giovedì 14 maggio 2020

Rileggendo Alberto Bevilacqua

In mancanza di nuove letture ho preso dalla libreria "Questa Specie d'Amore" di Alberto Bevilacqua. 
Molti anni fa ho letto molti suoi libri che sono lì sullo scaffale accanto a questo che lo rese celebre perché vinse il Premio Campiello nel 1966.
Si cambia, si cresce e certe riletture ci fanno apprezzare di più o di meno quello che ci piacque.
Bevilacqua oggi mi piace di meno.
Ricordo che già tanti anni fa notai che nei suoi libri successivi, a parte la Califfa, il suo stile si era fatto faticoso e, in uno degli ultimi libri, quasi incomprensibile, anche nel senso del messaggio che voleva dare.
Essenzialmente Bevilacqua mi appare, un po' come Moravia, permeato dal sesso a cui non sa resistere. 
Su Wikipedia ho cercato notizie della sua vita che potessero in qualche modo arricchire alcuni aspetti del libro in rilettura che ho trovato interessanti, pensando ad un autobiografismo che sempre c'è nelle creazioni di chi scrive romanzi. 
Non ricordavo le descrizioni dei ricordi infantili del protagonista che tanto somigliano, per come li descrive, ai ricordi di me bambina, per gli episodi che riguardano la mia vita beninteso.. Scene viste con gli occhi di un bambino in cui si intuisce la realtà dei fatti che si stanno svolgendo.
Ma nella sua biografia la figura del padre è tutt'altro che una figura perseguitata dai fascisti, come il bambino del libro che sente suo padre venir chiamato "sovversivo", al contrario egli è un fascista, un aviatore... I "sovversivi" erano i comunisti.
Né in detta biografia si fa cenno ad una moglie, tanto che ho pensato che una conversazione da me avuta con una bella giovane che l'aveva conosciuto e frequentato forse la ricordavo male...
Poi scopro che invece ricordavo bene, perché una moglie l'ha avuta e come e che il loro matrimonio è durato 30 anni.
Ero giovane, allora, e la bella e sofisticata amica di una mia cara amica dai tempi della scuola fino ad oggi, seduta a parlare di lui nel suo abito di seta che scopriva le belle gambe abbronzate, diceva con dolcezza che lui tradiva la moglie, e senza dirlo esplicitamente fece capire anche con lei, e alla mia domanda rispose: "Ora non ne soffrono più..." Avvolta nel suo profumo di classe non mi convinse che si possa vivere con le corna un rapporto sereno.
Ecco, Bevilacqua era questo, un uomo depresso perché incapace di essere forte di fronte alle sue debolezze.





Da: PRAMZAMBLOG  18 DICEMBRE 2008 INTERVISTA di Achille Mezzadri
Le è dispiaciuto lasciare Parma nel '61, quando si è sposata?
Ero felice, innamorata, non mi rendevo conto, ma a Parma ho comunque lasciato un pezzo di cuore. Parma mi è sempre rimasta qui e fino a due anni fa, quando mia sorella era ancora viva, ci tornavo tutti gli anni.
Perché è fallito il suo matrimonio con Bevilacqua?Dopo trent'anni il matrimonio si è spezzato perché Alberto era cambiato, non era più la persona della quale mi ero innamorata e con a quale ero stata bene per tanti anni. L'episodio decisivo fu un litigio per una questione di bozze. Sì, io gli correggevo le bozze e quella volta lì lui si arrabbiò perché mi considerava in ritardo. Io uscii di casa così com'ero. E il giorno dopo lui aveva già cambiato la serratura.Ma lei non era stata la sua "musa ispiratrice"?
Non esattamente, però posso dire che i suoi libri migliori li ha scritti quando ero al suo fianco. E la Giovanna di "Questa specie d'amore" era senz'altro io.
Com'è stato il vostro rapporto dopo la separazione e il divorzio?
È peggiorato con il passare del tempo. Per un po' io ho cercato di mantenere rapporti di amicizia, almeno di cordialità. Ma senza successo. Da un certo momento in poi si è sempre andati per avvocati. E pensi che qui a Vigna Clara, viviamo vicinissimi... Però non lo vedo mai.

Guarda un po', proprio Vigna Clara, la zona dove abita la mia amica e dove c'era e c'è il suo giro di amicizie: fra la Cassia e Corso Francia... La bella profumatissima era di quel giro lì...