mercoledì 6 dicembre 2017

Ignoranza giornalistica

Politici vari, soprattutto della cosiddetta sinistra italiana, si riempiono la bocca di una parola inglese: fake-news. Sembrandogli, evidentemente, troppo comprensibile dire in italiano, la NOSTRA lingua, notizie false.
E questa è la prima critica che faccio a politici sciocchi e giornalisti che hanno l'aggravante di dover COMUNICARE, quindi essere quanto più possibile COMPRENSIBILI A TUTTI!
La seconda critica è l'ostinazione a non aggiornarsi su cose che cambiano e questo è grave se si pretende di informare
Alcuni esempi: da anni, con tanto di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è stato decretato che l'Università di Roma più antica si chiama SAPIENZA, Sapienza e basta NON "La Sapienza".
Gente che pretende di informarci continua a scrivere: l'Università "La Sapienza".
Da qualche anno, ad esempio, è stato cambiato il codice  di avviamento postale di Rocca Priora, RM, da 00040 in 00079.
Imperterriti siti web e Istituzioni varie continuano a pubblicare e ad usare 00040.
AGGIORNATEVI!
Potrei continuare con altri esempi, ma passo direttamente all'ignoranza.
Ho citato in alcuni miei scritti sull'argomento l'intelligente ed umile ammissione di Piero Ottone, grande giornalista, sulla sua rubrica fissa, Vizi & Virtù, sul settimanale Il Venerdì di Repubblica: egli ammise in un suo articolo l'ignoranza "di noi giornalisti" dovendo stare velocemente sulla notizia e non potendo certo essere conoscitori di tutto lo scibile umano.
Piero Ottone, pseudonimo, il suo vero nome era Pier Leone Mignanego 

Tanta umiltà, tipica delle menti intelligenti, non trova riscontro frequente nella classe giornalistica ed è forse dovuto alla facilità dell'esamino per essere iscritti all'Albo.
Così leggiamo strafalcioni "scientifici" che fanno scompisciare dalle risate gli addetti ai lavori, ma che per la maggior parte della gente priva di cultura scientifica costituiscono vere e proprie notizie false, le "fake-news" che tanto scandalizzano Boldrini e compagni.
Ma mentre le "fake-news" che preoccupano costoro sono facilmente smontabili per la loro stupidità, i concetti scientifici sono molto meno smontabili e vengono acquisiti dai percettori delle notizie come verità, mancando una capacità culturale per capirne l'assurdità.
Si costituisce così un nuovo Medioevo oscurantista fatto di informazioni che nulla hanno a che fare con una qualsivoglia REALTA'. 
In mancanza di cultura per capire l'assurdo di certe informazioni date dai giornali c'è sempre e comunque l'intelligenza personale che, bastandole la logica, trova la notizia, giornalisticamente ignorante, incredibile.
Esempio recente ed attuale è l'avvelenamento letale da tallio di una famiglia del nord Italia.
Il tallio è un metallo. I giornali strillavano che forse tale sciagura era dovuta agli escrementi dei piccioni "che contengono tallio". Non i piccioni di quella località dove i poveretti avevano soggiornato d'estate, badate, ma i piccioni in generale! Dalle Alpi a Pantelleria! Anche menti non acculturate ma pensanti si sono chieste come mai il metallo fosse presente genericamente nelle feci dei piccioni! Quale oscuro metabolismo poteva provocare ciò? E dove prendevano il tallio i piccioni dalle Alpi a Pantelleria, essendo affermato negli articoli di tutti i giornali categoricamente "che gli escrementi dei piccioni contengono tallio"? Non di quei piccioni in particolare, ma dei piccioni punto e basta!
Chi è dotato di intelligenza a logica si è chiesto come mai allora non si è mai visto che turisti di luoghi artisticamente bellissimi e infestati dai piccioni non abbiano riportato mai sintomi di avvelenamento?! Ma i giornalisti non se lo sono chiesto, dunque, non solo di ignoranza si tratta.
E' molto divertente leggere i commenti sotto un articolo sull'argomento della SCI, Società Chimica Italiana.
Infine il continuo vedere scritto: il Deserto del Sahara!
Sono stata in Egitto, qualche anno fa, ed ho appreso da un intelligente e colto egiziano, che giustamente ne rideva, la nostra abitudine di scrivere ciò, senza sapere che Sahara vuol dire deserto nella loro lingua, dunque i giornalisti scrivono il Deserto del Deserto usando la stessa parola in due lingue diverse: una inutile ripetizione. Basta scrivere "il Sahara". Mi si può obiettare che io ho avuto modo di apprenderlo in una determinata circostanza, ma chi fa informazione e pretende di informarmi dovrebbe avere molte più informazioni di me!   

Rita Coltellese *** Scrivere: La solita "informazione" che disinforma

Rita Coltellese *** Scrivere: Lessico giornalistico