sabato 22 ottobre 2016

Ministro Giannini: "Tutto bene signora la marchesa..."



 "Saremmo in ritardo se fossimo a Natale" così afferma l'incredibile Giannini 

Da: CGIL Scuola

“Giannini si dimetta”, Pisano (Flc-Cgil) avversa le parole del ministro
Paola Pisano, segretaria provinciale Flc Cgil Firenze, replica con questa nota alle parole del ministro dell’istruzione Stefania Giannini rilasciate ieri a Firenze in occasione degli Stati Generali della lingua italiana nel mondo:
“Con rammarico leggiamo le Sue dichiarazioni rese ieri a Firenze in occasione degli Stati Generali della Lingua Italiana nel Mondo, con cui giustifica, negandolo, il caos generato dall’applicazione della L.107 denominata “Buona Scuola”. A più di un mese dall’avvio dell’anno scolastico la quasi totalità delle scuole fiorentine ha un orario ridotto e la mancanza di centinaia di docenti non permette di svolgere regolarmente le lezioni delle varie discipline.
Le Sue dichiarazioni sul fatto che non si possa parlare di ritardo – perchè ogni anno le operazioni iniziali si protraggono oltre il mese di settembre – sono irricevibili e inadeguate per un Ministro della nostra Repubblica. Con le Sue parole Lei giustifica un grave disservizio che peserà sull’efficacia del nostro sistema di istruzione. Le ricordiamo che le norme sulla validità dell’anno scolastico prevedono di dover svolgere le lezioni per non meno di 200 giorni con orario pieno e rispettando il monte ore di ogni disciplina di studio.
Ancora più grave è la superficialità con cui affronta il problema della mancanza di insegnanti di sostegno. Una situazione, questa, che impedisce agli alunni diversamente abili l’accesso alle pari opportunità di apprendimento e mette in seria difficoltà le famiglie degli alunni più gravi i quali svolgono, da oltre un mese, orari ancora più ridotti.L’affermazione che il Governo ha incrementato il numero degli insegnanti di sostegno (peraltro ancora da nominare) non può bastare a minimizzare – giustificandolo – lo stato di evidente difficoltà in cui versano le scuole.
Ricordiamo e sottolineiamo che tale aumento di organico è un atto dovuto conformemente ai principi costituzionali in tema di integrazione di cittadini che si trovano in una condizione di svantaggio.
Per questo, Ministro, le chiediamo di prendere atto della Sua inadeguatezza e di rassegnare le dimissioni”.
18 Ottobre 2016

Mi accorgo di essere in ottima compagnia nel mio giudizio su questa donna...
Ministro senza spessore, di facciata.
Si presenta, dice sciocchezze, ride ... e crede che fare il Ministro sia questo:
negare l'evidenza pensando che tutti quelli che l'ascoltano (tanti!) abbiano la sua stessa capacità intellettiva... e quindi tutti felici, di fronte alla sua parola di Ministro, se ne vadano a casa felici e contenti!!! 
Pensieri della testolina della Ministra: "Sono troppo occupata a studiare le mie "mises"... gli accessori che debbo abbinare ai cambiamenti vorticosi dei miei abitiniiiii..."
In occasione della presentazione della Buona Scuola ho indossato questo tailleurino bianco e nero con inserti lilla!

Qui sono in grigio con applicazioni in nero, mise sobria con sfondo del mio partitino che tanto mi ha fruttato...

Qui sono in bianco con deliziosi disegni e.. collana adeguata all'abito

Questo dover scegliere le mises mi impegna molto. Qui sono in grigio chiaro con collana su due toni di colore...

Qui ho una mise molto impegnativa, seria, tutta in nero ma... notate la collana! Che studio!

Giacchino Chanel con collana in tinta, non mi poteva mancare...


Lo so... sono molto sexy.. Che sforzo però mi costa abbinare sempre perfettamente gli accessori giusti: qui la collana ha inserti alternati del colore dell'abitino...
A proposito, ho un problema assillante che occupa tutti i miei pensieri:
non ho quasi più posto nei miei armadi per la quantità enorme degli abitini e degli accessori!









La Grande Penna di Gianluca Nicoletti profonda e vera

Da: La Stampa
Le inutili telecamere negli asili
Troppo complicato un cambiamento culturale per  distinguere tra un bruto generico e un professionista preparato.
GIANLUCA NICOLETTI
20/10/2016
Una telecamera sempre accesa in tutti gli asili d’Italia potrebbe sembrare la soluzione più ovvia. Invece è solo l’inutile tappabuchi di una miseria culturale profonda e inconfessabile.
E’ chiaro che è difficile far passare il concetto che occuparsi di bambini, anziani o disabili, non è la stessa cosa che portare dei cagnolini a fare pipì. Eppure sembra più semplice far passare come un serio problema la necessità di una seria formazione professionale per i dog sitter.
In realtà pochi amano affrontare la spinosa questione dell’inadeguatezza delle maestre d’asilo, degli insegnanti violenti, degli operatori sanitari degli assistenti a disabili e anziani, che alzano le mani, ingiuriano, maltrattano e umiliano. E’ palese che una riflessione del genere metta in crisi tutto un sistema, e quindi la telecamera che sorveglia, come in un carcere di massima sicurezza, può essere spacciata come provvedimento risolutore.  
Il furor di popolo chiede telecamere? Telecamere saranno. L’indignazione si scatena solo postuma, e solo di fronte alle immagini delle intercettazioni ambientali, sempre troppe, troppo frequenti e troppo simili a un format televisivo in cui cambiano gli attori ma la trama è sempre la stessa.
E’ evidente che non possiamo più nasconderci dietro la giustificazione delle “mele marce”, non sono più casi isolati e sporadici, in Italia c’è un serio problema sulla salvaguardia istituzionale delle persone deboli. 
Lasciare un bambino in un asilo, un figlio disabile in una struttura preposta, un parente anziano in una casa di riposo non da l’assoluta sicurezza che questo non debba corrispondere a consegnarli ai custodi di un inferno.  
Non è un’esagerazione, è una realtà oggettiva. Sono stati troppi i così detti “fiori all’occhiello” che in realtà puzzavano di marcio. Sono troppi i “centri modello” gestiti da “galantuomini” o “sante persone”, che si sono rivelati dei lager veri e propri.  
Luoghi in cui il core business era il mero mantenimento in vita di persone inermi, cui si sarebbe invece dovuto assicurare una dignità di esistenza, magari anche una chance di inclusione nella società degli umani efficienti.  
Perché non si riflette sul fatto che mestieri così delicati e difficili non possano seguire il percorso dell’appalto al minor prezzo possibile? Perché non si dice che gli insegnanti d’asilo dovrebbero avere una costante verifica del loro equilibrio psichico? Che gli operatori su anziani e disabili dovrebbero essere monitorati con costanza per i rischi del burnout? 
Si preferisce imbullonare al muro delle telecamere perché basta un trapano a farlo. Troppo complicato un cambiamento che richiederebbe metodo, strutturazione, cultura scientifica e quel tanto di spessore umano che impone di fare la differenza tra un bruto generico e un professionista preparato.  
Eppure sembra per tutti scontato che basterà una telecamera di sorveglianza per tornare all’idillio. Nessuno si pone il problema di chi poi dovrà essere pagato per guardare a tempo reale ore e ore di registrazione, comunque inutile di fronte all'ignoranza. Ogni indegno troverà sempre un angolo buio per continuare a operare con sadismo e cieca perfidia.  

Non ho nulla da aggiungere a quanto scritto in modo perfetto da Gianluca Nicoletti: ho solo evidenziato i punti che analizzano al massimo la realtà.
Le telecamere vanno messe a seguito di denuncia, come si è fatto fino ad ora: solo così qualcuno le esaminerà in modo mirato e si potranno scoprire, in tutta la loro miseria morale, gli aguzzini.

Uxoricidi di vario genere

Da: La Nazione

Caso Ragusa, Antonio Logli torna in Tribunale. Fissata l’udienza preliminare

A ottobre il giudice Elsa Iadaresta dovrà decidere sul caso Ragusa


Pisa, 20 giugno 2016 - La nuova udienza preliminare per il caso Ragusa
si svolgerà a ottobre. Il giorno non è stato ancora fissato, ma il giudice Elsa Iadaresta ha intanto deciso il periodo in cui dovrà tornare in tribunale Antonio Logli, il marito della donna che sembra essere svanita nel nulla la notte fra il 12 e il 13 gennaio 2012. Nella richiesta di rinvio a giudizio firmata dai pubblici ministeri Aldo Mantovani e Antonio Giaconi l’uomo è accusato di aver volontariamente ucciso la moglie per poi sopprimerne il corpo al fine di assicurarsi l’impunità per l’omicidio e impedire in modo permanente il ritrovamento del cadavere. Le oltre 12mila pagine dell’inchiesta della Procura hanno cercato di dimostrare davanti al Tribunale questa tesi.
Secondo gli inquirenti intorno alla mezzanotte Roberta (finalmente) scoprì l’identità della donna che ormai da diversi anni era l’amante segreta di suo marito della quale lei sospettava solo l’esistenza. Si tratta di Sara Calzolaio, l’ex baby sitter dei due figli dei Logli e all’epoca segretaria dell’autoscuola di famiglia.
Il 6 marzo dello scorso anno, però, il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Laghezza aveva prosciolto «perché il fatto non sussiste» Logli, difeso dall’avvocato Roberto Cavani. Accogliendo i ben cinque ricorsi presentati (poi unificati) nonché la richiesta del procuratore generale Oscar Cedrangolo, lo scorso marzo la Cassazione ha disposto l’annullamento della sentenza del giudice Laghezza e il rinvio al Tribunale di Pisa per un nuovo esame sulla richiesta di rinvio a giudizio. In appena venti pagine la Corte Suprema ha sgretolato l’operato del primo giudice rimproverandolo, tra l’altro, di «essersi appropriato di prerogative che non gli competono».

Da: Fanpage.it

Lo zio paterno di Roberta Ragusa che non si trova più, Antonio Ragusa, intervistato da Paola Grauso, ha dichiarato:

"Mio fratello e la moglie stavano in America, poi sono venuti in Italia e si sono trasferiti a Pisa. A Pisa è nata Roberta. Quando aveva 10-11 anni andava dalla famiglia Logli che aveva un negozio di merceria e la bambina giocava, è cresciuta là dentro. Naturalmente il marito lo ha conosciuto là dentro. Era il figlio della padrona. Tutto ciò che è successo dopo, io non lo capisco. Mi sembrava una famiglia unita. Che lui avesse una doppia personalità, che lui avesse una doppia vita, lo abbiamo scoperto quando è successo il fatto. Noi pensavamo fosse un marito modello. A mia nipote, non  le si è potuto dire niente. Mia nipote ha avuto un'educazione dai genitori fantastica. Era una donna meravigliosa."
I genitori di Roberta Ragusa, morti entrambi prima della sparizione della figlia.
continua su: http://tv.fanpage.it/l-amante-di-antonio-logli-ha-rubato-il-marito-i-figli-e-la-casa-a-roberta-ragusa/

http://tv.fanpage.it/
Questa nostra faticosa e mutevole giustizia...
Ad ottobre ci siamo, ma non si ha notizia di codesta udienza preliminare.
Certo il fenomeno da me rilevato nel mio post
Rita Coltellese *** Scrivere: Uomini che uccidono donne del 16 febbraio del 2012 costituiva una constatazione che solo in seguito i media hanno cominciato a mettere in risalto.
Il fenomeno da allora è peggiorato in modo allarmante.
Il caso di Roberta Ragusa appartiene al classico, è la Giustizia che deve accertarlo, uxoricidio con relazione adulterina gravemente protratta nel tempo, addirittura sotto gli occhi troppo ignari del coniuge.
Il caso del bello ed elegante dermatologo fiorentino idem.
Matteo in un'immagine che evoca le sbarre del carcere...
Solo che nel suo caso, qualora verrà accertato che sia stato proprio lui ad uccidere la sua fedifraga moglie, si tratterebbe dell'uxoricidio compiuto dalla vittima della coppia, dal tradito ed umiliato, che impazzisce per il dolore ed uccide.
Colpisce la scritta "La sua vera famiglia", come se i tre bambini da Giulia messi al mondo con Matteo NON siano in realtà la sua VERA famiglia, quella che avevano costruita insieme.
Sembra accertato che l'uccisa si assentasse ogni tanto dai suoi doveri di madre per incontrarsi furtivamente con l'amante. 

Nel caso Ragusa, invece, è la vittima tradita ed umiliata che per colmo di ignominia sarebbe stata eliminata dal fedifrago scoperto nella sua infedeltà.
E' sempre la donna che muore, ma con risvolti morali diversi ai fini della valutazione della pena.
Solo che la giustizia ci sorprende sempre per la sua aleatorietà... Pensate al caso Parolisi a cui è stata tolta l'aggravante della crudeltà, pur avendo non solo soffocato la vita della giovane e bella moglie, che inerme si fidava di lui e mai si sarebbe aspettata quell'agguato, ma l'ha uccisa a pochi passi dalla loro piccola lasciata in auto. Inoltre, mentre tutti la cercavano senza trovarla, ha pensato di architettare qualche depistaggio tornando là dove solo lui sapeva di averla lasciata esanime, facendole dei tagli e trafiggendola con una siringa... 
Il martirio di Carmela Rea in Parolisi
Cosa ci sarà nella testa di certi, troppi magistrati? La Legge è un elastico interpretabile...

In questi giorni suscita grande interesse la morte della povera professoressa Gianna Del Gaudio, forse per l'età anziana della coppia, per i lunghi anni di matrimonio e per l'efferatezza dell'omicidio: in casa, subito dopo una cena con uno dei figli, dopo una vacanza con il marito addirittura da Padre Pio e nel luogo di origine, uccisa con un fendente alla gola inferto da dietro che l'ha quasi decapitata.
Se è stato il marito, questa donna ha vissuto con un mostro.
E' destabilizzante. 
Antonio Tizzani, marito della Prof.ssa Gianna Del Gaudio, al suo funerale