venerdì 26 aprile 2013

Allarme rosso: il residuato di Craxi riciccia ancora!

Da: Corriere della Sera.it
Il premier in pectore avrebbe riservato a sé la scelta in tre dicasteri chiave, in sintonia con il presidente Giorgio Napolitano: Economia, Interni e Giustizia. Al primo resta forte la candidatura di Giuliano Amato, caldeggiata dal capo dello Stato...

da: WordPress.com - Becapo

Da: Il Giornale.it

La verità sulla pensione

"È falso che io percepisco una pensione di 31mila euro al mese. È una notizia che serve solo per farmi del male". E puntualizza: "I 31mila euro di cui si parla cumulano la pensione con un vitalizio che ogni mese io destino a delle attività di beneficenza. Se si continua così si fa passare l’unico parlamentare che ha rinunciato al proprio vitalizio come percettore di prebende". Poi precisa: "La mia pensione è di 22mila euro lorde che al netto diventano 11.500 euro. Una pensione per niente bassa, ma il problema dell’Italia non è che esistono pensioni da 11mila euro, ma che ci sono persone che a prescindere dal loro merito sono schiacciate ai livelli più bassi".



Da: Wikipedia
il suo Governo approvò, l'11 luglio 1992, un decreto legge da 30.000 miliardi di lire in cui tra le altre cose veniva deliberato (retroattivamente al 9 luglio) il prelievo forzoso del 6‰ dai conti correnti bancari per un "interesse di straordinario rilievo", in relazione a "una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica"[4]
Dopo aver perso pesantemente la battaglia contro la svalutazione della lira, nell'autunno dello stesso anno varò una manovra finanziaria "lacrime e sangue" da 93.000[5] miliardi di lire (contenente tagli di spesa e incrementi delle imposte), per frenare l'ascesa del deficit pubblico,

La vecchia nomenclatura galleggia, galleggia e si propone e ripropone in varie forme...
Poveri noi...

25 aprile 2013


Da: Il Tempo.it
26/04/2013 h. 06:02

Grillo : «Il 25 aprile ormai è morto»

La polemica La replica di Boldrini: «Venga qui a vedere gli italiani liberi» La presidente della Camera propone «l’abolizione del segreto di Stato»


«Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bildeberg il 25 aprile è morto, nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto, nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto, nell'informazione corrotta il 25 aprile è morto, nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto, nell'inciucio tra il pdl e il pdmenoelle il 25 aprile è morto». Difficile pensare che Nomadi e Francesco Guccini presterebbero la base musicale per canticchiare le ultime invettive di Beppe Grillo, anche se la metrica sembra un po’ scopiazzata nel lungo post dedicato all'anniversario della Liberazione. Grillo sul suo blog ha continuato comunque ad attaccare: «Nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto, nell'abbraccio tra Bersani e Alfano il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto, nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile è morto, nei disoccupati, nelle fabbriche che chiudono, nei tagli alla Scuola e alla Sanità il 25 aprile è morto, nei riti ruffiani e falsi che oggi si celebrano in suo nome il 25 aprile è morto, nel grande saccheggio impunito del Monte dei Paschi di Siena il 25 aprile è morto, nel debito pubblico colossale dovuto agli sprechi e ai privilegi dei politici il 25 aprile è morto». Un anniversario della Liberazione che Grillo evita di celebrare. «Restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere». Un attacco a 360 gradi che non poteva passare sotto silenzio. La prima a replicare in maniera secca è stata la presidente della Camera, Laura Boldrini. «Il 25 aprile non è una festa morta. L'Italia non può perdere la speranza, ce la deve fare. Per il 25 aprile c'è tanta Italia in piazza». Ma la presidente della Camera, parlando a Milano ha anche lanciato una proposta, abolire il segreto di Stato. «Mi unisco a chi chiede l'abrogazione completa e definitiva del segreto di Stato per i reati di strage del terrorismo, perché in un paese civile verità e giustizia non si possono né barattare né calpestare».
Ma sono state soprattutto le frasi di Beppe Grillo ad «agitare» il dibattito politico. Lucio Malan, questore al Senato ed esponente del Pdl, ha sottolineato che «le farneticazioni di Beppe Grillo sulla Festa della Liberazione dimostrano ancora una volta che a lui della libertà e della democrazia non interessa nulla. Ma tanti italiani, americani, inglesi, polacchi, australiani, neozelandesi e altri ancora, settant'anni fa hanno combattuto con coraggio e sono morti perché noi oggi fossimo liberi di scegliere, senza le imposizioni di un dittatore, come l'ex comico genovese aspira a diventare».
La definizione di becchino, dopo tutte quelle morti annunciate, a Grillo arriva dal leader di Sel Nichi Vendola. «Grillo ogni giorno annuncia la morte di qualcuno o di qualcosa. Non so se gli giova questo ruolo di becchino planetario», ha detto. «Come fa a celebrare il funerale del 25 aprile? Non c'è futuro democratico senza la culla del 25 aprile», ha concluso. E in tarda serata è arrivata anche la risposta del premier incaricato Enrico Letta: «Dite a Grillo che Dio è morto ma dopo tre giorni è risorto. Perché questo lui non l'ha detto». Il populismo di Grillo agita le masse anche nei commenti al suo blog. Cattura, attira, conquista quella parte di cittadini che non sa riconoscere nel passato le basi di una società che ha conquistato indipendenza e democrazia. Ma non a tutti coloro che hanno votato Grillo piacciono queste esternazioni.

Fabio Capolla 

Nella tragica situazione economica in cui il Paese versa non c'erano altre vie di uscita: un Governo lo dovevamo avere.
La nave lasciata senza timoniere si sarebbe infranta sugli scogli.

Per il resto Grillo ha ragione, perché quello che scrive è la verità: Guccini o meno, questa è la verità.

Dargli del becchino come fa Nicola Vendola, politico e uomo che stimo, è un'opinione. Ciascuno ha la sua.

Lucio Malan dice che farnetica: la scorciatoia per difendersi dalla verità è tacciare di pazzia chi la dice. Chi ha il coraggio di dirla in un mondo di ipocriti.

Enrico Letta cita Dio, da cattolico naturalmente, perché per lui Dio può morire e risorgere.

Sono nata cattolica ma credo che un Dio che ha creato tale immenso e complesso Universo non muore e non risorge.
La favola consolatoria la lascio a chi non sa affrontare la realtà o a chi la usa per i propri comodi.

La Boldrini è l'unica che ha avuto il coraggio di dire una cosa vera e giusta:  «Mi unisco a chi chiede l'abrogazione completa e definitiva del segreto di Stato per i reati di strage del terrorismo, perché in un paese civile verità e giustizia non si possono né barattare né calpestare».