martedì 28 febbraio 2012

Allerta sì, allarme no

Gianfranco Mascia - dal blog di Italia dei Valori


L’allarme è partito dall’amico Guido Scorza, sempre attento e vigile. Una nuova ”leggina” fatta solo di un articolo tenta di mettere un nuovo bavaglio alla Rete.
Il Senatore Alessio Butti (Pdl) l’ha depositata al Senato: “L’utilizzo o la riproduzione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, di articoli di attualità – recita il DDL Butti – pubblicati nelle riviste o nei giornali, allo scopo di trarne profitto, sono autorizzati esclusivamente sulla base di accordi stipulati tra i soggetti che intendano utilizzare i suddetti articoli, ovvero tra le proprie associazioni di rappresentanza, e le associazioni maggiormente rappresentative degli editori delle opere da cui gli articoli medesimi sono tratti”.
In parole povere, se passa questa legge – per ora ferma alla Commissione Giustizia al Senato – chiunque vorrà citare sul proprio blog o portale o pagina Facebook un articolo interessante, non potrà più farlo liberamente. Un link, una citazione, una discussione, qualsiasi cosa potrebbe essere un pretesto per la censura. Questo è il preludio della chiusura del web e della libera circolazione delle idee in Rete.
La questione la spiega molto bene Scorza nel suo post.
A questo punto spetta a noi cercare di far circolare il più possibile la notizia per dire forte che noncensureRETE il diritto di comunicazione e manifestazione del pensiero sancito nella dichiarazione universale dei diritto dell’uomo e del cittadino, noncensureRETE la libertà di informazione online, noncensureRETE con una leggina di 637 caratteri.
Altre volte hanno tentato colpi di mano in Parlamento cercando di mettere il bavaglio alla libertà di informazione sul Web e ogni volta la reazione e l’indignazione montata in Rete è riuscita a denunciare e fermare questi tentativi.
Facciamo partire quindi anche questa volta una campagna di denuncia sui nostri blog e sui social network: #noncensureRETE. Prima che sia troppo tardi.
Sono d'accordo nello stare in allerta, ma mi sembra inutile destare allarme per questo tentativo del solito rappresentante del PdL da qualcuno votato e messo a fare il senatore.
Intanto la proposta di legge recita "allo scopo di trarne profitto", dunque non può riguardare TUTTI I BLOG. Questo, in cui tutti possono scrivere i loro commenti, ad esempio, non si propone alcun profitto perché non ospita e non vuole ospitare alcuna pubblicità. E come questo blog ce ne sono tantissimi che desiderano solo svolgere un'attività culturale o sociale o semplicemente di comunicazione e commento. Dunque la riproduzione di articoli di giornale non costituisce altro che un eco di ciò che è scritto ed uno spunto di riflessione a cui nessuna legge potrà mai mettere il bavaglio, a meno che non torni una reincarnazione del "Puzzone". Quel che pubblicano i giornali è pubblico e così i radiogiornali ed i telegiornali. Mi sembra, dunque, un'operazione di inutile allarmismo.
Intanto, per quella che è la mia esperienza di impegno politico, so che leggi ben più importanti e corpose giacciono presso le Commissioni del Senato ed è un evento da festeggiare quando vengono inserite nell'O.d.g. della Commissione. Già solo per questo si festeggia. Poi c'è la discussione e... chissà...forse...verrà portata in Aula. Poi c'è la Camera dei Deputati...poi...poi...

Fate spazio in galera

Da: Il Giornale.it

Il governo vuole introdurre il reato di omicidio stradale "L'impunità è intollerabile"

Il ministro dei trasporti in commissione alla Camera: "È opportuno valutare un reato"

di  - 
Ogni volta che un pirata della strada si guadagna un posto tra le pagine dei giornali si torna a parlare del reato di omicidio stradale.

Ingrandisci immagine
Ora la questione arriva sul tavolo del governo, come conferma il ministro dei Trasporti, Corrado Passera, che in commissione Trasporti alla Camera ha detto che "è opportuno valutare" una fattispecie penale.
Si commetterà reato quando ci si metterà al volante con un tasso alcolemico superiore all'1,5% o sotto effetto di stupefacenti e si provocherà un incidente mortale. La pena prevista dovrebbe variare dagli 8 ai 18 anni di reclusione.
"Quello che è certo è che la situazione attuale di totale impunibilità per chi uccide sulla strada non può essere tollerata. E' inaccettabile socialmente che chi uccide sotto l'effetto di alcol o droghe se ne torni a casa, non è proprio possibile", sottolinea Passera, "Chi si prende consciamente una possibilità così grossa, che può portare a delle stragi deve essere sanzionato enormemente".

Rimando ai miei post precedenti il mio pensiero:
13 giugno 2011: Raccolta di firme per la Legge sull'Omicidio Stradale
21 agosto 2011: Art. 589 Codice Penale. Omicidio colposo
9 ottobre 2011: Un'altra vittima


Aggiungo, e forse mi ripeto, che se i magistrati avessero tenuto in conto le aggravanti per assunzione di droghe, o di alcool, o di entrambi, o guida senza patente ecc. ecc., nelle pene fino ad ora comminate, non ci sarebbe stato bisogno dell'istituzione di un nuovo reato. Tenendo conto della volontà del soggetto di mettersi alla guida non in condizioni ottimali, della sua volontà di drogarsi o bere o infischiarsene di non avere la patente, si poteva semplicemente accusarlo di omicidio volontario, oppure del colposo applicandolo però nelle parti in cui cita le aggravanti che, se presenti nei fatti, possono portare la pena anche fino a 15 anni di condanna. L'omicidio colposo non comprende la messa in atto di azioni irresponsabili volutamente ma, proprio per la guida, prevede aumento della pena specificatamente in caso di assunzione di alcool e sostanze stupefacenti o psicotrope. L'omicidio colposo puro e semplice avviene quando, NONOSTANTE la totale INVOLONTARIETA' del soggetto che causa la morte di qualcuno, tale evento si verifica per circostanze fortuite ed assolutamente involontarie rispetto al soggetto medesimo. Invece i magistrati sono riusciti a dare il colposo persino a Scattone e Ferraro. Ma questa è un'altra storia.



domenica 26 febbraio 2012

Italiani derubati dai partiti

Spagna: la Casa reale ha deciso un atto di trasparenza e renderà pubblico il suo bilancio con il dettaglio delle voci di spesa degli 8,4 milioni di euro di appannaggio annuale.


L'appannaggio al Re di Spagna è economico rispetto a quanto, proditoriamente, ci estorcono i partiti.


Fonte: Agenzia Stampa Italia
(ASI) “Furto con Scout”, lo ha definito qualche commentatore in vena di ironia. L’allusione è al passato di scout di Luigi Lusi, il tesoriere dell’ex partito della Margherita che ha ammesso, davanti ai magistrati di Roma, di aver sottratto 13 milioni di euro alle casse del partito che fu di Rutelli e Fioroni, di Bianco e di Bocci, di Carra e di Parisi.
Commento mio: agli Scout cosa ha imparato costui? Non dovrebbero insegnare la morale cattolica? Non rubare ecc. ecc.?
Per la cronaca, pare che quei proventi siano serviti a Lusi, tra le altre cose, a comprare immobili a Roma e dintorni, ed altre proprietà in Canada. Ora, Lusi si dichiara pronto a restituire il denaro ancora in sua disponibilità (5 milioni) ma le domande che viene spontaneo porsi sono due: come mai i partiti politici, anche quelli estinti, possano disporre di tanti denari; e come mai chi ne ha il maneggio, possa appropriarsene con tanta facilità.
Commento mio: i soldi pubblici, estorti grazie a leggi che sono state emanate strafregandosene del Referendum in cui gli Italiani hanno detto NO al finanziamento pubblico dei partiti, sono usciti dai confini italiani per essere investiti in Canada... Di illegalità in illegalità dunque. Questo Lusi ora, bontà sua, forse ci restituisce quello che gli è avanzato dei nostri soldi, che nemmeno gli volevamo dare, ma che i partiti si sono dati lo stesso!
Al secondo quesito è facile rispondere con una battuta all’ingrosso, ma che rende chiara la sostanza delle cose: di fatto, i partiti non devono rendere conto a nessuno di quello che incassano e spendono. Certo, devono presentare i loro bilanci annualmente ai Presidenti delle Camere che li sottopongono all’esame di un apposito Collegio di revisori contabili. Ma si tratta di adempimenti e controlli poco più che formali, che non possono andare troppo a fondo nell’analisi. La legge in materia, infatti, come evidenzia Paolo Barcalini nel suo libro “Partiti S.p.A.”, limita i riscontri al solo “rispetto formale degli obblighi informativi” ed “alla verifica della completezza del contenuto dei documenti”. Il Collegio dei revisori, poi, non ha specifici poteri istruttori atti a rendere penetrante il controllo. Tanto che già anni fa, uno studio di Giancarlo Pagliarini veniva presentato su “Il Sole 24 ore” con un titolo assai esplicatico: “I bilanci non rispettano le regole della trasparenza. Le carte truccate dei partiti, bocciati all’esame di partita doppia.

..."omissis"...

certamente, la fonte di maggior finanziamento lecito dei partiti è quello pubblico, che nel corso degli anni ha assunto forme e nomi diversi. Fu introdotto nel 1974 con la legge (la n.195) cosiddetta Piccoli, dal nome dell’allora tesoriere della DC. La legge interpretava il finanziamento come puro sostegno al funzionamento delle strutture dei partiti presenti in Parlamento e resistette con difficoltà ad un primo referendum abrogativo dei radicali nel 1978. Ma, quindici anni dopo, sull’onda di tangentopoli, un secondo referendum, sempre promosso dal partito radicale, la spazzò via con un plebiscito di oltre il 90%.
Buttato fuori dalla porta, il finanziamento viene reintrodotto dalla finestra, nel dicembre dello stesso 1993, sotto le mentite spoglie di “rimborso elettorale”, cioè di contributo ai partiti a sostegno delle spese sostenute per le elezioni. La legge ha previsto fondi distinti per le elezioni di Camera, Senato, elezioni europee e regionali. Ciascun fondo è determinato, per ogni anno di legislatura, in ragione di un euro per ogni elettore iscritto nelle liste elettorali (e non del numero dei partecipanti al voto, che sarebbe ovviamente più basso).
L’importo che ne derivava è diviso tra i partiti secondo criteri diversi, ma tutti generosi, per le diverse elezioni. Per esempio, alla Camera partecipano alla ripartizione tutti i partiti che abbiano ottenuto su base nazionale almeno l’1% dei voti, anche se non hanno avuto eletti. Al Senato, basta aver raggiunto il 5% su base regionale o anche solo aver avuto un eletto su base nazionale. La legge del ’93 determinò un ammontare complessivo di 47 milioni di euro (anche se allora c’era ancora la lira) come soluzione unica per la legislatura, che durò solo due anni, dal 1994 al 1996, e si concluse con il ribaltone della Lega.
Nel 1999, il meccanismo viene “perfezionato” con la legge n. 157, che, pur conservando l’orpello del “rimborso elettorale”, di fatto reintroduce un finanziamento pubblico vero e proprio. Infatti, il “rimborso” non ha più alcuna attinenza con le spese sostenute, ma solo con i voti presi. Tanto che, come documentato dalla Corte dei Conti, per le cinque elezioni svoltesi dal 1993 in qua (’94, ’96, 2001, 2006 e 2008) i partiti hanno rendicontato spese per 579 milioni di euro mentre hanno avuto rimborsi elettorali per complessivi 2.700 milioni di euro, che è, tanto per dare un’idea, più della metà dei circa 5 miliardi di euro incassati dallo Stato con l’imposta sui capitali rientrati dall’estero (il cosiddetto “scudo fiscale”).
Con la legge del ‘99, inoltre, viene aggiunto un ulteriore fondo per i referendum e si fissa una rata annuale di 193 milioni in caso di legislatura politica completa: cioè, in pochissimi anni, rispetto ai 47 milioni iniziali, la cifra quasi quintuplica!
Ma non finisce qui. Passano tre anni e, nascoste tra i commi del decreto “mille proroghe” del 2002, vengono introdotte altre modifiche di non lieve conto. L’ammontare in caso di legislatura completa, stavolta, più che raddoppia (da 193 arriva a 468 milioni) e si prevede che, in caso di interruzione di legislatura, i partiti comunque continueranno a percepire l’ammontare annuale. Con il risultato che, in caso di interruzione, i partiti che ne avevano acquisito diritto, continueranno a prendere i “rimborsi” per tutti e cinque gli anni di durata prevista (non importa se effettiva) della legislatura, anche se non rientreranno in parlamento con loro eletti.. E, per i partiti ammessi alla ripartizione sia nella legislatura interrotta prima della scadenza naturale, sia in quella successiva, il rimborso sarà doppio: sia quello della vecchia legislatura (fino alla scadenza naturale del quinto anno); sia quello della nuova. Per esempio, il rimborso della legislatura iniziata con le elezioni del 2006 (pari a 476 milioni) è stato erogato fino al 2011. Ma, negli anni dal 2008 al 2011, si è sommato a quello della legislatura 2008 (pari a 503 milioni) che sarà erogato comunque fino al 2013. Per cui, se l’attuale legislatura dovesse interrompersi prima della scadenza del 2013, si sommerebbe anche quello della legislatura successiva!
Dati della Corte dei Conti evidenziano che il rimborso elettorale è stimabile in 500 milioni per ogni legislatura per Camera e Senato; 200 milioni per le regionali e 230 per le europee. Il “Referto sulle elezioni politiche del 2008” della Corte dei Conti evidenzia che il rimborso elettorale percepito dai partiti in quel solo anno è stato complessivamente di 291,5 milioni, come somma della terza rata annuale del rimborso per la legislatura del 2006 (99,9 milioni); della prima rata annuale del contributo per le elezioni politiche del 2008 (100,6 milioni); della quarta rata delle elezioni regionali del 2005 (41,6 milioni); e della quinta rata del contributo per le europee del 2004 (49,4 milioni).
E questi soldi, come si sa, vanno anche ai partiti che non sono più rappresentati in parlamento o che, addirittura, come nel caso della Margherita, politicamente non esistono più. Per esempio, Rifondazione comunista, dal 2008 non è più presente in Parlamento, ma ha continuato a percepire il rimborso (quasi 7 milioni l’anno) fino al 2011, anno di scadenza naturale della legislatura 2006, l’ultima in cui il partito di Bertinotti elesse propri rappresentanti alle Camere e acquisì il diritto al rimborso elettorale.
Per di più, se lo Stato eroga in ritardo le somme, deve versare ai partiti anche gli interessi, norma fortemente stigmatizzata dalla Corte dei Conti nel citato Referto. Questa e molte altre critiche (in prima linea, e quasi da soli, quelle dei radicali italiani, che da sempre dell’opposizione al finanziamento pubblico dei partiti ne hanno fatto una loro bandiera) hanno indotto la “Casta” a cedere qualcosa. Nel 2010 il meccanismo del rimborso erogato comunque per tutta la durata legislatura, anche se interrotta, è stato cancellato, ma solo a decorrere dalla prossima legislatura.
Magra concessione, rispetto alle cifre che circolano e, soprattutto, in rapporto alla qualità del lavoro prodotto in termini di rappresentanza politica. Ma se, come si domanda Bracalini nel suo libro, questo finanziamento pubblico servisse almeno a rendere marginale il ricorso a quello illecito o occulto, si potrebbe sopportare meglio. Invece, l’autore stima che il volume di “mazzette e falsi appalti” sia sempre consistente, con un valore stimabile intorno ai 50-60 miliardi di euro l’anno. “Una vera e propria tassa immorale e occulta” come l’ha definita Furio Pasqualucci, Procuratore Generale della Corte dei Conti.


Gli italiani votarono CONTRO il finanziamento pubblico dei partiti perché sapevano benissimo che tali formazioni giuridicamente PRIVATE avrebbero intascato il denaro pubblico senza rinunciare ad altri introiti comunque arraffati.
Cosa pensano di fare gli italiani onesti e derubati? Vogliono continuare ad essere derubati e menati per il naso? Sono così rassegnati a tale ignobile condizione da non avere la forza di ribellarsi con una disobbedienza totale a dare loro il voto? Perché non fare una silenziosa, civile, sprezzante rivoluzione incruenta? Andranno così a votare solo quelli che con i partiti ci CAMPANO. Quelli che dei soldi che non volevamo avessero ci vivono... Tutti gli altri, quelli depredati da tasse che finiscono così male, possono far sentire il loro silenzioso disgusto, il loro giusto sdegno, non votandoli più!
Come possono gli italiani non sentirsi offesi e presi per i fondelli davanti ad ogni privazione: nella sanità, nelle scuole dei nostri figli, nelle previdenze, nel lavoro... "perché non ci sono più soldi"?!!!! 
ECCO DOVE SONO I NOSTRI SOLDI : LA' DOVE AVEVAMO DETTO CON IL VOTO CHE NON DOVEVANO STARE!!!

sabato 25 febbraio 2012

Costa Concordia, il recupero dei corpi

TMNews - Costa Concordia, il recupero dei corpi dei Vigili del Fuoco


Da: "Nuovo Quotidiano di Puglia"

nuove accuse a Schettino: rallentò
per la cena, poi accelerò e nascose l'urto


Le indagini. Oggi gli inquirenti tracciano numerose ipotesi di colpa per Schettino, oltre alla rotta sbagliata, al ritardo nel dare l'allarme - tra cui l'emissione dei segnali "pan pan", prima, e di "distress" poi - e nel far evacuare la nave. Negli atti scrivono che Schettino usava, e faceva usare al cartografo Simone Canessa, carte nautiche inadeguate, su grande scala, tali da non evidenziare nel dettaglio gli scogli. Per legge se ne sarebbe dovute procurare di adatte, sarebbe stato suo compito, e non della compagnia come, invece, sostiene il suo difensore Bruno Leporatti.

La rotta. I pm scrivono anche che tenne la rotta a 16 nodi, quindi alta, per recuperare la media di crociera dopo aver fatto rallentare la velocità per cenare con calma. E ancora, tra le colpe di Schettino, quella di aver permesso che ci fossero estranei in plancia di comando - il maitre Antonello Tievoli, il commissario Manrico Giampredoni, Ciro Onorato e la moldava Domnica Cermotan - circostanza tale da farlo distrarre e creare confusione durante la navigazione. Anche l'aver partecipato alla telefonata con l'ex comandante di Costa, Mario Palombo, per sapere quale distanza tenere dal Giglio, non deporrebbe a suo favore: un'altra distrazione secondo i pm.

L'impatto. Accuse dettagliate, tra cui l'aver comunicato a passeggeri ed equipaggio che c'era un black out quando invece già 15 minuti dopo l'impatto la catena di comando sapeva che la nave non poteva più galleggiare e imbarcava acqua. Il naufragio e l'omicidio colposo sono contestati anche agli ufficiali in plancia Salvatore Ursino, Silvia Coronica e Ciro Ambrosio, tutti indagati. Assecondarono Schettino, anzichè contrastarlo. Ne furono "imbambolati", si commenta tra gli investigatori, e non seppero dirgli che la rotta troppo ravvicinata e la velocità di 16 nodi erano un pericolo.
+++++++++++++++++++++
Dichiarazione di un giovane sub interrogato da una giornalista di un telegiornale RAI:
"i corpi galleggiano all'interno della nave inondata di acqua e per tirarli fuori dobbiamo abbracciarli   per poi condurli fuori dai varchi che abbiamo creato".


Io ci manderei Schettino a compiere questo triste e tremendo ufficio, così vedrebbe con i suoi occhi persone ridotte a cadaveri putrefatti da giorni e giorni di intrappolamento dentro la "Bara Costa Concordia": ma temo che non sarebbe proprio capace di effettuare un lavoro così complesso, per il quale occorre grande perizia e sangue freddo; lui che non è stato capace nemmeno di fare il suo lavoro!

Un annuncio di Primavera...pavasario sokis-Paul Mauriat-Alouette

François Cheng - Elegia di Lerici


Continuo la pubblicazione della lunga e bella Poesia del Grande Poeta e Scrittore François Cheng con la relativa traduzione per chi non conosce la lingua francese.

La poesia è stata pubblicata sulla rivista letteraria "Po&Sie", n. 134 Editore Belin. 


François  Cheng

"Élégie de Lerici"

à Shelley

Oui, retrouver le bien qui était perdu.
Dévisager la vérité nue, et par-là
Envisager la beauté sûre. Car tu fus Ariel,
Tu fus Alouette. Ange déchu ou daimon natif,
Étais-tu nostalgie? Étais-tu prophétie?
Par-delà l'homme qui raisonne, n'étais-tu
Homme qui résonne à un chant inouï ?
Plus que voleur de feu, tu fus porteur
D'étincelles qui provoquaient l'illumination.
Lampe de mineur sur le front, tu devins
Traqueur des sortilèges de ce monde:
Vûote étoilée miroitant champs d'azalées,
Grâce feminine épousant courbes de collines,
Eau d'un lac muée en vapeurs de nuées,
Et rires des enfants en sourires des amants,
Ardente poursuite d'un visage trop lointain,
Murmures assoiffés qu'un baiser clôt...
Puis, à mesure que tu pénétrais les deuils,
D'autres beautés, parfois, te foudroyèrent:
Regard noble et digne devant l'implacable glaive,
Corps supplicié que les mains tendres ressuscitent. 


Per chi non conosce il francese tento qui una traduzione per la comprensione del testo:

Elegia di Lerici
a Shelley

Si, ritrovare il bene che era perduto.
Osservare la verità nuda, e da là
Guardare la bellezza sicura. Poiché tu fosti Ariel,
Tu fosti Allodola. Angelo decaduto o demone nativo,
Eri tu nostalgia? Eri tu profezia?
Dall'altra parte dell'uomo che ragiona, non eri tu
Uomo che risuona a un canto inaudito?
Più che ladro di fuoco tu fosti portatore
Di scintille che provocavano l'illuminazione.
Lume di minatore sulla fronte, tu divieni
Battitore dei sortilegi di questo mondo:
Volta stellata luccicante campi di azalee,
Grazie femminee modellanti curve di colline,
Acqua di un lago mutata in vapori di nembi,
E risa di bambini in sorrisi degli amanti,
Ardente seguito di un viso troppo lontano,
Mormorii assetati che un bacio chiude... 
Poi, via via che penetravi i lutti,
Altre meraviglie, talvolta, ti folgorarono:
Nobile e degno sguardo davanti all'implacabile spada,
Corpo giustiziato che le tenere mani resuscitano.
  
Da questo link, cliccando, si può ascoltare il bellissimo pezzo musicale "Alouette":

http://www.radiopaniekzaaierwebradio.com/video/ariel-ramirez-paul-mauriat-alouette_0:01:55__WZHCDjXZtV4.html

martedì 21 febbraio 2012

Perché "Canone" RAI?

Da: La Stampa. it  articolo di Gianluca Nicoletti
Quel regio decreto 2.0 del canone Rai
Su Twitter si scatena l' ironia, ma protestano anche molte categorie di professionisti a cui è stato chiesto di pagare per i computer con cui lavorano
L' Azienda Televisiva di Stato un giorno si è forse resa conto che gli Italiani iniziavano massicciamente ad usare il computer. Ha così pensato bene di mettersi in mezzo a quel superamento faticoso di digital divide pretendendo il pagamento del canone.  La Rai vuole essere pagata anche  da chiunque abbia, nel raggio del suo spazio visivo, qualcosa  che può comunque intercettare il segnale del servizio pubblico.

E’ iniziata così la barzelletta dei gommisti che usano il computer per l’ equilibratura delle ruote, che sono immediatamente sospettati di sbirciare Uno Mattina mentre tengono le pinze in mano.I veterinari, su cui aleggia il sospetto che non si perdano una puntata della Clerici ai fornelli, mentre prescrivono il vermifugo a un cucciolo. I commercialisti, che si sa tirano tardi a compilar dichiarazioni dei redditi, quindi “rubano” impropriamente le perle di saggezza del buon Marzullo, per cui è ovvio occorre pagare perché è tv di servizio.
 C’è pure l’ aggravante per chi ha il mago Otelma all’isola dei Famosi come screen saver. E' un'mmagine che naturalmente non può che essersi scaricata durante una truffaldina azione di pirateggio televisivo. sempre ai danni della nostra mamma Rai, che ci ha tutti allevato, ma  che noi ripaghiamo in maniera così vigliacca da rubare le monetine dal suo borsellino. (già sguarnito notevolmente dopo il passaggio di Celentano e dell’ allegra compagnia di Sanremo).

Il dato più divertente, ammesso che la cosa possa divertire, è l’ appiglio giuridico a questo nuovo cyber acchiapp; per riscuotere il balzello ci si rifà a un Regio Decreto del 1938 (è sempre lo stesso anno che ne fu emanato uno sulle leggi razziali, già questo darebbe la misura dell’attualità della norma). L’ ordinanza, firmata dal re sciaboletta, disciplina gli abbonamenti alle radioaudizioni ( la tv allora non esisteva naturalmente) e recita all’ articolo1 “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l'impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l'utenza di un apparecchio radioricevente.”

Poteva allora avere un senso, probabilmente anche chi avesse una radio a galena doveva pagare, anche chi la radio se l’ era costruita artigianalmente, senza ricorrere all’ acquisto di quei costosissimi monumenti in radica. Persino forse chi riusciva a intercettare qualcosa infilando due chiodi e una serpentina di rame in una patata. Tirare in ballo oggi quella normativa sembra veramente uno scherzo di carnevale o forse la percezione che ha la Rai dell’ internet, visto come una mera tecnologia aggiuntiva alle precedenti, non piuttosto come una rivoluzione culturale radicale.
L’ esistenza di una rete condivisa, accessibile sempre più facilmente e sempre con un maggior numero di strumenti individuali e interattivi, rimette in discussione ogni precedente certezza sulle unità di tempo e luogo di un prodotto audiovisivo e dei diritti che si possono esercitare su quel prodotto. Lo sanno bene questo gli arrabbiatissimi di Twitter che stanno alimentando l'hashtag #raimerda che, seppur con discutibile etichetta, ha conquistato la vetta della classifica dei Trending Topics.

“Lo sapevate che se il vostro vicino tiene la TV davanti alla finestra tocca anche a voi pagare il canone RAI?” scrive un internauta, a cui replica un amico  sul medesimo tono: “Io pago il canone. Ma voi togliete la pubblicità mettete le mutande a Belen. E poi mi date una connessione: senza non vedo nulla.” Fino all' estremo paradosso di 22hDavi∂e @lopinsjk “Se hai un lenzuolo bianco appeso al muro DEVI pagare il canone”

L'intelligente ironia di Gianluca Nicoletti in radio e televisione mi manca, come mi manca la sua voce con la "erre moscia", come diciamo a Roma, ed il suo eloquio logorroico. In questo articolo dice cose sacrosante con ironica arguzia, cose che pensiamo tutti.
Il comico Grillo dal suo blog incita da tempo la gente a non pagare più il "canone di abbonamento" RAI basandosi sulla propria ed altrui ignoranza, infatti non già di "canone" si tratta, ma di una IMPOSTA sul possesso dell'apparecchiatura di ricezione, dunque anche della semplice radio, essendo la norma del 1938, che la RAI così interpreta: "Chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione dei programmi televisivi deve per legge R.D.L.21/02/1938 n.246 pagare il canone di abbonamento TV. Trattandosi di un'imposta sulla detenzione dell'apparecchio, il canone deve essere pagato indipendentemente dall'uso del televisore o dalla scelta delle emittenti televisive."
E' evidente che dal 1938 ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti... e ne sono cambiate di cose, dunque tale legge si potrebbe abolire come tante altre obsolete. Ma per la RAI è molto utile per fare cassa anche con chi la snobba e non vorrebbe pagare per dare poi congrui cachet a gente come Mara Venier, Alba Parietti e similia. Ma, come molte cose che il cittadino vuole ma che lo Stato ignora, mantengono la Legge firmata dal Re "Scarabocchio" a tutti i costi, anzi la vogliono estendere a chi possiede uno schermo monitor per gli usi anche professionali.
Una cosa ingiusta e ridicola, ma l'ingiustizia ed il sopruso, pur di fare cassa, non temono il RIDICOLO, perché l'ingiustizia ed il sopruso ormai regnano ovunque con FACCIA DI BRONZO. 

Dal Corriere della Sera cartaceo di martedì 14 febbraio 2012

Questo ritaglio di giornale che ho scannerizzato riporta una lettera firmata dall'autore con relativa e-mail, che ho omesso, ma che è facilmente reperibile sul quotidiano che l'ha pubblicato.
E' uno degli innumerevoli documenti che attestano testimonianze di come vengono gestite le risorse pubbliche da Trenitalia ed, in particolare, il settore rimborsi.
La mia piccola inchiesta personale sull'argomento ha evidenziato un sistema che sfugge di mano anche agli stessi addetti ai lavori, ma non certo alla dirigenza che fa determinate scelte di cui, come scrive il lettore del Corriere, non risponde: "di responsabili rimossi o di drastici cambiamenti di management non si parla, perché?"Già, perché? 
Là dove non c'è logica e non c'è trasparenza si dovrebbe indagare. Perché i giornali non fanno una bella inchiesta sul problema? Oppure le trasmissioni televisive d'inchiesta sulle italiche magagne?
Perché il cittadino DEVE essere trattato da STUPIDO SUDDITO quando non lo è affatto?
E' frustrante piegarsi all'illogicità che diventa abuso quando si è pagato un Servizio non reso e i PROPRI SOLDI NON VENGONO RESTITUITI. Un atto che, qualora attuato da un privato, diventerebbe reato di truffa. Cosa nasconde la mancata attuazione di Regolamenti che Trenitalia stessa si è data? Le ragioni addotte dal personale di Trenitalia, nella mia piccola inchiesta usando un'esperienza personale, sono sorprendenti come si legge nei miei post che qui ricordo per chi avesse la pazienza di rileggere:
16 febbraio 2012 "Trenitalia: quarta puntata della favola kafkiana"
20/01/2012 "Trenitalia: terza puntata della "favola kafkiana",
04/01/2012 "Monoliti Italiani: TRENITALIA", 
06/11/2011 "FF.SS.".
Lo scopo di tutto questo è tentare di approfondire le responsabilità e cosa c'è dietro questi fenomeni assurdi. C'è dolo? Qualcuno dovrebbe accertarlo: qualcuno che ha il potere, il ruolo e la veste per farlo.

venerdì 17 febbraio 2012

La corruzione dilaga, vale 60 miliardi l'anno

Da: Il Sole 24 Ore 

La corruzione dilaga, vale 60 miliardi l'anno e va combattuta «come la mafia». L'illegalità e il malaffare sono sempre più diffuse e devastanti. L'evasione fiscale è da record europeo. Come un disco rotto che si blocca sempre allo stesso punto, l'Italia è ferma al punto di partenza. Vent'anni dopo tangentopoli.
Sanità, opere pubbliche, frodi comunitarie, consulenze, opere incompiute, ritardati pagamenti ai fornitori: è un rosario senza fine di malversazioni quello che si consuma ogni giorno ai danni della cosa pubblica e dei contribuenti onesti. Truffa e falso la fanno da padrone, poi peculato e appropriazione indebita, concussione e corruzione, abuso d'ufficio. Ma le sentenze di primo grado della Corte dei conti possono ben poco: nel 2011, per la corruzione, condanne temporanee per soli 75 milioni. Le briciole, rispetto al maltolto. Anche se gli importi totali delle condanne (non finali) sono schizzati a 354 milioni, il 50% in più dell'anno prim

È un j'accuse in piena regola quello arrivato ieri dalla Corte dei conti in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario 2012. «Illegalità, corruzione, malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti le cui dimensioni presumibilmente sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce», ha denunciato il presidente Luigi Giampaolino. Puntando il dito contro «episodi ricorrenti di gestione delle risorse pubbliche inadeguata, inefficace, inefficiente, diseconomica». Un'analisi impietosa, con un corollario di denunce ad hoc: le spa pubbliche definite «un guscio vuoto strumentalizzato per una gestione non efficiente», le consulenze elargite a fini clientelari, le mancate riscossioni finanziarie, i danni all'ambiente, le assunzioni e le promozioni illecite.
Anche se poi la Corte dei conti riserva qualche spiraglio di luce: le manovre fatte «secondo i nostri calcoli» ci porteranno al pareggio di bilancio, scandisce Giampaolino. Mentre nei comuni, soprattutto i più grandi, la spesa corrente cala dell'1,4% (ma quella in conto capitale scende del 4%) e nelle regioni invece sale del 4,8% (e quella per investimenti cala del 7,5%).
Ma c'è poi il buco nero dell'evasione fiscale. Per la sola Iva vale oltre il 36%, «un tax gap di gran lunga il più elevato tra i grandi paesi europei» salvo la Spagna, precisa Giampaolino ricordando le stime di un'evasione totale di 100-120 miliardi l'anno e la caduta di compliance dei contribuenti. Mentre nel 2011 le attività di accertamento, come anticipato dal Sole-24 Ore, sono aumentate di 1,7 miliardi (salendo a 11,1 miliardi) grazie ai controlli automatizzati che pesano per il 40% del totale e che riguardano prevalentemente il recupero delle imposte dichiarate e non versate.
Intanto corruzione, illegalità e malaffare dilagano. Tanto che contro la corruzione, dice non solo provocatoriamente Giampaolino, «bisognerebbe fare quello che è stato fatto contro la mafia: costruire un momento di lotta». Perché la sconfitta italiana dopo "mani pulite" è stata di «fermarsi all'intervento penale e di rifarsi sempre più ad aumenti di pena o alla costruzione di altri reati», mentre serve «un approccio sistemico». È urgente che il Parlamento vari subito la legge per una «efficace lotta alla corruzione», rilancia il procuratore generale aggiunto Maria Teresa Arganelli, che mette in guardia: a questi livelli la corruzione «mina la fiducia degli investitori stranieri e minaccia la libertà d'impresa». Del resto, se fossero vere le stime della Funzione pubblica (non condivise dalla Corte) di un costo della corruzione di 60 miliardi, l'Italia deterrebbe la metà della corruzione in Europa.
Il pozzo senza fine della sanità, il «colposo» ricorso ai derivati, i benevoli contratti pubblici, le truffe alla Ue, gli sprechi e non solo delle partecipate, gli acquisti di beni e servizi fuori ordinanza, le generose indennità al personale: è un campionario di nefandezze senza fine quello denunciato dalla Corte dei conti. Con restituzione assai dubbia del maltolto alle casse pubbliche. Le sentenze di condanna di primo grado nel 2011 hanno accertato responsabilità erariali per 354 milioni. Però poi ci sono le altre fasi di giudizio. Per la corruzione le condanne di primo grado valevano 75 milioni, che in sede d'appello sono diventati 15 milioni. E chissà se tutti pagheranno davvero.

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Questa analisi UFFICIALE della situazione economica (perché di economia DEVIATA si tratta) mi lascia senza fiato. 
E' vero, tutti noi vediamo nel nostro piccolo mondo, l'arroganza dei corrotti ovunque... Qualcuno di noi ha il coraggio di segnalarlo, di denunciarlo, ma non si può chiedere a tutti di essere eroi. Eh, sì... perché se dici quel che vedi e quel che senti (e che tutti vedono e sentono) senza documenti scritti, senza foto, filmati, registrazione di telefonate e testimoni pronti a dire con te quello che tutti vedono  e sentono... rischi di finire tu nel tritacarne di spese legali per difenderti dalle querele... Oppure rischi il posto di lavoro, l'eventuale carriera, perseguitato dalle vessazioni di ogni genere da parte di chi ritiene la corruzione un suo diritto.
Quello che mi colpisce è che molti di costoro la fanno franca. Mi colpisce che la Giustizia non riesca a fargliela pagare: in tutti i sensi. Perché questa Giustizia  in sede d'appello riduce le pene??!! Perché non rimane ferma nel giudizio? Questa è UNA DEBOLEZZA del sistema.

La gestione delle risorse pubbliche è inefficace, inefficiente, diseconomica, dice il presidente Luigi Giampaolino e a me torna in mente quello che mi venne detto durante il Corso-concorso per il passaggio al livello superiore nella Pubblica Amministrazione di cui facevo parte: "l'azione nel procedimento amministrativo deve essere improntata secondo le 3 E: EFFICACIA, EFFICIENZA, ECONOMICITA'". La Corte dei Conti DENUNCIA che quello che avviene è l'esatto contrario!
ALLORA perché non cominciamo a licenziare questi impiegati pubblici, di qualsiasi livello, che ottengono il risultato opposto? Si libererebbero posti di lavoro per giovani preparati che, forse, con l'esempio del licenziamento di chi non si è condotto secondo le regole, starebbero accorti a non fare la stessa fine.
Non è una ricetta irrealizzabile: basta volerlo.

La spesa enorme della sanità è dovuta sicuramente alla corruzione ma anche ad un sistema di sanità garantita a tutti che, a mio avviso, non è accettabile perché favorisce abusi e parassitismo.

ECCO ALCUNI CENNI SULLA NORMATIVA VIGENTE:

29 maggio 2009 - Non tutti i cittadini extracomunitari che vengono in Italia hanno il diritto di ricevere, gratuitamente, assistenza sanitaria. Molto spesso per avere diritto alle prestazioni sanitarie (cure mediche) devono esibire una polizza sanitaria o, in alternativa, possono iscriversi volontariamente al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) versando il relativo contributo annuale.

ASSISTENZA SANITARIA PER CITTADINI STRANIERI

Per i cittadini stranieri, comunitari e non, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) garantisce tutta l’assistenza sanitaria prevista dal nostro ordinamento e comporta parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, per quanto attiene all’obbligo contributivo, all’assistenza erogata in Italia dallo stesso S.S.N. ed alla sua validità temporale.

1. Chi ha l’obbligo di iscriversi al S.S.N.

 I cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno che svolgono regolare attività di lavoro subordinato, autonomo o che siano iscritti alle liste di collocamento;
 i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti o quelli che abbiano chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza o per motivi religiosi;
 i familiari a carico (regolarmente soggiornanti) dei cittadini stranieri rientranti nelle categorie sopra indicate.
Non hanno obbligo di iscriversi al S.S.N. i cittadini stranieri non rientranti fra le suddette categorie, anche se devono assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità mediante stipula di polizza assicurativa valida sul territorio italiano, anche per i familiari a carico. 

2. Dove ci si iscrive

Per iscriverti al S.S.N. devi recarti presso la ASL del territorio in cui sei residente ovvero presso quella in cui hai effettiva dimora (indicata nel permesso di soggiorno), munito di:
 documento di identità personale;
 codice fiscale;
 permesso di soggiorno;
 autocertificazione di residenza o dimora (si considera dimora abituale l’ospitalità da più di tre mesi presso un centro d’accoglienza).
Al momento dell’iscrizione potrai scegliere il medico di famiglia o il pediatra per i tuoi figli. 

3. Che validità ha l’iscrizione

 L’iscrizione è valida per tutta la durata del permesso di soggiorno e non decade nella fase di rinnovo del medesimo: può essere, quindi, rinnovata anche presentando alla ASL la documentazione comprovante la richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno;
 in caso di mancato rinnovo o di revoca del permesso di soggiorno, o in caso di espulsione, l’iscrizione cessa, salvo che l’interessato comprovi di aver presentato ricorso contro i suddetti provvedimenti.

4. A cosa hai diritto

All’atto dell’iscrizione riceverai un documento, il “Tesserino sanitario personale”, che ti dà diritto a ricevere gratuitamente, ovvero dietro pagamento - dipende dalla regione in cui ti trovi - di una quota a titolo di contributo (Ticket sanitario), le seguenti prestazioni: visite mediche generali in ambulatorio e visite mediche specialistiche, visite mediche a domicilio, ricovero in ospedale, vaccinazioni, esami del sangue, radiografie, ecografie, medicine, assistenza riabilitativa e protesica.


CITTADINI STRANIERI NON ISCRITTI AL S.S.N.

Se sei regolarmente soggiornante e non rientri tra coloro che sono obbligatoriamente iscritti al S.S.N., ti sono concesse due possibilità:
a) iscriverti facoltativamente al S.S.N., insieme ai tuoi familiari, se presenti in Italia. Puoi ottenere l’iscrizione volontaria se:
- hai un permesso di soggiorno superiore a tre mesi (con l’eccezione se hai un permesso di studio);
- sei iscritto, insieme ai tuoi familiari, negli elenchi degli assistibili dell’ASL di residenza o, nei casi di prima iscrizione, di domicilio indicato sul tuo permesso di soggiorno.
L’iscrizione non è possibile se sei titolare di un permesso di soggiorno per motivi di cura.
In questo caso le prestazioni sanitarie ti saranno garantite dietro pagamento all’ASL delle tariffe previste per  legge, che possono cambiare a seconda della regione in cui ti trovi. Se sei privo delle risorse economiche sufficienti ti saranno comunque assicurate le prestazioni ambulatoriali, ospedaliere urgenti o comunque essenziali, o continuative, per malattia o infortunio e i programmi di medicina preventiva (per es. vaccinazioni), nei presidi sanitari pubblici o privati accreditati. 

b) assicurarti contro il rischio di malattia, infortunio e per la maternità mediante la stipula di apposita polizza assicurativa con un Istituto assicurativo italiano o straniero, valida sul territorio nazionale.

Quali sono le prestazioni comunque garantite

 quelle a tutela sociale della gravidanza e della maternità;
 quelle a tutela della salute del minore;
 le vaccinazioni, secondo la normativa e nell’ambito delle campagne di prevenzione collettiva autorizzate dalle Regioni;
 gli interventi di profilassi internazionale;
 la profilassi, la diagnosi e la cura di malattie infettive.
Puoi attestare lo stato di indigenza e la relativa impossibilità ad adempiere al pagamento delle prestazioni fornite dal S.S.N. attraverso una apposita auto-dichiarazione, da presentare alla struttura sanitaria che poi eroga la prestazione.

STRANIERI IRREGOLARMENTE PRESENTI

Se non sei in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, hai diritto comunque alle cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali, anche se continuative, per malattia e infortunio, nelle strutture pubbliche o private convenzionate.
A tal fine dovrai richiedere presso qualsiasi ASL un tesserino, chiamato S.T.P. (Straniero Temporaneamente Presente), valido sei mesi ma rinnovabile. Per ottenerlo dovrai dichiarare:
- le tue generalità 
- di non possedere risorse economiche sufficienti. (lo dichiarano TUTTI!)
Puoi anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l'indicazione del tuo nome e cognome. 
Con il tesserino S.T.P. hai diritto:
- all'assistenza sanitaria di base, 
- ai ricoveri urgenti e non e in regime di day-hospital, 
- alle cure ambulatoriali e ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, anche se continuative, per malattie o infortunio. 

L'accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche autorità. Tieni comunque presente che in alcuni casi (motivi di ordine pubblico o per altri gravi motivi) la Pubblica Autorità potrà ottenere il referto, come avviene anche con i cittadini italiani.

CHI PAGA TUTTO QUESTO? CHI CONTROBILANCIA CON I PROPRI CONTRIBUTI PER IL SSN, DETRATTI DALLA BUSTA PAGA, L'ENORME SPESA SANITARIA PER CHI I CONTRIBUTI NON LI HA MAI VERSATI?
LA RISPOSTA LA SAPPIAMO TUTTI, COME TUTTI SAPPIAMO CHE NON SI POSSONO ELARGIRE DIRITTI SENZA ADEGUATI DOVERI.
NELL'ATTUALE SITUAZIONE ECONOMICA, SENZA FUTURO PER LE GIOVANI GENERAZIONI, NON E' IL CASO DI RIFARE DUE CONTI E STABILIRE CHE STIAMO ELARGENDO IN MANIERA UTOPISTICA QUELLO CHE NON ABBIAMO?
NON VIENE IN MENTE A NESSUNO CHE IL PERSONALE SANITARIO NON PUO' FUNGERE DA CAPRO ESPIATORIO DI UNA SCELTA CHE HA INVITATO TROPPI COMMENSALI AD UNA MENSA GRATUITA SENZA TAVOLI, SENZA SEDIE, SENZA PIATTI, SENZA POSATE, SENZA CIBO? 
E' IPOCRITA SCANDALIZZARSI DI FRONTE ALLE IMMAGINI DI TELEGIORNALI CHE MOSTRANO PERSONE, RIANIMATE DA MEDICI EROICI, SDRAIATE SU GIACIGLI DI FORTUNA STESI IN TERRA! 
LO SANNO I CITTADINI CHE I MEDICI DEL SSN NON POSSONO RIFIUTARE L'ATTO MEDICO QUALSIASI SIA LA SITUAZIONE DELLA STRUTTURA DOVE OPERANO?
DEPENALIZZAZIONE DELL'ATTO MEDICO: è l'unica soluzione, insieme ad una seria revisione della legge istitutiva del SSN del 1978 che abolì il sistema degli Enti mutualistici e garantì tutto a tutti, creando due categorie: chi paga per sé e per tutti e chi non paga niente ed approfitta. Di quello che nulla ci è costato è facile abusare .

Corte dei Conti su corruzione

Corte Conti: su corruzione e malaffare ancora molto da scoprire

giovedì 16 febbraio 2012 12:09



ROMA (Reuters) - L'illegalità, la corruzione e il malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese, le cui dimensioni sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce.

Lo ha detto oggi il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, nel discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario, illustrando i campi in cui è impegnata la magistratura contabile.

Nella mappa delle illegalità che  direttamente danneggiano le finanze pubbliche Gianpaolino ha citato "la corruzione, i comportamenti posti in essere nell'esercizio dell'attività sanitaria, l'errata gestione dei servizi di smaltimento dei rifiuti, l'illecita percezione di contributi pubblici o comunitari, il gravemente colposo utilizzo di strumenti derivati o simili prodotti finanziari, i danni connessi alla costituzione e gestione di società a partecipazione pubblica, la responsabilità per danni connessi alla stipula di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, i pregiudizi erariali conseguenti ad errori nella gestione del servizi di riscossione dei tributi".


IL LAVORO DI RISANAMENTO DA PARTE DEL PROF. MONTI E' ARDUO SOPRATTUTTO PER QUESTE RAGIONI.
LA SPECULAZIONE DELL'ALTA FINANZA, LE BANCHE... CERTO... MA QUESTI ITALIANI DANNO UNA GRANDE MANO AL DISFACIMENTO DELLA NOSTRA ECONOMIA.  

giovedì 16 febbraio 2012

Trenitalia: quarta puntata della favola kafkiana

Per chi volesse ripassarsi la Brutta Favola Kafkiana di questa storia, troppo simile a tante altre, i passaggi precedenti sono riassunti nei miei post del :
20/01/2012 "Trenitalia: terza puntata della "favola kafkiana",
04/01/2012 "Monoliti Italiani: TRENITALIA", 
06/11/2011 "FF.SS.".

Il motivo per cui continuo a seguire questa ridicola storia è perché l'unico modo che abbiamo per spubblicare le Istituzioni, gli Apparati statali e/o partecipati dallo Stato, è quello di rendere nota l'anomalia, l'abuso, il calpestare i diritti, il calpestare i regolamenti, tutte cose che si traducono in un danno al cittadino ed in uno spreco di denaro pubblico.
Erano euro 7, ma se fossero stati 70 o 700 il perverso meccanismo della NON restituzione sarebbe stato lo stesso. Nessuno ripaga il cittadino del disservizio subito, ma almeno che gli si restituiscano i propri soldi.

Questi gli ultimi sviluppi,le e-mail sono in sequenza dall'ultima alla prima:

----- Original Message -----
Sent: Thursday, February 02, 2012 12:23 PM
Subject: R: richiesta rimborso


Cordialmente le rispondo informandola che il problema  tecnico “DENUNCIATO” riguarda i database del programma aziendale che gestisce i mandati di pagamento.
Nella speranza che i suoi 7 euro le pervengano in breve tempo, e nella ulteriore speranza di averle fornito le informazioni di cui necessita sia lei che suo marito, sono a porgerle i miei cordiali saluti.

Da: Rita.Coltellese@gmail.com [mailto:rita.coltellese@gmail.com]
Inviato: martedì 31 gennaio 2012 15.04
A: Rimborsi Trenitalia DR Toscana
Oggetto: Re: richiesta rimborso

Gentile Sig. L. S. C.
della Direzione Toscana di Trenitalia
Ufficio Vertenze e Rimborsi
_____________________________________

La ringrazio dell'informazione che però mi appare non del tutto chiara nella motivazione del mancato rimborso:..."per un problema ai database informatici". Il Vs. database? Oppure quello delle Poste Italiane S.p.A. dove è il c/c a cui l'accredito deve essere destinato? Ed esattamente:

Si richiede il rimborso di tale biglietto per l'intero importo di euro 7,00 e a tale scopo si forniscono le coordinate bancarie del c/c Poste Italiane intestato a G. Natali e Rita Coltellese: Codice IBAN ecc. ecc.

Fino al 30 novembre 2011 sono stata un Funzionario Amministrativo della Pubblica Amministrazione, ora in pensione, e negli ultimi due anni di servizio ho fatto, fra l'altro, centinaia di mandati di pagamento tramite bonifico bancario senza avere alcun problema informatico né della struttura universitaria dove lavoravo né delle varie Banche a cui veniva fatto il bonifico.
Qualora il disservizio da Lei denunciato sia attribuibile a Banco Posta (sarebbe in assoluto la prima volta, perché fino ad ora ha sempre funzionato molto bene)ce lo comunichi in modo che noi si possa presentare giusto reclamo.
Sperando che non si verifichino altri intoppi, la ringrazio e la saluto cordialmente.

Rita Coltellese in Natali    
----- Original Message -----
Sent: Tuesday, January 31, 2012 11:53 AM
Subject: richiesta rimborso

Gentile cliente, dalle verifiche effettuate risulta che la domanda di rimborso effettuata a nome di suo marito sig. Natali Giuliano, per un problema ai database informatici, pur essendo stato autorizzato e ritornato con esito negativo e conseguente riaccredito. Abbiamo pertanto disposto un nuovo bonifico bancario per l’importo di 7 euro, nella speranza che l’operazione vada a buon fine, scusandoci per l’inconveniente, siamo a porgerle i nostri cordiali saluti.

L. S. C.

Ufficio Vertenze e Rimborsi
!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Alla data di ieri, 15 febbraio 2012 non risultavano accreditati i soldi del biglietto pagato per soppressione del treno regionale per sciopero. 
Dato che il Sig. S. C. dell'Ufficio Vertenze e Rimborsi Trenitalia Direzione Regione Toscana scrive di aver  disposto un nuovo bonifico bancario, dato che il precedente per un problema ai database informatici, pur essendo stato autorizzato è ritornato con esito negativo e conseguente riaccredito, in data 31 gennaio 2012, verosimilmente, dopo 15 giorni l'accredito avrebbe dovuto esserci. Ma non c'è.
Considerazioni:  il Sig. S. C. scrive che il problema  tecnico “DENUNCIATO” riguarda i database del programma aziendale che gestisce i mandati di pagamento, dunque hanno un programma aziendale che non consente una cosa semplicissima come l'evasione dei mandati... Come faranno a pagare con un mandato di pagamento (sostanzioso) le fatture della ditta che gestisce tale software? Andranno a buon fine quei mandati? Oppure torneranno indietro come i 7 euro del mio rimborso, che sono soldi miei e non dei contribuenti come quelli che Trenitalia paga alla ditta che gestisce tale software!

L'Italia non si risolleverà mai da una situazione che riguarda troppi Apparati statali o comunque che stanno in piedi con i soldi dello Stato: essendo troppo capillare il disservizio dove nessuno viene chiamato a rispondere di nulla, ed a pagare è sempre e comunque il cittadino.
In codesto andazzo chi viene pagato per una certa funzione, in questo caso i Rimborsi di biglietti pagati per un Servizio non reso, se non raggiunge il fine per il quale è lì, pagato, ha sempre e comunque una scusa, è sempre colpa di qualcun altro. Se non funziona il programma di contabilità non si fa pagare una penale alla Ditta che ha vinto l'appalto e la morale è sempre e comunque: "Ma chi se ne frega del cittadino? Ma chi è? Che può fare? Mi può denunciare per abuso d'ufficio? Ma figurati! Gli costa di più del rimborso che aspetta!"

!!!!!!!!!!!!!!!!

NOTA: Il pubblico dipendente di Trenitalia, che ha fornito le informazioni soprariportate sullo stato del mancato rimborso del nostro biglietto, ha chiesto cortesemente l'anonimato e, nel rispetto del suo riserbo, abbiamo cancellato il suo nome dal post.