martedì 22 gennaio 2013

IdV Liguria ieri ed oggi

IERI - Un iscritto che ci credeva scriveva ad Antonio Di Pietro quello che vedeva e "l'uomo pieno di valori" non rispondeva:

Da: Savona News

 domenica 25 settembre 2011



Liguria: IDV a pezzi. Tonino, guarda giù, che ad andarsene qui sono i migliori






Italia dei Valori: Cosimo Melacca sbatte la porta talmente forte che se a Roma non capiscono e/o non sentono si organizza una colletta per una visita dall'otorino

Cosimo Melacca - Sotto la sua lettera ad Antonio Di Pietro

Dopo mesi di vana attesa di una tua risposta, nauseato e mortificato dalla mia squallida esperienza vissuta in IDV ligure, deluso dal tuo silenzio assenso e della tua totale indifferenza, allibito dalla mancanza di educazione di non aver mai ricevuto una risposta alle tante lettere scritte a te e ai tanti dirigenti del tuo partito, fatte di denunce che manifestavano l’anomala e alquanto discutibile conduzione del partito in Liguria da parte (dell’onorevole) Paladini che tratta e gestisce il partito più come un bene proprio che come una FORMAZIONE POLITICA, facendosi il padrone assoluto in modo verticistico e non democratico senza condivisione della base, coadiuvato da personaggi di poca stima politica da parte mia, come il Consigliere Regionale Quaini, insieme al quale hanno aperto le porte e le poltrone di IDV NON AI VOTANTI, ma a tanti MILITANTI ATTIVI della DESTRA di STORACE e ad amici vari senza coerenza politica o ad altri che magari fino a ieri erano solo immobiliaristi SENZA STORIA POLITICA o sindacale.
Critiche mosse, com’è ovvio e tengo a precisare, non a titolo personale bensì a livello POLITICO.
Con la presente, fatta questa premessa e pentito di avere con i miei voti, ma soprattutto con la mia reputazione, favorito in passato la crescita di IDV Liguria, SPINTO DAL SENSO DEL DOVERE PUBBLICO,
io sottoscritto COSIMO MELACCA,
che ricopro in modo totalmente gratuito le cariche Consigliere Comunale di Rialto, presidente regionale di Agriturist, vice presidente Regionale di ConfAgricolura, e vice presidente Nazionale di Agriturist
CHIEDO IN MODO CATEGORICO
DI ESSERE CANCELLATO DALLE LISTE E DAGLI ELENCHI DEGLI AMMINISTRATORI IDV, OLTRE CHE DA QUALSIASI MIA ASSOCIAZIONE AD ESSO.
DESIDERO
che questa mia dissociazione sia resa pubblica attraverso gli organi di informazione, considerato anche il mio ruolo sindacale e politico ci tengo che la gente sappia la presa di distanza dal partito IDV, ma soprattutto dai suoi amministratori regionali CON CUI IN NESSUN MODO VOGLIO ESSERE ACCUMUNATO.

Con il più totale senso di nausea per la mia prima e unica esperienza vissuta all’interno di un partito e speranzoso che, come è già successo per le amministrative su Savona (perdita di consensi vertiginosa), ciò che stai seminando attraverso LA GESTIONE POLITICA del signor Paladini tu possa un giorno, raccogliendo perdite su perdite, aprire gli occhi e capire i TANTI URLI DI DISPERAZIONE E COMPRENDERE IL MALE CHE HAI FATTO CON LA TUA INDIFFERENZA A TANTI CHE, COME ME, FIN DAI TEMPI DI MANI PULITE HANNO CREDUTO PROFONDAMENTE IN TE.

È proprio vero ciò che pensa e dice la gente a proposito di chi siede sulle poltrone del potere politico con gli stipendi da capogiro e tutti i privilegi di cui un parlamentare usufruisce: entra inevitabilmente a far parte della CASTA e si allontana troppo dai problemi della quotidianità del popolo che lavora, ed è costretta lavorando ad aspettare la pensione fino a 65 anni, a differenza dei politici che ci vanno molto prima.
AUGURI
Cosimo Melacca



MMMMMMMMMMMMMMMMMMM

OGGI

Da: Il Giornale.it

Liguria, spese pazze dell'Idv Intimo e cibo per gatti con i soldi della Regione

Biancheria intima, cravatte, regali di Natale, cene, viaggi. Indagati quattro consiglieri: Maruska Piredda (Idv), mentre Nicolò Scialfa e Marylin Fusco (Dl) e Stefano Quaini (Sel)

Albano forte, Romina fragile

Da:Quotidiano.net

Al Bano, il leone, firma la resa
«Ylenia è morta vent’anni fa»

Marco Mangiarotti
MILANO
DICHIARAZIONE di morte presunta di Ylenia Carrisi, scomparsa a New Orleans, Usa, il 31 dicembre 1994. La voce di Al Bano si incrina. «Non avrei mai voluto farlo, ho aspettato dieci anni oltre i termini di legge. E siamo a venti. Mi hanno convinto per mettere le carte in regola». Al Bano lo ha chiesto al Tribunale di Brindisi, con l’avvocato Sandro Caforio, e l’ufficio giudiziario ne ha ordinato la pubblicazione su alcuni giornali perché chiunque abbia delle informazioni sulla scomparsa di Ylenia ne dia notizia. Entro sei mesi.
Perché si è deciso a presentare istanza al tribunale?
«È un atto dovuto, dopo dieci anni dalla scomparsa. Non avrei mai voluto farlo, perché un lumicino di speranza un padre lo deve avere. Mi hanno convinto per ragioni tecniche: ho 70 anni, se dovrò morire lascerò le carte a posto ai miei figli».
Quando si è arreso?
«Non mi sono mai arreso. So come è andata non per cose raccontate, sono stato in prima linea al fianco della polizia americana e speranze concrete non ne ho avute più».
Quando ne ha avuto la certezza?
«Dopo un mese di ricerche, notte e giorno, al fianco del capo della Polizia di New Orleans. Abbiamo setacciato tutta la città e i dintorni. Alla fine ho capito tutto».
Quale è la verità?
«Quella del guardiano del molo...». (si interrompe)
Che ha dichiarato di aver visto una giovane donna buttarsi nel fiume?
«Sì».
Come ha fatto a vivere questi ultimi venti anni con questo macigno nel cuore?
«Lascia un’ultima speranza a un padre. Da essere umano. Ma la verità la sapevo».
La scomparsa di Ylenia l’ha anche allontanato da Romina. Avete presentato istanza insieme?
«Non ne ho parlato con Romina. Mi sono informato e mi hanno detto che, da divorziati, la poteva presentare anche un solo genitore. (pausa) Dove ha letto la notizia? In tv? Io oggi non ho visto niente...».
Questo passaggio pubblico rinnova il dolore.
«Mi hanno dato fastidio le solite insinuazioni cretine, inutili e acide. La gente vuole sempre mettere il dito nella piaga, nuove pagine di martirio. Non capisco tutto questo clamore mediatico. Questo è un Paese che non ti permette neanche di tenere il dolore per te stesso. Questo è uno Stato che non ti concede neanche quello che ti è dovuto. Lo trovo assurdo. Ingiusto».
Non avevi altra scelta?
«È un prezzo che devono pagare tutti in questi casi. Un padre non vorrebbe fare mai una cosa simile. Ho aspettato venti anni per questo pezzo di carta assurdo. Mi hanno fatto capire i problemi legali a cui saremmo andati incontro, in un momento di lucidità ho detto: facciamolo e buonanotte!».
Hai spento l’ultima fiammella?
«Subito ho capito. Ma il mio cuore mi diceva che invece non l’avrei accettato fino in fondo. Mai».
Prima di salutare («Ci vediamo a Sanremo»), ripete: «Morte presunta. Ricordatelo! Se mia figlia si ripresenta quella dichiarazione è carta straccia».
Ylenia Carrisi avrebbe oggi 43 anni. Nell’avviso del Tribunale è indicata la data di nascita, la data e il luogo della scomparsa e l’ultima residenza, in contrada Bosco a Cellino: «Con invito a chiunque abbia notizie a farle pervenire al Tribunale entro sei mesi dall’ultima pubblicazione». Al Bano ne avrebbe fatto volentieri a meno. Il diario di quel terribile mese nei bassifondi New Orleans vale più di qualsiasi testimonianza postuma. «L’ho capito subito». È un singhiozzo, un urlo silenzioso. Un ruggito lontano che raggela.

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La disgrazia, il dolore, può toccare ciascuno di noi e cambiarci la vita, rovinandocela, cambiandola sempre in peggio. Ma c'è chi, pur soffrendo tanto, sa affrontare la realtà e chi non ce la fa e la sfugge... Quindi si ammala. Dal punto di vista psichiatrico la malattia mentale altro non è che un distacco dalla realtà, in diverse forme... a cui i medici danno nomi diversi cercando di raggrupparle nosograficamente per poterle meglio capire e studiare.
Chi è forte, dunque, non è che soffre di meno di chi se ne parte con il cervello: soffre totalmente ma affronta la realtà. E questo è Albano Carrisi. Questione di carattere ma anche di origini contadine forse. Valori legati a persone semplici, abituate ad affrontare le difficoltà giorno dopo giorno, senza farsi tante domande, sapendo che "si deve fare e basta".
Romina, tanti anni fa, lo disse: "Albano è il mio passo sicuro."
I genitori di Romina Power
Aveva buoni sentimenti e valori dentro di sé Romina, altrimenti non avrebbe potuto amare Albano. Sua madre, Linda Christian,  aveva altri valori. 
Dopo il gesto assurdo di Ylenia Romina non ce l'ha fatta. Ha cercato un capro espiatorio: Albano, la sua severità di padre... 
Lui è stato grande: l'amava molto e ha aspettato che si riprendesse, anche per il bene degli altri figli. Poi sono iniziate le accuse.. e allora anche una persona riservata nei suoi affetti arriva a parlare e tutti hanno appreso che la ragazza usava droga da tempo e che Romina non le aveva dato un buon esempio fumando marijuana, cosa a cui lui era contrarissimo.. Ma cosa doveva fare? L'estrazione di Romina era così diversa da quella sua. Diverse le figure genitoriali, l'ambiente. Era già un miracolo d'amore che lei avesse accettato di fare base a Cellino San Marco...
In realtà tua madre può anche fumare marijuana, ma tu puoi scegliere di non accostarti mai alle droghe, per reazione, per essere diversa. Se questa ragazza così bella e così fortunata, con due genitori che si amavano, con due nonni che l'adoravano, ha scelto di drogarsi con ben altro che lo spinello... forse aveva un disagio mentale tutto suo, in cui la sua famiglia non aveva alcuna responsabilità.
Li ha distrutti. Ha diviso i suoi genitori, dato un dolore immenso ai suoi buoni nonni ed ai suoi fratelli.
Albano prova dolore a chiedere la morte presunta di Ylenia, ma deve farlo per necessità: come dice lui, da bravo uomo che viene dalla terra, "Per lasciare le cose a posto per i figli."