venerdì 21 febbraio 2014

Ascoltate e pensate


Carolina Kostner

Un angelo che scivola sul ghiaccio al suono della musica con movenze di grande grazia e bellezza, frutto però di un duro e lungo esercizio e di una volontà inflessibile con sé stessa.
Una farfalla leggera che sfida la gravità apparendo quasi eterea ed essendo invece molto terrena e per questo ancora più degna di grande ammirazione per il risultato di perfezione che riesce a trasmettere.
Meravigliosa...
...anche quando non pattina mantiene la sua grazia
in una volontà di ferro che si impone una grande disciplina
Ed eccola con il suo fragile amore che sposerà presto:
Auguri Carolina: meritavi l'ORO Olimpico
ma tu non sei russa...

Credit crunch

Ho già scritto sull'assurda abitudine, imposta soprattutto dal giornalismo televisivo e cartaceo, di usare termini inglesi per tutto, anche quando la stessa cosa si può dire con parole italiane comprensibili a tutti.
Dicono che però è necessario che gli italiani conoscano le lingue. Va bene, ma non è infarcendo le informazioni giornalistiche di termini inglesi sia per l'economia, sia per la scienza, sia per qualsiasi sciocchezza, che la gente imparerà l'inglese. I giovani, freschi di studio, lo sanno più degli adulti e degli anziani, ma non necessariamente debbono sapere e capire termini specifici e specialistici. Dunque questo modo di esprimersi di chi fa informazione è sciocco ed anche snobbistico.
Fare informazione vuol dire arrivare a tutti, far capire a tutti, altrimenti che informazione è?
Personalmente sono fra gli anziani che l'inglese lo hanno studiato per cinque anni, che lo hanno rinfrescato con corsi nel luogo di lavoro e viaggiando: sono dunque una privilegiata rispetto alla media della gente della mia età, ma a volte anche della gente più giovane di me. Eppure questo giornalistico italico sistema mi irrita, perché lo ritengo una mancanza di considerazione per tutti coloro che non conoscono l'inglese, ma hanno diritto di capire lo stesso quello che la televisione e la radio di Stato dicono. Altrimenti dichiarassero che parlano per pochi eletti e arrivederci e grazie!
Prendo l'esempio che ho messo nel titolo del post. Sapete cosa vuol dire? STRETTA DEL CREDITO, da parte delle banche ovviamente! Ebbene, visto che si può dire in due parole italiane comprensibili a tutti, perché dirlo con due parole inglesi che non capisce nessuno, nemmeno chi l'inglese lo sa? 
E' stupido, anche perché un professore di Economia Aziendale della Luiss, ospite oggi nella trasmissione RAI Uno Mattina condotta da un giornalista bravo e gradevole come Duilio Giammaria, ha ammesso sorridendo che in effetti Credit Crunch si potrebbe dire benissimo Stretta del Credito. Inoltre è cosa spiegabile con parole semplici: le banche non danno soldi alle imprese ed alle famiglie perché non possono più permettersi i mancati rientri e le inevitabili sofferenze.
In passato si è anche abusato del credito: per quel che si apprende dai vari scandali che arrivano sulle cronache, ma anche per antiche informazioni personali avute da chi lavorava presso una grande banca, poi fusa con altre in un gruppo, proprio all'ufficio fidi. Si spingevano i funzionari a dare crediti anche a chi non dava sufficienti garanzie, qualora a raccomandarlo fosse un politico di spicco. Un mio amico, che rigidamente si oppose su una pratica che gli avevano affidato e mise il veto al credito applicando le regole buone per tutti, fu trasferito dalla sede centrale ad una sede periferica.
La politica ha avvelenato l'economia in modo capillare e non solo sui grandi palcoscenici.
Oggi siamo ridotti così anche per questo. Un fenomeno isolato non incide, un fenomeno micro diffuso incide sul macro.