mercoledì 7 giugno 2017

Da Kappler a Riina

Da: Newsmondo.it

Processo Stato-mafia, Totò Riina risponderà in aula

 
Totò Riina vuole parlare. Il boss mafioso ha fatto sapere attraverso il proprio legale di essere disposto a rispondere in aula di tribunale alle domande degli inquirenti circa i fatti presi in analisi dal processo che indaga sul rapporto tra Stato e mafia. Il padrino corleonese non aveva mai accettato di rispondere in aula, e ora, una volta stabilito quando avverrà l’esame, bisognerà capire quanto le sue dichiarazioni possano spostare le indagini.
Da: PalermoToday
"Voglio parlare, anzi no": Riina ci ripensa e non risponde ai pm

"Voglio parlare, anzi no": Riina ci ripensa e non risponde ai pm

Il boss, che si era detto disponibile a deporre nell'ambito del processo per la trattativa Stato-mafia, ha negato il consenso. In videocollegamento dal carcere ha detto: "Sto male, ho un problema".
di Redazione
09 febbraio 2017
Scusate l'ironia, ma non c'è bisogno di essere una strega, come la foto fatta spiritosamente per Halloween vorrebbe suggerire, per capire cosa vogliono dire queste due notizie apparentemente contraddittorie susseguitesi in un breve intervallo temporale!
E' un avvertimento, anche rozzo, come rozzo è il soggetto che lo ha mandato a chi poi ha alzato il vergognoso polverone, offendendo gli Italiani perbene su una questione allucinante: umanitaria, verso colui le cui gesta, di cui va orgoglioso, sono state di una disumanità assoluta.
Vi si parla di dignità! Come se morire in carcere per un simile personaggio non fosse dignitoso!
Chi ha messo in giro questo vulnus, ricevuto l'avvertimento, ha fatto sapere all'avvocato: "Provaci. Presenta la richiesta e stiamo a sentire le reazioni."
Mi ricorda un'altra pagina vergognosa della nostra Storia repubblicana: Andreotti, altro personaggio inquinato di relazioni mafiose (Salvo Lima che ha pagato caro il suo fare da anello di congiunzione con quel mondo), chiese ai parenti dei martiri delle Fosse Ardeatine se potevano concedere all'assassino Kappler di morire fuori dal carcere. Naturalmente i poveretti risposero di NO, indignati, e non soltanto loro, che si potessero invocare questioni umanitarie per il capo della Gestapo a Roma, il torturatore di Via Tasso... Andreotti, dietro la sua fredda e imperturbabile maschera, era quello che tutti abbiamo capito cosa fosse, e fece fuggire Kappler mettendo su una pagliacciata in cui la donna che aveva sposato il torturatore recitò la improbabilissima parte della protagonista.
E il popolo onesto Italiano fu di nuovo beffato, insieme alle dolenti persone che avevano perso i loro cari alle Fosse Ardeatine.
Mi aspetto una levata di scudi decisa contro questa ennesima presa in giro dell'Italia onesta, da parte di tutte le componenti della Società Civile, della magistratura sana, della politica sana.
problema"

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