martedì 23 dicembre 2014

Francesco, Papa che richiama tutti al messaggio Cristiano

Papa: cardinali e vescovi affetti cancro divisioni e calunnie


22 DIC 2014

(AGI) - CdV, 22 dic. - Papa Francesco ha condannato oggi la pratica dei "circoli chiusi, dove l'appartenenza al gruppetto diventa piu' importante di quella al Corpo di Cristo che e' la Chiesa", definendola "un cancro che minaccia l'armonia del Corpo" stesso. Ed ha ricordato che il "pericolo maggiore e' quello dell'autodistruzione o fuoco amico dei commilitoni". ' Nella Curia Romana si commettono infatti "omicidi a sangue freddo della fama dei propri colleghi e confratelli". "Per tale scopo - ha scandito nel discorso di Natale alla Curia Romana - sono capaci di calunniare persino sui giornali e le riviste, naturalmente per esibirsi e mostrarsi superiori agli altri, causando tanto male agli altri e alla Chiesa". "Guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere", ha chiesto a cardinali e vescovi riuniti nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico.
  Attenzione, ha pero' ammonito, anche a non "divinizare i capi, corteggiando i superiori per carrierismo". "La Curia e' chiamata a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santita' e sapienza per realizzare pienamente la sua missione", ha ricordato Papa Francesco nel discorso alla Curia Romana che, "come ogni corpo, e' esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all'infermita'". Oggi, ha spiegato, "vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie. Sono malattie piu' abituali nella nostra vita di curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Ci aiutera' il catalogo delle malattie - sulla strada dei Padri del deserto, che facevano questi cataloghi - di cui parliamo oggi, a prepararci alla sacramento della riconciliazione, che sara' un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale".
  In questo contesto, Papa Francesco ha descritto anche la "malattia dell'Alzheimer spirituale" che ha definito come la "dimenticanza della storia della Salvezza, della storia personale con il Signore, del primo amore". C'e' poi, ha continuato, la malattia del sentirsi "immortale" o "indispensabile" che affligge "una Curia che non fa autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi e' un corpo infermo". Per Papa Francesco e' pericolosa anche la malattia dell'eccessiva operosita' Quella di quanti, come Marta nel racconto evangelico, "si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, "la parte migliore": il sedersi sotto i piedi di Gesu'". Il Papa ricorda che Gesu' "ha chiamato i suoi discepoli a "riposarsi un po'" perche' trascurare il necessario riposo porta allo stress e all'agitazione". Ma e' forse peggiore la malattia dell'"impietrimento" mentale e spirituale che colpisce quelli che "perdono la serenita' interiore, la vivacita' e l'audacia e si nascondono sotto le carte diventando "macchine di pratiche" e non uomini di Dio", incapaci di "piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono!". Diffusa negli ambienti ecclesiastici, ha continuato Bergoglio, e' anche la malattia dell'eccessiva pianificazione che piomba addosso "all'apostolo che pianifica tutto minuziosamente" e crede cosi' facendo che "le cose effettivamente progrediscono, diventando cosi' un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene e' necessario ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la liberta' dello Spirito Santo... E' sempre piu' facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate". Ma la Curia soffre anche "della malattia del mal coordinamento", perche' molti "perdono la comunione tra di loro" e cosi' "il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalita'" diventando "un'orchestra che produce chiasso perche' le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comunione e di squadra". Dello stesso ceppo e' probabilmente la malattia dell'accumulare, che Francesco ha descritto cosi': "Quando l'apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni materiali, non per necessita', ma solo per sentirsi al sicuro". Esiste pero' anche "la malattia del profitto mondano, degli esibizionismi" che si manifesta "quando l'apostolo trasforma il suo servizio in potere, e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani o piu' poteri. E' la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri, perfino sui giornali e sulle riviste. Naturalmente per esibirsi e dimostrarsi piu' capaci degli altri". Una malattia che "fa molto male al corpo perche' porta le persone a giustificare l'uso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere tale scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza!".
  Non manca infine tra i curiali nemmeno la malattia della faccia funerea: quella delle persone "burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severita' e trattare gli altri - soprattutto quelli ritenuti inferiori - con rigidita', durezza e arroganza". In realta', ha rilevato il Papa, "la severita' teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di se'. L'apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia...". Secondo il Papa, e' bene invece essere pieni di humor e autoironici: "Quanto bene ci fa - ha concluso - una buona dose di sano umorismo". (AGI) .

Questo Papa Bergoglio, non a caso Francesco, è impagabile!
Striglia tutti con bonomia, un sottile umorismo e una sapienza da psicologo di razza.
Che gli uomini dell'apparato ecclesiastico fossero come tutti gli altri lo sapevamo tutti.
Che l'ambiente della Curia avesse gli stessi mali di qualsiasi comunità umana, sapevamo anche questo.
Che un Papa avesse, con sorniona e sottile analisi, il coraggio di sbatterglielo in faccia... beh! Questo ancora non l'avevamo mai visto e ci fa piacere.  

Giornalisti penosi

Come in ogni professione e mestiere c'è chi è penoso e chi è bravo: le sfumature nel mezzo non fanno storia.

Piccola rassegna stampa sull'argomento da questo blog:
9 ottobre 2014 "Scoop fasulli"
Commento ad una notizia riportata da una giornalista del quotidiano "Il Messaggero"
Già da tempo ho constatato che sia la stampa sia le TV danno notizie che in realtà NON LO SONO.
Spesso in TV appaiono medici che pubblicizzano "scoperte" di tecniche nuove quando gli addetti ai lavori le praticano da decenni!
Dipende dalla scarsa professionalità di certi giornalisti o si vuole favorire qualcuno in cerca di pubblicità per alzare le proprie quotazioni?   



venerdì 21 febbraio 2014


Credit crunch

Ho già scritto sull'assurda abitudine, imposta soprattutto dal giornalismo televisivo e cartaceo, di usare termini inglesi per tutto, anche quando la stessa cosa si può dire con parole italiane comprensibili a tutti.
Dicono che però è necessario che gli italiani conoscano le lingue. Va bene, ma non è infarcendo le informazioni giornalistiche di termini inglesi sia per l'economia, sia per la scienza, sia per qualsiasi sciocchezza, che la gente imparerà l'inglese. I giovani, freschi di studio, lo sanno più degli adulti e degli anziani, ma non necessariamente debbono sapere e capire termini specifici e specialistici. Dunque questo modo di esprimersi di chi fa informazione è sciocco ed anche snobbistico.
Fare informazione vuol dire arrivare a tutti, far capire a tutti, altrimenti che informazione è?
Personalmente sono fra gli anziani che l'inglese lo hanno studiato per cinque anni, che lo hanno rinfrescato con corsi nel luogo di lavoro e viaggiando: sono dunque una privilegiata rispetto alla media della gente della mia età, ma a volte anche della gente più giovane di me. Eppure questo giornalistico italico sistema mi irrita, perché lo ritengo una mancanza di considerazione per tutti coloro che non conoscono l'inglese, ma hanno diritto di capire lo stesso quello che la televisione e la radio di Stato dicono. Altrimenti dichiarassero che parlano per pochi eletti e arrivederci e grazie!
Prendo l'esempio che ho messo nel titolo del post. Sapete cosa vuol dire? STRETTA DEL CREDITO, da parte delle banche ovviamente! Ebbene, visto che si può dire in due parole italiane comprensibili a tutti, perché dirlo con due parole inglesi che non capisce nessuno, nemmeno chi l'inglese lo sa? 
E' stupido, anche perché un professore di Economia Aziendale della Luiss, ospite oggi nella trasmissione RAI Uno Mattina condotta da un giornalista bravo e gradevole come Duilio Giammaria, ha ammesso sorridendo che in effetti Credit Crunch si potrebbe dire benissimo Stretta del Credito. Inoltre è cosa spiegabile con parole semplici: le banche non danno soldi alle imprese ed alle famiglie perché non possono più permettersi i mancati rientri e le inevitabili sofferenze.


sabato 18 gennaio 2014


Debolezze letterarie e giornalistiche

Quando sentiamo una notizia o leggiamo un libro ci aspettiamo che chi ha scritto abbia prima acquisito una certezza, altrimenti la sua credibilità non può costituire un riferimento.
Passi per il giornalismo che, data la velocità in cui si svolge, può essere a volte inesatto o peggio... Comunque è sempre passibile di correzione successiva, ma in letteratura, se l'affermazione inserita in un dato contesto si rivela inesatta, lo scrittore perde ogni credibilità.

domenica 18 agosto 2013


Giornalismo diseducativo e fuorviante

I telegiornali debbono dare le notizie in un tempo ristretto, breve, ma questa non è né può costituire una scusante a come vengono date. Si può, anche in un minuto, dire le cose in modo corretto e non necessariamente elusivo, superficiale, oppure fuorviante. 

Mi ha colpito, fra mille brutte notizie, quella del suicidio di un ragazzino di quattordici anni dovuto, così hanno ripetuto i telegiornalisti, alla sua omosessualità e, subito, hanno legato tale triste evento all’urgenza della legge contro l’omofobia.

La superficialità nel dare le motivazioni di una omosessualità certa, usandola poi come precipitoso pretesto per spingere su una legge che sottolineerebbe ancora di più la condizione della persona omosessuale come “particolare”, fa parte di quel giornalismo diseducativo volto a formare un pensiero di massa rozzo e dunque scorretto.

Come si fa a dire con assoluta certezza che il quattordicenne che si è gettato dalla terrazza di un condominio “era omosessuale”. Non basta certo il fatto che egli l’abbia scritto, che egli lo temesse, anzi, ne fosse certo.
A quella età non si può essere certi di nulla, dunque il modo corretto di dare la notizia è: “Si è ucciso lasciando un biglietto in cui ha scritto di essere omosessuale”. Per poi commentare brevemente: “Timore che poteva essere legato alle incertezze tipiche della pubertà che si affaccia all’adolescenza.”

Ma come si fa a bollare questo sventurato giovanissimo suicida dando per certa la sua temuta e presunta condizione sessuale? Come si fa ad utilizzarla con rozzo realismo per una legge inutile di cui tanto si parla per le solite ragioni demagogiche?

Lui era convinto di esserlo omosessuale, ma chi può dire che lo fosse veramente? Chi può dire che non fosse influenzato dal gran parlare che di questa condizione si fa? Chi può dire che semplicemente si sia smarrito in una crisi adolescenziale che nessuno ha capito? Chi può non riflettere che egli poteva essere soltanto un ragazzino insicuro di sé, che doveva ancora trovarsi, e che gli stimoli sciocchi e superficiali di coetanei, che si affacciano anche loro sul mondo della sessualità senza capirci molto,  possono averlo spinto ancora di più in un vicolo cieco di insicurezza?

Sta a chi pretende di svolgere un mestiere come quello dell’informazione, della comunicazione, la capacità di dire le cose in modo corretto, non fuorviante e soprattutto, ma l’asservimento a questa o a quella corrente politica rende questo aspetto più difficile, non utilizzando le notizie per spingere su cose che certa politica vuole imporre al pensiero collettivo.
In questo caso una legge fatta apposta per l’omofobia, quando esistono già leggi che puniscono ogni tipo di discriminazione e basta, volendo, solo aggiungere a quel reato una specifica in più! 

Tante leggi e, nell’eccesso, nessuna giustizia.  

Non c'è dunque certo da meravigliarsi se spesso leggiamo errori che danno conto della superficialità di chi dovrebbe informarci; ciascuno di noi, leggendo qualcosa di persone o ambienti che conosce da vicino, ride leggendo errori marchiani del giornalista penoso di turno: capita, ad esempio, che attribuiscano a persone, che sappiamo bene chi sono, titoli e ruoli che non sono i loro, scrivendo di fatto il falso. Ma che razza di informazione è dare un dato che è falso?
E' una non notizia. 

Reato di Omicidio Stradale

Cliccando sull'etichetta Criminalità Stradale compaiono in sequenza, dall'ultimo al primo, tutti i post che ho dedicato a questo argomento. Riassumo qui sotto i punti più significativi: 

24 giugno 2014
...la consapevolezza che, se si è così rigorosi con chi ha disabilità visive, non lo si è altrettanto con chi ha il cervello bacato e guida in modo dissennato.
Anche scremando la popolazione automobilistica da drogati, gente che fa uso abituale di psicofarmaci, gente che beve alcool, rimangono le persone, frequentissime, che disdegnano il Codice della Strada inventandosi un Codice a loro uso e consumo personale: dunque di fatto degli alienati, degli asociali che non vogliono piegarsi alle Regole che una Società deve darsi per dirsi civile e vivere gli individui nel rispetto degli uni con gli altri. 
E sono soprattutto quest'ultimi che creano grossi incidenti e danni e non certo chi ha disabilità visive: giacché un buon cervello può usare molto bene poca vista, mentre un cervello balzano può usare molto male la migliore vista possibile!  

giovedì 12 dicembre 2013


Giustizia Terrificante!!

ANSA.it

Ragazza Usa uccisa, pena ridotta a investitore

Nel 2011 la giovane che faceva footing fu scaraventata in un canale

10 dicembre, 14:24

Ragazza Usa uccisa, pena ridotta a investitore
(ANSA) - SAN GIOVANNI VALDARNO (AREZZO), 10 DIC - La Corte d'Appello di Firenze ha ridotto la pena a Pietro Stefanoni, 58 anni, il pirata della strada che il 2 ottobre del 2011, a San Giovanni Valdarno travolse e uccise con la sua auto la guida turistica americana Allison Owens, 23 anni, che stava facendo footing lungo la strada statale 69. Dai tre anni e due mesi di condanna inflitti in primo grado dal gup di Arezzo Giampiero Borraccia, la Corte di Appello di Firenze è scesa a due anni, un mese e dieci giorni.
Quando verrà istituito finalmente il reato di Omicidio Stradale?
Si può continuare a banalizzare la morte?
Ricordo che questo investitore dichiarò di "non essersi accorto di aver investito la fanciulla"!!
Nemmeno fosse stato un gatto! Eppure se accade te ne accorgi eccome!!
Però si è accorto di avere l'auto molto ammaccata, ma senza sapere come!
E l'ha portata a riparare lontano da dove abitualmente viveva!
Nonostante tutti questi accorgimenti gli inquirenti sono stati bravissimi e l'hanno beccato!
Niente paura però! Ci pensano i magistrati a trovare le attenuanti!
L'attenuante di non essersi reso conto che era stato lui ad investire "il gatto" Allison neppure quando ha visto la notizia al telegiornale!  
Povera anima innocente! Come deve aver fatto pena al magistrato!