lunedì 30 gennaio 2017

"Persecuzione" di Alessandro Piperno

L'Autore
Non conoscevo Alessandro Piperno che dalle notizie che ci giungono semplicemente leggendo i giornali o scorrendo i canali della televisione e così avevo appreso che era un giovane scrittore che vinceva dei premi letterari.
Con molta diffidenza ho acquistato il suo libro "Persecuzione" giacché ho idea, come molti, che i Premi Letterari più importanti in Italia si vincano per appoggi, amicizie, connivenze con le Case Editrici più di peso ammanicate con tutto il mondo Letterario attuale. E invece il libro, che sto ancora leggendo (sono a pag. 140), mi ha preso come pochi, tanto che sento il bisogno di scriverne già in corso di lettura. 
Ho già scritto che scrittore-lettore è un incontro fra due menti, o fra due anime se volete, oltre lo spazio e il tempo. Il miracolo è, come scrissi a François Cheng che mi rispose, scoprire sentimenti e pensieri comuni con persone vissute in contesti e situazioni lontanissime dalle tue, lettore, con una formazione culturale, religiosa e psicologica differente, quando, come sappiamo, non anche lontanissima nel tempo oltre che nello spazio. "Le dit de Tianyi" fu una scoperta così profonda che mi spinse a scrivere allo scrittore cinese, cresciuto in uno spazio geografico dove io non sono mai stata, che di quella Cina scriveva... Il miracolo avviene però anche per la scrittura in sé, come mi scrisse Cheng, e so che non sempre accade. Ad esempio non avviene quando la scrittura ci risulta faticosa, noiosa, anche se le vicende narrate potrebbero in sé essere interessanti. Ad esempio mi è accaduto con il libro di Dacia Maraini "La lunga vita di Marianna Ucrìa" che verso la seconda parte ho faticato a leggere, pur non perdendo una sola riga, trovando la prosa noiosa... Mi è accaduto anche con una scrittrice da me molto amata come Elsa Morante, di cui ho letto quasi tutto, in due suoi libri, forse i più noti e celebrati: "La Storia" e "Menzogna e sortilegio", in cui la sua prosa, in certi punti, si è fatta così pesante e noiosa da indurmi a saltarli. Di altri suoi testi, come "Aracoeli" e "L'Isola di Arturo", invece ho letto ogni parola e li ho anche riletti una seconda volta dopo un po' di tempo.
Ma torniamo alla mia scoperta di Alessandro Piperno: egli è ebreo solo da parte di padre, come il suo cognome fa subito intuire. La sua foto rivela anche dei tratti, nel naso, attribuibili alla sua origine, anche se trovo questa fisiognomica non sempre presente in persone di origine ebraica e quindi è persino inutile rilevarla...

Altra scoperta è che lavoravamo per lo stesso Ateneo. Io ne sono uscita a 65 anni nel 2011 con il pensionamento, lui è un giovane Ricercatore della bellissima Facoltà di Lettere e Filosofia, che ho molto frequentato per la lodevolissima iniziativa dei Concerti nell'Aula Magna, poi successivamente intitolata al Maestro Ennio Morricone che venne ospite all'inizio di questa meravigliosa iniziativa, voluta, organizzata e seguita dal solerte Maestro Lanzillotta, ed anche in seguito.

Il Romanzo 
Esso è parte di un dittico la cui seconda parte è uscita nel 2012, mentre "Persecuzione" è edita dal 2010.
Il titolo del dittico è "Il fuoco amico dei ricordi" e il secondo libro è "Inseparabili".
E' la storia di una famiglia ebrea nei giorni nostri. Famiglia colta, beneducata, benestante. Il padre è un medico che si occupa di bambini in campo oncologico, ed è un uomo pieno di fascino estetico ed intellettuale. A pagina 60 circa del romanzo la sua figura ha iniziato a somigliare nella mia mente ad una figura reale: il Prof. Marcelletti, grande cardiochirurgo pediatrico. Sono andata a fare delle ricerche ed ho così scoperto che non sono l'unica ad aver ravvisato nella figura dell'immaginario Prof. Pontecorvo il grande e sfortunato Marcelletti. 
Mi ha colpito che, in quarta di copertina, non ci sia la solita formula che c'è anche nei miei libri: "Quest'Opera è frutto della fantasia dell'Autrice. Ogni eventuale riferimento a fatti o persone è da ritenersi puramente casuale", ma una più inusuale che sembra voler negare e svelare allo stesso tempo: "Questo romanzo è frutto dell'immaginazione. Gli eventi di cronaca e i personaggi realmente esistenti o esistiti sono trasfigurati dallo sguardo del narratore. Per il resto, ogni riferimento a persone e fatti reali è da ritenersi casuale." 
E infatti i riferimenti alla triste vicenda del Prof. Carlo Marcelletti sono evidentissimi, anche se "trasfigurati".
Nell'Archivio del quotidiano "La Repubblica" in un articolo del 1995 si legge:

ROMA, GIALLO IN OSPEDALE MARCELLETTI SE NE VA

ROMA - Carlo Marcelletti se ne va. Il signore del bisturi, il re della cardiochirurgia infantile, lascia il Bambin Gesù. Va a Parigi, a San Francisco. A studiare. Un anno di aggiornamento professionale. Ma in ospedale le voci sono altre. C' è chi lo mette sotto accusa: "E' stato allontanato per motivi personali e professionali". Per una burrascosa storia sentimentale, una relazione malvista nella struttura del Vaticano. Perché avrebbe stornato molti pazienti dal reparto del centro ad una clinica privata nel cuore dei Parioli, la Quisisana. "Tutte illazioni - incalza lo specialista - sono stato io a chiedere un periodo all' estero". Professor Marcelletti, è vero che la mandano lontano perché ha avuto una storia con una sua collaboratrice? "Falsità. Non ho nessuna storia con una persona che ha lavorato o che lavora con me". Lei recentemente ha divorziato? Si è separato da sua moglie? I medici del Bambin Gesù non possono continuare la loro attività se divorziano? "Io non sono né divorziato, né separato. In ospedale, comunque, molte persone lo hanno fatto. Non mi risulta che non si possa fare una cosa del genere. Esiste un codice di comportamento, ma non riguarda questo". Anche la storia dei pazienti privati è tutta inventata? Ha mandato o no i malati alla Quisisana? "Io posso esercitare la mia professione in qualsiasi struttura privata. Lavoro alla Quisisana da sei anni. E casomai ho sempre fatto il contrario: ho inviato i malati dalla clinica al Bambin Gesù. Basta un esempio. Se si rivolgono a me dieci pazienti, sette li invio alla struttura pubblica perché non possono sostenere i costi. Gli altri tre nel 90 per cento dei casi vengono operati alla Quisisana con copertura della spesa, totale o parziale, da parte della Regione Lazio". Se sono tutte illazioni allora qualcuno la sta ficcando in un bel pasticcio. "Una persona molto nota a cui sono affezionato mi ha ripetuto diverse volte: ' Carlo, ricordati che i colleghi difficilmente perdoneranno successo professionale, successo tecnico e benessere' ". Insomma Marcelletti, c' è chi la vuole fare fuori? "Forse. Non lo so". Una persona che invidia la sua posizione più degli altri? "Quando si scava nella vita privata esistono necessariamente secondi scopi. E' un modo per esprimere la gelosia. Ho cominciato nell' 82. Prima Roma non esisteva nemmeno nella geografia della cardiochirurgia pediatrica". Professore, quanto costa trapiantare il cuore di un bambino? "La mia parcella per l' intervento più complesso di cardiochirurgia è di cinque milioni. Per l' operazione meno complicata è di due milioni e mezzo. Nei casi sfortunati, quando il paziente non ce la fa, la mia équipe rinuncia al guadagno nell' 80 per cento dei casi". Il suo aggiornamento professionale è stato un provvedimento ordinato dall' ospedale? "No. Niente affatto. Sono stato io, i primi di agosto, a chiedere il comando per l' aggiornamento. E' scattato il primo settembre. Con questo comunque mantengo il mio posto di lavoro. Prendo lo stipendio di base al Bambin Gesù. E ho una diaria per coprire le spese fuori". Quando partirà professore? "A giorni. Farò base a Parigi e poi andrò a San Francisco. Negli ultimi tempi ho sentito sempre di più la necessità di studiare le tecniche chirurgiche. La scuola francese ha superato quella anglosassone... Negli Stati Uniti c' è Frank Haney, un carissimo amico che ha sviluppato nuove teorie...". Poi tornerà al Bambin Gesù? "Certo. Il primo settembre del ' 96. Ho preso un accordo con l' amministrazione per poter svolgere la mia libera professione l' ultima settimana di ogni mese. Farò avanti e indietro. Sarò frequentemente a Roma. Andrò a trovare i vecchi pazienti". Qual è stato il momento più bello in camera operatoria? "Nell' 82. Era il primo intervento al Bambin Gesù. Un problema facile da risolvere. Pietro Paolo allora aveva due anni. Adesso scoppia di salute". E il più brutto? "Quello che sto vivendo".
di AMBRA SOMASCHINI
 

Voci malevole parlavano addirittura di uso di cocaina da parte del Prof. Marcelletti e che, per questo, fu allontanato dall'Ospedale Bambino Gesù di Roma di proprietà del Vaticano
Le cronache dicono che, nonostante quanto detto in questo articolo, il Prof. Marcelletti non tornò il "primo settembre del ' 96" al Bambino Gesù..
Quanto alla clinica citata, TUTTI i professori in Medicina, di varie specializzazioni, delle Università romane visitavano e visitano in detta clinica anche essendo Direttore di Scuola di Specializzazione, requisito che richiede la scelta del tempo pieno. Fatto che, come funzionario amministrativo universitario e conoscendo la Legislazione Universitaria, non mi so spiegare, dato che il tempo pieno preclude ogni attività privata.
Una verifica fatta ora, h. 18:37 del 30 gennaio 2017, sul sito della Quisisana di Roma e sul sito dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", mostra che ad esempio il Prof. Luigi Chiariello è ancora Direttore della Scuola di Specializzazione in Cardiochirugia e contemporaneamente visita alla Quisisana per la medesima specializzazione. Dunque alla Legge che disciplina il tempo pieno evidentemente ci sono delle deroghe la cui formulazione io non conosco. 
Fatto è che il Prof. Marcelletti, 13 anni dopo questo primo attacco, ne subirà un altro ancora peggiore, verrà accusato di:
truffa, concussione, peculato e detenzione di materiale pedopornografico (dal quotidiano "La Repubblica"), e un anno dopo ne morirà suicida all'età di 65 anni!
Un uomo che aveva salvato migliaia di bambini fu distrutto senza pietà.

I Personaggi
Piperno descrive il suo personaggio, Leo Pontecorvo, come un'ottima persona che non vuole accettare che c'è il pericolo di venire triturato, quindi deliberatamente lo ignora, pensando così di controllare la sua paura: "Nulla accadrà, giacché egli non ha fatto nulla di male!"
Dov'è la grandezza della verità universale che analizza Piperno?
E' nella strisciante realtà mascherata ma diffusa che il pericolo c'è, e c'è per tutti, ed è insito nell'odio di chi cerca sempre il diverso, colui a cui dare addosso tirandosi dietro il branco, motivando e mascherando l'odio con ragioni false e posticce, tutte addebitate alla vittima del linciaggio, essendo le motivazioni profonde e reali inconfessabili anche a sé stessi, agli autori del linciaggio: invidia, frustrazione, senso di inferiorità, gelosie di vario ordine e natura...
Chi finisce in un simile tritacarne soffrirà tanto più quanto più sarà in alto.
Molti di noi l'hanno sperimentato nel loro piccolo, magari senza giornali e magistrati di mezzo, magari nel luogo dove si vive o dove si lavora.. Oggi, con tardiva coscienza e stupida esterofilia, hanno scoperto la Persecuzione chiamandola con gli abusati ed inutili inglesismi: mobbing, stalking, oppure con termini impropri come "bullismo", inadatti per definire la voglia insana e malvagia di attaccare e perseguitare una certa persona che suscita, in alcuni soggetti, sentimenti di rivalsa e voglia di distruzione.
Basta una scintilla che può inconsapevolmente provenire dal soggetto stesso, oppure da chi miseramente lo odia o lo invidia, o ha motivi inconfessabili per avercela con lui, e la iena troverà fiancheggiatori a iosa per insultare, calunniare, al di là del vero, che sia visibile o meno non importa, e quando la canea parte non si ferma più.
Chi sopravvive non ha che una strada davanti a sé: prendere atto di quello che è il cosiddetto "prossimo", tanto esaltato dalla filosofia cristiana e comunista. Chi sopravvive sa che dovrà considerare individuo per individuo, valutandone di volta in volta le qualità morali, di intelligenza e di civiltà.
Il personaggio di Rachel, la moglie devota del suo fragile marito, ma con lei a volte presuntuoso, ha dei punti in comune con me e questo mi ha colpito. E torniamo alle differenze culturali o religiose che non escludono l'essere intimamente simili.
Fra le tante cose che fanno di Rachel una donna come Rita, oltre il senso estremo di responsabilità e il battagliare sempre con il marito avendo idee ed opinioni diverse da quelle di lui, c'è la concretezza, e l'amore che comunque la fa cedere alle scelte di lui, che spesso si rivelano sbagliate.
Un sentimento che Piperno attribuisce alla ebrea Rachel ho ritrovato come mio: sono in Svizzera, in vacanza come ogni anno, e il marito come tradizione le compera un regalo costoso nonostante i dinieghi di lei. Uscendo dal negozio con quel dono, che possono permettersi benissimo data la loro situazione economica più che benestante, "Rachel ha le spalle recline e gli occhi bassi, come se temesse che il Dio di Israele potesse scovarla anche lì deciso a punirla per la sua vanità..". Ecco, la modestia dei desideri, il "troppo che storpia" e la punizione divina o della sorte per aver avuto troppo..
Continuo la lettura...