domenica 8 aprile 2012

VIP Immaginari

Dalla Raccolta di novelline divertenti "Le Verità nascoste"


VIP Immaginari




Aveva acquistato la multiproprietà alla fine degli anni ottanta pagandola poco più di dieci milioni delle vecchie lire. Un suo studente in tesi di laurea aveva da qualche anno una casa in quel Residence e gli aveva mostrato le foto del posto e lui aveva acquistato sulla carta. Praticamente si trattava di diventare proprietario di una quota alberghiera e di poter godere per quindici giorni l'anno dell'appartamento acquistato. Il posto era bellissimo, uno dei più belli della Costa Smeralda. La foto non rendeva abbastanza la bellezza del luogo. Dunque ne fu molto felice. Il venditore gli aveva detto che non vendevano a tutti, ma tendevano a scremare scegliendo persone di un certo livello, per non far scadere l'ambiente che richiedeva una certa selezione.
Una delle volte che arrivò per la vacanza trovò il W.C. chiuso con lo scotch dalla squadra delle pulizie. "Che garanzia!" Disse a sua moglie.
"Lucioooo!" Gridò inorridita la donna dopo un po'.
"Che c'è?!" Accorse allarmato l'uomo in bagno.
"Ho levato lo scotch e guarda che roba!" La donna aveva alzato la tavola del sedile di colore bianco avorio: era costellata di inequivocabili schizzi giallo carico di orina.
"Mi sono seduta per fare pipì senza sapere cosa c'era sotto!" Disse con un moto di ribrezzo.
"Chiamo subito la direzione!" La direzione si scusò e mandò una donna delle pulizie a pulire. Dissero poi che la governante avrebbe provveduto a fare un'indagine su chi aveva avuto l'incarico di pulire quell'appartamento e, naturalmente, la persona sarebbe stata punita.
Andarono poi a fare la spesa. "Una banana quattromila lire!!" Sussurrò sua moglie. "Siamo in Costa Smeralda!" Le rispose lui a bassa voce.
Comperarono novemila lire di prosciutto cotto e molte altre cose. Mentre la moglie pagava lui imbustava. All'uscita lei si rese conto che lui non aveva messo nelle due buste il pacco del prosciutto. Tornò subito alla cassa ma né il cliente successivo, un signore molto sussiegoso, né la cassiera avevano visto il costoso pacchetto: volatilizzato!
"E' la prima volta che mi accade!" Esclamò la moglie un po' smarrita.

All'Assemblea di condominio conobbero molti degli altri proprietari. Tutti o quasi avevano o cercavano di avere un'aria molto signorile.
Un anziano signore chiese la parola e si alzò per dire: "Voglio che si comperino lenzuola di Fiandra." La moglie di Lucio aveva il pessimo difetto di non farsi incantare da sovrastrutture varie e con pragmatismo disse subito: "Ma se ha di queste pretese, perché non si compera una casa per tutto l'anno in Costa Smeralda, invece di una multiproprietà da dividere con altri periodicamente?"

Le spese condominiali, piuttosto basse all'inizio, cominciarono a salire in modo esponenziale. Esisteva, da Regolamento condominiale, un Consiglio di Sorveglianza costituito da tre Consiglieri di cui uno era il Presidente. Veniva eletto ogni anno dall'Assemblea dei proprietari e doveva sorvegliare che l'Amministratore, in pratica, non rubasse. Il primo Consiglio che Lucio e sua moglie trovarono era costituito da un membro che non veniva mai, un ragioniere commercialista romano ed un notaio milanese. Il notaio era anche il Presidente.
"Un notaio è una garanzia." Pensavano i due.
Poi ad un'Assemblea costui perorò una spesa che a Lucio, ma anche ad altri, sembrava inutile: trenta milioni di casseforti da mettere negli appartamenti. Essendo un'innovazione serviva un' alta percentuale di millesimi, ma il notaio disse che non era vero. Lo disse con sicura saccenza e prepotenza. La moglie di Lucio citò il Codice Civile, ma quello rispose all'affollata Assemblea dei proprietari che, essendo una multiproprietà, il Regolamento non rispondeva alle regole che il Codice detta per il condominio. Si scoprì che molti inaccorti proprietari non avevano nemmeno il Regolamento condominiale che doveva essere allegato all'atto di compravendita. Lucio e consorte lo avevano, ma non l'avevano portato con loro. La moglie di Lucio chiese che venisse inviato a tutti i condomini che ne erano sprovvisti. L'Amministratore mostrò un faldone dicendo con un sorriso ironico che non si poteva spedire un simile volume a tutti i proprietari sparsi per la penisola. Ma l'implacabile moglie di Lucio non si fece intimidire e disse che non il Regolamento di Contabilità lui doveva inviare, bensì solo le poco più di 10 pagine del Regolamento che lei aveva  a casa. L'Amministratore capì che il "bluff" non gli era riuscito e provvide ad inviare il dovuto. A questo punto si scoprì che di un banale Regolamento di Condominio si trattava e che, dunque, il notaio era un bugiardo e stava dalla parte dell'Amministratore. Con quali vantaggi? Non si sa, ma una volta trovarono il ragioniere romano in vacanza nel loro stesso periodo, pur avendo già usufruito del proprio: dunque l'Amministratore regalava ai componenti del Consiglio gli appartamenti che non venivano usati  né affittati dai proprietari di quel periodo.

Le spese crescevano e i proprietari protestavano. Cambiarono Amministratore e i Consiglieri. Questa volta si trattava di un consiglio quasi tutto costituito da calabresi. Uno era un medico, un altro un ingegnere, il terzo un magistrato. Una vera garanzia! 
Ad un'Assemblea l'Ingegnere si presentò con un progettino per rifare la hall del Residence. Lucio e la moglie si opposero, ma dato che i proprietari erano sparsi per l'Italia e delegavano l'Amministratore l'inutile spesa passò e il Consigliere incassò la parcella per il progetto. Le spese salivano ed oltre a Lucio e sua moglie molta altra gente si lamentava. Il medico incaricò un suo amico avvocato di fare una perizia legale su certi affari che riguardavano il condominio. Nessuno l'aveva autorizzato, ma l'avvocato presentò una cospicua fattura al Condominio. Ci fu un'affollata e furente Assemblea in cui molti proprietari provarono ad opporsi. Ma l'Amministratore, ormai in perfetto accordo con i Consiglieri, disse che non si poteva far pagare al Consigliere, anche se aveva sbagliato a dare mandato all'avvocato che conosceva senza la delibera assembleare, e dunque che si pagasse questa fattura! In fondo erano solo venti milioni di lire! Una cifra impossibile per una consulenza, al di fuori delle tabelle stabilite dall'Ordine per  quella Regione, sostennero Lucio e gli altri! Ma i tre Consiglieri erano tutti d'accordo e avevano molte deleghe e la parcella fu pagata, comprensiva delle spese di viaggio che l'avvocato aveva fatto dalla sua città a quella dove si teneva l'Assemblea.
"Ma chi gli ha detto di partecipare all'Assemblea dei proprietari?! A quale titolo costui è venuto in Assemblea?!" Tuonò Lucio.
L'Amministratore fece mettere a verbale che aveva accompagnato l'ingegnere consigliere. "E chi se ne frega! Lo pagasse lui allora!" Dissero in molti.
Invece grazie ai proprietari che delegavano al buio pagò tutto il condominio. Intanto qualcuno aveva scoperto che il medico e l'ingegnere erano della stessa città calabrese ed entrambi impegnati in politica. Sul giornale uscì che nei Consigli comunali, dove costoro erano impegnati, c'erano infiltrazioni malavitose della organizzazione criminale chiamata "n'drangheta".

Ad una successiva Assemblea l'Ingegner Cuzzocrea, il Dott. Liggio ed il magistrato Curziogiardina imposero un'altra spesa non pertinente: la messa a norma di una canna fumaria di un vicino ristorante il cui gestore non riteneva di doverla riparare anche se i fumi disturbavano, guarda il caso, proprio la casa del Curziogiardina. A nulla valsero le proteste dei tartassati proprietari: le deleghe in mano ai tre e al connivente Amministratore fecero passare anche questa spesa assurda ed impropria, non essendo il ristorante in proprietà al condominio ma assolutamente estraneo ad esso. L'unica cosa è che era adiacente alla proprietà del Condominio Residence e che i fumi davano fastidio al magistrato il quale, per non aprire un contenzioso lungo e fastidioso con il gestore del ristorante, preferì farlo pagare al condominio.

L'ambiente "scremato" dal venditore risultava essere tutt'altro che edificante. La moglie di Lucio fu insultata in Assemblea da uno dei tre personaggi  perché voleva far valere la legalità ed uno di loro, con arroganza violenta, le disse: "Venda, venda, gliela compero io!"
"Tutto questo puzza di illegalità lontano un miglio!" Commentò successivamente con altre proprietarie. Quel giorno suo marito per fortuna non c'era, altrimenti non si sa cosa sarebbe successo. L'Amministratore, che non l'aveva nemmeno salutata al suo arrivo, alterò il verbale di Assemblea omettendo fatti che vi erano accaduti ed eludendone altri fino a stravolgere la realtà. Ne seguì una lunga diatriba scritta. Molti proprietari  inviarono raccomandate di protesta ma, siccome nessuno denunciò in Tribunale tutti questi illeciti, tutto continuò come prima. Fino a quando, in mezzo a mille scandali quotidiani, non uscì sul giornale che i due in odore di "n'drangheta" erano stati inquisiti.
A questo punto molti proprietari andarono a leggere meglio le carte e scoprirono, in un documento che riportava voti e deleghe di ciascuno, che il numero massimo di deleghe che ognuno poteva rappresentare, come da Regolamento, era stato superato di moltissimo e ciascuno dei tre Consiglieri, più i loro amici, avevano votato chi con 20 deleghe, chi con di più e così via! L'Amministratore dunque non aveva applicato il Regolamento, favorendo con questo sistema il rinnovo dei Consiglieri.
"Davvero un bell'ambientino! Scremato soprattutto della "zella" degli onesti!" Commentò Lucio.
"L'unica strada è la denuncia in Tribunale, - disse sua moglie - sperando che non incontri un magistrato come Curziogiardina però!"
"In fondo, pensò la moglie di Lucio, questo Condominio è lo specchio dell'Italia di oggi".