giovedì 15 marzo 2012

Beato chi ha fame e sete di giustizia??!!

Dei morti non importa mai nulla a nessuno, di chi ha la vita rovinata per la loro perdita violenta ed ingiusta nemmeno.
Gli assassini ridono da dietro le sbarre, si sentono sempre dalla parte della ragione.... Hanno amici e protettori.... Infine sono liberi. Hanno soldi per vivere che onesti lavoratori non hanno..... Scrivono libri che qualcuno compera: evidentemente il Male è più interessante del Bene ed ha più seguaci fra gli uomini.
 

Rita Coltellese - dal post "Giustizia, sempre difficile per le vittime" del 9 giugno 2011

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Da: Il Corriere della Sera

Il caso Carlotto: dopo 17 anni di disavventure giudiziarie ha ottenuto il beneficio dal presidente della Repubblica

Nota di Rita Coltellese (più avanti, per brevità, R.C.): Ai sensi dell'art. 174 del Codice Penale
La grazia può intervenire esclusivamente su una pena che sia stata comminata con sentenza divenuta irrevocabile
In base all'art. 681 del Codice di Procedura Penale
Ldomanda di grazia può essere sottoscritta, oltre che dal condannato, da un suo prossimo congiunto, dal convivente, dal tutore o curatore ovvero da un avvocato;

"Massimo, sono papa' , sei stato graziato "era accusato di avere ammazzato una studentessa ma si e' sempre dichiarato innocente. "Sono felice, e' stata una sorpresa, la mia battaglia continua: non sono un assassino " . I genitori di Carlotto: " Lui non voleva, siamo stati noi "  e ora l' aspettano per festeggiare. 

La madre di Margherita: " E' come se la mia ragazza fosse stata uccisa due volte "

DAL NOSTRO INVIATO - QUARTU SANT' ELENA (Cagliari) .
Pochi attimi dopo mezzogiorno squilla il telefono. Massimo Carlotto riposa in casa di Colomba, un' amica del comitato che si e' dato molto da fare per raccogliere firme e solidarieta' , 14 mila che hanno sottoscritto: non puo' essere stato lui ad uccidere Margherita Magello, ad infierire con 59 coltellate, gennaio 1976.

Nota di R.C.: come può un comitato di amici liberamente costituitosi stabilire che  non può essere stato lui ad uccidere Margherita Magello? Quando, si legge sul Corriere, Il presidente Scalfaro, in visita a Padova per commemorare l' onorevole dc Giuseppe Bettiol, aveva ricevuto dai giovani l' appello per firmare l' atto di clemenza a Carlotto. Alla sala della Gran Guardia, il presidente era stato molto cauto: il giorno prima la Cassazione aveva giudicato legittima e inappellabile la condanna a 18 anni di carcere.

Carlotto aveva potuto usufruire di: 11 processi (81 giudici), 3 sentenze della Cassazione, cinquanta perizie mediche... Tutta questa gente ha visto e rivisto i fascicoli delle prove e dopo aver usufruito di tanta Giustizia: l' ultimo atto: condanna, definitiva e irrevocabile, a 18 anni. 
Ha cercato anche di sottrarsi alla Giustizia con la fuga in Messico, che l'assassino condannato e graziato definisce un espatrio, precisa: "Sono partito mostrando alla frontiera i miei documenti". Se alla frontiera qualcuno ha sbagliato nel fare il proprio lavoro o il nominativo di Carlotto, fra un processo e l'altro, non gli era stato doverosamente comunicato questo, secondo quel che dice  l'assassino condannato e graziato, vuol dire che è  un "espatrio"?

Sempre dal Corriere: Ma entrare in una cella per lui era davvero morire. "Dismetabolismo organico in soggetto con arteriosclerosi precoce" e' scritto nella diagnosi in base alla quale la magistratura veneziana ha concesso la sospensione della pena, e a margine, una nota: esposto a rischio di ictus e infarto. "Se va in prigione . aveva semplificato il perito del tribunale . muore due giorni dopo".

Nota di R.C.:  Invece agli altri detenuti il carcere piace e stanno tutti in ottima salute!!!!!! 

 In meno di tre mesi la domanda di grazia ha viaggiato fra uffici e pareri, un iter che a volte richiede anni, e ha avuto il si' del ministro della giustizia Conso, che conosceva il caso come presidente della Corte costituzionale e si era sbilanciato a favore. Il capo dello Stato ha firmato il decreto martedi' . Ma gia' da tempo sapeva. E nella sua recente visita a Padova Oscar Luigi Scalfaro era stato sollecitato a piu' voci: "E una gravissima ingiustizia. Presidente, faccia qualcosa". L' avvocato Paolo Berti dice: "Certo, e' raro che la grazia sia concessa cosi' a ridosso della conclusione giudiziaria. Se non avessi il provvedimento in mano (mi e' arrivato per fax) avrei difficolta' a crederci."  I familiari: "Noi lo abbiamo saputo dall' avvocato Pisapia, ci ha telefonato da Roma: non si e' dilungato molto nella spiegazione dei motivi per cui Scalfaro ha concesso la grazia"... Inappellabile la condanna a 18 anni di carcere. Tutto sembrava perduto. 

LA MADRE DI MARGHERITA , la vittima - PADOVA . "Il Presidente Scalfaro a Carlotto? Non ci posso credere, non me l' aspettavo. E' un colpo mortale, nessuno mi ha interpellata. Ma io non cambio idea, mia figlia l' ha uccisa lui".  Giuseppina Magello, la mamma di Margherita: e' una signora elegante, quasi settantenne, dai capelli bianchi, che non ha mai perso un' udienza nell' interminabile maratona giudiziaria durata 17 anni.  Lei, Massimo Carlotto non l' ha mai perdonato. E, tra le poche parole di umana comprensione che riesce a dire, lancia accuse rabbiose: "Succedono cose sempre piu' strane in questa Italia. Carlotto ha fatto il diavolo a quattro. Ha rovesciato ogni verdetto con una forza unica. Sulla sua strada ha trovato persino il giudice Carnevale, che ha ordinato la revisione del processo". "Carlotto e' stato abilissimo, con pochi anni di carcere ha evitato una condanna sacrosanta che i processi hanno reso definitiva fino all' ultimo grado: se non ci fossero stati i massmedia a montare una campagna di stampa unica, la grazia non sarebbe mai stata accordata". Non ammette l' errore giudiziario, la signora Giuseppina Magello che scaccia come un incubo l' idea che ad uccidere Margherita con 60 pugnalate sia stato un altro uomo su cui la polizia non ha mai indagato: "Ma scherziamo? Ho sofferto atrocemente nelle aule del tribunale quando ho sentito la ricostruzione del delitto. Mia figlia l' ha uccisa lui, era gia' un maniaco. Una perizia l' ha stabilito. Era obeso anche quando aveva 18 anni, adesso hanno trovato la storia del dismetabolismo, una malattia che sarebbe venuta in ogni caso, anche senza il carcere. E tutto cosi' assurdo. Posso accettare una sola attenuante. Carlotto, malato gia' allora, non si e' reso conto di quello che ha fatto, le sue deposizioni sono costellate di bugie bianche... Ha confuso la verita' con la fantasia, ma di lui non me ne importa nulla. Capisco la gioia dei suoi genitori. Loro tornano a vivere. Io sono distrutta, e' come se Margherita fosse stata uccisa due volte con l' assassino ancora libero". 
Pinna Alberto, Salmaso Albino

(8 aprile 1993) - Corriere della Sera


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Un detto popolare dice: "Peggio per chi ci capita!"  A commento di quello che debbono subire le vittime di violenze e abusi e non hanno quasi mai Giustizia. Agli assassini va quasi sempre meglio. Penso al caso Battisti, anche lui è fuggito all'estero come Carlotto, anche lui ha tanti amici che raccolgono firme, anche lui scrive libri...