venerdì 18 dicembre 2015

La Santità non ha bisogno di "miracoli"

Da: Corriere Adriatico

Madre Teresa di Calcutta, riconosciuto
il miracolo: via libera alla canonizzazione

Papa Francesco ha ratificato questo pomeriggio, proprio nel giorno del suo 79/mo compleanno, il riconoscimento del miracolo di Madre Teresa di Calcutta, ultimo passo necessario prima della canonizzazione. Madre Teresa di Calcutta
riconosciuto ​il miracolo
Parte la canonizzazione



La Chiesa Cattolica continua a tenere in piedi questo iter medievale per dichiarare Santi coloro che vivono con i valori di Cristo e per i valori di Cristo, dando testimonianza, con la loro vita e le loro opere, della grandezza della filosofia cristiana.
Se non c'è "il miracolo" non si può essere dichiarati Santi!
Questo aspetto, lungi dall'essere qualificante per la santità, è decisamente squalificante e riduttivo, conducendo la valutazione di una vita intera dedicata alla carità verso il prossimo a una mera superstizione che deve essere provata da improbabili "miracoli". Nell'era delle scoperte scientifiche come si fa ancora a credere nelle guarigioni miracolose? Come si fa a ridurre l'idea di Dio a uno che elargisce guarigioni a Tizio e a Caio per il tramite del santificando, ma lasciando fuori ad esempio tanti bambini che muoiono di tumore?
Come può essere tutto questo baraccone serio e credibile?
Madre Teresa di Calcutta è Santa per la sua vita dedicata agli ultimi della Terra. Tutto qui. Il solo fatto che andasse a togliere i vermi dalle piaghe dei derelitti per le strade di Calcutta è un miracolo: il miracolo di una dedizione che l'uomo medio non ha per gli altri, soprattutto per i più deboli.
Madre Teresa non ha bisogno di pagliacciate per essere elevata sulla massa degli uomini con una aureola di santità: è la sua vita, come ha vissuto, che la fa Santa.
Per essere Santi a volte basta anche solamente un solo gesto, ma grande e quasi disumano per la indicibile nobiltà della scelta: penso a Salvo D'Acquisto che dette la sua vita piuttosto che far uccidere altri. 
  La sua figura fu ricordata dal papa Giovanni Paolo II, che in un discorso ai Carabinieri del 26 febbraio 2001 ebbe a dire:
« La storia dell'Arma dei Carabinieri dimostra che si può raggiungere la vetta della santità nell'adempimento fedele e generoso dei doveri del proprio stato. Penso, qui, al vostro collega, il vice-brigadiere Salvo D'Acquisto, medaglia d'oro al valore militare, del quale è in corso la causa di beatificazione.[3] »

Ardea: problemi di un piccolo comune




Gentili Redazioni,

con la presente inviamo in allegato il comunicato stampa del Presidente dell'Associazione Presenza Solidale Alessio Addezi sui chioschi di Fiori ad Ardea e un'immagine legato alla nota stampa.

Con preghiera di pubblicazione nei modi che riterrete più opportuni.

Cordiali saluti

Ufficio Stampa TM



ADDEZI: "IL COMUNE DI ARDEA FACCIA LUCE SULLA VICENDA DEI CHIOSCHI DI FIORI DEL CIMITERO"
"Con l'ordinanza n. 105 del 27.06.2014, il Comune di Ardea imponeva la chiusura di tre chioschi per la vendita di fiori, adiacenti al Cimitero di Via Strampelli, rilevando un ritardato pagamento della tassa di suolo pubblico da parte dei tre esercenti. Ad oggi - dichiara in una nota Alessio Addezi, Presidente dell'Associazione Presenza Solidale - due dei tre chioschi hanno riaperto, evidentemente perchè il Comune ne ha rilevato le necessarie condizioni, mentre il terzo no. Posto che per tutti e tre gli esercizi commerciali vi è stata una  contemporanea ordinanza di imposta chiusura, e posto che tali esercizi rispondono a medesimi canoni di legge: ci chiediamo - continua Addezi - quali motivazioni siano sopraggiunte per permettere questa attuale condizione che, di fatto, pone una disparità tra le tre situazioni in oggetto.
Onde permettere alle istituzioni preposte - aggiunge Addezi - di spiegare e fugare eventuali dubbi in merito ad una scarsa trasparenza su tutta la vicenda, chiediamo il perchè, quell'unico esercizio commerciale, parliamo del Chiosco La Rosa, ad oggi si vede impossibilitato a svolgere la propria attività, tenendo bene a mente che, dietro ogni attività commerciale ed imprenditoriale, vi è una famiglia a cui viene a mancare un reddito, spesso l'unico reddito, per cui sostenersi economicamente. Non intendiamo - conclude Addezi - entrare nel merito della questione, almeno non adesso, limitandoci a fare emergere le cause di una situazione di disparità oggettiva, su cui interroghiamo il Comune di Ardea, per fare chiarezza".

Non entro nel merito della piccola vicenda del comune di Ardea, ma pubblico volentieri l'istanza, anche come esempio delle piccole questioni ed altrettante piccole ingiustizie e disparità di trattamento che si possono verificare nella gestione amministrativa di un piccolo comune, dove la vicinanza fra la politica locale e i cittadini è stretta e tutto dovrebbe essere più facile e limpido, ma spesso non è così.