lunedì 22 maggio 2017

Dirigenti Scolastici e Buona Scuola

Nonostante la propaganda infondata del giornalismo corrente e nonostante le grida altrettanto infondate contro la Riforma del Governo Renzi sulla cosiddetta Buona Scuola da parte dei partiti e di certi sindacati, la Legge 107/2015 è una buona legge.
A furia di urlare contro l'insensata immagine del "Preside Sceriffo", nei decreti attuativi pare che abbiano subordinato le scelte del povero Dirigente Scolastico, non più Preside che faceva ben altra bella vita, a delibera approvativa del Collegio Docenti prima di chiamare questo o quel docente per chiamata diretta.
Al povero Dirigente Scolastico sai che gliene cale di chiamare questo o quello? Questo del dover riunire il Collegio Docenti per sottoporre il curriculum del chiamato alla sua approvazione è solo un altro adempimento in più fra le migliaia che la follia Ministeriale ha scaraventato sulle spalle di un'unica persona reggente uno o più Istituti Scolastici.
Se io fossi un Dirigente Scolastico, per legittima difesa, me ne strafregherei di scegliere un buon docente per tirare su l'immagine della Scuola, dovendo convocare all'uopo ogni volta un Collegio Docenti in più, oltre tutto il resto che mi obbligano a fare!
Ricordo che il mio Preside se ne stava seraficamente nel suo studio, con un bel tappeto persiano a circondare la sua scrivania e per entrare nella sua stanza i professori dovevano chiedere udienza.
Scordatevi un simile regale ruolo per il povero Dirigente Scolastico! Oggi tutti vogliono tutto, hanno diritto a tutto e il Dirigente Scolastico è colpevole di tutto a priori!
Non sono apocalittica, sono sarcastica, perché quel che avviene ai circa 7000 Dirigenti Scolastici italiani non rasenta la follia: è FOLLIA!
La Legge 107/2015 non ha regalato niente ai Dirigenti Scolastici ma non è neppure la causa della vigente FOLLIA.
La FOLLIA è dovuta ad una legge precedente: il Decreto Legislativo n. 81/2008, che costituisce il Testo Unico per la sicurezza sul Lavoro, che altro non è che la Legge 626/1994 aggiornata.
Va tutto bene, tranne che è applicata ai Dirigenti Scolastici come a qualsiasi altro datore di lavoro pubblico o privato.
Ora, non bisogna essere un esperto di Diritto per capire che, per dare una Responsabilità Penale ad una figura fisica, devi dare anche gli strumenti giuridicamente reali perché questa persona fisica possa discernere fra infrangere la legge a suo rischio e pericolo o se  adottare tutti i provvedimenti per non infrangerla.
La figura del Dirigente Scolastico, istituita con Art. 21 legge 15 marzo 1997 e n. 59 del regolamento emanato con DPR 8 marzo 1999 n. 275, ha di sbagliato che NON HA GLI STRUMENTI PER EVITARE DI FINIRE NEL PENALE PER QUEL CHE ATTIENE LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO, responsabilità che le leggi istitutive di questa figura dirigenziale mettono in capo ad essa.
Persino una banale e veloce ricerca su Wikipedia lo dice:
Il dirigente in materia di sicurezza, assume il ruolo e i compiti che la legge assegna al datore del lavoro. Tuttavia non può intervenire direttamente, con interventi strutturali, sugli edifici, in quanto questi rimangono di competenza degli Enti Locali.

Come è dunque possibile che di fronte ad un incidente causato da inadempienze degli Enti Locali preposti (Comuni e Province) la responsabilità penale ricada sulla figura del Dirigente Scolastico?
E' un orrore giuridico e, a mio modesto avviso, lede i Diritti Costituzionali del cittadino Dirigente Scolastico.
E' come dire, estremizzando, che se uno accoltella una persona ne risponde chi ha assistito impotente al gesto criminale senza poter intervenire, finendo in galera per omicidio, mentre l'accoltellatore ha una pena inferiore.
Non sembri esagerato il paragone perché nei fatti è così.
L'incapacità della Giustizia ha portato negli ultimi 20 anni, almeno, ad un rimedio che è peggio del male: per ogni piccola cosa è stata fatta una legge invece di leggere bene quelle esistenti e, soprattutto, applicarle. Da questa irresponsabilità collettiva ne scaturisce una Giustizia che NON E' PIU' TALE, questa è la netta sensazione percepita dal cittadino. E questo in tutti i campi.
Ma nel campo importantissimo della Scuola questo fenomeno di FOLLIA della giustizia ha raggiunto limiti insopportabili di cui chi governa DEVE farsi carico. Non si può, giacché sono solo 7000 circa, lasciare all'arbitrio di una magistratura che sentenzia in modo folle i Dirigenti Scolastici. Circa 7000 che votano sono pochi per la politica e per i sindacati poche tessere! Ma non siamo in una Repubblica Democratica che dovrebbe difendere le minoranze?
Il Dirigente Scolastico, dunque, è responsabile del luogo di lavoro Scuola essendo giuridicamente considerato Datore di Lavoro. In realtà egli non è il datore di lavoro dei circa, do' un numero necessariamente medio, 150 dipendenti, fra professori, maestri e bidelli, essendo il loro datore di lavoro il Ministero, dato che è il Tesoro che paga i loro stipendi.
Ed ecco le contraddizioni che rendono spuria tutta la faccenda: i Dirigenti Scolastici firmano i contratti per conto del MIUR.
Gli studenti sono considerati come i lavoratori della cui incolumità il Datore di Lavoro - Dirigente Scolastico è responsabile.
Quali strumenti ha a questo punto il Dirigente Scolastico per non finire in galera in caso di incidente all'interno o in prossimità dell'edificio scolastico che dirige?
Fra i suoi obblighi egli deve adottare entro 90 giorni dal suo insediamento il Piano di Emergenza:
  Che cos'è un piano di emergenza delle scuole e chi lo deve predisporre?
Il piano di emergenza è contenuto nel documento di valutazione dei rischi ed è uno strumento operativo che deve essere predisposto in ogni scuola ad opera del Dirigente Scolastico.
E' obbligatorio (D.M. 26/8/92) e ha lo scopo di informare tutto il personale docente e non docente e gli studenti, sul comportamento da tenere nel caso di un allontanamento rapido dall'edificio scolastico.
Attraverso questo documento si devono perseguire i seguenti obiettivi:
  • indicare le procedure da seguire per evitare l'insorgere di un'emergenza;
  • affrontare l'emergenza fin dal primo insorgere per contenerne gli effetti e riportare la situazione in condizione di normalità;
  • prevenire situazioni di confusione e di panico;
  • pianificare le azioni necessarie a proteggere le persone sia all'interno che all'esterno dell'edificio;
  • assicurare, se necessario, un'evacuazione facile, rapida e sicura.
E quali competenze ha un Dirigente Scolastico per poter predisporre tutto questo? Mettiamo che abbia una bella Laurea in Lettere? Niente paura, egli deve essere coadiuvato da un esperto che può scegliere lui stesso con apposito contratto: la figura professionale si chiama RSPP (responsabile prevenzione e sicurezza), ma legalmente se qualcosa non va il Responsabile Legale è sempre il Dirigente, anche se in caso di giudizio per gravi incidenti è coinvolto penalmente anche l'RSPP. 
A questo punto è il caso che io porti alcuni esempi pratici di questa allucinante situazione tutta italiana: l'ultimo in ordine di tempo, ma purtroppo non l'unico, riguarda la Prof.ssa Franca Principe, Dirigente Scolastico di un Istituto di Scuola Secondaria Superiore di Sapri, provincia di Salerno.  
Da: Il Mattino

Studente precipitò e si ferì al liceo
condannati preside e tecnico

di Antonietta Nicodemo Mercoledì 17 Maggio 2017, 07:45 
SAPRI - A cinque anni e dieci mesi dall’episodio in cui rischiò di perdere la vita Nicolò De Luca di Torre Orsaia, all’epoca studente liceale, arriva la sentenza di primo grado sui fatti che si consumarono nel polo liceale «Carlo Pisacane» di Sapri. Il Tribunale di Lagonegro ieri pomeriggio ha condannato ad un mese di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, e al risarcimento dei danni per lesioni colpose e gravi: il dirigente scolastico Franca Principe e l’allora responsabile della sicurezza scolastica, l’ingegnere Nicola Iannuzzi. Assolto da ogni accusa l’ingegnere Lorenzo Criscuolo, all’epoca dirigente del settore edilizia scolastica della Provincia. 
Il risarcimento dovrà essere quantificato davanti ad un tribunale civile, intanto i due imputati condannati dovranno liquidare immediatamente alla famiglia De Luca quindicimila euro come anticipo del risarcimento dei danni subiti da Nicolò, oggi studente di giurisprudenza a Roma. I giudici si sono riservati di depositare le motivazioni entro novanta giorni. L’episodio finito sotto processo risale al 7 luglio 2011 e si verificò mentre erano in corso gli esami di maturità. 
Questo il fatto e il suo esito giudiziale. Ma cosa NON HA FATTO la Prof.ssa Principe per meritare un simile pesante giudizio penale che ha dei risvolti di danno economico per lei e la sua famiglia non indifferenti?
I fatti, desunti da altri articoli di giornale, dicono che la Dirigente scrisse alla Provincia competente dell'edilizia scolastica che esisteva il pericolo del lucernario, scrisse una disposizione per tutto il personale dell'Istituto di tenere le finestre che davano sul lucernario chiuse, fece apporre ovunque tale avviso.
Quindi, in pratica, ella aveva fatto tutto quanto era nei suoi poteri. Il resto competeva alla Provincia che avrebbe dovuto intervenire su quel lucernario pericoloso.
Una bidella contravvenne alla disposizione del Dirigente lasciando aperta una finestra, il liceale contravvenne agli avvisi esposti, scavalcando la finestra e salendo sul lucernario che si sfondò definitivamente.
Al momento del fatto la Dirigente era a km. 150 dalla Scuola impegnata quale Presidente di commissione di esami in altro Istituto Statale.
L'apparente scappatoia da questa gogna architettata e predisposta da Leggi e Regolamenti folli che, per ora, nessuno ha pensato di correggere, è che basterebbe che il Dirigente scrivesse scrivesse scrivesse, quanto la Prof.ssa Principe ha fatto nel caso in specie, e se avviene l'incidente egli sarà sollevato da ogni responsabilità.
Perché dunque invece ella è stata condannata? Non è l'unico caso. Perché questi magistrati non tengono conto dell'unica cosa che il Dirigente può fare se lo ha fatto?
Posso tentare, assumendomi la responsabilità di ciò che scrivo, una risposta:
perché si cerca la via più breve per sanare lo stato tragico in cui versa l'edilizia scolastica in Italia, altrimenti lo Stato, rappresentato dagli Enti Locali, dovrebbe chiudere tutti gli edifici scolastici NON A NORMA.
Punendo il Dirigente e, al massimo, il suo RSPP, il capro espiatorio resta locale: di quella Scuola specificatamente e lo Stato non viene chiamato in causa.
Una scelta, quella della magistratura, che puzza di copertura di ben altre responsabilità che chiamano in causa figure istituzionali più importanti.
Si potrebbe obiettare allora perché non siano i Dirigenti a predisporre la chiusura, quando gli Enti Locali preposti non provvedono dopo che egli ha scritto: PERCHE' non possono farlo, altrimenti possono essere accusati di INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO!
Fra l'incudine e il martello dunque!
Solo il Prefetto e il Sindaco possono predisporre la chiusura di una Scuola.
E' vergognoso che nessuno del Governo ascolti la voce dei Dirigenti Scolastici che si è levata spesso e in varie sedi istituzionali.
Questo da conto del disinteresse per la Scuola, iniziando dalle figure apicali degli Istituti, lasciate nel più totale abbandono, scaricando su di esse una summa di adempimenti amministrativi asfissianti, di cui gli Uffici Scolastici Regionali si sono liberati e, nel contempo, rendendole responsabili di ciò di cui umanamente è impossibile che siano! Dalla bidella che contravviene alla disposizione scritta dal Dirigente, che non è chiamata a rispondere davanti al giudice del suo gesto, al dipendente della Provincia che non ha provveduto a quanto segnalato dal Dirigente!
Può una singola persona controllare i gesti di 150 dipendenti, minuto per minuto? E se non è in grado di farlo, girando come un vigilantes per l'edificio facendo la ronda visto che ha anche altri compiti, va condannato? Come è possibile questa concentrazione di Responsabilità su un'unica figura umana a cui si chiedono capacità disumane, come l'onnipresenza e l'onniscienza?
Dopo aver superato Concorsi duri in cui è stato chiesto loro quasi tutto lo scibile umano, molti di loro vorrebbero tornare a fare i professori di fronte a tale inaccettabile situazione ma, mentre prima i Presidi potevano farlo a semplice domanda, ora debbono dimettersi, poi fare domanda che, se non viene accettata, li lascerebbe senza lavoro, dopo tanti concorsi e sacrifici.
Una volta oltrepassata quella porta l'Amministrazione Pubblica ha pensato bene di chiuderla alle loro spalle: forse supponendo con coscienza sporca che altrimenti ci sarebbe uno svuotamento delle Dirigenze Scolastiche?
E tale caterva di mali non è affatto compensata da adeguata soddisfazione economica: nel Lazio, ad esempio, causa errori non so se del Tesoro o del MIUR, alcuni Dirigenti hanno firmato il contratto per una cifra che poi è stata decurtata, appunto per l'errore amministrativo di qualcuno! Dato che al momento della firma di un contratto si è scelto di firmare magari proprio anche per la retribuzione allettante, come può lo Stato cambiare le carte in tavola per un mero errore umano?
Nessuno paga? Solo i Dirigenti Scolastici per gli errori altrui?
Fare causa per inadempienza di quanto scritto sul contratto di lavoro? Perché no? Pagare un avvocato, attendere anni ed un esito incerto, vista la giustizia in Italia. 

Da: CGIL Scuola

Condannato il dirigente scolastico del Convitto dell’Aquila crollato nel terremoto del 2009

Non sono i soggetti che gestiscono le attività educative delle scuole che si devono occupare degli edifici; l’edilizia scolastica sia messa al primo posto negli investimenti pubblici; si ricostruisca un sistema efficace di responsabilità e di garanzia per la sicurezza delle scuole italiane.

16/11/2015

Il dirigente scolastico del Convitto ha pagato insieme al dirigente dell’amministrazione provinciale – condannato a due anni e sei mesi di reclusione – lo stato di incuria e di abbandono in cui si trovano le strutture che ospitano le scuole italiane.

È inaccettabile per un Paese civile e per il suo futuro, per la sicurezza e per l’incolumità di coloro che studiano e lavorano nelle scuole che ad essere condannato per le tragiche conseguenze dell’effetto del terremoto del 2009 sulle fatiscenti strutture della scuola sia il dirigente del Convitto


Il povero Prof. Bearzi colpevole secondo i giudici fino alla Cassazione di:
non aver previsto la scossa di terremoto che ha fatto crollare parte del Convitto uccidendo tre studenti;
non aver reso sicuro l'edificio, nonostante i Dirigenti Scolastici  non ne abbiano obbligo, facoltà e mezzi essendo questi deputati alle Province per tutti gli edifici della Scuola Media di Secondo Grado.
Alla Commissione Grandi Rischi assoluzioni e 2 anni solo ad un componente non apicale..
All'esterrefatto e distrutto Preside una pena pesantissima.
Misteri delle menti giudicanti. 
Aggiungo che ho appreso che il Prof. Bearzi aveva telefonato alla Protezione Civile chiedendo se, vista la situazione dell'Edificio, c'erano rischi:
la Protezione Civile rispose che la Commissione Grandi Rischi aveva detto che non c'erano rischi.
Tutti assolti e poche pene: la pena più alta in assoluto per il terremoto de L'Aquila l'ha avuta il Dirigente Scolastico del Convitto.
Una giustizia da Medioevo! Ma quale democrazia??!!! Qui si usano i capri espiatori!