venerdì 27 marzo 2015

Chi sbaglia paga: ma che paghino tutti!!!

Da: Il Sole 24 Ore

Caso Aldrovandi, Corte Conti: agenti risarciscano 560mila euro a Viminale

La Corte dei Conti ha deciso che gli agenti condannati per il caso Aldrovandi devono risarcire con oltre 560mila euro il ministero dell'Interno, che pagò i danni alla famiglia. Enzo Pontani e Luca Pollastri devono versare ciascuno 224.512 euro, Paolo Forlani e Monica Segatto, 56.128 euro.  La Procura aveva chiesto 1,8 milioni.
La decisione è della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per l'Emilia Romagna, nel collegio composto dal presidente Luigi Di Murro, dal consigliere Francesco Pagliara e dal consigliere relatore Massimo Chirieleison. I quattro poliziotti, condannati in via definitiva a tre anni e sei mesi - la sentenza della Cassazione è del giugno 2012 - per eccesso colposo nell'omicidio colposo di Federico Aldrovandi, 18enne morto a Ferrara il 25 settembre 2005 in un controllo di polizia, erano stati citati in giudizio dalla Procura contabile.
I Pm contestavano ai quattro un danno patrimoniale per 467.733 euro ciascuno e l'udienza si era tenuta il 28 gennaio. I giudici hanno anche disposto che il sequestro conservativo, autorizzato dal presidente della sezione a suo tempo, si converta in pignoramento per le somme che Pontani, Pollastri, Forlani e Segatto dovranno risarcire.

Il 27 giugno 2012 su questo blog ho scritto un post sul triste caso di Federico Aldrovandi dal titolo "Nemmeno ai cani...".
Il paragone con i cani era perché ho vissuto in prima persona la cattura di due molossi, la cui razza è inserita nel decreto Sirchia, da parte dei Carabinieri della Stazione di Rocca Priora per consentirmi di rientrare in casa incolume dopo una giornata di lavoro. Per chi volesse i particolari può rileggersi il post. Mi ha colpito la cautela che hanno avuto i Carabinieri nell'attuare una precisa procedura per neutralizzare i due animali fuggiti dall'abitazione di un mio vicino: peraltro un poliziotto.
Dunque la stessa cautela dovevano e potevano attuarla anche i poliziotti intervenuti per fermare un agitatissimo Federico Aldrovandi. La cosa si è ripetuta recentemente con l'ex-calciatore fiorentino cocainomane. Anche a questo caso ho dedicato un post il 15 novembre 2014 dal titolo "Polizia, Carabinieri e i drogati".
Bisogna ragionare senza partigianerie altrimenti quello che si pensa, si dice o si scrive non ha alcun valore, se non un'esternazione di pancia.
Dunque, nonostante il mio vicino proprietario di cani tanto fastidiosi fosse un poliziotto (mi avevano già aggredito una prima volta all'uscita per andare al lavoro), non ce l'ho con i poliziotti, perché fra loro, come in ogni mestiere, c'è di tutto.
Fanno un mestiere difficile e possono sbagliare. Come tutti. Ma loro, al di là del fatto che sono uomini e donne, per me sono una irrinunciabile Istituzione in una Società in cui gli onesti ed i corretti sono indifesi. 
Questi 4 del caso Aldrovandi sono stati condannati per non aver saputo capire che il ragazzo andava lasciato sfogarsi e attendere l'ambulanza. Il caso dell'ex-calciatore è in atto, ma sicuramente l'errore c'è stato come al solito nella procedura di immobilizzazione di un soggetto sotto l'effetto di droghe che, oltre al cervello, alterano la pressione sanguigna e il respiro. L'ambulanza in questo caso c'era, ma sembra senza medico a bordo: anche gli infermieri sono stati messi sotto accusa. Attendiamo l'esito, ma bisogna stare attenti a questo eccessivo giustizialismo contro le Forze dell'ordine ed il personale sanitario. Debbono mettere in atto delle cautele, senz'altro, soprattutto, a questo punto, per preservare se stessi.
Detto questo va benissimo che il risarcimento pagato, anche con le mie tasse, alla famiglia Aldrovandi vada in capo a chi ha sbagliato, ma vorrei, e lo auspico fortemente, che questo avvenisse sempre e non solo per alcune categorie di lavoratori dello Stato che creano un danno erariale. Mi riferisco, ad esempio, a quello che ho scritto il 15 gennaio 2015 nel post intitolato "La Responsabilità in Italia". 
Siccome non mi sembra che si sia altrettanto severi con pubblici amministratori, ad esempio, che sperperano il nostro denaro in opere lasciate incompiute dopo esborsi erariali abnormi, sarebbe il caso di condannarli al risarcimento, oltre a cambiare, come ho scritto più volte, la Legge sugli Appalti Pubblici che, così come è adesso, come ho già scritto, costituisce un assegno in bianco che lo Stato firma a chi riesce ad aggiudicarsi l'appalto di turno.