domenica 30 dicembre 2018

Antonio Tizzani rinviato a giudizio

Da: URBAN Post

Gianna Del Gaudio: chiesto rinvio a giudizio per Antonio Tizzani, cosa emerge dalle carte dell’inchiesta

Finalmente c'è il rinvio a giudizio.
Nell'articolo, che potete leggere cercandolo sul sito del giornale da cui ho preso il titolo, non ci sono novità, se non il fatto che non si è trovato riscontro al racconto di Antonio Tizzani, il quale dice di aver visto l'assassino di sua moglie, introdottosi repentinamente in casa sua per poi fuggirne altrettanto repentinamente senza lasciare alcuna traccia.
I suoi difensori dicono che non ci sono prove ma a mio avviso ce ne sono e diverse:
la prima è proprio il racconto e la descrizione di un assassino di cui non vi è alcun riscontro verosimile, dunque se non esiste è evidente che si tratta di una sua invenzione per coprire il suo delitto d'impulso;
la seconda è il ritrovamento a poche decine di metri da casa sua della busta delle mozzarelle, che erano state consegnate quel pomeriggio proprio a casa sua, con dentro l'arma del delitto con il suo DNA, insieme ad un guanto di lattice dove c'è un DNA sconosciuto che fa dire alla difesa che è prova che lo scagionerebbe, quando invece quel guanto usato può averlo raccolto ovunque gettato da chissà chi;
la terza è il sangue della vittima nel lavandino del bagno, segno che l'assassino si è lavato lì.
Un mistero, per chi non ha letto gli atti delle indagini, è cosa hanno
risposto agli inquirenti il figlio e la sua compagna, che avevano cenato con lui e con la vittima, sull'abbigliamento del Tizzani durante la cena e dopo. Era lo stesso quando sono  accorsi richiamati da lui dopo l'omicidio? Perché se era lo stesso doveva essere sporco di sangue. Lui dice di non essersi avvicinato alla vittima vedendola a terra con tanto sangue intorno. Per giustificare i suoi abiti puliti? E se erano puliti erano gli stessi della cena o erano diversi? Questo dato è importante per stabilire se si è cambiato e, nel caso, perché.


Rita Coltellese *** Scrivere: Gianna Del Gaudio: il ladro che non c'è