martedì 11 dicembre 2012

Spread


Da: La Repubblica.it (commenti in rosso di Rita Coltellese)

Squinzi risponde a Berlusconi
"Spread importante, impatta sul debito"

Il presidente di Confindustria: "Siamo nel campo delle opinioni personali, differenziale importante per il rilancio dell'economia del Paese". Il ministro Passera: "C'è qualcuno che pensa che non sia rilevante?". Casini: "Terrore che l'Italia torni all'improvvisazione del passato". Bersani: "Spread un'invenzione? Magari lo fosse"

ROMA - A Silvio Berlusconi sullo spread risponde il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. "Siamo nel campo delle opinioni personali. Lo spread è importante perché impatta direttamente sul costo del nostro debito pubblico", spiega il presidente di Confindustria, commentando le parole di Silvio Berlusconi, che, alla Telefonata di Belpietro questa mattina ha sparato a zero contro il differenziale: "Smettiamola di parlare di questo imbroglio: cosa ci importa degli interessi sui nostri titoli rispetto a quelli sui bund tedeschi?" ha detto Berlusconi.

Lo spread è importante per il rilancio dell'Economia, aggiunge il leader degli industriali. Oltre al costo del debito pubblico, l'impatto dello spread è "sulla possibilità di destinare fondi per ridurre il cuneo fiscale, che è la cosa più importante per rilanciare l'economia del nostro Paese", sottolinea.

"Non dobbiamo guardare a reazioni isteriche sul momento - ha spiegato Squinzi parlando della reazione dei mercati ieri sulla crisi politica - perché ci può essere qualcuno che ne trae profitto. Credo sia necessario avere sempre una visione di medio lungo periodo e credo che quello che conta veramente è che dalle prossime elezioni esca un governo stabile capace di governare e fare una buona politica".

Sullo spread "probabilmente
Berlusconi non è stato ben inteso", dice il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. "C'è veramente qualcuno al mondo che può pensare che lo spread non è importante?" si chiede Passera. Sicuramente "non è l'unico indicatore ma un indicatore importante", aggiunge. Del resto, "la credibilità del paese è molto determinante ed è molto determinante anche il livello dei suoi tassi". Ecco perché occorre "continuare a lavorare per rendere lo spread più basso", conclude Passera.

Non vi è dubbio che è un indicatore economico importante, ma il "metro campione" è la Germania.

Siamo in ballo e dobbiamo ballare ma riflettiamo che ci sono Paesi come l'U.K., la Svezia e la Repubblica Ceca che non condividono questa Europa che deve stare al passo con la Germania.

Anche Pier Ferdinando Casini interviene, dicendosi terrorizzato da un ritorno al passato. Per il leader dell'Udc far cadere il governo Monti "è stato un grave errore". "Noi condividiamo il terrore diffuso nella comunità internazionale che l'Italia torni all'improvvisazione e all'avventurismo del passato. Monti ha restituito all'Italia la credibilità nella politica europea".

Sullo spread arriva anche la puntualizzazione della Ue. Spread elevati "mettono in difficoltà le imprese ed impediscono il buon funzionamento del mercato interno": lo ha detto un portavoce della Commissione Ue oggi, rispondendo ad una domanda sul dibattito italiano circa l'importanza di tale indicatore.

Il ritorno in campo di Berlusconi suscita ancora altre reazioni. "Bisogna dire basta alla teoria del singolo che può risolvere tutto", sostiene il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Berlusconi non fa ripartire niente, basta con le formule magiche".

Nel Pdl, il capodelegazione a Strasburgo Mario Mauro prende le distanze dal Cavaliere: "a un momento di follia vero e proprio segua un lungo periodo di assunzione di responsabilità per far capire che Monti è necessario anche domani", ha dichiarato.

Sempre dal Pdl, Giorgia Meloni è contraria al ritorno di Berlusconi: "Avevamo dato vita a un percorso
molto affascinante sul tema delle primarie. Interrompere tutto questo crea confusione agli italiani che non capiscono esattamente cosa stiamo facendo", dice l'ex ministro, aggiungendo anche: in un Pdl nel quale vorrei rimanere ci sono alcune persone alle quali sarebbe bene chiedere di fare un passo indietro in questa tornata elettorale. Dell'Utri è una di queste".


Il fatto è, Cara Meloni, che il partito è di Berlusconi. E non fare finta che così non sia, perché si potrebbe pensare che allora non hai capito niente, oppure che sei un'ipocrita che inganna sé stessa. Angelino Alfano ha la capacità decisionale di un moscerino: si agita per far vedere che fa qualcosa, che è un vero Segretario di partito, forse in certi momenti ci ha creduto pure lui, o forse "ci ha voluto credere" nonostante tutto, ma poi ha dovuto piegarsi al suo "puparo". Farebbe quasi pena se poi uno non si ricordasse che chi lo tiene lì, in quella condizione affatto dignitosa, è l'ambizione e allora vendesse la sua dignità per l'ambizione e peggio per lui. Se avesse dignità darebbe le dimissioni e se ne tornerebbe a fare il suo mestiere: l'avvocato.

"Lo spread un'invenzione? Magari lo fosse", dice Pier Luigi Bersani, segretario del Pd.

Berlusconi "è alla frutta e imita alba dorata, attaccando l'Europa e dicendo che lo spread è un imbroglio, per recuperare qualche manciata di voti, dice Massimo Donadi, portavoce nazionale di Diritti e Libertà.

Attacca anche Angelo Bonelli dei Verdi: "Berlusconi se ne frega dello spread? Bene lo paghi lui con i suoi soldi perché le famiglie e le imprese non ce la fanno più a pagare le conseguenze del disastro che Berlusconi ha prodotto con i suoi governi", dichiara il presidente dei Verdi.

Sul proprio sito Famiglia Cristiana pubblica un editoriale dal titolo "Silvio, scusa se ridono di te", a firma Fulvio Scaglione. "Stupisce lo stupore. Quello di Silvio Berlusconi e dei suoi, s'intende, arrabbiati col mondo perché dappertutto, in Europa, i propositi di rivincita del Cavaliere sono accolti con ironia o palese sconforto", si legge nel commento. Umanamente è comprensibile, continua l'editoriale, ma dal punto di vista politico le cose stanno diversamente. "Solo in Italia il politico di allora, Berlusconi appunto, ambisce al riciclo anche oggi". E "una parte d'Italia" somiglia sempre più all'automobilista della barzelletta. Quello che andava contromano in autostrada e intanto mormorava tra sè: ma questi sono tutti matti", conclude Famiglia Cristiana.


Ridiamo certo, ma rideremmo di più se il Vaticano, Stato che quando gli fa comodo rivendica la sua sovranità territoriale (la negazione del far processare i dirigenti dello IOR dalla Giustizia Italiana ad esempio), si pagasse la depurazione fognature che invece gli paghiamo noi contribuenti dello Stato Estero Italia, pagasse l'IMU sugli immobili di sua proprietà che sono all'interno del nostro Stato (escluse le Chiese per carità!), e tante altre cose che, nonostante la ricchezza e l'opulenza del Vaticano,  paghiamo noi per loro.