martedì 20 agosto 2013

Cafoni di ieri e cafoni di oggi

Da: Wikipedia - Etimologia 

L'origine del termine è incerta; molti dizionari (come lo Zingarelli) la danno per sconosciuta.
È però popolare la seguente interpretazione: nell'entroterra del basso Lazio, ai confini con la Campania, intorno al 1400, quando nei comuni del Frusinate o del Casertano arrivavano gli abitanti dei villaggi montani delle zone adiacenti, con delle funi arrotolate intorno alla spalla o alla vita, per acquistare il bestiame nelle fiere, questi venivano identificati dagli abitanti locali come quelli co' 'a fune. Da qui, il termine.
Quest'interpretazione non gode di credito presso gli studiosi di etimologia, che danno come più probabile una derivazione dal latino 'cabònem (da cabo-onis, "cavallo castrato") oppure dal nome di un centurione romano di nome Cafo.

Due anni dopo la morte di Cesare (15 marzo 44 a.C.), venne dedotta in Benevento (42 a.C.) una colonia di veterani che aveva combattuto col dittatore un po' dovunque, dalla Gallia, alla Bretagna, nella Spagna, in Grecia ed in Egitto. La deduzione fu voluta da Antonio collega del consolato di Cesare ed ora rivale del suo erede Ottaviano e fu guidata da Lucio Munazio Planco che si orientò verso Ottaviano quando gli eventi si volsero propizi a quest'ultimo.
Fra gli invitati a distribuire i nuovi lotti nell'agro pubblico del Sannio e della Campania, operò un rozzo centurione di nome Cafo che si insediò con i suoi nel territorio di Capua dove prese a spadroneggiare. E dovettero essi apparire rozzi e villani a quei campani che conservavano la luce di una vetusta civiltà ed il culto per l'eloquenza, la poesia, la musica ed il canto. "Cafones" furono i seguaci di Cafo ed il nome penetrato nell'uso popolare si diffuse nelle altre città del Mezzogiorno dove è adoperato per indicare persone poco use alla vita cittadina, ma soprattutto di modi inurbani e rozzi.

Un tempo era così: per cafone si intendeva persona non molto scoralizzata, dunque incolta, che si esprimeva in un italiano approssimativo... Ma quel tipo di cafone era di sovente pienamente cosciente della propria condizione e dimostrava spesso umiltà nell'ammettere la propria scarsa scolarizzazione, pur non essendone colpevole, bensì vittima di una condizione socio-economica che gli aveva imposto un lavoro precoce, frequentemente in zone rurali.
Da quel tipo di cafone, però, c'erano molte cose da imparare: la semplicità del pensiero che portava ad una immediatezza nell'interpretare le cose della vita in tutta la loro spoglia realtà, senza costruzioni, spesso con invidiabile buonsenso...
Immagine dal WEB

Oggi i cafoni lo sono anche se scolarizzati, anche se in possesso del "pezzo di carta", avendo frequentato gli studi solo per ottenerlo e senza essersi fatti minimamente cambiare dalla aborrita cultura!
Anzi, il cafone dei nostri giorni deride la persona colta, trovando questo valore perfettamente inutile e privilegiando un unico valore: quello economico.
In questo è favorito da una Società che paga bene attività che non abbisognano di cultura, spesso neppure di regole e di morale...
Dunque il cafone di ieri era umile e, se pur rozzo, poteva avere dei valori nella sua semplicità...
Quello di oggi è pericoloso perché è arrogante, l'umiltà non sa neppure cosa sia, il dubbio non lo sfiora, conosce e riconosce solo il possesso degli oggetti e solo con "l'Avere" si misura, mentre "dell'Essere" ha un concetto rozzo, egli infatti è rozzo nei modi ma soprattutto nel pensiero.
Egli è ciò che possiede: il SUV, il Fuoristrada, l'inutile enorme Pick-up se vive in città.
Spesso è pieno di tatuaggi, parla a voce altissima, se ha un pezzo di terra con una casa si fa costruire subito una piscina... Egli non capisce nulla di tutto ciò che costituisce cultura ma, visto che la televisione ne parla, se è in vacanza può spingersi ad andare a visitare musei, annoiandosi molto, per poi dire tronfio che "siamo andati a quel museo, a quegli scavi archeologici, a quella mostra...". Anche la cultura è oggettivizzata: non lo cambia perché la consuma soltanto senza capirne l'essenza. Non c'è nel cafone di oggi nessuna riflessione: solo consumo ed ostentazione.
E' pericoloso perché la mancanza assoluta della coscienza di sé lo rende insofferente alle regole. Ritiene un suo diritto evadere le tasse, approfittare del suo posto di lavoro per piccoli o grandi vantaggi personali... L'importante è che siano gli altri a pagare: lui no. Perché lui mica è fesso! Lui è un dritto! Peggio per chi non approfitta se può farlo! Si vede che è scemo! Lui no!
Immagine dal WEB

Ed ora molta bruttezza...

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

Discorso non tanto immaginario di Berlusconi al Parlamento

Craxi spiegò in Parlamento che se rubava lui, rubavano tutti. Nessuno si alzò in piedi per contestarlo. Silenzio assenso? C'è ora una larga attesa, figlia delle larghe intese, sul discorso che un pregiudicato, amico fraterno, non a caso, diBottino, farà alle Camere riunite. Di per sé è già un evento che Berlusconi si faccia vedere in aula dato il suo assenteismo cronico emulato solo dal suo avvocato parlamentare, il noto Ghedini. La giustificazione (vera) è che sono affezionati frequentatori dei tribunali della Repubblica, inseparabili. Posso permettermi qualche suggerimento all'evasore fiscale per le parole di commiato ai parlamentari? Due cose così per arricchire la concione che terrà dal suo banco.
"Cari, carissimi (quanto mi siete costati) parlamentari, se oggi sono qui è per mandarvi a fanculo. Certo, non è un linguaggio che mi appartiene, io, abituato alle cene eleganti, però esprime dal cuore quello che penso di voi. Se io sono un delinquente voi siete i servi di questo delinquente, i suoi soci in affari, i suoi dipendenti. Mi rivolgo soprattutto ai banchi della sinistra che mi è stata vicina in tutti questi anni con l'approvazione delle leggi vergogna, dell'indulto, dello Scudo Fiscale. Quanti bei ricordi assieme. E la scorpacciata del Monte dei Paschi? Indimenticabile. E ora vi voltate dall'altra parte, compreso Enrico Letta che spese parole di miele per me invitando a votarmi al posto del M5S (in verità le spese anche per Andreotti e per Monti, è un ragazzo volubile...). Lui che deve tutto a suo zio che a sua volta deve tutto a me. Se io sono colpevole, voi siete colpevoli di avermi tollerato, coperto, aiutato in ogni modo sapendo perfettamente chi ero. Non mi sono mai nascosto, al contrario di voi. Finocchiaro, D'Alema, Violante dove siete? Non potete lasciarmi solo. Potrei essere indotto, più dalla rabbia che dalla disperazione, a rivelare la storia di questi vent'anni agli italiani intontiti dalle televisioni che voi graziosamente mi avete regalato. Senza di me voi non sareste mai esistiti. Senza di voi, che avete ignorato per me qualunque conflitto di interessi, io non sarei mai esistito o forse avrei accompagnato il mio sodale aHammamet. Siamo legati come gemelli dalla nascita. E ora mi lasciate solo, ai domiciliari o ai servizi sociali per una semplice frode fiscale? A fanculo, dovete andare. Io non sono certo peggio di voi. I padroni, anche i più ributtanti, sono sempre migliori dei loro servi!".


Come non essere d'accordo con l'ironia (nemmeno tanto graffiante)di Beppe Grillo?

Purtroppo è tutto vero, in modo desolante.

*****
Da: Blitz Quotidiano


Enrico Letta al Quirinale con l’auto privata. Dagospia: “E’ del Corriere della Sera”

ROMA - Enrico Letta si è presentato al Quirinale con l’auto propria. Titolavano così nel pomeriggio del 24 aprile i siti italiani come a voler segnalare la scelta del neo premier incaricato di presentarsi con un’auto privata da Napolitano. In realtà, a quanto scrive Dagospia si tratterebbe di un’auto di proprietà della Rcs, la società editrice che pubblica il Corriere della Sera. La moglie di Letta infatti,  è la caporedattrice della cronaca romana del quotidiano diretto da De Bortoli. Scrive Dagospia:
“Sono sparite le auto blu? Ecco le auto Rcs. Tenetevi forte: hanno detto che “Enrico Letta è salito al Quirinale con un’auto privata”, facendo credere che il nipotino di Gianni sia sobrio tanto da evitare le ammiraglie presidenziali. Ma quando mai! Quella è la Lancia in uso ai dipendenti del Corriere, ovvero alla metà di Enrico, Gianna Fregonara, capa della cronaca romana del Corrierone. Se poi Ferruccio De Bortoli vuole metterci pure la benzina…” 

In queste immagini, Enrico Letta risale nell’auto dopo aver incontrato Napolitano (foto LaPresse)

Enrico Letta tenderei a farmelo piacere... Piace anche ad uno dei miei figli, un professionista che si è costruito tutto da solo (e in questa Italia è molto difficile farlo senza leccare il didietro a nessuno), e avevo commentato su questo blog il suo stile di andare con la sua auto privata al Quirinale per l'investitura di Presidente del Consiglio... Ora apprendiamo questo...
Ma non c'è nessuno dei nostri politici, uomini di governo, parlamentari che sappia vivere come viviamo noi? Noi che giriamo con le nostre auto privatissime, di cui paghiamo assicurazioni salatissime anche se da anni ed anni non facciamo sinistri (una volta ti scalavano il Premio se ti comportavi bene, ora no, troppi sinistri fatti dagli altri, troppe truffe alle assicurazioni, però non capisco perché debbo pagare io per quello che fanno gli altri...), di cui paghiamo un carburante costosissimo non solo perché il petrolio lo dobbiamo importare.. ma perché è gravato da accise folli e ingiustificate... paghiamo ancora quelle per la Guerra in Libia! 

NON CAMBIA NULLA, NON CAMBIA NULLA.... 

Respiriamo un po' di Bellezza....

Dal sito facebook del Direttore d'orchestra e compositore Andrea Amici

Suite per orchestra dalla colonna sonora del cortometraggio
"Il Lungo Viaggio"
Musiche originali composte, orchestrate e realizzate da Andrea Amici
http://www.youtube.com/watch?v=krYrVQp8B-8