venerdì 29 agosto 2014

ALCOA: una storia di masochismo tipicamente italiano

Da: Il Fatto Quotidiano

Alcoa, multinazionale americana: “Chiuso definitivamente impianto di Portovesme”

Lo stabilimento del Sulcis per la lavorazione dell'alluminio era fermo dal novembre 2012. "Le ragioni di fondo che non lo rendevano competitivo non sono cambiate". Cgil: "L'importante è mantenere in efficienza gli impianti e trovare un compratore". Solo a luglio i sindacati avevano avuto conferma che la multinazionale svizzera Glencore era interessata all'acquisizione


L’impianto di Portovesme, fermo dal novembre 2012, chiude definitivamente. La conferma arriva dalla multinazionale dell’alluminio americana Alcoa. “Le ragioni di fondo che rendevano Portovesme non competitivo sfortunatamente non sono cambiate”, scrive in una nota Bob Wilt, presidente di Alcoa Primary Products. “La chiusura ridurrà la capacità produttiva complessiva di Alcoa di 150.000 tonnellate a 3,6 milioni tonnellate annue. L’interruzione della produzione era stata decisa nel 2012 per gli elevati costi di produzione, tra i più alti negli smelter di Alcoa, e le limitate prospettive di competitività dell’impianto”. Nel gennaio scorso il ministero del Lavoro aveva prolungato di un altro anno la cassa integrazione per i lavoratori dello stabilimento dove si lavorava l’acciaio primario. E solo a fine luglio, dopo una riunione al ministero dello Sviluppo, i sindacati avevano confermato che il colosso svizzero delle materie prime Glencore era interessato ad acquisirlo.
Nella nota il gruppo assicura: “Continueremo a rispettare gli impegni assunti con i nostri dipendenti e con gli stakeholder agendo in buona fede come abbiamo sempre fatto”. L’azienda, “come da impegni presi con governo e sindacati”, ha predisposto per i dipendenti “un programma di sostegno finanziario e sociale comprensivo di servizi per l’outplacement e la ricerca di una nuova occupazione. La chiusura di Portovesme – sottolinea il gruppo – è coerente con la strategia di Alcoa di creare un business nelle commodity competitivo a livello globale e con l’obiettivo di migliorare il proprio posizionamento sulla curva del costo mondiale di produzione dell’alluminio”. La nota dell’azienda americana spiega infine che “gli oneri complessivi per le ristrutturazioni, che saranno registrati nel terzo trimestre 2014 a seguito della chiusura, si attesteranno tra 170 e 180 milioni di dollari al netto delle imposte, o tra circa 0,14 e 0,15 dollari per azione, di cui circa il 60% non-cash”. 
La Cgil replica definendo l’annuncio “un disco rotto“, perché “l’azienda va avanti con queste dichiarazioni da ormai 3 anni”. Il segretario della Cgil Sardegna, Michele Carrus, sottolinea parlando all’Adnkronos che “quello che importa è che l’azienda confermi l’impegno a mantenere in efficienza gli impianti e facilitare la cessione ad altri operatori che possano rilevare e mantenere in funzione” la struttura. E chiede quindi un “impegno, alla regione e al governo, per trovare un acquirente interessato allo stabilimento”. In caso contrario, visto che la fabbrica di Portovesme produce alluminio primario “saremo costretti a importare non solo il prodotto finale, ma anche quello intermedio”, utilizzato da “tanta parte delle nostre attività manifatturiere”. “Noi non ci rassegniamo, per Alcoa sarà difficile portare via gli impianti, non lo permetteremo”, annuncia un altro sindacalista della confederazione di Susanna Camusso, Roberto Puddu, segretario della provincia del Sulcis e di Iglesias. Per questo dall’inizio di agosto c’è un presidio a fianco del cancello dell’impianto di Portovesme. A metà settembre Alcoa, per chiudere l’impianto a fine anno, dovrà avviare la procedura di mobilità. Prima di allora, chiede Puddu, “Renzi e Delrio devono battere un bel colpo, perché dal Mise (ministero dello Sviluppo economico, ndr) non vediamo l’autorevolezza necessaria”. “Serve il peso della presidenza del Consiglio, prima chiamino la Glencore, poi l’Alcoa”. La vicenda coinvolge 450 addetti diretti più 350 degli appalti, ma in tutto le ricadute coinvolgono 3mila buste paga.
Francesco Pigliaru, presidente della Regione Sardegna, ha detto che l’annuncio “non ha alcuna conseguenza sulle trattative per la cessione dello stabilimento”. commenta la comunicazione della multinazionale statunitense Alcoa che adegua il proprio bilancio alla decisione, già resa pubblica nei mesi scorsi, di chiudere gli impianti di Portovesme. ”La stessa Alcoa, in una nota pubblicata sul sito Internet, sottolinea che saranno mantenuti tutti gli impegni presi con il governo, con la Regione Sardegna e i sindacati, e che la comunicazione relativa alla chiusura dello stabilimento era indispensabile ai fini contabili”.

Per produrre Alluminio serve Energia e l'Energia nel nostro Paese, a causa della scelta di non costruire Centrali Nucleari in assoluto, comporta costi così alti che il prodotto non è competitivo sul mercato.
Un peccato perdere la produzione dell'Alluminio in Italia.
La Dirigenza  della Alcoa aveva chiesto al Governo italiano uno sconto sul costo dell'Energia prodotta dall'ENEL: non gli è stato accordato. Preferiscono lasciare la gente senza lavoro e pagare la cassa integrazione. Gli analisti economici potrebbero fare due conti e vedere quanto ci costava accordare lo sconto e quanto ci costa la disoccupazione, la cassa integrazione e la perdita della produzione di Alluminio: un'industria strategicamente importante. Miopia economica? Chiediamo ad un esperto come funziona la produzione di Al:
D: Come mai produrre Alluminio comporta alti costi di Energia?
R: Perché l'alluminio si ottiene dall'elettrolisi del sale di allumina (Al2O3) fuso. Sia il riscaldamento fino a fusione del sale, sia la successiva elettrolisi richiedono elevatissime quantità di energia elettrica.
D: Cosa pensa della scelta di non produrre Energia mediante le centrali nucleari?
R: La risposta sta nel fatto che la maggioranza dei Paesi industrializzati ha scelto di averle. Riguardo poi ai pericoli instrinseci per una centrale nucleare va detto che moderne soluzioni azzerano quasi completamente eventi come quelli verificatesi a Chernobyl e a Fukushima. Un esempio può essere la piramide di materiale ceramico con il nocciolo fissile posizionato sul vertice che, per qualsiasi malfunzionamento, allontana in modo del tutto automatico e passivo le parti del nocciolo stesso spegnendolo automaticamente, senza bisogno di alcun sistema di controllo attivo.

D: Cosa comporta per l'Italia la perdita della produzione di un materiale strategico?
R: L'alluminio, dopo il ferro, è il materiale più usato nell'industria di una nazione moderna. Ad esempio l'industria aeronautica.

giovedì 28 agosto 2014

Renzi: la forza delle idee

Questo giovane uomo, intriso di valori cattolici, della sinistra cattolica, è l'ultima speranza per questa Italia depredata dai partiti, compreso il suo.
Avrei voluto che il mio ultimo voto politico, dato al Movimento 5 stelle nella sua interezza, avesse dato frutti collaborando con lui. Così non è e, soprattutto sulla Giustizia, Renzi ha dovuto scendere a patti con quei circa 10 milioni di italiani che hanno votato Berlusconi.
MATTEO RENZI CON MOGLIE E FIGLI

Chi critica ferocemente l'agire di Matteo Renzi non tiene conto di questa pragmatica realtà: il PdL era in calo finché Silvio Berlusconi non è "ridisceso in campo". I critici non ricordano o fingono di non ricordare che Berlusconi, dopo aver ceduto la campanella all'algido ed estremamente deludente "salvatore della patria" Mario Monti, aveva manifestato la volontà di cedere il passo ad altri nel suo partito, si era parlato addirittura di primarie... la Meloni ci aveva sperato.. Poi ci ha ripensato ed i sondaggi, in calo per quello schieramento politico, sono risaliti fino a portare al risultato già citato. Si sono staccati dei pezzi del partito, hanno adottato altre sigle, ma lo zoccolo duro è rimasto attaccato a Berlusconi.
Dunque è inutile nascondere la testa sotto la sabbia: ci sono circa 10 milioni di italiani che approvano lo stile di vita di Berlusconi e Matteo Renzi, da politico vero, ha dovuto tenere conto di questo se voleva FARE qualcosa in questo Paese dove si parla e basta.
Non approvo certo l'idea di Società di Silvio Berlusconi, al contrario ritengo che i reati non dovrebbero mai cadere in prescrizione, ritengo che i magistrati dovrebbero lavorare di più e meglio, essere sanzionati per i ritardi ed i rinvii dei processi, sia civili che penali, ritengo che le Forze dell'ordine debbano avere uomini e mezzi ed essere utilizzati al minimo indispensabile come scherani al servizio di figure politiche che, se vogliono, possono pagarsi i "gorilla" a spese proprie, visto quello che ci costano! Insomma Matteo Renzi ha tutta la mia comprensione perché ha dovuto "turarsi il naso", come da montanelliana memoria, per poter combinare qualcosa.
Qualcuno all'interno del M5S avrebbe voluto costruire qualcosa collaborando con Renzi, anche loro, dal loro punto di vista, "turandosi il naso" visto cosa è in gran parte il PD non renziano... Ma il creatore del Movimento non ha voluto. A mio avviso si è persa un'occasione e non so se potrò più votare per loro, anche alla luce del fatto che il rappresentante del Movimento che ho votato alla Regione Lazio ha dimostrato di essere solo un inutile velleitario.
Prossimamente scriverò una cronaca reale di ciò che avviene in Regione Lazio per quanto attiene la totale inefficienza della burocrazia, quella burocrazia a cui Renzi spera di fare la guerra, ma che è qualcosa di talmente strutturato che neppure la buona volontà dimostrata dall'Ufficio più vicino al Presidente della Regione Zingaretti riesce a cambiare, restituendo giustizia al cittadino, ridotto da questi burocrati a suddito per le loro lentezze ed inefficienze.

Renzi trova enormi difficoltà, ed era prevedibile che così fosse, ma ammiro la sua forza di volontà: la forza delle idee. Bisogna crederci, altrimenti siamo veramente perduti.
Le battaglie sono tante: all'interno un Paese da cambiare possibilmente in meglio, cambiando dall'alto, ma anche noi tutti, ciascuno con i propri compiti. La battaglia con i problemi esteri: primo fra tutti la vergognosa storia di due militari italiani detenuti senza prove e senza processo in India, con rinvii su rinvii e soldi italiani che sono stati pagati senza che ci fosse nemmeno la certezza che il reato sia stato commesso da Latorre e Girone, soldi che continuano ad essere versati "a garanzia della libertà vigilata" dei due fucilieri della Marina Militare Italiana. Non è diplomatico dirlo ma sembra un sequestro a scopo di estorsione.
Infine l'Europa: questo giovane che ci ha ridato speranza ci crede, vuole crederci, nonostante gli egoismi non nobili di certi Paesi. Certo, conviene a tutti stare uniti, il progetto Europa non deve essere abbandonato ma perseguito con ostinazione, migliorato, lottando con pazienza contro le chiusure e gli egoismi. Il problema più cocente è questo dell'Africa che preme soprattutto sull'Italia. E' vergognoso che ci siano paesi europei che ritengano che questi italici confini dell'Europa Unita siano solo un nostro problema. Si nascondono dietro al fatto che l'organismo creato per la difesa dei confini europei, Frontex, non ha fondi a sufficienza, né uomini e mezzi... Gli italiani sborsano 9 milioni di euro al mese e l'Europa ci rifonde 9 milioni l'anno.. Ebbene, a questo punto la proposta che potrebbe essere legittima è: dai soldi, tantissimi, che l'Italia versa annualmente alle casse europee detraiamo i milioni di euro che ci servono per salvare le vite umane che, dalle coste africane, si riversano verso il confine costituito dal Paese Europeo Italia!



lunedì 25 agosto 2014

Ripubblico post sul mio primo libro: troppi spam.

Normalità Apparente - 2006 Maremmi Editori Firenze

E' un Racconto lungo o Romanzo breve, pubblicato da MEF- Maremmi Editori Firenze. E' un'analisi critica di certi comportamenti assurdi, fasulli ed altro di personaggi che sono intorno a noi e che vediamo tutti i giorni vivere in una normalità, appunto, solo apparente, che nasconde piccole e grandi patologie psicologiche e non solo. Dal 2009 i diritti di Autore sono tornati a me e posso ripubblicare l'Opera presso qualsiasi Editore, essendo scaduto il contratto con MEF. Se qualcuno è interessato ad averne una copia può richiederla attraverso la mia e-mail che si legge cliccando sul mio profilo a destra della Home Page: costa euro 9.00.

15 commenti:

Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Anonimo ha detto...
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Il nonsenso dell'atrocità

Da: Il Giornale.it - Lucio Di Marzo

L'ultima lettera di Foley ai parenti, affidata a un compagno rilasciato

A recapitare le parole del reporter fu Daniel Rye Ottosen, un fotografo danese liberato a giugno
La famiglia di James Foley, il reporter statunitense ucciso in Siria dagli uomini dello Stato Islamico, ha pubblicato oggi su facebook una lettera che era riuscito a fare uscire di nascosto dal carcere, grazie all'aiuto di un compagno di prigionia, Daniel Rye Ottosen, fotogiornalista danese liberato a giugno.

Il padre di Fole

Cara Famiglia e amici,

mi torna in mente l'andare al centro commerciale con papà, un giro in bicicletta molto lungo con mamma. Ricordo così tanti bei momenti di famiglia, che riescono a portarmi via da questa prigione. Sogni in cui vedo la famiglia e gli amici mi portano via e riempiono di gioia il mio cuore.
So che mi state pensando e che pregate per me. E ne sono davvero riconoscente. Vi sento vicini, soprattutto quando prego. Prego perché continuiate a essere forti e a credere. Sento davvero di potervi toccare, anche nell'oscurità in cui prego.
In diciotto siamo stati rinchiusi nella stessa cella, cosa che mi ha aiutato. Abbiamo conversato a lungo di film, piccolezze e di sport. Abbiamo inventato giochi dagli scarti trovati nella nostra cella...abbiamo trovato il modo di giocare a dama, scacchi e a "Risk"[simile al RisiKo! (ndr)]. Abbiamo messo messo in piedi tornei, spendendo certe giornate a prepare strategie per il gioco o la conferenza del giorno dopo. Giocare e insegnarci l'un l'altro hanno aiutato a passare il tempo. Sono stati molto d'aiuto. Ci raccontiamo storie e ridiamo per spezzare la tensione.
Ho avuto giorni buoni e altri meno. Siamo così grati quando qualcuno viene lasciato andare; ma chiaramente desideriamo con forza la nostra libertà. Cerchiamo di incoraggiarci e di farci forza l'un l'altro. Ora siamo nutriti meglio e ogni giorno. Ci danno il tè, ogni tanto anche caffè. Ho ripreso molto del peso perso nell'ultimo anno.
Penso molto ai miei fratelli e alle mie sorelle. Ricordo le volte in cui con Michael giocavano al buio ai lupi mannari e molte altre avventure. Penso a quando mi rincorrevo con Mattie e T attorno al bancone della cucina. Mi rende felice pensare a loro. Se c'è ancora qualcosa nel mio conto in banca. voglio che vada a Michael e Matthew. Michael, sono così fiero di te e grato nei tuoi confronti per i ricordi d'infanzia e nei tuoi e nei confronti di Kristie per quelli dell'età adulta.
E big John, quanto mi ha fatto piacere venire in Germania per fare visita a te e a Cress. Grazie per avermi accolto. Penso molto a RoRo e provo a immaginare com'è Jack. Spero abbia la personalità di RoRo.
E Mark...sono così fiero anche di te. Ti penso ora che sei sulla costa Ovest e spero che tu stia campeggiando e usando lo snowboard. Mi ricordo soprattutto quando siamo andati al Comedy Club a Boston insieme e il nostro grande abbraccio dopo lo spettacolo. I momenti speciali fanno sì che la mia speranza non si spenga.
Kate, sono tanto fiero di te. Sei la più forte e la migliore di noi!! Ti immagino lavorare duramente, per aiutare gli altri nel tuo mestiere di infermiera. Sono davvero felice del fatto che ci siamo scritti, prima che io fossi catturato. Prego di poter esserci al tuo matrimonio...e quasi sembro la nonna da quello che scrivo!
Nonna, ti prego, prendi le tue medicine, fai qualche passeggiata e continua a ballare. Ho in programma di portarti al Margarita's quando tornerò a casa. Sii forte perché avrò bisogno del tuo aiuto per riavere la mia vita indietro.
Jim



Questa atrocità che senso ha se non quello della sopraffazione estrema dell'uomo Belva su l'Uomo Disarmato?
Gli U.S.A., Guantanamo, sono pretesti come altri per dar sfogo al proprio Nulla della Belva che esiste solo se sopraffà e uccide, per il solo abominevole gusto di farlo.
A Guantanamo non uccidono. Certo torturano, pare. Ma non si tratta di innocui reporter ma di terroristi che hanno fatto scorrere sangue umano...
Uccidere in un simile modo, a freddo, cosa guadagnerebbe alla loro "causa" di islamici che ritengono di essere i soli depositari della volontà divina?
Solo scuse per dar sfogo alla loro barbarie, come è sempre stato e, purtroppo, sempre sarà, perché questa tipologia umana muore e altra ne rinasce, non si estingue.
Nell'ascoltare le ultime parole di questo povero giovane reporter che inginocchiato dice quello che il vigliacco carnefice che si copre il volto vuole che dica, mi sono chiesta perché si è piegato a dirlo: per paura? La paura di morire quando era certo come l'avrebbero ucciso? Di fronte alla certezza della privazione dell'unico bene irripetibile dell'esistenza perché non sputargli in faccia al vile carnefice? Cosa poteva fargli di peggio di ciò che si accingeva a fare? Forse qualche illuminato studioso della mente può spiegare il meccanismo che si ingenera nella vittima sacrificale: forse si blocca ogni lucidità che possa far pensare che peggio di quello che sta accadendo non può accadere e dunque far reagire con il massimo del disprezzo verbale e fisico verso la bestia immonda armata di coltello, a calci e sputi, visto che le mani le aveva legate.
Invece docile ha recitato quello che volevano per poi subire una morte orrenda.
Da persona che un poco di Anatomia Umana Normale l'ha studiata mi chiedo con quanta fatica quel mostro abbia potuto recidere una serie di muscoli potenti, di tendini ed infine le vertebre cervicali forti e spesse con il loro contenuto: non si recide facilmente una testa dal busto, l'unico modo per farlo di netto e senza orrenda macelleria lo trovò il Dottor Guillotin.  

venerdì 22 agosto 2014

Papa Bergoglio cerca di aiutare con il Credo in un Dio di Pace

Da: La Stampa
di: DOMENICO AGASSO JR 

Il Papa «impressionato dalla fede» della mamma di Foley

Francesco ha telefonato ai genitori del giornalista americano rapito e poi decapitato dall'Isis

Papa Francesco ha utilizzato con i genitori di James Foley il modo che lui preferisce per esprimere vicinanza, solidarietà e affetto verso chi sta soffrendo: ha telefonato. Ieri sera il Pontefice ha chiamato il padre e la madre del reporter americano ucciso dai miliziani dello Stato Islamico in Iraq, per trasmettere loro la sua vicinanza. Secondo quanto riferito dal padre gesuita americano James Martin, i genitori di Foley, che vivono a Richmond nel New Hampshire, sono "commossi e grati" per l'interesse del Papa. 

James Foley, 40 anni, cattolico - riferisce Radio Vaticana - aveva studiato alla Marquette University dei Gesuiti nello stato americano del Wisconsin: con loro era sempre rimasto in contatto, informandoli dei suoi spostamenti in zone di guerra, delle missioni umanitarie a cui prendeva parte, ma soprattutto chiedeva di essere accompagnato dalla preghiera. Proprio il Rosario - come ebbe a confessare in una lettera - lo aveva salvato nei mesi di prigionia prima in Libia, poi in Siria dove era stato rapito nel 2012. L'Università dei Gesuiti ha organizzato per il prossimo 26 agosto una cerimonia religiosa in sua memoria. 

Il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha sottolineato l'evidente significato di conforto spirituale alla famiglia. 

È stata una telefonata «molto lunga» quella di ieri tra papa Francesco e i genitori di James Foley. Fonti della Sala stampa vaticana riferiscono che il Pontefice «è rimasto molto impressionato dalla fede della mamma di Foley». Papa Francesco si è intrattenuto, oltre che con i genitori del ragazzo, anche con un loro parente che parlava spagnolo e che ha fatto da interprete. 

Sul video con gli ultimi istanti di vita del figlio, la madre ha affermato: «Mi ha ricordato Gesù»; mentre il marito ha detto che è morto «come un martire della libertà». 
La fede in un Dio concepito dai cristiani-cattolici come onnipresente, immensamente buono e giusto è grandemente consolatoria. La filosofia religiosa di questo tipo di Credo comporta che il cristiano-cattolico veda nell'altro sé stesso e mai farebbe ad un altro quello che non vuole venga fatto a sé stesso. Una filosofia di vita che discende dalla predicazione di Gesù Cristo e che, se applicata da tutti, renderebbe il mondo degli uomini meraviglioso.
Ma questo non avviene neppure fra cristiano-cattolici, in mezzo ai quali mi sono formata, essendo stata educata dai miei genitori con questa filosofia religiosa, testimoniata dal loro concreto esempio, ma anche dall'appartenenza all'Azione Cattolica fin dal primo tesseramento ad 11 anni!
Però, anche se non tutti i  cristiano-cattolici applicano gli insegnamenti etici di questo Credo, questa filosofia morale rimane quanto di più alto si possa pretendere per vivere in Pace, senza sbranarci gli uni con gli altri.
Papa Bergoglio sta cercando di riportare questo messaggio in mezzo agli uomini, consolando anche..
L'Islam, di cui confesso di non essere una profonda conoscitrice, ha in sé germi diversi che portano alla sopraffazione e annichilimento della donna e alla eliminazione cruenta dell'uomo ritenuto a torto o a ragione avversario.
Eppure Maometto, che era un saggio, non detta queste atrocità. Ma c'è comunque, in questo modo di concepire la fede religiosa in uno stesso Dio, qualcosa di inaccettabile perché porta deviazioni di intolleranza verso chi è diverso da sé e ritiene giusta la sua eliminazione più che l'accettazione della sua diversità. 

 Da: La Stampa

“Voglio essere la prima donna a decapitare un prigioniero”. Il tweet della britannica dell’Isis

Sul Daily Mirror la storia di Khadijah Dare, 23 anni, in Siria dal 2012, affiliata allo Stato islamico. Agli amici in rete chiede: “Mandatemi tutti i video dell’esecuzione” di Foley
i chiama Khadijah Dare ed è una giovane inglese originaria di Lewisham, quartiere a sud est di Londra. Ieri, subito dopo aver visto il filmato che mostrava la decapitazione del giornalista americano James Foley, ha avvertito dentro di sè un moto di orgoglio e ha promesso a sé stessa e al mondo di volere essere «la prima donna che ucciderà un terrorista britannico o americano».  

È il quotidiano inglese Daily Mirror a pubblicare la storia di questa ragazza, che potrebbe avere poco più di 20 anni e che nel 2012 ha abbandonato una normale esistenza nel suo paese di origine, la Gran Bretagna, per trasferirsi nella Siria martoriata dalla guerra.  

Dare parla attraverso Twitter facendosi chiamare Muhajirah fi Sham che significa «immigrante in Siria». E proprio con un post sul social network, la neo-integralista ha diffuso ieri un messaggio in cui chiede di ricevere qualsiasi video che mostri nel dettaglio l’esecuzione del reporter americano.  

Sempre via twitter, Dare racconta di essere stata testimone in passato dell’uccisione di uno stupratore a Raqqa, la citta siriana dove vive con il marito originario della Turchia, conosciuto e sposato in Svezia e anch’egli militante per la supremazia dell’Isis. «Io e altre sorelle stavamo tornando a casa dal mercato - dice - e abbiamo visto quest’uomo legato ad un albero con il sangue che gli usciva dal naso. Aveva violentato una donna di 70 anni. Abbiamo pensato che giustizia era stata fatta e che finalmente gli uomini come lui avrebbero imparato a temere Allah» . 
 La britannica Khadijah Dare sul sito del Daily Mirror con il marito di nazionalità turca conosciuto in Svezia e combattente per l’Isis con il nome di Abu Bakr

La «conversione» di Dare all’Islam non sarebbe però legata a quell’episodio, avvenuto recentemente, ma risalirebbe agli anni della sua adolescenza quando aveva preso a frequentare in patria la moschea in cui si riunivano regolarmente gli assassini del soldato britannico Lee Rigby, massacrato in una strada di South London. 
La donna era diventata un’assidua frequentatrice del Lewisham Islamic Centre gestito dalla diabolica coppia Michael Adebolajo e Michael Adebowale, i due estremisti trasformati in guru della barbarie proprio in seguito all’assassinio del soldato inglese Rigby che venne inseguito mentre rientrava a casa nel quartiere di Woolwich, buttato a terra e poi crudelmente seviziato con decapitazione finale dai due attivisti.  

All’inizio di quest’anno Dare ha incentivato il suo attivismo integralista con molti messaggi sul suo profilo twitter in cui invita i cittadini britannici a unirsi alla sua causa.

Il fanatismo genera mostri. Può avvenire per qualsiasi fede politica o religiosa. In passato è avvenuto anche per i cristiani-cattolici che in nome del Dio caritatevole e giusto di cui parlava Gesù Cristo hanno ucciso alla grande..
Oggi, per fortuna, non è più così. In questo momento storico la Chiesa si fa interprete del Vero messaggio etico cristiano. Mentre l'Islam sembra vivere un orrido periodo oscuro, con deviazioni dall'insegnamento Vero di Maometto che accendono menti deboli, le quali trovano sfogo alle loro personali frustrazioni individuando un nemico, anche se questo è solo un povero giovane che fa il reporter dalle zone di guerra.