giovedì 18 aprile 2013

Chiara Poggi: riaperta speranza di Giustizia.

Da: La Repubblica.it

Assoluzione annullata, processo da rifare. Alberto Stasi, unico imputato per il delitto di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007, dovrà tornare nelle aule giudiziarie: quelle della Corte d'assise d'appello di Milano. Lo ha deciso la Cassazione, che ha accolto i ricorsi della Procura generale e delle parti civili. Fra i giudici, quindi, hanno fatto breccia le argomentazioni del sostituto procuratore generale Roberto Aniello, che in udienza aveva ricostruito i passaggi chiave del caso, per arrivare a dire che Stasi era l'unico, tra quanti conoscevano bene Chiara e la sua casa, ad avere un movente. E pur senza mai usare la parola "colpevole", ha però concentrato su di lui i riflettori.

Il provvedimento della Cassazione incrina l'impianto delle due sentenze di primo e secondo grado, che il 17 dicembre 2009 e il 6 dicembre 2011 avevano assolto l'ex bocconiano fidanzato della vittima per prove insufficienti. "Sono dispiaciuto, non si capisce il motivo", dichiara lui a Fabio Giarda, uno dei suoi avvocati, che fuori dall'aula della Suprema corte lo chiama al telefono subito dopo che il presidente della prima sezione penale Paolo Bardovagni, ha letto il verdetto. Stasi non era in aula. "Non ce l'aspettavamo - ha ammesso Giarda - Ora attendiamo le motivazioni per vedere se la Cassazione ha accolto i motivi di ricorso o ha solo accettato le richieste di rinnovazione. Continuiamo a credere - ha aggiunto - che Alberto sia innocente. C'è sempre stata l'associazione: 'avere giustizia' uguale 'condanna di Alberto'. Anche noi vogliamo giustizia e siamo d'accordo in questo con la famiglia di Chiara, ma questo non può passare dalla condanna di Alberto se non ci sono prove".
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Da: Quotidiano Net

Scheda sul giallo di Garlasco: tutti gli 'errori' dell'inchiesta

Vigevano (Pavia), 17 dicembre 2009 - Il cadavere da riesumare perchè a nessuno, carabinieri e pm, era venuto in mente di prendere le impronte digitali della povera Chiara. La centralina dell’antifurto sequestrata quando ormai era troppo tardi perchè i dati interessanti erano scomparsi. Il telefono cellulare di Alberto Stasi, l’unico indagato, mai sequestrato.

Impronte degli inquirenti sulla scena del delitto, persino - si dice - lo scivolone di un carabiniere sul sangue della vittima.

E ancora, un gatto lasciato scorazzare
tra le stanze di villa Poggi e il tacco del pm Rosa Muscio stampato sul pavimento. Una bicicletta nera ignorata nonostante un testimone ne abbia parlato poche ore prima coi giornalisti, poi coi carabinieri per ribadirlo ancora in aula durante il processo.

Errori, dimenticanze, «lacune», sintetizza il giudice dell’udienza preliminare Stefano Vitelli. Ma l’errore più grossolano, quello che pesa di più sulla credibilità delle indagini, è dei carabinieri che, curiosando nel computer portatile del ‘biondino', involontariamente cancellarono le tracce di salvataggi che oggi, ritrovate, risultano essenziali per confermare l’alibi di Alberto.
 Riavvolgiamo allora il nastro di due anni di indagini. Nessuno sa spiegarsi come sia potuto accadere che, dopo i funerali di Chiara, le impronte della ragazza mancavano all’appello. Si racconta, ed è arrivata solo qualche conferma ufficiosa, che per rimediare, esperti medico-legali, accompagnati dai carabinieri, abbiano riesumato nottetempo la salma e riparato alla «dimenticanza» in tutta fretta. Con molta meno solerzia si andò invece nell’ officina del padre di Alberto Stasi a sequestrare l’impianto d’allarme.

Non era difficile immaginare che Alberto potesse essere andato lì a nascondere l’arma e gli abiti sporchi di sangue, a ripulire la bicicletta. Ma l’accertamento è stato fatto solo a ottobre, quando era inutile perchè la centralina teneva in memoria solo i dati dei trenta giorni precedenti.
 Nemmeno è stato fatto nessun controllo scientifico a casa di Alberto. Sì, sono stati portati via oggetti, indumenti, scarpe, computer. Ma nessuno ha mai effettuato ricerche minuziose nelle stanze, nel giardino.

Eppure Alberto è sempre stato il solo indagato. Poi c’è la questione della famosa «bicicletta nera» indicata da una testimone la mattina dell’omicidio alle 9.10 davanti alla villetta di Chiara. Nelle loro deposizioni sia Alberto sia i suoi genitori dicono che a casa Stasi ci sono tre biciclette, una delle quali nera. Ma la procura non le sequestra. Porta via solo la ‘Umberto Dei bordeaux’ sul cui pedale sarebbe stato rilevato il dna di Chiara.
 Infine le impronte rilevate dalla scientifica a casa Poggi. Molte di Alberto Stasi, com’era ovvio aspettarsi, dieci del fratello di Chiara, due del padre, tre di un falegname che aveva lavorato nella villetta pochi giorni prima dell’omicidio. E poi solo tracce di «estranei». Quattro del capitano Gennaro Cassese, che guida la compagnia di Vigevano, una è del colonnello Giancarlo Sangiuliano, comandante provinciale di Pavia. Sono gli stessi Ris in una delle prime relazioni a scrivere che il divano del salotto è stato spostato con pochi riguardi per la scena del crimine e parlano di «tracce di suola a carro armato» riconducibili alle «calzature militari».
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Da questo blog: post del 5 aprile 2013

Manca un giusto coordinamento di intelligenza nelle indagini, manca un rigore nella loro esecuzione che, invece di acquisire le prove, le distrugge, come dimostra quanto sopra riportato ed evidenziato.

Non c'è molto da aggiungere a quanto sopra riportato se non che ora la Cassazione ha azzerato quanto fatto e dato una speranza di Giustizia ai genitori di Chiara ed alla sua memoria.

Non è che NON si riesca a fare chiarezza, è che un agire sconcertante da parte di chi dovrebbe saper fare le indagini, unito a tecnicismi giudiziari che si appigliano proprio a codeste lacune ed errori, porta a favorire gli assassini. E questo è un fatto gravissimo, una sciatteria inaccettabile da parte degli inquirenti ai quali viene da dire: andate a fare un altro mestiere!
Ora sarà più difficile controllare la bicicletta da donna nera che la famiglia del fidanzato possedeva ma che, assurdamente, non fu esaminata e sequestrata immediatamente!
Sarà difficile spiegare che sul sangue si scivolava  ancora quando sono entrati tutti, ma Stasi non ne aveva nemmeno la minima traccia sulle scarpe con cui si è presentato dai carabinieri...
Manca l'intelligenza investigativa. Pure i dilettanti sanno che la scena del delitto va congelata prima possibile e non si deve pasticciare... Questa gente che non sa lavorare bene non paga mai? 

E non siamo soli... infatti!

Insieme al giubilo per come sono andate le elezioni di Marini oggi, ho constatato con felicità che la gente si è assiepata fuori da Montecitorio protestando per una simile candidatura: avrei voluto essere con loro! Bravi, bravissimi, eccezionali!
Persone di tutte le età!

I commenti giornalistici su La7 poi, condotti dall'ottimo Mentana, mi hanno fatto maturare un'idea e qui la propongo a chi legge: i tempi sono maturi per cambiare la Costituzione per quel che attiene l'elezione del Capo dello Stato.
Non è più possibile lasciare nelle mani degli "inciuciatori" tale scelta. La fanno sempre e comunque piegandola ai propri interessi di bottega.
E' giunta l'ora che il popolo si voti direttamente il proprio Presidente della Repubblica.
Come avviene in Francia ad esempio. 

L'elenco dei candidati

Il Consiglio costituzionale rende pubblico l'elenco dei dieci candidati alle elezioni presidenziali.

Il Consiglio costituzionale (Conseil constitutionnel) è un'istituzione francese prevista nella Costituzione del 1958 (che ha segnato l'inizio della Quinta Repubblica). Tale organo svolge, tra l'altro, la funzione di controllo di legittimità costituzionale (che è quindi accentrato) ed è regolato in Costituzione nel Titolo VII (artt. 56-63).

Come viene eletto il Presidente della Repubblica in Francia?

In Francia, il Presidente della Repubblica viene eletto per una durata di cinque anni. Lo scrutinio si svolge a suffragio universale uninominale diretto, ovvero vi partecipano tutti i cittadini francesi maggiorenni, in uno o due turni.
Se un candidato ottiene la maggioranza assoluta dei suffragi espressi, ossia la metà dei suffragi più un voto, viene eletto al primo turno (un fatto che non si è mai verificato nella Quinta Repubblica).
Se nessun candidato ottiene questa maggioranza assoluta, un secondo turno viene organizzato due settimane dopo tra i due candidati arrivati in testa al primo turno. È eletto Presidente della Repubblica il candidato che ottiene la maggioranza semplice, ovvero il maggior numero di voti.
Dalla revisione costituzionale del 23 luglio 2008, l'esercizio della funzione presidenziale è limitato “a due mandati consecutivi”.

Data la totale incapacità della classe politica, fin qui denominata Casta, a svolgere un qualsivoglia ruolo che serva al popolo che mantiene sulle spalle lo Stato Italia, deve essere sollevata quanto più possibile dai poteri che la Costituzione attuale le assegna.
Non sanno dare un Governo al Paese, quando lo danno pensano solo ai loro personali interessi arricchendosi, votandosi leggi a favore dei componenti tale Casta, portando l'economia del Paese allo sfascio.
Nel dare il Capo dello Stato a questo Paese si fanno gli sgambetti eliminando qualche nome dai "grandi elettori", proponendo personaggi che per loro  sono commendevoli ma per il popolo no, dunque stiamo mantenendo un apparato inutile, dispendioso ed autoreferenziale.

Votiamocelo noi il nostro massimo rappresentante e per farlo dobbiamo cambiare la Costituzione, rendendola al passo con i tempi. La Francia è un esempio di democrazia. 


La Casta non demorde

Lo spettacolo della Casta che, nonostante un giovane del PD parli con schiettezza e nonostante quasi 9 milioni di persone abbiano dimostrato che non ne possono più dando il voto al Movimento 5 Stelle, pretende di mettere sul più alto scranno del Paese una faccia come quella dell'arricchito sindacalista Marini è nauseabondo.

Ancora non l'ha capito, ancora intigna, la Casta/Bestia (vedi il mio post "Affamare la Bestia" del 19/09/2012) aggrappata ai propri giochi di potere, alle sue partite a scacchi in cui pensa di prevedere le mosse future, cieca e bieca, non paga delle previsioni sbagliate che hanno già dato risultati chiari e palesi.

Ha ragione Beppe Grillo allora a non accordarsi con questa Casta/Bestia: non gli sta bene neppure Rodotà al PD di Bersani! Eppure non è certo persona di destra! Non motiva chiaramente perché non gli sta bene, ma la gente che, a differenza di Bersani e compagni, ci vede benissimo percepisce gli inciuci che ci sono dietro questo rifiuto... 

Bersani dimostra sempre più la sua faccia non leale, come leale è stato invece Matteo Renzi dopo la sconfitta alle primarie, ritirandosi senza meschine rabbie, appoggiandolo in campagna elettorale.
Quale differenza di statura morale!
Renzi esprime le sua opinione su Marini, che tanto piace a Berlusconi, e Bersani lo propone, come a dire: "Renzi non ti considero affatto"!

Bersani, guarda che sono finiti i tempi in cui DC, PSI e pure il PCI, facevano gli accordi sottobanco e nulla si sapeva, come ricordava stamane Stefano Folli ad Agorà!

La gente è cresciuta, l'informazione, a cui Berlusconi vuole mettere "la mordacchia", si è espansa su televisione e WEB... è una marea che non si può fermare con leggi "ad personam" o con Papi gesuiti che si danno da fare a baciare bambini... pensando di farci dimenticare l'economia parassitaria del Vaticano.
Purtroppo c'è ancora gente che ragiona con egoismo e allora vota il re "ammazza regole", perché promette di togliere l'IMU, di consentire l'abusivismo edilizio che distrugge il territorio, di chiudere un occhio e pure tutti e due sull'evasione fiscale...

Purtroppo! Ma se non basta io voterò ancora Movimento 5 Stelle, e ancora, e ancora!
Mio marito, disgustato, si è pentito di aver votato per Bersani, visto che Renzi era stato sconfitto.
Siamo in due, ma forse non siamo soli...