sabato 8 novembre 2014

Renzi e le ingiustizie sulla Dirigenza Pubblica

Da: Il Sole 24 Ore - Sanità


Riforma Pa, doccia fredda per i medici con gli emendamenti delle Regioni: stop alla possibilità di servizio fino a 70 anni


E questo sarebbe il male minore...
Ma la ratio di questa costruzione legislativa sembra avere una continuazione con l'Italia peggiore, come è e come non DEVE essere più!! 
Riporto un passo dell'articolo che mi ha sfavorevolmente colpito:

 Poi c'è la richiesta di estendere a tutta la dirigenza pubblica e non solo ai dirigenti di struttura complessa del Ssn, la possibilità di risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro. Ma restano comunque fuori della norma - con buona pace delle proteste dei medici ospedalieri - ancora una volta magistrati e professori universitari.

Dunque il Governo Presieduto da Matteo Renzi sceglie di punire una delle Dirigenze più specializzate ed esposte a responsabilità già scarsamente tutelate dallo Stato, preservando i soliti Professori Universitari e i soliti Magistrati che sbagliano ma sono tutelati molto, ma molto di più dei Dirigenti Medici?

Comincio a perdere speranza nel cambiamento.
Qui vedo la solita musica: si pretende tanto da chi ha un sapere complesso, raggiungibile solo con anni ed anni di studio e di pratica professionale ad altissimo livello, si lasciano soli ad ogni denuncia, anche infondata e pretestuosa, ma si fa una nuova normativa in cui si continua a non dare loro nulla ma togliendo quanto conquistato superando pubblici concorsi durissimi ed infestati di raccomandazioni politiche e non. 

Se queste sono le riforme si continua a mantenere in piedi una Società che favorisce chi NON SA FARE, preservando chi ha ottenuto il posto per vie politiche o raccomandazioni e che dunque dove sta fa solo danno, si continuerà a calpestare il Merito, lo scrivo con la M maiuscola perché è UN VALORE CHE IN ITALIA E' UMILIATO DA TROPPO TEMPO!

La Società che vuole Renzi è dunque sempre spaccata in due: da una parte i burocrati che troppo spesso applicano le leggi ed i regolamenti commettendo errori marchiani che, NON SI SA PERCHE', non pagano personalmente come DEVE essere, e dall'altra tutti gli altri che debbono solo subire senza speranza di poter ottenere giustizia inchiodando alle sue responabilità chi erra tenendo il culo al caldo di una sedia stipendiata a vita, sicuro dell'impunità.

A Renzi non viene in mente che far gravare sulle spalle dei soliti che stanno in frontiera, e fra questi i Dirigenti Medici e i Dirigenti Scolastici, responsabilità senza alcun ritorno di sicurezza e di giuste tutele, e nel contempo non far pagare i Dirigenti "delle scartoffie", tutelati dalla consapevolezza che il cittadino nei riguardi dei loro errori ha solo l'anonimo ricorso al TAR, che non li scalfisce dalle loro comode sedie dove sostano tutto il giorno per sole 8 ore, comporta una società di incompetenti sicuri e di competenti operativi oppressi?

Porto pochi esempi presi qua e là:
il muro sul fiume a Carrara costruito SENZA FONDAMENTA, la lettera di risposta, firmata da un Dirigente della Provincia di Carrara, alle preoccupazioni legittime di chi vedeva infiltrazioni di acqua.
Cosa farà il governo Renzi, la tanto tutelata magistratura a questo irresponsabile incompetente che ha messo il suo timbro di Dirigente e la sua firma certificando con certezza che "il muro teneva sicuro"? 

Altro esempio: professore vincitore di concorso, quindi di ruolo insegna nella scuola media di primo grado. Vince cattedra per la scuola di secondo grado. Alla sede provinciale del provveditorato cancellano il primo contratto e non riescono ad inserire il secondo: non riescono neppure a reinserire il primo... Mandano tutto ai sistemisti che hanno fatto questo bel software, nel frattempo per questo anno scolastico il professore non risulta più sui terminali del Ministero della Pubblica Istruzione... Rischia che il Ministero del Tesoro non gli paghi lo stipendio.
Riferisce che, andato con la moglie presso il Provveditorato, l'hanno indirizzato al Dirigente che si occupa del sistema informatico: comodamente seduto nell'immancabile poltrona, sereno nella sua totale irresponsabilità, senza vergogna alcuna e senza alcuna preoccupazione che dovrà mai pagare per l'incompetenza della sua funzione, ha risposto calmo e tranquillo che non ci poteva fare niente.

Renzi vuole sapere perché si intasano i Tribunali con ricorsi, cause di lavoro ecc. ecc.?
Guardi dentro la incompetente, irresponsabile Pubblica Amministrazione che non amministra proprio nulla!
Vessa soltanto i cittadini e basta!!  

Secondo Renzi i Presidi non gestiscono strutture complesse e persone?

Comunicato Stampa
dell'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola

Una buona scuola?
Un documento come quello diffuso oggi da Palazzo Chigi, per la sua natura palingenetica, ha 
l’ambizione di aggregare il massimo del consenso. Sicuramente ha diversi argomenti a proprio 
favore: per esempio, alcune delle ricette indicate, come l’organico funzionale; ovvero la 
promessa di maggiore risorse per le scuole, sia per l’edilizia che per il MOF. E come non vedere 
con favore l’introduzione del nucleo di valutazione di istituto o l’impegno a riscrivere il testo 
unico, eliminando al contempo le norme qualificabili come irragionevoli e moleste?
Le intenzioni espresse sono dunque largamente positive e come tali vanno apprezzate. Se mai, 
qualche riserva emerge quando dal generale si passa agli aspetti specifici. Per esempio, tutto 
l’impianto del documento è fortemente centralistico e l’autonomia delle scuole – pur 
esplicitamente richiamata in uno dei capitoli – è in realtà sistematicamente assorbita da una 
regolazione tutta affidata a scelte governative. A cominciare dall’assunzione dei 150.000 
docenti e dalla gestione dei futuri concorsi, che cancellano ogni ipotesi di un ruolo delle scuole 
“autonome” nella scelta dei propri insegnanti e mantengono saldamente il controllo del 
personale all’Amministrazione centrale e periferica. Come si può immaginare una scuola in 
grado di elaborare un proprio progetto didattico, se a realizzarlo saranno docenti assegnati 
sempre e soltanto da fuori?
Parliamo di governance. La distinzione concettuale di fondo, fra potere di indirizzo e potere di gestione, non fa una grinza. 
Peccato che, appena un mese fa, lo stesso governo abbia negato ai dirigenti scolastici l’inclusione nel ruolo unico con l’argomento che la loro dirigenza non avrebbe natura gestionale. Semplice distrazione?

E, sempre parlando di dirigenti, non appare un passo avanti neppure l’aver immaginato gli “ispettori” come una progressione di carriera del dirigente scolastico: si verrebbe così implicitamente a ripristinare una collocazione gerarchica che era stata superata da tempo.
Parliamo di un altro dei punti qualificanti: la cosiddetta “carriera” dei docenti, su cui molte 
anticipazioni erano circolate nei giorni scorsi. Quella che ci viene presentata, in realtà, è una 
diversa progressione economica, ma non una carriera, che presupporrebbe dei livelli e delle 
distinzioni di funzioni. I docenti continuano invece ad essere visti come appartenenti ad un 
profilo unico, che si differenzia solo per le funzioni svolte pro tempore.
In materia di progressione economica, colpisce il livello di dettaglio con cui nel documento 
vengono definiti aspetti che il quadro normativo vigente attribuisce al contratto: la periodicità 
degli “scatti di competenza” (tre anni), la loro misura (60 euro “netti”), la platea dei beneficiari 
(il 66%, non uno di più, né uno di meno). Dobbiamo inferirne che la contrattazione non esisterà 
più o che sarà ridotta ad aspetti marginali del rapporto di lavoro?
Si potrebbe continuare nei distinguo: ma non ne vale la pena, visto che molti degli aspetti che 
caratterizzeranno la nuova scuola sono ancora da disegnare. Sarà invece il caso di sottolineare 
alcuni punti di attenzione che dovranno essere tenuti presenti nella fase del dibattito e, 
soprattutto, in quella di elaborazione delle misure normative conseguenti.
Uno di questi riguarda certamente i poteri del dirigente. Se ne è parlato con molta enfasi nei 
giorni scorsi: ma nel documento non si trova molto che giustifichi le impegnative metafore 
spese al riguardo. Invece, sono uno dei punti determinanti per assicurare il cambiamento. 
Nessuno può pensare che una rifondazione così impegnativa del modo di essere e di funzionare 
della scuola possa avvenire senza un adeguato livello di governo locale dei processi. 
Sempre in questo ambito, mentre si richiamano a più riprese le funzioni di sistema che 
dovrebbero essere svolte dai docenti, nulla si dice sulle modalità di individuazione di coloro che 
dovranno svolgerle. Si vuole sperare che tale silenzio sottintenda la responsabilità del dirigente: 
ma certo i provvedimenti attuativi dovranno prevederlo in modo esplicito, a meno di non voler 
tornare indietro anche rispetto alla situazione normativa attuale. Tanto più che i “crediti 
professionali” sono essenziali per lo sviluppo economico degli interessati: non si può certo 
pensare di scaricare sul Collegio docenti l’ennesimo conflitto di interessi, consistente nella 
distribuzione fra i suoi membri di incarichi retribuiti e delle prospettive di avanzamenti di 
carriera.
Molte cose sono ancora sospese fra il cielo e la terra nella filosofia enunciata oggi da Palazzo Chigi: una di queste è se l’interlocuzione dei sindacati, ed in generale dei corpi intermedi, venga 
ancora considerata come un elemento del panorama futuro o se vi sia una presunzione a priori 
di autosufficienza del governo e, se mai, la scelta di un rapporto esclusivo o privilegiato con i 
social network.
Ci auguriamo di no. Noi intendiamo in ogni caso accompagnare la fase di confronto e di 
dibattito con il nostro contributo di analisi e di proposta. Invitiamo i colleghi dirigenti e docenti 
a fare altrettanto, in modo che si possa realmente verificare fino a che punto le dichiarazioni di 
apertura, di cui il documento è prodigo, avranno un reale spazio nel dare forma ai 
provvedimenti che verranno.
Una buona scuola? Nessuno più di noi lo auspica: e tuttavia non vorremmo che il desiderio di 
un cambiamento ad ogni costo faccia perdere di vista che alcune soluzioni esistono e sono state 
sperimentate da tempo. Inventare ogni volta la ruota può non essere il modo migliore per 
accelerare il cambiamento che tutti riconosciamo come necessario.
3 settembre 2014