domenica 22 gennaio 2012

Politica locale: IdV divisa e non solo qui.

da: Il Mamilio - Giornale locale dei Castelli Romani


20/1/2012 - GROTTAFERRATA
Il reintegrato assessore: "La politica non può superare la legge". Il problema resta tutto interno alla coalizione di centrosinistra: ed è una brutta grana
Il Tar riconsegna a Mevi l'Urbanistica
Il Tribunale amministrativo regionale accoglie il ricorso contro il ritiro delle delega dello scorso settembre
a cura della redazione politica
GROTTAFERRATA (20/01/12 – ore 10,55) – Terremoto a palazzo Consoli. Con sentenza breve numero 00642/2012 la sezione Seconda ter del Tribunale amministrativo del Lazio ha accolto il ricorso presentato dal Filippo Mevi (Idv), ex assessore all’Urbanistica di Grottaferrata contro il ritiro delle deleghe formalizzate lo scorso 8 settembre 2012.
Lo stesso Mevi, dunque, formalmente deve essere riammesso nella Giunta guidata dal sindaco Gabriele Mori In questi mesi, come noto, la delega all'Urbanistica (forse anche in attesa della sentenza del Tar) non era stata ancora riassegnata e tutto lasciava comunque credere che le intenzioni del sindaco fossero quelle di concederla all'"altra Italia dei Valori", quella che fa riferimento a Mauro Tomboletti.

Il Tar motiva la sentenza in questo modo. “Considerato che il ricorso si rivela fondato in quanto, sebbene la motivazione del provvedimento sindacale di revoca dell'incarico di assessore può legittimamente basarsi su ampie valutazioni di opportunità politico amministrative, rimesse in via esclusiva al sindaco (cfr Cons. St., sez. V, 27 aprile 2010 , n. 2357), nel caso di specie, tale valutazionenon corrisponde a particolari esigenze di maggiore operosità e di efficienza di specifici settori dell'Amministrazione locale nel senso che non risulta che la partecipazione alla Giunta del ricorrente abbia determinato o rischi di determinare inefficienze tali da giustificare l’immediata revoca;
- che l’unica motivazione della revoca riguarda, invero, una sola dichiarazione alla stampa resa dal ricorrente nell’esercizio della propria libertà di espressione che non risulta avere un diretto impatto sulla gestione del settore di responsabilità a questi assegnato nell’ambito della Giunta;
- che anche i “mutati equilibri politici” non risultano chiariti nel provvedimento impugnato in modo tale da giustificare la revoca dell’incarico di assessore;
- che il ricorso va, quindi, accolto con conseguente annullamento dell’atto impugnato;
- che le spese seguono la soccombenza nella misura indicata in dispositivo.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Seconda Ter), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l’effetto, annulla il provvedimento impugnato.
Condanna il Comune resistente al pagamento in favore del ricorrente delle spese di giudizio che si liquidano in euro 500,00 oltre IVA".

Secco il commento dello stesso Mevi, che da mesi sta lottando contro il provvedimento di Mori. “Voglio solo lavorare per il bene comune della cittadinanza, questo è il mio unico scopo. La politica non può superare la legge e questo adesso è dimostrato”.
La palla torna nelle mani del sindaco e del Comune: se sul piano amministrativo la strada è quella di un ricorso al Consiglio di Statoper impugnare la sentenza breve del Tar, appare evidente che il problema sia al momento più politico. Una brutta tegola per il primo cittadino che arriva proprio quando Mori aveva ormai rasserenato tutti gli equilibri di maggioranza e quando, soprattutto, il centrosinistra si avviava nel percorso di approvazione del nuovo Piano regolatore.