sabato 1 settembre 2012

Una buona notizia


  • Dal sito della trasmissione di RAI 3 "Chi l'ha visto?"

    Condannati a 11 anni i pirati che uccisero un bimbo a Torino

    Torino, 12/7/2012 - Il gup di Torino Rosanna La Rosa ha condannato a 11 anni di reclusione per omicidio colposo, lesioni e omissione di soccorso un uomo di 34 anni e uno dei 2 accusati di aver investito una famiglia sulle strisce pedonali senza prestare soccorso il 3 dicembre 2011 a Torino, uccidendo un bambino di 7 anni. Per i due, arrestati ad Aosta un mese e mezzo dopo l'incidente, la condanna è più pesante di quella chiesta dal pm Gabriella Viglione, che aveva chiesto 8 anni e 4 mesi.

    Da: Quotidiano Piemontese


    Il gup di Torino Rosanna La Rosa ha condannato a 11 anni di reclusione per omicidio colposo, lesioni e omissione di soccorso Alessandro Cadeddu, e Francesco Grauso,  accusati di aver investito una famiglia sulle strisce pedonali il 3 dicembre 2011 a Torino, uccidendo un bambino di 7 anni, e di essere poi fuggiti. Per i due la condanna è più pesante di quella chiesta dal pm Gabriella Viglione, che aveva chiesto 8 anni e 4 mesi. Cadeddu e Grauso  hanno assistito alla lettura del dispositivo in aula in cui si trovava anche Simonetta Del Re, madre di Alessandro Sgrò, il bambino rimasto ucciso, e moglie di Calogero Sgrò, ancora in condizioni gravi anche se fuori pericolo di vita.
    L’incidente avvenne la sera del 3 dicembre 2011. Cadeddu e Grauso erano andati a Torino per acquistare dell’eroina. e a  bordo di una Renault Clio investirono l’intera famiglia Sgrò che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali dopo essere  uscita da un negozio dove il piccolo Alessandro aveva scelto un regalo per Natale. Il bambino morì all’istante, il padre rimase in coma molti mesi e la madre accusò una frattura  alla gamba.
    I due proseguirono a tutta velocità, acquistarono la droga e tornarono ad Aosta. Furono individuati dalla polizia municipale di Torino soltanto a metà gennaio. La vettura, che riportava ancora i danni dell’urto, fu trovata nel garage dell’abitazione di Grauso.

Napolitano e le intercettazioni


DA: IL MESSAGGERO.IT

ROMA - «In questi mesi tormentati il Quirinale è stato oggetto di attenzioni speciali e tentativi di condizionamento impropri, e brutali, ai quali sono completamente estraneo, dei quali sono un avversario deciso. La frittata non è rovesciabile». Lo afferma Silvio Berlusconi in un'intervista al Foglio anticipata sul sito del quotidiano.

«La giusta decisione di sollevare conflitto di attribuzione - afferma ancora l'ex premier - presso la Corte costituzionale non riguarda il settimanale mondadoriano, ma i comportamenti di una procura della Repubblica e i suoi portavoce a mezzo stampa, che oltre tutto per evidenti ragioni di piccola politica adesso litigano tra loro. I cittadini non sono stupidi, certe cose le capiscono al volo». E ancora: «Non gioisco per il fatto che questo metodo è arrivato, per calcoli politici precisi e direi di bassa lega, a lambire la massima istituzione dello stato. Anzi, proprio per evitare manovre torbide e destabilizzanti, italiane e internazionali, nell'interesse di un'Italia che amo e ho sempre amato, ho contribuito in modo determinante, nello scorso mese di novembre, al varo di un'operazione di emergenza imperniata sul governo del senatore Mario Monti e della sua compagine tecnica. Ritengo di essermi comportato da uomo di stato e da patriota».

Grasso: come nel '92 attacco a giudici e capo dello Stato. «È possibile che siamo in presenza di un ulteriore tentativo di destabilizzazione nel nostro Paese contro la magistratura e il capo dello Stato». Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Come nel '92 «oggi assistiamo a una ulteriore destabilizzazione fatta da menti raffinatissime contro la magistratura e contro il capo dello Stato», sottolinea Grasso. Intervenendo alla Festa del Pd, il magistrato sostiene: «Le stragi mafiose del '92 si inserivano in una strategia più ampia che tendeva a mantenere l'esistente ed a fermare la spinta al cambiamento. Oggi c'è una ulteriore destabilizzazione fatta da menti raffinatissime contro la magistratura e contro il capo dello Stato».

Messineo. «Anticipazioni di questo genere concorrono a quella logica politica di tensione, di ricerca di determinate soluzioni politiche, che c'è in questo momento». Il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, ha commentato così il servizio del settimanale Panorama sulle intercettazioni delle telefonate tra Napolitano e l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino. «Da cittadino, ragionando secondo logica - ha aggiunto - potrei dire che lo scopo di queste propalazioni è quello di far salire la temperatura. La divulgazione di questi presunti contenuti è senza dubbio un episodio inquietante».

«Da Panorama anticipazioni senza fondamento». «Da magistrato - ha proseguito Messineo intervistato a Klauscondicio - non sono in grado di spiegare le ragioni di questa pubblicazione, non so quali siano le fonti di Panorama. Io non vorrei inserirmi in questo tipo di discussione, perché anche affermare che una ricostruzione è infondata significa, in un certo senso, dare delle indicazioni. In un certo senso, comunque, si è verificato un episodio che pone un problema, e non sto parlando di verità interna o di fondatezza, anche se concordo sul fatto che non mi risulta che queste anticipazioni abbiano un fondamento».

«Distruggere le intercettazioni».
«È auspicabile che le intercettazioni irrilevanti ai fini del processo siano distrutte, il problema è soltanto il percorso per arrivare all'eliminazione», ha detto il procuratore di Palermo, Francesco Messineo. «Siamo tutti d'accordo sul fatto che devono essere distrutte, sono prive di valenza penale e interesse investigativo; che possano o meno avere una valenza politica non ci riguarda come autorità giudiziaria, come magistrati inquirenti, è un fatto accessorio che rende ancora più auspicabile che vengano distrutte», ha proseguito Messineo.

«La divergenza è solo sul modo in cui pervenire a questa distruzione. Noi sosteniamo che lo debba fare il giudice nel contesto di un'udienza, alla quale avrebbero il diritto di partecipare le parti, eventualmente interessate, mentre altrove si sostiene che, trattandosi di intercettazioni che riguardano il Presidente delle Repubblica, si debba distruggerle nel contesto di un'udienza segreta e non accessibile, prima si era detto da parte del pubblico ministero, oggi si dice da parte del Gip. Ad ogni modo, anche questa è una tesi in diritto sostenibilissima e assolutamente legittima».

«Con il Quirinale - ha proseguito il procuratore di Palermo - c'è ovviamente una divergenza di vedute sulla normativa di diritto positivo che regola attualmente la distruzione delle intercettazioni, ma si tratta di una questione giuridica, non politica. Nonostante questo non ci sottrarremo, naturalmente, a ciò che la Corte Costituzionale deciderà e riterrà nel caso in esame», ha precisato Messineo, ribadendo che «se la Corte Costituzionale dovesse dare delle indicazioni che sono nel senso della tesi sostenuta dal Quirinale, noi ovviamente vi presteremmo il massimo ossequio, perché ripeto, è un problema di carattere giuridico, nulla di più, e noi siamo dispostissimi e favorevolissimi a ricevere delle indicazioni autorevoli».

Cancellieri. Quello delle intercettazioni è «uno strumento preziosissimo», ma «non è nemmeno pensabile che si possa intercettare il capo dello Stato», interviene il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri ai microfoni di Prima di tutto, su Radio 1 Rai, definendo «inaccettabile» quanto sta accadento intorno al presidente Napolitano. «Sono fatti inaccettabili, siamo di fronte ad una istituzione davanti alla quale tutti dobbiamo portare rispetto e considerazione. Nel momento in cui un Paese perdesse certi principi che sono fondamentali per il vivere civile - ha aggiunto - credo che smarrirebbe se stesso». Riferendosi poi alla pubblicazione delle presunte intercettazioni sul settimanale Panorama, il ministro ha affermato che «sono cose che non possono essere consentite perché non si può consentire che la più alta istituzione dello Stato venga posta in questa maniera all'attenzione e venga in qualche modo offuscata la sua immagine perché è un'immagine di altissima specchiatura».

«Io credo - ha precisato - che bisogna distinguere la necessità delle intercettazioni», «uno strumento preziosissimo che ha portato a risultati veramente molto significativi in tantissime inchieste», ma «contemporaneamente non si può sopportare cose di questo genere. La pubblicazione - ha concluso - deve seguire delle regole molto serie e molto precise e poi comunque qui parliamo del Capo dello Stato che non dev'essere nemmeno intercettato, cioè, non è nemmeno pensabile che si possa intercettare il Capo dello Stato».

Severino. «Non comprendo davvero perché‚ alcuni organi di stampa proseguano con la pubblicazione di una ridda di illazioni, insinuazioni e congetture» sul presidente della Repubblica «presentandole come fatti», dice anche il ministro della Giustizia Paola Severino in una intervista al quotidiano cattolico Avvenire, aggiungendo che quanto pubblicato «non sono fatti, sono solo illazioni, camuffate da pseudo-notizie».
Venerdì 31 Agosto 2012 - 16:59

Riporto un Commento sotto l'articolo del "Messaggero.it"
le intercettazioni sono giudiziarie
e non politiche! Che razza di ragionamento è mai questo, sono giudiziarie verso il più alto politico rappresentante il paese, e pare poco. Solo in questo paese esistono immagini di alta specchiatura, Cancellieri? Il presidente della Germania lo era altrettanto e si è dimesso, quindi queste specchiature come vengono da lei chiamate, si graffiano, si offuscano anche con il tempo, e si presentano come fatti perché essi esistono e capiamo il vostro interesse a passarci un panno sopra, chi ve l'avrebbe detto che avreste di botto occupato una poltrona sì in alto, ed ora i cattivoni del popolo vi stanno tirando giù? E lei Severino, se queste sono illazioni, ve ne stiamo chiedendo la prova, altrimenti la specchiatura è compromessa per sempre, maggiormente se ne cancellate l'esistenza senza che il popolo se ne sia accertato. Il POPOLO QUELLO SOVRANO che manda la gente al governo con il suo voto e non con i sotterfugi come ci siete arrivati voi, è bene che lo capiate, intesi?
Commento inviato il 31-08-2012 alle 20:16 da thalia36
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Ho riportato un commento di tale "thalia36" per dare un saggio di come la gente, non tutta, non si fa manipolare.
Non l'ho riportato perché io sia d'accordo su tutto quanto questa persona scrive, ma sono d'accordo su alcune cose.
Diciamo subito che non sono d'accordo su "...chi ve l'avrebbe detto che avreste di botto occupato una poltrona sì in alto, ed ora i cattivoni del popolo vi stanno tirando giù?" Certo, è vero, ma quelli che le hanno occupate in precedenza negli anni non erano esattamente quello che il popolo voleva, pur avendoli votati! Lo hanno dimostrato con il loro operato fino a screditare i Partiti da cui provenivano.
Il problema non è se votati o meno, il problema è se si è degni o meno di servire la Nazione e di incarnare l'Istituzione affidatagli/le.
"Il POPOLO QUELLO SOVRANO che manda la gente al governo con il suo voto e non con i sotterfugi come ci siete arrivati voi, è bene che lo capiate, intesi?"  Ecco, il Popolo Sovrano dovrebbe esserlo, ma che mandi al governo la gente giusta su questo ho molti dubbi... Sarà per il meccanismo perverso delle elezioni, sarà per le successive scelte perverse dei Partiti, sarà perché Uomini specchiati che si accontentano solo della giusta prebenda della carica ricoperta ce ne sono pochini, fatto è che i  precedenti ministri ed i precedenti Capi di Governo non si fanno certo rimpiangere visto che di decennio in decennio hanno ridotto il nostro splendido Paese come vediamo tutti!
Sul resto di quello che scrive l'ignoto commentatore, che si nasconde dietro uno pseudonimo, dimostrando così, come molti, troppi, di non avere il coraggio di firmare quello che pensa, sono abbastanza d'accordo.
Non di intercettazioni fatte SUL TELEFONO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA si trattava, bensì su quello di NICOLA MANCINO per acclarare se, quando egli era Ministro, ci sia stata una trattativa con la Mafia.
Il Magistrato Ingroia (che fra poco sarà inviato ad altro incarico in Guatemala mi pare...) indagava correttamente su Mancino e le intercettazioni erano sensatamente autorizzate per questo. Se poi Mancino chiama il Presidente della Repubblica per lamentarsi con lui "dei magistrati di Palermo" è un falso di altissima ipocrisia dire che si stava intercettando la più alta Istituzione dello Stato e che questo è inammissibile ed allora le intercettazioni... "si debba distruggerle nel contesto di un'udienza segreta e non accessibile".
Questo è realmente inaccettabile. Tuttalpiù: ..."sosteniamo che lo debba fare il giudice nel contesto di un'udienza, alla quale avrebbero il diritto di partecipare le parti, eventualmente interessate,".
Non è ammissibile nulla di contrario a questo perché la VERITA', in una democrazia VERA, non deve fare paura a nessuno, se si vuole parlare di un'immagine di altissima specchiatura! Altrimenti ha ragione "thalia36": ...."queste specchiature come vengono da lei chiamate, si graffiano, si offuscano...".
Non dimentichiamo che un Presidente della Repubblica, tale Leone, fu costretto a dimettersi per fatti gravissimi, dunque non basta incarnare  "una istituzione davanti alla quale tutti dobbiamo portare rispetto e considerazione".
Dunque ha ragione il Procuratore Capo di Palermo nel dire che "...affermare che una ricostruzione è infondata significa, in un certo senso, dare delle indicazioni..." E allora cito di nuovo  "thalia36": E lei Severino, se queste sono illazioni, ve ne stiamo chiedendo la prova, altrimenti la specchiatura è compromessa per sempre, maggiormente se ne cancellate l'esistenza senza che il popolo se ne sia accertato.
Non riporto questa immagine per il Partito che prese l'iniziativa della commemorazione, ma per la citazione riportata a destra della foto, pensiero di un Presidente senza ombre.