domenica 12 agosto 2012

Wind Jet: cittadino soffri, paga e ripaga...

Da: Il Sussidiario.net
WINDJET/ Alitalia e il fallimento di un sistema-Paese

domenica 12 agosto 2012

L’Enac ha attivato un’unità di crisi con Alitalia e altre compagnie aeree per affrontare la situazione che si è creata con il tracollo di WindJet. Il cambio in corsa della società presieduta da Roberto Colaninno, che all’ultimo ha rinunciato all’acquisizione della low cost, rischia di lasciare a terra 300mila passeggeri che proprio la settimana di Ferragosto si stanno dirigendo a trascorrere le vacanze in Sicilia. Il sussidiario.net ha intervistato Ugo Arrigo, professore di Finanza pubblica all’Università Bicocca ed esperto di trasporti aerei.


Professor Arrigo, la situazione sembra ormai giunta a un punto di non ritorno …

L’Enac, l’ente che deve regolare il settore, rischia di ritrovarsi con migliaia di passeggeri che hanno acquistato il biglietto ma sono privi di un volo. In questa vicenda il sistema Paese fa una figura davvero pessima, perché siamo nel punto di massima stagionalità di una stagione turistica che non sta andando per nulla bene, e arriviamo a Ferragosto con la seconda compagnia aerea italiana che chiude. L’effetto sul turismo internazionale è veramente da Paese disorganizzato, cioè che non è in grado di fare funzionare i suoi asset. E’ una tipica storia italiana in cui nessuno degli attori fa la sua parte e risulta all’altezza del copione, e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Qual è il vero motivo di questo tracollo?

Dopo lunghe trattative, Alitalia ha comunicato che non intende più portare avanti l’acquisizione di WindJet. Ufficialmente ha imputato la sua decisione a inadempienze e a informazioni parziali, scaricando la responsabilità sulla stessa low cost. In pochi hanno notato che in realtà Alitalia ha cambiato idea dopo che l’antitrust ha messo una serie di paletti. L’obiettivo dell’ex compagnia di bandiera era comprarsi il monopolio sulle rotte da Catania e dalla Sicilia, e quando è stata messa di fronte al fatto che ciò non era possibile perché avrebbe dovuto cedere slot ha ripensato la sua scelta e si è resa conto che l’acquisizione non le conveniva più di tanto. Il dato di fatto è che inizialmente Alitalia sembrava molto motivata a prendere WindJet, e ultimamente ha invece cambiato opinione.
I vertici di Alitalia si aspettavano che l’antitrust prendesse una decisione differente?
La posizione dell’antitrust, che ha imposto il rilascio di slot sulle rotte principali servite da WindJet, era ampiamente prevedibile. Non sarebbe stato possibile ricorrere a norme approvate appositamente, come quando c’è stata l’acquisizione di Alitalia da parte di AirOne. In quest’ultimo caso l’antitrust non intervenne, a differenza di quando Alitalia acquisì Volare. Anche quest’ultima una low cost che era andata in crisi, e che era stata acquistata da Alitalia soprattutto con l’obiettivo di comprare degli spazi. In quel caso l’antitrust impose il rilascio di slot, e quindi era prevedibile che con Wind Jet avrebbe fatto altrettanto.

Da che cosa nasce il dissesto finanziario di WindJet?


Da un lato dal rincaro del prezzo del petrolio con immediati effetti su quello del carburante, che ovviamente per le compagnie aeree rappresenta una grossa fetta dei costi operativi. Dall’altra dipende dal fatto che ultimamente ci troviamo in una fase di recessione economica, e negli ultimi mesi c’è stato un calo nella domanda di passeggeri sulle rotte italiane. Wind Jet si è ritrovata quindi nell’ultimo anno con aerei più vuoti e con costi di produzione più elevati. Questo ha provocato lo squilibrio economico che ora sta scontando.

Eppure Wind Jet serve il mercato siciliano che è di per sé promettente …

Per un’azienda di dimensioni relativamente piccole come WindJet, il quadro economico è molto facilmente deteriorabile, e quindi basta poco per provocare un tracollo. Si aggiunga il fatto che è aumentata la concorrenza delle low cost internazionali, come Easy Jet e Ryanair, e il quadro del dissesto è completo.

A questo punto che cosa si può fare?

L’accordo con Alitalia era praticamente già chiuso, e il tempo perso in cui si è data per scontata l’acquisizione di Wind Jet ha reso più difficile avviare trattative con altre compagnie. I tempi per trovare una via d’uscita ormai si sono molto ristretti. Il rischio è che WindJet debba interrompere i voli perché non ha più i soldi per fare decollare gli aerei, e questo rende l’acquisizione da parte di altri soggetti ancora più improbabile.

(Pietro Vernizzi)
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Da: La Repubblica.it
Codacons. Durissimo il Codacons contro il supplemento chiesto ai passeggeri Wind Jet per la riprotezione sui voli di altre compagnie aeree. "Si tratta di un balzello assolutamente ingiusto, che viene richiesto a viaggiatori che si trovano in una situazione di necessità e che quindi hanno scarse o nulle possibilità di scelta - afferma il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - vista la situazione di emergenza, il dirottamento su altri voli deve avvenire in modo totalmente gratuito per i passeggeri, e le compagnie potranno poi rivalersi su Wind Jet per i costi sostenuti". Il supplemento è stato quantificato dall'associazione in 80-120 euro. Il Codacons sta inoltre studiando la possibilità di una class action da parte dei viaggiatori che in questi giorni hanno subito la cancellazione del volo o pesanti ritardi e infinite attese presso gli aeroporti. "Tutti coloro che hanno subito disagi potranno agire attraverso il Codacons per chiedere i danni non solo alla compagnia aerea, ma anche all'Enac, che non ha saputo prevenire i gravi disservizi e tutelare adeguatamente gli utenti - spiega Rienzi - e se la situazione non tornerà alla normalità, i 300mila possessori di biglietti Wind Jet potranno aderire alla mega class action del Codacons per ottenere il rimborso di quanto pagato e il risarcimento dei danni subiti".

Siamo alle solite: si pensi ai disagi dei viaggiatori, molti con bambini, anche neonati... E debbono ripagare quello che hanno già acquistato...
Perché Wind Jet non ha rimborsato i biglietti o non ne ha garantito il rimborso visto che non poteva dare il servizio? Perché oltre al disagio conseguente al disservizio la gente deve ancora sborsare altri soldi? Anche chiedendo i danni l'incognita di avere giustizia è altissima in questo Paese. Intanto paga due volte... poi si vedrà!
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L'Italia non è nuova a truffe e disagi imposti ai turisti:
Si pensi ad esempio alle attività turistiche di Tanzi, uno dei talloni d'Achille del gruppo. Nel corso degli anni '90 la girandola delle acquisizioni realizzate nel segmento turistico sembra infinita: Club Vacanze, Cit (poi ceduta), poi - dopo la nascita di Parmatour - Comitour, Gruppo Ausiliare, Going, Lastminutetour...
Tanzi, si proprio lui, quello della Parmalat, ha fatto piangere anche turisti che si erano affidati ad esempio alla Comitour che, pare, gestisse la figlia...
Una delle tante storie: anno 2000, una futura sposa, ignara di vivere in un mondo di truffe, si reca presso un'agenzia di viaggi e, sotto la guida attenta del gestore, prenota il suo viaggio di nozze in Grecia: varie tappe, vari luoghi, con alberghi e spostamenti prenotati e pagati preventivamente.
Il sogno dei due sposi dura solo fino ad Atene dove l'albergo è di alto livello, con piscina sulla terrazza... All'arrivo alla prima isola si trovano davanti ad una stamberga con doccia costituita da un tubo di gomma. Da quell'isola debbono poi andare a Creta, dove non arriveranno mai! Iniziano telefonate disperate all'agenzia di viaggi che dichiara che l'organizzatore è Comitour. Bloccati sull'isoletta nella stamberga non ottengono nulla dalla corrispondente agenzia di viaggi del luogo. Telefonano ai parenti in Italia i quali sporgono denuncia ai Carabinieri che si recano presso l'Agenzia di Viaggi la quale scarica tutto sul marchio Comitour che, raggiunto dai parenti degli sfortunati sposi telefonicamente, promette un rimborso tramite un Buono Vacanze da spendere presso di loro naturalmente! A nulla serve che la madre dello sposo interessi anche le sedi diplomatiche: parlerà personalmente con il Console delle Cicladi Meridionali il quale parlerà con la nostra Ambasciata ad Atene e, soprattutto, a lungo con la madre dello sposo che apprenderà che la Comitour non paga i corrispondenti Agenti di Viaggio in loco che, anche loro protetti pare dalle autorità locali, truffano i turisti dando un incredibile "servizio" ben diverso da quello prenotato e pagato in Italia.
Fine della triste storia: un viaggio di nozze rovinato, soldi buttati, un aereo per ritornare in Italia da Atene pagato salatissimo!
Gli sposi scelgono di non fare causa, anche se il Console delle Cicladi Meridionali si dice disposto a testimoniare...
Forse hanno fatto bene, forse avrebbero solo speso inutilmente altri soldi per avvocati e registrazioni delle cause presso i Tribunali... Basta leggere su Wikipedia cosa era la matassa Tanzi e con quanti e quali fili era aggomitolata... Se leggete forse decidete che non vale la pena di spendere tempo e carburante (caro!) per andare a votare: ci sono dentro tutti e nessuno è innocente.
Cosa volete che gliene importi di una piccola storia di sposi che volevano vivere il loro sogno... Leggete, leggete, che grandi manovre di soldi ci sono SEMPRE dietro ai disservizi che poi ricadono sulle spalle di quelli che PAGANO, SOLTANTO e SEMPRE.