giovedì 9 agosto 2018

La storia tragicomica di Squily Brata e Nullo Strano - Novelle Nuove - Episodi 5 e 6

La storia tragicomica di Squily Brata e Nullo Strano
da Novelle Nuove
Nullo Strano
Squily Brata 

Episodio 5 - Sospetto di usura.

Maria entrò nel negozio di alimentari che stava all'inizio della strada e lo trovò sempre più privo di merce. Gli scaffali erano semivuoti, essendoci solo qualche pacco di pasta. La donnetta che lo gestiva giaceva con aria spenta su una sedia. Maria le si rivolse stupita: "Ma come mai da un po' di tempo non vi rifornite più di merce?" Chiese. La donnetta rispose con aria vaga qualcosa che non chiarì nulla. Conosceva quella famiglia di persone molto modeste sul piano sociale e culturale ma, quando era arrivata a vivere lì, aveva visto che tentavano di darsi da fare: la cognata andando a servizio ad ore nelle ville lungo la strada e lei, che ne aveva sposato il fratello, aveva messo su quel piccolo commercio che andava abbastanza bene fino a  quando...
Squily Brata le aveva parlato di quella famiglia insinuando che il marito della donna che prestava servizio ad ore andasse anche con gli uomini... Poi che erano ignoranti e non capivano niente. E Maria, che di gente culturalmente modesta ne conosceva tanta, lì come altrove, e ne sapeva apprezzare le qualità umane, pur riconoscendone i limiti, si chiedeva come Squily, che era fra questa, potesse ergersi a giudice di quelle persone modeste, solo credendo di darla a bere inventandosi titoli di studio che, visibilmente a chiunque avesse un minimo di preparazione culturale, non aveva affatto. 
La donna che prestava servizio ad ore era sveglia, guidava l'automobile e mandava il suo unico figlio a ripetizioni da uno dei figli di Maria, dimostrando così che ci teneva che riuscisse negli studi visto che era ben cosciente che la famiglia poteva dargli ben poco.
Sempre nelle sue esternazioni e confidenze mai richieste da Maria, Squily Brata, nel demolire il livello intellettivo della donnetta che gestiva il negozio di alimentari, disse: "Le ho prestato un milione di lire per aiutarla."
"Pure a lei?" Pensò Maria stupita.
Una impiegatuccia di una Organizzazione a fini Sociali, la quale riceveva finanziamenti dallo Stato, che vantava professioni inesistenti esercitate in studi inesistenti, che aveva l'abitudine, da quanto lei stessa diceva, di prestare un milione là, un milione qua...
Maria, e tutta la gente che conosceva a vario titolo, non prestavano soldi a nessuno, tenendo i propri risparmi per scorta personale e, al massimo, prestandoli a propri familiari qualora ne facessero richiesta in momenti di necessità, per poi averne la restituzione appena possibile. Questa donna bugiarda e strampalata dichiarava di prestare soldi a persone appena conosciute, come Vilma, oppure a questa donnetta del negozio di alimentari.
A poco a poco il negozio aveva finito le sue scorte senza mai ripristinarle, per chiudere poi definitivamente ogni attività. Eppure per anni era andato bene, essendo l'unico in quella strada.
La famiglia tutta aveva tentato anche un'attività di ristorazione e il motore, molto attivo, era stata proprio la donna che prestava servizio ad ore nelle ville intorno. 
Poi, una sera, c'era stata una rapina, addirittura con spari, e il fratello della colf e marito della donna che aveva accettato il prestito da Squily, era stato ferito e finito all'ospedale.
La sorella raccontò a Maria che ora stava meglio e che quella sera nel locale c'erano anche due clienti poliziotti in borghese che, però, stranamente, non avevano reagito all'azione violenta dei rapinatori, i quali erano riusciti a scappare e dovevano ancora essere individuati.
Dopo poco anche la pizzeria chiuse, per poi riaprire tempo dopo con altra gestione. 
La donna che faceva la colf riprese quella attività con la fiducia di molti che le lasciavano anche le chiavi di casa.
Aveva però assunto una strana aria elusiva e chiusa, avendo avuto prima un carattere aperto e colloquiale. Se Maria la incrociava in strada sfuggiva lo sguardo ed il saluto.
Il terreno e le costruzioni che erano di proprietà di quella famiglia di modesti lavoratori e che avevano ospitato le loro attività commerciali  erano sempre lì, apparentemente ancora di loro proprietà, visto che abitavano in una delle costruzioni incluse in quel perimetro. 

Episodio 6 - Parziali ammissioni

Bisognerebbe sempre tenere conto dei proverbi, frutto della esperienza dei popoli e concentrati di saggezza. Maria e suo marito invece non tenevano conto del detto "Ogni simile ama il suo simile", eppure il padre di Maria, uomo molto concreto, l'aveva cresciuta ripetendole il detto "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei", richiamandola sempre sulle scelte che poteva fare nelle sue amicizie.
Dunque si stupirono della subitanea confidenza che Squily Brata era riuscita a stabilire con Vilma e suo marito Rodolfo, trascinando a rimorchio il passivo Nullo che aveva come uniche scelte nella vita quelle della sua prepotente e mortificante consorte.
Ma non era certo colpa di Vilma e suo marito se Maria e coniuge li avevano immaginati migliori di quelli che in realtà erano!
Li conoscevano poco e attraverso i racconti si critici di uno dei loro figli, fatti con noncuranza e senza giudizi morali, ma con constatazioni in cui compariva l'aspetto comico o assurdo di certi fatti della vita di quelle persone, che il giovane vedeva frequentando quella famiglia per l'amicizia che lo legava ad uno dei loro figli.
Il marito di Maria si chiedeva cosa mai ci trovasse quello che credeva un dottore in un uomo modesto e senza interessi come Nullo, visto che si era dato pena di invitarlo sia nella sua casa di campagna che in quella del mare. Che discorso culturale poteva mai fare con quell'uomo a cui lui aveva offerto di lavorare a delle ricerche scientifiche di cui si occupava, nel suo ruolo manuale naturalmente, ma sempre stimolante partecipando ad un progetto di ricerca, piuttosto che passeggiare inutilizzato in un modo che al marito di Maria appariva umiliante. Ma quell'offerta dello scienziato, lungi dall'essere accolta da Nullo come lui si sarebbe aspettato, fu da questi commentata così:  "Chiedere un comando..? Se mi pagano la benzina per venire fino a lì..." Il marito di Maria rimase esterrefatto dalla piatta reazione di quell'uomo alla sua stimolante offerta di partecipare a qualcosa di creativo. Quell'uomo preferiva rimanere nel suo umiliante passeggiare per i viali dell'Enteinutilizzato, senza fare nulla, essendo il posto statale e dunque a vita, percependo uno stipendio. Avrebbe potuto usufruire di un comando presso l'Ente Scientifico dove lavorava il marito di Maria ma, pur essendo i due Enti equidistanti dalla casa dove sua moglie non si stancava di ribadire "che lì era tutto suo" e dove lui abitava, ne faceva una questione di rimborso di benzina. "Ma se la distanza per andare nel suo Ente tutti i giorni a passeggiare è la stessa che lo separa dal mio laboratorio...? Non capisco." Si stupì lo scienziato.
Ma sbagliava lui a stupirsi e a non riflettere sulla realtà che aveva davanti agli occhi: quella di un uomo che viveva con "quella donna", che tranquillamente accettava di essere trattato "in quel modo". A quell'uomo egli pretendeva di applicare la sua psicologia, dunque il suo concetto di dignità della persona.
Esplorando altre similitudini, Maria ricordò quello che raccontava di suo nonno paterno il figlio di Vilma e Rodolfo : "Ha prestato i sordi a uno e stava a di' "me deve dà 4 mijoni e me li deve da ridà!"" Trovava la determinazione del tono di suo nonno nel pretendere la restituzione di quel prestito assai divertente. Per similitudine ricordò che Squily Brata aveva detto di aver prestato un milione di lire a sua madre, chissà se il giovane lo sapeva? Forse no se Vilma, avendo un marito ricco, anche se fintamente dottore, aveva bisogno di prestiti da una appena conosciuta.
Altra similitudine erano i finti titoli accademici vantati. Poi l'eccessiva importanza data al denaro: unico valore per entrambe quelle due famiglie.
Sperando, nella sua limitatezza mentale, che Squily potesse davvero avere il potere di farle avere la pensione, Vilma la blandiva andandola a trovare e sapendo, da come glie ne parlava, dell'astio verso Maria, per compiacerla non salutava uno dei ragazzi di Maria, pur trovandoselo di fronte, e quello ne rimaneva stupito giacché, pur non praticando quelle persone come suo fratello, la conosceva fin dai tempi della scuola per essere la madre di un compagno di scuola.
Squily Brata sentiva la similitudine con quelle persone e per questo aveva confidato loro che faceva sparire delle carte per non far pagare penali e multe a chi veniva segnalato come inadempiente in base alle leggi sul lavoro. Con tono da donna di mondo aveva detto: "Suvvia! Uno si fa dare un po' di soldi e loro comunque risparmiano sulle multe e sui contributi. Al lavoratore facciamo ritirare la denuncia liquidandolo con un po' di soldi. I liquidi fanno gola e comodo a tutti."
Rodolfo non si era scandalizzato e Vilma l'aveva addirittura ammirata! Nullo, presente alla piacevole serata, era stato come al solito impassibile e zitto.