mercoledì 6 marzo 2013

Insicurezza, burocrazia con inglesismi, sparatorie USA: ed ecco la follia!


Da: La Repubblica.it


Uccide 2 impiegate Regione Umbria e si suicida, gridava: "Mi avete rovinato" 

Le vittime sono Margherita Peccati e Daniela Crispolti. L'episodio avvenuto all'interno del palazzo del Broletto, nel centro della città. L'uomo, Andrea Zampi, un quarantenne, ha fatto fuoco negli uffici al quarto piano. Il sindaco Boccali: "Clima sociale insostenibile"
PERUGIA - Un uomo, Andrea Zampi, è entrato stamani negli uffici della Regione a Perugia e ha ucciso a colpi d'arma da fuoco due impiegate, Daniela Crispolti, 46 anni (precaria con contratto di collaborazione) e Margherita Peccati, 61 anni, prossima alla pensioneEntrambe lavoravano all'ufficio accreditamento del settore formazione. L'uomo, un piccolo imprenditore di 43 anni, si è poi suicidato con la stessa arma. Secondo quanto riferito dal sindaco, Wladimiro Boccali, l'aggressore è figlio di titolari di una piccola impresa di formazione cui la Regione non avrebbe confermato l'accreditamento per mancanza dei requisiti previsti dalla legge. ''È una tragedia immmane, frutto di un clima orribile legato all'attuale momento economico - ha detto il primo cittadino -. Una tragedia per le famiglie e per tutti noi - ha aggiunto - uno dei momenti più brutti e forse dovremmo riflettere tutti, a partire da voi''. L'uomo si sarebbe già presentato negli uffici di via del Broletto per la lamentarsi della situazione. L'imprenditore aveva anche dei problemi psichici per i quali ultimamente era stato ricoverato in ospedale. 
L'episodio è avvenuto all'interno del palazzo del Broletto, a ridosso del centro di Perugia nella zona della stazione ferroviaria. Nell'edificio si trovano uffici di vari assessorati. Appena appresa la notizia, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha lasciato la direzione del Pd a Roma ed è arrivata a Perugia. In questura ha incontrato i familiari delle due impiegate uccise.
Un testimone: "Urlava: 'Mi avete rovinato'". "Ho sentito dei colpi vicino al mio ufficio, mi sono chiuso dentro, nascosto sotto la scrivania". Così un impiegato che si trovava a poche stanze di distanza dove sono state uccise le due colleghe, al quarto piano degli uffici della Regione Umbria, ha raccontato i minuti della sparatoria. "Ho sentito sparare anche in corridoio - ha aggiunto - urlava: 'Mi avete rovinato, ne ho già fatte fuori due'. Allora ho temuto il peggio". "Mi sono accorto che l'omicida si era suicidato - ha raccontato ancora l'impiegato - solo quando è arrivata la polizia, che ha aperto le porte degli uffici. Ho vissuto i momenti più tragici della mia vita". Secondo alcune testimonianze, le due donne si trovavano in sala riunioni e non c' entravano niente con le pratiche relative all'azienda di famiglia dell'imprenditore.


Dieci colpi con semiautomatica. Ha sparato con la sua pistola Beretta semiautomatica regolarmente denunciata Andrea Zampi. L'uomo avrebbe esploso una decina di colpi. Alcuni si sono conficcati nelle pareti di una sala riunioni, del corridoio e altri in quella dove l'uomo si è suicidato.

Al Gr1 disse: "Sono finito". Andrea Zampi, era stato intervistato a dicembre dagli studenti della scuola di giornalismo Rai della città umbra nell'ambito di un'inchiesta su corsi di formazione e finanziamenti. Già allora Zampi manifestava il suo disappunto per una burocrazia, spiegava, che ha fatto sì che i fondi a lui stanziati fossero stati sospesi. Queste le sue parole: "Mi mancavano tre cartellini, libretto di fumo, macchine in movimento, una cavolata: mi hanno tolto un accreditamento e di conseguenza i 160 mila euro di finanziamento approvato". ''Potremmo dire: è stata una bella botta'', replicava l'intervistatore. "No, io sono finito", aggiungeva Zampi.

Lutto cittadino. A seguito dei drammatici fatti avvenuti nella sede della Regione Umbria, il Comune di Perugia ha deciso di annullare tutte le manifestazioni pubbliche in programma per oggi mercoledì 6 marzo e proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali.

Il precedente di Bergamo. La sparatoria di Perugia ha un precedente fortunatamente conclusosi non in maniera tragica il 3 maggio dello scorso anno a Romano di Lombardia in provincia di Bergamo. Un uomo di 50 anni, un piccolo imprenditore della zona, aveva fatto irruzione armato di fucile  nella sede dell'Agenzia delle entrate e preso in ostaggio 15 dipendenti. Poco dopo ne aveva liberati 14, ma ne aveva tenuto uno sotto tiro per quasi sei ore, Luigi Martinelli, 54 anni, imprenditore originario di Calcio, in provincia di Bergamo. L'uomo si arrese al vice brigadiere, Roberto Lorini, della locale compagnia dei carabinieri, e a un militare del Gis, arrivato da Livorno.


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Stiamo diventando sempre più come gli USA. Li scimmiottiamo da dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma sempre sulle cose peggiori però! Mai che noi li si imiti sulle cose positive, e sarebbero tante, bensì solo su quelle negative.

Ora un tizio esasperato, a torto o a ragione, con squilibri psichici, non si sa se preesistenti o causati dallo stress lavorativo insicuro ed incerto, entra e "ammazza tutti", non importa se causa o meno dei suoi guai: spara all'impazzata.

Come possiamo sentirci sicuri nei luoghi di lavoro? Ormai non più. Anche l'attività impiegatizia, apparentemente una delle più innocue, è diventata a rischio.

Due notazioni:
1 - Non sarà stato il caso del tragico assassino-suicida, ma spesso questi Corsi Regionali, che tanto costano alle tasche degli Italiani, sono delle vere "ciofeche" in cui dei tizi dicono cose ovvie e spiegano l'aria fritta.
2 - La Legge 166/2001 che regola questi accreditamenti, insieme ad altre normative in cui c'è sempre di mezzo la normativa CEE, è un incubo di burocrazia!

Ho esplorato i siti di alcune regioni e, solo per spiegare questi accreditamenti e come vengono regolamentati, devi leggere degli interi volumi, scritti in un italiano "burocratichese" che deve sicuramente mandare al manicomio chi cerca di capire cosa deve fare e a cosa deve attenersi per poter "essere accreditato" e dunque lavorare con la Regione.
Un esempio: la Regione Molise pubblica 61 pagine di spiegazioni solo per "La Struttura del Nuovo Sistema di Accreditamento"! Infarcite, per di più, di inglesismi del tipo: Lifelong Learning!
Non basta un italiano contorto e non semplice e lineare! Pure l'inglese in un Paese che ha una sua lingua: l'italiano!
Alcuni giorni fa, mi sembra fosse domenica mattina, sulla rete RAI 1, c'era un anziano e benemerito professore di glottologia che ha detto quello che capita di rilevare criticamente anche a me: è ridicolo questo uso spinto degli inglesismi senza ragione, visto che ci sono i vocaboli italiani a tutti comprensibili. Perché uno si deve alzare e andare a prendere il vocabolario per capire cosa l'idiota di turno sta dicendo? Nella mia famiglia siamo dei privilegiati, perché tutti, chi più chi meno, conosciamo la lingua inglese! Ma ci chiediamo perché, ad esempio, chi parla in una TV italiana deve usare vocaboli o spezzoni di frasi in inglese, quando chi paga il canone magari non lo sa, non l'ha mai studiato, e non si capisce perché lo deve andare a studiare per compiacere dei provinciali, come li ha giustamente definiti il benemerito professore, esplicitando anche il mio pensiero. Ancora più grave è che si usi nelle normative o spiegazioni di esse! Ma siamo matti?!

Comunicato del Comitato Acqua Pubblica Castelli Romani


COMUNICATO STAMPA
CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE

CASTELLI ROMANI:  PARTE LA CAMPAGNA PER LA QUALITA’ DELL’ACQUA  IN DIFESA DELLA SALUTE DEL CITTADINO
I COMITATI CHIEDONO CONTO AI SINDACI PER LA PUBBLICAZIONE DELLE ANALISI DELL’ACQUA IN TUTTO IL TERRITORIO

Dal 1° gennaio 2013 in alcuni comuni dei Castelli Romani, tra cui Lanuvio, Lariano e  Velletri, è scattata l’ordinanza di non potabilità dell’acqua: rubinetti di casa non utilizzabili, se non per docce e pulizie domestiche, e approvvigionamenti tramite autobotti. È il nodo dell’arsenico e della sua alta concentrazione nelle acque che perdura oramai da un decennio.
Il 31 dicembre scorso sono scadute infatti le le ultime deroghe possibili, alla Direttiva 98/83 (recepita con il D. Lgs. 31/01) concesse dall’Unione europea, rispetto ai valori massimi di arsenico presenti nell'acque alimentari attestanti a 10 μg/l; dunque ai sindaci non è rimasta altra scelta che dichiarare la non potabilità dell'oro blu, facendo fioccare ordinanze di divieto di utilizzo dell'acqua come neve. Ma dopo anni di noncuranza di amministratori e Gestore non si può certo dire che sia una sciagura inaspettata.
Cosa si è fatto in questi anni?
Quando nel 2010 l'UE ha rispedito al mittente la terza richiesta consecutiva di concessione di deroga per presenza di arsenico per valori superiori a 20 μg/l, si sarebbe dovuto intervenire in modo drastico, invece  le deroghe, previste solo come misura transitoria, sono diventate un espediente per non fare i necessari interventi di potabilizzazione.
In questi due anni di emergenza è stato nominato commissario straordinario all’arsenico la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che non ha minimamente provveduto ad adottare, con urgenza, le misure necessarie per far fronte ai disagi della popolazione.  
I lavori per i dearsenificatori sono iniziati (e in alcuni casi conclusi) solo per quei comuni che sforavano i 20 μg/l (soprattutto nel territorio viterbese) - quelli che, in pratica, erano “fuorilegge” già dal 2010 - cosa che non è stata fatta per i comuni in regola fino al 31 dicembre 2012, che non lo erano più dal primo gennaio di quest’anno. Secondo la Giunta uscente i lavori dei nuovi dearsenificatori, già appaltati, procede a gonfie vele ed entro dicembre 2014 dovrebbero entrare in funzione. I dearsenificatori sono l’ennesima presa in giro solo per spendere i soldi pubblici. L’unico sistema per far si che l’arsenico diminuisca sensibilmente è effettuare la giusta miscelazione delle acque di superficie con quelle di profondità. Concludendo il commissario ha fallito la sua missione: “Il Lazio è l’unica regione che non è riuscita a ripristinare i parametri delle acque potabili stabiliti per legge entro la scadenza previsto dalla CE”.
Studi scientifici rivelano che l'assunzione, anche in minime quantità(2/3 μg/l),di arsenico distribuita nel tempo è dannosa per la salute umana e può portare a patologie croniche e, in casi estremi, anche alla morte.

Nonostante questi problemi di carattere sanitario, i cittadini sono completamente ignari di cosa è presente nell'acqua fornita che esce dal rubinetto di casa. I comuni, con la complicità della ASL RMH, non rendono pubbliche le analisi che a norma di legge devono essere effettuate periodicamente dall'ARPA Lazio nei punti di prelievo prestabiliti .
Alcuni comuni, tra cui Albano e Genzano, solo da pochi giorni hanno  provveduto a pubblicare, sui loro siti istituzionali le analisi ufficiali prodotte dall’ARPA. Per tutto il periodo di deroga questi dati non comparivano sui siti istituzionali oppure apparivano in modo anonimo su fogli bianchi.
Già nel 2011 i comitati cittadini si sono impegnati per rendere giustizia a questa "inefficienza" delle parti, presentando centinaia di moduli, compilati dai cittadini dei Castelli romani, alla ASL RMH,  per rendere pubblici i risultati delle analisi effettuate periodicamente, utilizzate per la composizione della tariffa attraverso il parametro MALL, senza avere esito positivo.
Il Coordinamento Acqua Bene Comune Castelli Romani contesta questo modus operandi fatto di negligenze e disinteresse per garantire la qualità dell'acqua ed accusa amministratori ed Acea Ato2 di essere complici nella malagestione del problema ARSENICO provocando un vero e proprio scandalo su scala estesa a discapito del cittadino, attentando alla salute umana di ognuno di noi.
Oggi ripresentiamo la stessa Campagna, stavolta indirizzata direttamente ai Sindaci che, anche se continuano a fare orecchie da mercante, sono a norma di legge i Responsabili sanitari dei propri cittadini ed in caso di emergenza sanitaria, come effettivamente si è verificato, devono essere in grado di prendere provvedimenti celeri e risolutivi.
Anche i singoli cittadini possono fare richiesta, per ribadire il diritto alla propria salute, inviando direttamente al Primo Cittadino la lettera in fac-simile allegata alla comunicazione in oggetto.

Noi, in quanto cittadini chiediamo:
1) che sia effettuato un monitoraggio periodico della risorsa idrica, costante ed esteso a tutto il territorio comunale degli inquinanti comuni quali Arsenico, Vanadio, Fluoruri come dichiarato dal D. Lgs. 31/2001.
2) che sia resa nota alla popolazione dei Castelli romani la pubblicazione periodica (almeno mensile) sui siti comunali dei risultati dei prelievi effettuati da ARPA Lazio su richiesta del Servizio di Prevenzione della ASL.
3) che le analisi pubblicate dovranno essere ufficiali e inoltrate dall'ente preposto, inoltre dovranno essere indicati luogo, data e ora del prelievo, e laboratorio di analisi.
4) i comitati controlleranno che tali richieste siano portate a termine ogni mese nei siti internet e, in caso contrario, chiederanno spiegazione ai sindaci (primi responsabili della salute umana e ambientale) e alla ASL stessa che è l'ente preposto ad effettuare i prelievi. Nel caso in cui si presentasse lo sforamento di livelli di inquinanti presenti nell'acqua, a partire dal 1 Gennaio,  i comitati  garantiranno la verifica che la ASL territoriale competente abbia provveduto, se ancora non è stato fatto, ad applicare le sanzioni previste per legge al Gestore negligente.

I comitati dei Castelli romani pretendono che sia difesa la salute dei cittadini.
Basta con le emergenze, basta con le negligenze!
L'acqua potabile è un diritto di tutti!
Coordinamento Acqua Bene Comune Castelli Romani
acquapubblica.castelliromani@gmail.com
http://acquabenecomunecastelliromani.com




in allegato è presente il modulo che i  cittadini possono utilizzare per chiedere ai sindaci informazioni sull'acqua per il consumo umano che utilizzano.



Al Sindaco del Comune di ………………




Oggetto: richiesta di accesso alle informazioni ambientali (d.lgs 19 agosto 2005, n. 195)

Il/La sottoscritto/a ………………….., residente in …………………………., in qualità di …………………………………………………….., ritenendo che sia diritto dei cittadini conoscere in maniera esaustiva le caratteristiche chimico-fisiche e le condizioni igienico-sanitarie dell’acqua potabile erogata,


Chiede

al Sindaco del Comune in cui risiede, in quanto primo responsabile della salute dei cittadini amministrati, di farsi carico di indicare in maniera visibile, accessibile e comprensibile sul sito internet del Comune i risultati di tutti i controlli interni periodici delle acque potabili eseguite dal gestore del S.I.I. e dei controlli esterni eseguiti dall’Azienda Sanitaria Locale RMH.

In particolare, ai sensi del D.Lgs.2 febbraio 2001, n. 31 ("Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano") , si chiede che vengano resi noti i controlli di routine (che mirano a fornire ad intervalli regolari informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle acque fornite per il consumo umano) e di verifica che mirano a fornire le informazioni necessarie per accertare se tutti i valori di parametro, fissati dalla legge sono rispettati, con riferimento ai :

 parametri indicatori quali odore, colore, sapore, pH, durezza etc…(vedi allegato I, parte C del D.Lgs. nr.31/2001).

 parametri chimici concernenti sostanze tossiche e tra questi in particolare:, antiparassitari, etc. (vedi allegato I, parte B del D.Lgs. nr.31/2001).

 parametri microbiologici quali escherichia coli ed enterococchi (vedi allegato I, parte A del D.Lgs. nr.31/2001).

Inoltre si chiede che vengano resi noti (con pubblicazione sui portali comunali), oltre ai risultati delle verifiche analitiche complete, anche le tempistiche, le metodologie utilizzate ed i laboratori, predisposti a tale controllo sull’intero territorio comunale (e non esclusivamente di alcune strade) per i relativi controlli.

Si chiede inoltre che il Sindaco, nella qualità di garante della salute pubblica, garantisca la puntuale e frequente pubblicazione dei dati sopra citati, provvedendo, in mancanza di comunicazioni da parte della ASL RMH, a pretenderle.

Distinti saluti  

Data Firma

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