sabato 4 ottobre 2014

Cronache di Pazzie Quotidiane - "Pronto Intervento"

Pronto Intervento

Nel paesone di Carrisio Laziale e più esattamente nella sua frazione di  Accettina quel giorno la nonna, tenendo per mano il nipotino, sentì passando un puzzo nauseabondo e, istintivamente, guardò verso il basso e con orrore vide il gattino morto, in avanzato stato di putrefazione, su cui volavano mosche e moscerini, addossato sotto il muro del parcheggio. Scostò il nipotino lontano, nel timore che qualcuno di quegli immondi insetti gli si posasse addosso e si guardò attorno per vedere se qualche mamma, papà, nonno o nonna si fosse accorto di quello schifo che giaceva a pochi metri dall'uscita della scuola materna. Ma l'andirivieni di costoro, che entravano ed uscivano dalla scuola tenendo per mano i loro piccoli, era apparentemente inconsapevole di quella fonte insalubre per i loro bambini.
L'anziana donna si guardò attorno stupita: eppure il puzzo, qualora la distrazione non attirasse lo sguardo, era sufficiente ad attirare l'attenzione.
A quel punto fece salire frettolosamente il suo nipotino in auto pensando: "Telefonerò da casa all'Ufficio d'Igiene del Comune."
Arrivata a casa di suo figlio per prima cosa accudì il nipotino: gli tolse il grembiulino, gli fece lavare le mani e, quando lo ebbe sistemato per fare merenda gli disse: "Nonna ora va sul computer di papà a cercare il numero di telefono dell'Ufficio d'Igiene per avvisare che c'è un gatto morto."
Non essendo Carrisio Laziale il suo comune ella non sapeva come fossero organizzati per queste incombenze. 
Cercò sul sito del Comune un qualsivoglia numero telefonico alla voce "Ambiente": non lo trovò.
Allora cercò alla voce "Polizia Locale": non lo trovò.
L'unico numero telefonico presente era quello del centralino e l'unica e-mail era quella dell'Ufficio Stampa.
Ovviamente provò con il centralino. Squillò a lungo ma non rispose nessuno: erano da poco passate le quattro del pomeriggio...
Allora ripiegò sulla ASL: forse potevano avere un Servizio per l'Igiene Pubblica.
Qui fu più fortunata: c'era un numero telefonico specifico per Carrisio Laziale e, ancora più fortunata, le rispose una voce di donna che capì il problema e le dette un numero di centralino a cui le avrebbe risposto qualcuno che le avrebbe passato il Servizio Veterinario, competente per questi casi.
Fatto il numero il centralino rispose e sentito il problema del gattino putrefatto, ormai pericolo igienico, le disse: "Le passo il Servizio Veterinario." La nonna pensò di aver imbroccato la strada giusta e con il suo cellulare all'orecchio rimase qualcosa come buoni dieci minuti a sentire uno squillo di telefono a cui non rispose nessuno, né la linea tornò al centralino. Aveva speso abbastanza del suo tempo e della sua ricarica di cellulare per compiere un atto di civiltà e lasciò perdere chiedendosi però dove fossero quelli del  Servizio Veterinario alle h. 16:30... Se il centralino glieli aveva passati vuol dire che riteneva che dovessero essere in servizio... Altrimenti avrebbe detto: "A quest'ora non c'è nessuno." 
Desolata pensò all'indifferenza igienica e civica di quei genitori e nonni chiedendosi: "Forse sanno che tanto pure se chiami non interviene nessuno?"
Ma, alla fine, prevalse il senso civico e si risolse a chiamare i Carabinieri.
Si scusò vergognandosi un po': "So che avete problemi più importanti ma non risponde nessuno né al Comune né alla ASL.."
Il Carabiniere non si meravigliò, anzi, disse che passava la segnalazione ai Carabinieri di zona e che avrebbero avvisato loro la ASL.
La nonna ringraziò e pensò che certo i Carabinieri forse li avrebbero ascoltati!
Non tralasciò di dire al Carabiniere che aveva risposto che certo i Carabinieri lavorano sempre! "Ci siete rimasti solo voi!"
L'indomani a mezzogiorno, mentre era nella sua casa, le arrivò una telefonata sul cellulare con cui aveva effettuato la chiamata al numero datale dalla ASL:
"Siamo il Servizio Veterinario, lei ha telefonato per segnalare un gatto morto. E' ancora lì?" 
Stupore. "Non lo so proprio... A meno che qualcuno non lo abbia rimosso. Io l'ho visto ieri alle h. 16:00 e l'ho segnalato senza successo al vostro numero dove non mi ha risposto nessuno."
"Non può verificare se c'è ancora?"
Stupore. "Io sono in un altro comune a casa mia. Ieri ero davanti alla scuola del mio nipotino dove si trovava questo gattino in putrefazione con le mosche che vi svolazzavano sopra.."
"Ah! Sa signora a noi ci hanno inviato ora la segnalazione.."
"Ma scusate ieri alle h. 16:30 dove eravate voi del Servizio Veterinario della ASL?"
Risatina. "Signora, noi siamo una Cooperativa a cui appaltano il lavoro.. Ci hanno mandato il fax adesso.."
"Capisco."
"Grazie signora. Arrivederci."

Noi no

Newsletter di Antonio Di Pietro
Roma, 1 ottobre 2014

Cari amici,
il prossimo venerdì, 3 ottobre, a Sansepolcro, è fissata la riunione nazionale dell’esecutivo dell’Italia dei Valori, allargato agli eletti e amministratori, per riflettere insieme sul ruolo che il nostro partito può ancora avere sul piano politico e istituzionale del nostro Paese.
Come ho già indicato nelle mie due precedenti lettere, inviate a suo tempo, (rispettivamente il 13 e 24 settembre 2014, che trovate anche sul mio blog 'www.antoniodipietro.it'), ritengo necessaria una chiara presa di posizione del partito, sia sul piano politico generale che su quello organizzativo interno. 
Con questa terza lettera aperta invito nuovamente i quadri dirigenti, i militanti,  gli iscritti e i simpatizzanti dell’IdV, a riflettere su quali prospettive basare la futura azione politica del partito. Al riguardo ribadisco la mia assoluta contrarietà al metodo usato dall’attuale Governo e dalla sua maggioranza, sia per quanto riguarda in provvedimenti finora adottati e sia per gli spocchiosi comportamenti posti in essere dal Presidente del Consiglio. A tal proposito vi prego di leggere la lucida analisi di Marco Travaglio, qui di seguito riportata e pubblicata oggi in prima pagina su "Il Fatto quotidiano”. 

L’asineria al potere (Marco Travaglio -  Il Fatto quotidiano - 1 ottobre 2014 )

Per dire come siamo ridotti ci tocca pure dar ragione a D’Alema: Renzi parla di cose che non conosce, confidando nel fatto che non le conosca nessuno, grazie alla collaborazione straordinaria dei tg e dei giornali. Sulla giustizia dice che in "20 anni di derby ideologico fra berlusconiani e antiberlusconiani" non s'è fatta una sola riforma: invece se ne sono fatte 120, con i bei risultati a tutti noti; e lui prepara la 121esima, degno coronamento delle altre 120. Sull'abolizione delle elezioni per il Senato dice che "se ne parla da trent'anni", mentre  nessuno, a parte Gelli nel Piano di Rinascita del1976, ne aveva mai parlato né sentito il bisogno. Sulle Province dice: "Le abbiamo abolite”, invece s'è limitato  a cambiare loro il nome ad abolire le elezioni e a moltiplicare  le poltrone. Sull'articolo  18 dice che è "vecchio di 44 anni": invece è stato riformato due anni fa, quando lui era contrario. Dice pure che "D'Alema ha avuto la fortuna di governare  quando  c'era la crescita: è allora che bisognava riformare il mercato  del lavoro". Infatti fu riformato con la legge Treu del 1997, con la Maroni-Sacconi del 2003 e con la Fornero del 2012, col risultato  di moltiplicare  i precari e i disoccupati che lui, perseverando sulla stessa strada, vorrebbe  ridurre. La cialtroneria,  il pressappochismo, l'ignoranza crassa e la menzogna sistematica  per nascondere le tracce sono i tratti distintivi di questa "nuova"  classe politica che dà lezioni alla vecchia guardia". E, come diceva Goethe, "nulla è più terribile dell'ignoranza attiva”, tipica di chi vuol dimostrare ogni giorno di essere giovane e nuovo. Per dirne una: lo sapevano e lo scrivevano tutti che l'avvocatessa Teresa Bene non aveva i titoli per entrare al Csm: non è docente ordinario e non ha 15 anni di professione forense. Ma l'han votata lo stesso: ieri è stata cacciata perché ineleggibile. Un figurone. Renzi, almeno, conserva un punto a suo favore: quando la vecchia guardia faceva danni, lui non c'era. Ma i nove decimi dei suoi renzini riciclati dell'ultima o penultima ora, c'erano e facevano danni anche loro. Eppure fanno i bulli con la stessa sua protervia  nuovista,  manco  fossero nati ieri. Sentite  questa: "Non  credo  che un dirigente del Pd dovrebbe provare imbarazzo a stare vicino a metalmeccanici che difendono il proprio  lavoro e i propri  diritti solo perché qualche estremista  passa di lì". È di Matteo Orfini quand'era ancora  dalemiano  e spiegava "perché sarò in piazza con la Fiom". Era il22 febbraio 2012 e la Fornero si accingeva a una riforma dell'art. 18 molto  più blanda  di quella annunciata da Renzi col consenso di Orfini (ma non della Fornero che li scavalca entrambi a sinistra).  Oggi Orfini annuncia: "Se ci sarà una manifestazione della Cgil, la guarderò in tv, il sindacato ha la colpa di essersi voltato dall’altra parte”. Lui, invece, ha cambiato verso, ma soprattutto poltrona: presiede il Pd renziano. Nel 2002 Cofferati  portò  3 milioni  di lavoratori  al Circo Massimo  contro  B. che voleva levare l'articolo 18. E a spellarsi le mani c'era Piero Fassino: "Sull'articolo  18 il governo  ha fatto una sciocchezza" urlava, eccitatissimo  per la "manifestazione  serena  e compatta  di un grande  movimento di opposizione". Per Paolo Gentiloni, "la straordinaria manifestazione di Roma non  è in contrasto col nuovo riformismo". Non poteva mancare  Enrico Morando, ora viceministro dell'Economia e gran tifoso di Renzi contro  l'articolo 18, come pure Gentiloni e Fassino. Ieri Roberto Giachetti contava quanti giorni han governato Bersani, D'Alema, Bindi e altri antirenziani dimenticando quanti giorni han governato i neo renziani: "Sono stati al governo migliaia di giorni e ancora pontficano e propongono soluzioni miracolose come se non avessero mai potuto  mettere alla prova i loro messaggi salvifici". Vuoi vedere che Giachetti  è appena  atterrato da Marte? Può essere, sempreché sia solo omonimo del Giachetti  che dal '93 al 2001 fu il braccio  destro  di Rutelli al Comune di Roma, poi 13 anni fa entrò a la Camera per non uscirne più: prima Margherita, poi Ulivo, infine Pd. E ancora pontifica. Perché Renzi è come il Dash: lava più bianco

Per intenderci, io la penso come lui e voi? (Antonio Di Pietro)

NOI NO. Noi pensiamo che questo ragazzo, che ieri a Ferrara ha ribadito che ha degli ideali, è la nostra ultima speranza.
Di Pietro parla senza farsi un minimo di autocritica e penso con desolazione al tempo che ho perso, come tanti, dietro a lui.
Il suo partitino ormai si è ridotto con pochissimi illusi e molti furbacchioni che cercano di non farlo scomparire del tutto tenendo aperta la bottega. Non si sa mai, si riuscisse ad acchiappare ancora un po' di potere per non fare un bel nulla per la gente, come prima, sventolando la bandiera lisa della trasparenza, della legalità e così via, facendo finta di non aver mai visto ed ascoltato il filmato, mandato più volte in televisione, di gente voluta da Di Pietro come Razzi che parlava di "vendere il proprio voto in Aula" con un volgare cinismo che faceva rivoltare lo stomaco. E tralasciamo i ladri di denaro pubblico come il giovanissimo avvocato Maruccio, tanto voluto dall'uomo della legalità Antonio Di Pietro.

Rimane Travaglio che fa il saccentone sempre e di cui rispetto le libere opinioni ma, nel contempo, vorrei che proponesse soluzioni, perché a criticare e basta siamo capaci tutti. 
Anche lui non vive su Marte, ma su questa povera Terra e povera Italia, dunque se per lui  Renzi è un asino  chi auspica che risolva la situazione imputridita della politica, e non solo, corrotta, dell'economia asfittica, della burocrazia lenta e illogica trasformata in potere che nega il diritto barattandolo in favore, della giustizia che Giustizia più non è?
Renzi almeno ci prova e ci prova con decisione. Per questo la gente lo ha votato. Lui, e non il PD, ridotto a 100.000 tessere.
Bersani è un bravuomo, tralasciando certo gossip di gente che lavorava in Regione Emilia Romagna quando lui ne era Presidente, che ad esempio ha tolto l'ingiusta imposizione delle banche di far pagare una tassa sull'estinzione dei mutui ipotecari che i cittadini avevano preso per pagare la casa.
D'Alema, invece, io lo chiamerei il "Sig. Cermis", per non far dimenticare chi è.
La Bindi aveva fatto una legge che negava ai medici di prendere più di una specializzazione, andando contro il diritto costituzionale allo studio: tanto per ricordarne la professionalità di antica politica.
La Finocchiaro è meglio di una Regina: va a fare la spesa con tre uomini di scorta. Vedere documentazione fotografica.
Insomma, Travaglio, la fiera delle contraddizioni e del fregarsene di noi plebe ha tanti attori e comprimari: chi la salva l'Italia? Dove stanno quelli che vogliono bruciarsi le penne nel tentativo di farlo?
Matteo Renzi forse sarà un'altra cantonata che prenderò, dopo quella di cui mi vergogno con Di Pietro, ma è veramente l'ultima speranza: per il resto è il deserto dei Tartari.

Maker Faire European Edition deludente

LA LOCATION DELLA MAKER FAIRE 2014 SARÀ ALL'AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA  VIALE DE COUBERTIN, 30 - ROMA. DAL 3 OTTOBRE ALLE 14 AL 5 OTTOBRE ALLE 19.

Chi sono i Makers?

Potrebbero essere definiti gli hobbisti tecnologici del 21esimo secolo. Si interessano di tecnologia, design, arte, sostenibilità, modelli di business alternativi. Vivono di comunità online, software e hardware open source, ma anche del sogno di inventare qualcosa da produrre autonomamente, per vivere delle proprie invenzioni.

In una fase di crisi si affidano alla creatività facendo della propria passione un lavoro.

Il movimento dei Maker si basa sulla riutilizzazione e condivisione dei risultati, sulla creatività e sull’innovazione. Sul medio e lungo periodo potrebbe permettere di innescare importanti effetti virtuosi sull’economia, in cui comunità crescenti di makers sperimentano nuovi approcci alla produzione basati su tecnologie a basso costo.
Forse l'errore è stato non aver letto che si trattava di hobbisti tecnologici e quindi di aver avuto aspettative esagerate, ma nell'insieme non abbiamo visto nulla di particolarmente sorprendente.
Erano per la stragrande maggioranza giovani, tutti parlavano giustamente inglese per illustrare le loro performances che riguardavano un po' la robotica, molto queste nuove stampanti tridimensionali con le quali tramite vari software si possono fare molte cose, anche molto interessanti come ad esempio ingranaggi con plastiche resistenti come l'acciaio.
Quello che trovo criticabile è l'organizzazione: caotica, con uno staff di giovani a cui hanno dato lavoro per questi pochi giorni, anche con denaro pubblico, che non erano proprio professionali neppure un po'.
E che dire della mappa-locandina che avrebbe dovuto aiutare il visitatore nella visita! Per capirla abbiamo dovuto applicarci faticando non poco! 
Una mappa non facilmente e rapidamente comprensibile non serve a niente, se non a chi l'ha stampata e dunque ha avuto il suo introito.
La trovata delle Tent E, C, D ecc. non serviva a niente visto che all'ingresso di questi tendoni non c'era alcun cartello ad indicare di quale Tent si trattasse.
Diversamente le Tent L, N, O ecc., che si trovavano nei cosiddetti "giardini pensili", chissà perché avevano davanti agli ingressi un cartellone che indicava quali Tent fossero.. 
Insomma caotica.. una mostra caotica. Con tante persone inutili a fare da contorno, però pagate.
Questo comunque vale anche per altre mostre, in molti casi per leggi che impongono inutili e dispendiose presenze: ad esempio abbiamo visto quattro Vigili del Fuoco bighellonare fumando oppure chiacchierando al cellulare, come visto anche ad esempio alla recente Fiera di Grottaferrata RM. Capisco la necessità di pronto intervento in caso di incendio, ma basterebbe un mezzo con al massimo due uomini e, nel caso di necessità improvvisa, l'intervento sarebbe garantito e si chiamerebbero rinforzi che, data la natura del Corpo dei VV.FF., arriverebbero immediatamente.
Quattro uomini chiacchieravano e fumavano, alcuni seduti, fuori dalla cassa del parcheggio a pagamento. Per incassare un biglietto ogni tanto.. 4 persone pagate? Il biglietto veniva distribuito all'ingresso della sbarra da una macchinetta e, (sorpresa!), all'uscita, dopo aver pagato, non si doveva inserire per far alzare la sbarra di uscita... come è ovvio... no, uno dei quattro conversatori pagati si è sprecato a spiegarci che dovevamo uscire dal retro e, fatta manovra inversa rispetto alla sbarra spenta dell'uscita, ci siamo trovati davanti ad un cancello spalancato che rimaneva aperto.
A questo punto, giustamente, mio marito ha osservato che: "Potevamo uscire anche senza pagare, visto che l'auto era lontana dalla cassa che si trova vicino all'entrata, e stava vicinissima al cancello aperto sul retro."