauteurs d'un mont des Apennins.
S'étale sous tes yeux, jusqu'à l'horizon extrême,
Le tant rêvé tombeau-berceau méditerranéen.
Le contemplant de toute ton âme en éveil,
Tu y devines les dieux endormis, et tu t'exaltes:
"Béni soit l'heure présente, le sol d'ici;
Béni soit notre corps par où passe le ressenti.
Espace d'un éclair - mais en lequel coin perdu
Au sein de l'immensité sidérante sidérale? -
Èclair de ce minuscule cœur qui bat, là,
En cette après-midi qui fait que cela soit.
Cela est! Cette improbable et indéniable Vie,
Une fois pour toutes - donc pour toujours -
Offerte. En ce lieu originel, la lumière
Renouvelle son avènement. De l'ombre sépia
Èmanent jaune or et bleu saphir. Montent
Alors de l'humus les senteurs de lichens
Et d'herbes, adoucissant les chauds rochers
Aux laves mal éteintes. Se déploient alors
Les latents désirs en bourdonnement, vrombissement.
Tous les vivants que le hasard réunit - chacun unique,
Présence advenante - se révèlent nécessaires
À  la beauté de cet instant. Ô noces mémorables
Des racines tortueuses et de la cascade continue!
- Qui est là, invisible, prêtant l'oreille, s'offrant 
La vue, au rendez-vous de l'incarné? - Ici, ici,
Le parfum floral aux rayons d'abeilles que foulent
Le bonds d'une biche; la brise marine aux ailes
D'elfes que les sapins portent aux nues..."



Per chi non conosce il francese tento qui una traduzione per la comprensione del testo:

Elegia di Lerici
a Shelley



Strana promessa di questa terra anonima!
Tu, spirito libero, errante di luogo in luogo,
Tu approdasti un giorno su questo punto del globo,
Le altezze di un monte degli Appennini.
Si staglia sotto i tuoi occhi, fino all'orizzonte estremo,
La tanto sognata culla-tomba mediterranea.
La contemplazione di tutta la tua anima in risveglio,
Tu vi indovini gli dei addormentati, e ti esalti:
"Benedetta sia l'ora presente, questo suolo;
Benedetto sia il nostro corpo da dove passa il sentire.
Spazio d'un baleno - ma in quale punto sperduto
In seno all'immensità stupefacente siderale? -
Baleno di questo minuscolo cuore che batte, là,
In questo pomeriggio di un solstizio d'estate...
Benedetto sia il miracolo che consente che ciò sia.
Questo è! Questa improbabile e innegabile Vita,
Una volta per tutte - dunque per sempre -
Offerta.In questo luogo originale, la luce 
Rinnova il suo avvento. Dall'ombra seppia
Emanano giallo oro e blu zaffiro. Salgono
Allora dal terriccio i sentori di licheni 
E di erbe, addolcendo le calde scogliere
Dalle lave mal spente. Si dispiegano allora
I latenti desideri nel ronzio,rombo.
Tutti i viventi che il caso riunisce - ciascuno unico,
Presenza accadente - si rivelano necessari
Alla bellezza di questo istante.O nozze memorabili
Delle radici tortuose e della bruma incombente,
Dei rigogoli intermittenti e della cascata continua!
- Chi è là, invisibile, prestando l'orecchio, offrendosi
alla vista, all'appuntamento dell'incarnato? Qui, qui,
Il profumo floreale di favi d'api che premono 
I salti di una cerva; la brezza marina dalle ali
di elfi che gli abeti portano alle nuvole..."