martedì 28 aprile 2015

Bossi, Minetti e... Maruccio che fine ha fatto?

Da: La Provincia di Sondrio

Rimborsi in Regione: 56 a giudizio e 3 condanne, c’è anche Costanzo
28 aprile 2015
Le accuse a vario titolo di peculato e truffa per le presunte spese “allegre” con i rimborsi regionali. Il processo inizierà il primo luglio.is......

..........omissis....
Il processo riguarderà, tra gli altri, Renzo Bossi, Nicole Minetti, gli ex assessori Colozzi, Buscemi e il lecchese Giulio Boscagli e l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni. Per le opposizioni sono stati rinviati a giudizio Chiara Cremonesi, Luca Gaffuri ed Elisabetta Fatuzzo.
Dei quattro imputati che avevano scelto il rito abbreviato, il gup ha condannato a due anni di reclusione sia il lecchese Carlo Spreafico (Pd) sia Alberto Bonetti Baroggi, eletto nelle liste del Pdl e che ha restituito alla Corte dei Conti la cifra contestata, e a un anno e mezzo l’ex consigliere valtellinese Angelo Costanzo (Pd).
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Gli ex consiglieri - pochi sono ancora in carica - sono accusati di aver utilizzato, tra il 2008 e il 2012, i fondi pubblici assegnati ai singoli gruppi regionali per spese personali, tra le quali l’acquisto di torroni, gratta e vinci o cartucce da caccia, e per pagare cene a base di aragosta e sushi oppure merende con piadine e nutella. Il tutto per circa tre milioni di euro.
Renzo Bossi, detto il “Trota”, e Nicole Minetti , l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi, nota per il caso Ruby, come la gran parte degli imputati, sono accusati di peculato. Il “Trota” tra il 2010 e il 2012 si sarebbe appropriato della somma complessiva di 15.757,21 euro per aver messo in conto spese per caramelle, gomme da masticare, cocktail come mojito, campari e negroni, patatine, barrette ipocaloriche, giornali, sigarette, un I-Phone, auricolari, un computer e il libro Carta Straccia di Giampaolo Pansa.
A Nicole Minetti sono state contestate spese ’allegrè per 19.651,96 euro, soldi in gran parte usati per ristoranti e bar, ma anche per l’acquisto di oggettistica all’Ikea e del libro Mignottocrazia di Paolo Guzzanti.
Che dire!!!!! Il Trota in un modo e la Minetti in un altro volevano arricchire la loro cultura con l'acquisto di un libro!!!
Il Trota pensando che "Carta Straccia" si poteva riferire alla sua laurea comperata nei Paesi dell'Est! E... la Minetti... per assonanza....
Mi chiedo se la truffa e il peculato sono stati inseriti fra i reati "tenui" da questo Governo... Andrò a rileggermi l'elenco che ho pubblicato il 4 gennaio 2015....

Baltimora come Roma

Da: La Presse

Roma, 12 gen. (LaPresse) - Stefano Cucchi, il geometra arrestato nel 2009 e morto pochi giorni dopo all'ospedale Pertini di Roma, "fu picchiato". A scriverlo i giudici della Corte d'appello di Roma nelle motivazioni della sentenza di secondo grado. "Le lesioni subite da Cucchi - scrivano ancora i giudici - debbono essere necessariamente collegate a un'azione di percosse; e comunque da un'azione volontaria, che può essere consistita anche in una semplice spinta, che abbia provocato la caduta a terra, con impatto sia del coccige che della testa contro una parete o contro il pavimento".



Da: ANSA.it

Neri in rivolta, Baltimora in fiamme

Dopo funerale afroamericano Freddie Gray morto dopo arresto

Baltimora come Ferguson, messa a ferro e fuoco. Anche qui, come per ben due volte nel giro di pochi mesi nella cittadina del Missouri, esplode la rabbia della comunità afroamericana contro i metodi violenti della polizia. Quelli che avrebbero portato all'uccisione dell'ennesimo ragazzo di colore, Freddie Gray, morto dopo l'arresto, con la spina dorsale spezzata. Ieri era il giorno del funerale di Freddie.

Purtroppo viene da fare un parallelo.
Di certo Cucchi fu picchiato, quello che non hanno stabilito è da chi.
Di certo le botte non furono l'unica causa della sua morte: era debilitato dall'uso delle droghe e si rifiutava di essere idratato.
I medici hanno sbagliato a non far entrare la famiglia a visitarlo all'Ospedale Pertini. Se serviva il permesso del magistrato, il responsabile medico del reparto penitenziario di quella struttura poteva richiederlo, proprio perché il giovane rifiutava le cure e dunque nell'interesse del degente in arresto, la famiglia poteva tentare di convincerlo ad accettare di essere idratato.
Medici mi dicono che se un paziente non vuole essere idratato si stacca tubi e tubicini e non è possibile immobilizzarlo a meno di non legarlo al letto...
Se, invece, questa iniziativa da parte del personale medico c'è stata ed è stato il magistrato a rifiutare la visita dei familiari, che si erano recati presso l'ospedale chiedendo di vederlo, la responsabilità ricade in capo al magistrato che l'ha rifiutata.
Insomma, oltre alle percosse, c'è stato qualcosa che non è andato bene neppure durante il ricovero. Se i familiari avessero potuto vederlo in quei sei giorni in cui è stato ricoverato prima di morire, molte cose sarebbero state più chiare nell'interesse di tutti.

Certo Roma non è Baltimora, ma a me è venuto da fare questo parallelo.
Nel 1992, quando visitai Baltimora, l'ex-studente di mio marito che ci aveva invitato presso la Johns Hopkins University, dove lavorava, ci disse che quella città apparentemente tranquilla registrava 700-800 omicidi l'anno!
Roma, almeno all'epoca, non stava messa così... e forse nemmeno adesso.

L'INDIA: paese dai tempi disumani

Da: Il Sole 24 Ore

Caso Marò, la Corte suprema indiana rinvia di nuovo l’esame a dopo il 1° luglio

L’incoerenza dei giudici indiani 
Il rinvio a dopo oltre due mesi di vacanze estive dell’esame del caso di Latorre (cui la Corte ha concesso di restare in Italia fino al 15 luglio per completare la convalescenza dopo l'intervento al cuore del 5 gennaio scorso) e Girone conferma l’atteggiamento incoerente della giustizia indiana. Nell’udienza del 9 aprile i giudici avevano infatti stigmatizzato le tattiche, da loro definite, dilatorie della difesa italiana per rinviare l'inizio del processo.

Vi risparmio i commenti di critica delle opposizioni contro il Governo Renzi sull'ennesima presa in giro di questo inqualificabile paese asiatico nei riguardi dell'Italia, quando questa storia di sequestro, ormai illegale, di due nostri militari se la sono passata vari Governi e, a questo punto, con la legge "del poi", bisogna dire che aveva ragione il ministro Terzi del Governo Monti: dovevano restare qui quando sono rientrati per il Natale e chi se ne frega "della parola data", quando questi indiani la parola non ce l'hanno proprio ed è ormai evidente che a loro dei poveri pescatori indiani non gliene importa né punto né poco, ma la loro morte, avvenuta ancora non si sa per mano di chi, è una scusa per spillare all'Italia varie cosette e non ultimo molto denaro.