lunedì 27 maggio 2013

Fiorito solo poco più di 3 anni! In appello, vedrete, diminuiranno...

PECULATO - art. 314 Codice Penale
1. Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del
suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di danaro o di altra cosa
mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da tre a dieci anni.
2. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito
al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l'uso momentaneo, è
stata immediatamente restituita.
La norma punisce i comportamenti disonesti di dipendenti pubblici che usano per fini
personali beni appartenenti alla Pubblica Amministrazione (P.A.) o appartenenti a privati
ma destinati ad essere utilizzati per porre in essere un servizio pubblico.
● A tutela di chi?
Ciò che il legislatore ha voluto tutelare introducendo questo reato, perciò, è
innanzitutto il valore della legalità, del buon andamento e dell’imparzialità
della P.A., che discende dall’art. 97 della Costituzione.
E’ evidente infatti che, se tali comportamenti non fossero puniti, la P.A. - e dunque,
ognuno di noi in quanto cittadino e contribuente - sosterrebbe delle spese per
procurare un vantaggio non ai cittadini nella loro generalità o allo Stato nell’interesse
del quale essa agisce, bensì ad un singolo (il dipendente pubblico) e senza che tale
beneficio sia basato su una previsione di legge (quindi decisa dal Parlamento, organo
rappresentativo dei cittadini).
In secondo luogo, la norma tutela il patrimonio (ovvero l’insieme dei beni)
affidati alla P.A.
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Da: L'Espresso

Tre anni a Fiorito: 'Rileggo Proust'

di Martino Villosio
Il Batman pensiero: che in carcere ha rinfrescato i classici della letteratura, ha imparato ad apprezzare Grillo e ora ammette lo sbaglio di aver 'abbandonato la contestazione per l'istituzione'. Intervista all'ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale del Lazio, condannato a tre anni e quattro mesi:

Vi risparmio "l'intervista": il copione si ripete e il messaggio che il Paese ne riceve è devastante.
Pochi conservano comunque e soffrendo la propria integrità, rispondendo ormai solo alla propria coscienza, all'immagine interna che hanno di sé.
Tutti dicono che si deve rubare molto e la si farà franca.
La vergogna fra poco sparirà come vocabolo dai dizionari, come è andato in disuso il vocabolo GALANTUOMO, parola che sentivo spesso sulla bocca di mio padre. Erano gli anni dal 1950 al 1970... poi è iniziato un inarrestabile declino.
Guai a non dare il buon esempio! Più si ricoprono posti di responsabilità più si è chiamati a darlo: altrimenti sarà una valanga senza freni e la società scivolerà sempre più in basso.

In questi anni i politici per primi hanno dato pessimo esempio riducendo la Politica ad esercizio esecrabile di arricchimento personale con tutti i mezzi: anche quelli legislativi, varando leggi che consentono loro non solo di avere facilitazioni e prebende al di fuori della equivalente realtà europea, ma anche di avere enormi disponibilità di denaro pubblico per le "loro attività politiche" che, insieme ai "rimborsi elettorali", varati calpestando il risultato di un referendum, saccheggiano grandemente le casse dello Stato.

Il cittadino, per contro, si è visto succhiare il sangue da una tassazione spietata senza ritorno di servizi.

Basta vedere i treni dove la gente è costretta a salire per andare ogni giorno al lavoro (quando ce l'ha) in posti lontani da dove abita: carri bestiame che spesso saltano l'orario lasciando la gente nello smarrimento.

Dopo i politici metterei subito la classe spesso antagonista: i magistrati.
Spesso, troppo spesso, danno un pessimo esempio dando pene risibili a chi ha fatto tanto del male, sia al pubblico denaro che a privati con violenza...
L'aspettativa di giustizia di chi si comporta bene ne rimane ferita.
Questo già basta per capire l'enorme danno sulla Società.
Chi continuerà a comportarsi bene? Solo chi lo fa per sé stesso, come ho scritto all'inizio di questo post.
Non c'è nessuna speranza di venire ben governati, per questo si cominciano a disertare le urne...
Non c'è speranza di giustizia né fiducia nella magistratura: per questo il Referendum sulla responsabilità civile dei giudici aveva dato quel risultato, anch'esso disatteso da una leggina ridicola in cui chi paga per l'errore del magistrato è sempre lo Stato con le sue casse... quindi sempre noi contribuenti.

Cronache di Pazzie Quotidiane - Solo un'informazione...

Solo un'informazione...


Nella ridente cittadina di mare il Sindaco aveva realizzato una perfetta raccolta differenziata dei rifiuti.
Marina e suo marito avevano preso i cestini colorati, i sacchetti colorati, l'ordinanza esplicativa ed il calendario dei ritiri.
Tutto funzionava alla perfezione con grande soddisfazione della coppia molto civile e, soprattutto lei, ecologista!
Nella ridente cittadina di mare c'erano lungo il litorale vari Consorzi: agglomerati di case vacanze e non, organizzati con un Consiglio Direttivo ed un Presidente che si preoccupavano di far funzionare l'interno di tali Consorzi.
Quando la Presidente del Consorzio, dove abitavano Marina e suo marito, comunicò che gli sfalci dei giardini potevano anche essere portati nello slargo del Consorzio adiacente al loro, perché così aveva comunicato il Sindaco, si meravigliarono un poco, ma trovarono comoda quella possibilità in quanto funzionava solo il sabato quando di solito falciavano il loro giardinetto.
Ma non poterono mai usufruire di quel punto raccolta perché, quando si decisero a farlo, il cassone del sabato non c'era più. Era stato dismesso ed al suo posto, nonostante i cartelli informativi, c'erano sparuti sacchi lasciati da gente che, arrivata fin lì, li aveva  mollati ugualmente per non riportarseli indietro. 
"I soliti incivili!" Aveva commentato disgustata Marina.
Fino ad allora avevano usato l'altro sistema: chiamare la Ditta Appaltatrice che ritirava gli sfalci fissando una data in cui gli addetti sarebbero passati per tale necessità. 
La Presidente del loro Consorzio non comunicò una sostituzione del centro di raccolta settimanale, né ebbero la possibilità di saperlo dal numero verde della Ditta Appaltatrice, né dal Comune, andando alla casa al mare solo di sabato...
E' vero, avrebbero potuto telefonare durante la settimana per avere questa informazione... Ma si sa, durante la settimana si è altrove e si pensa ad altre cose...
Così quel sabato, dopo aver tentato di nuovo con il numero verde, lei disse: "Possiamo chiedere a qualcuno del Consorzio "Capolecce", forse loro sanno qualcosa visto che il centro di raccolta era proprio lì."
Nello slargo c'erano potature di una palma gettate lì dai soliti incivili e un paio di sacchi di incorreggibili che si ostinavano a lasciarveli anche senza la presenza del cassone di raccolta.
Marina lesse i nuovi cartelli: uno comunicava un numero verde per il ritiro di rifiuti ingombranti, l'altro era del Presidente del Consorzio "Capolecce" che pregava di non lasciare lì i rifiuti di erba e che il nuovo sistema di raccolta era esposto sulla loro bacheca.
"Andiamo a leggere la loro bacheca." Propose Marina al marito. "Visto che la nostra Presidente, nella nostra, non ha messo nessun avviso su questo argomento!" Aggiunse polemica.
Si avviarono, ma la bacheca, che avrebbe dovuto stare all'inizio delle strade consortili, non c'era. Percorsero allora un tratto del viale d'ingresso dopo aver superato un'insegna che comunicava la presenza all'interno di una Pizzeria/Trattoria/Bar... Ad un tratto suo marito disse:"Ci sono delle persone, - indicando a destra un gruppetto fuori da un cancello - chiediamo a loro."
"Chiedo io." Fece Marina. E aspettò che lui si fermasse con l'auto per scendere. Ma lui, visti due signori molto distinti alla sua sinistra, abbassò il finestrino e chiese ad uno di loro: "Scusi, il centro di raccolta per gli sfalci non c'è più. Sa dove l'hanno spostato?"
L'uomo distinto si chinò verso il finestrino e rispose: "Non dovete portare i rifiuti qui! Voi qui non ci dovete entrare!"
Il marito di Marina provò a spiegare meglio, capendo che colui era caduto in un equivoco: "No, ma non vogliamo portare qui i rifiuti... chiedevo un'informazione su..." Ma quello non lo fece spiegare e continuò nella sua idea dandogli sulla voce: "Qui non ci dovete venire. Qui non ci dovete entrare..." Sbraitava. Mentre l'altro signore accanto a lui taceva guardandolo sbraitare con l'aria di chi non solidarizza, anche se pure lui abitava in quel luogo. Il marito di Marina tentò un altro paio di volte di spiegare quello che voleva chiedere, ma quello sembrava sordo e ripeteva le stesse frasi come un disco. A questo punto, dato che il marito di Marina era un poco fumantino, smise di tentare di spiegarsi e si arrabbiò: "Lei è un maleducato, un incivile, ma che modo è..." E fece per muovere l'auto ed andar via. Ma Marina, che si riteneva una grande comunicatrice, aprì lo sportello, scese e si rivolse all'uomo: "Guardi che mio marito non si è fatto capire bene... noi donne comunichiamo meglio.. lui chiedeva soltanto dove..." Ma quello sempre come un disco un po' veemente la interruppe ripetendo: "E' da un anno che qui non si fa più la raccolta, qui non ci dovete venire, qui non potete entrare..." L'altro signore taceva imbarazzato e lo guardava tenendo le braccia conserte.
"Ma sì, lo sappiamo... - provò a spiegarsi la donna - infatti chiedevamo un'informazione..."
Ma quello sembrava non udire, interrompeva di nuovo ripetendo come se parlasse da solo: "Dovete andare a prendere i sacchetti, i cestini alla Ditta..." 
"Ma lo so non è questo..."
"La Ditta, dovete andare alla Ditta, qui non ci dovete entrare!"
"Ma andiamo via! - Disse il marito fra il corrucciato e lo scandalizzato richiamando sua moglie. - Ma lascia perdere, ma lascia stare questo maleducato!"
Ma l'ostinata comunicatrice rispondeva all'ossesso: "Abbiamo chiamato la Ditta, ma non risponde, e nemmeno il Comune."
E quello in continuità, senza pause: "Eh! Certo se venite di sabato, se venite solo il sabato e la domenica! Dovete venire durante la settimana! Se venite solo il sabato e la domenica!"
A Marina cominciava a venire da ridere. Aveva una reazione opposta a quella di suo marito perché quell'uomo ascoltava solo se stesso e ripeteva quello che aveva appena detto in modo ossessivo. "Ma lei non ascolta! - Gli disse Marina. - Lei non comunica!" Ma quello ripeteva le cose che aveva appena dette, le stesse frasi, interrompendo e non ascoltando. Intanto sentendo quello che, ahimé per lei, doveva essere suo marito, o comunque persona con lei convivente, sbraitare, una donna anziana con lunghi capelli biondi si era affacciata al cancello di fronte e rispose lei alle tronche spiegazioni e domande di Marina, avendo, almeno lei, capito benissimo la richiesta di informazioni anche se sentita a distanza, e rispose: "Si lasciano fuori dal cancello il giorno del ritiro dell'umido."
"Ah! Ecco, questo volevamo sapere, questa è l'informazione."
"Passano loro. Ritirano a domicilio."
"Senza avvisare?" Marina  approfittò della normalità della donna togliendosi ogni dubbio sulla nuova procedura.
E quella tranquilla ripeté: "Senza avvisare come si faceva prima. Si lasciano fuori lo stesso giorno dell'umido."
"Grazie, - fece Marina risalendo in macchina - è quello che volevamo sapere." 
Per tutto il tempo di quel breve scambio di frasi fra le due donne il compulsivo aveva continuato ossessivamente a ripetere le stesse frasi, l'altro signore sempre in distaccato silenzio guardandolo imbarazzato, e il marito di Marina sempre scocciatissimo che le diceva "Lascia andare... andiamo via.. dai andiamo!"
"Sei rimasta a parlare con quel villano!" La rimproverò.
"Ma che villano, - disse lei ridendo - quello era matto! Ma una persona normale come fa a dire "Qui non ci dovete entrare"?! C'è addirittura un bar... una pizzeria.. se i gestori lo sentono gli menano!"
"Non era matto, era un cafone!" Continuava ad arrabbiarsi il marito.
"Ma no! Ti dico che era un matto! Ma come fa a dire alla gente che "non debbono venire solo il sabato e la domenica"?! Ma la gente viene quando gli pare!"
"Comunque era un cafone e tu non dovevi parlarci!" Continuò lui corrucciato.
Lei rideva: "Ma uno così, che non ti fa parlare, che non comunica e getta fuori frasi a getto continuo in modo ossessivo, ripetendo e ripetendo, non ascolta, emette e non riceve... Come faccio ad arrabbiarmi, ad offendermi... è un poveretto e a me fa ridere! Hai visto la moglie? E' uscita sul cancello perché lo aveva sentito... povera lei... lo conosce... e in due parole ci ha dato l'informazione che ci serviva, mentre lui continuava ad abbaiare le sue frasi ossessive."