domenica 30 novembre 2014

Racconti di Condominio - Condominio borghese

Condominio borghese

Il palazzo era di epoca umbertina, le scale erano tre: due davano su una bella via centrale, una su un secondo portone che affacciava su un grande viale alberato.
Vi abitava gente della piccola e media borghesia.
Le assemblee condominiali si tenevano nella grande guardiola del portinaio che era collocata nel cortile, con un'uscita nel cortile stesso che aveva accesso alle due scale A e B, ed un'uscita direttamente nell'androne della scala C, quello che affacciava sul viale alberato dai grandi platani.
La guardiola era abbastanza ampia da accogliere tutti, con un grande tavolo di legno intorno al quale i convenuti si sedevano e, dopo un po', cominciavano ad urlare.
Il Sig. Cortese non urlava mai. Ci teneva al decoro. Urlava solo in casa con sua moglie, che era un poco svanita ed esaurita e lui reagiva così alle sue sventatezze ed ubbie. Era molto amico del Sig. Massimo, il portinaio, un bell'uomo alto e magro, con i baffetti neri. Era un ex-carabiniere che aveva lasciato l'Arma e con la liquidazione aveva preso quel portierato: vita tranquilla e niente schioppettate!
Il Sig. Cortese ci teneva ad essergli amico perché era un tipo amabile con il prossimo tanto quanto non lo era con la sua depressa moglie che, per consolazione, si recava in chiesa fino a tre volte al giorno.
Dunque, quando non lavorava al Ministero, indulgeva a qualche chiacchiera sul portone con l'ex-carabiniere. Raccattava così anche qualche informazione sugli abitanti del palazzo.
Ad esempio su quel donnone del terzo piano della scala B, dove abitava anche lui, che urlava sempre con voce tonante contro quel povero ragazzo, ormai quasi ventenne, che aveva adottato.
Si diceva fosse stata una delle amanti di Benito Mussolini. Le veniva a far visita suo fratello, anche lui anziano, che vestiva con le ghette, il panama e portava un bastone di bambù. Era sempre serio e dignitoso e salutava educatamente.
Il portinaio aveva una moglie, una donnetta chiusa e diffidente quanto ipocrita, ed una figlia.
Il Sig. Cortese, che si mostrava sorridente e colloquiale con il portinaio, incrociando la moglie e la figlia di lui sul portone le salutava con un educato sorriso poi, a bassa voce, diceva alla sua figlia adolescente che gli camminava accanto: "La figlia è albina. Hai visto? Le hanno tinto i capelli per nasconderlo, se no non se la prende nessuno, gli albini sono sterili." 
Se invece incontrava un elegante signore con sua figlia, una donna sui trenta anni, non bella, ma alta e dall'aria aristrocatica, rispondeva al loro compito saluto, poi sussurrava a sua figlia che rientrava con lui: "La contessina ed il conte Caselli! Lui non aveva una lira, i soldi li aveva lei, la moglie, una Rosati, infatti il palazzo era della sua famiglia. Ora hanno venduto quasi tutto, ma hanno ancora qualche appartamento affittato e vengono in Assemblea anche loro."
La ragazzina, molto graziosa, pensava con dispiacere a quelle due persone così fini ed eleganti che dovevano mischiarsi a quella marmaglia urlante dell'Assemblea condominiale.
Da quando era arrivata "la matta" poi, che urlava con quel vocione tonante, con quei modi così volgari, di cui forse suo fratello, dall'eleganza un po' fanée, si vergognava, visto lo sguardo triste con cui salutava gli altri condomini se li incontrava sulle scale quando veniva a farle visita, le Assemblee erano diventate infrequentabili perché lei dava sulla voce a tutti.
Era una donna dall'animo cattivo e sfogava sul povero figlio adottivo tutta la sua malvagità, non frenandosi neppure davanti agli altri in Assemblea: se lui provava timidamente ed educatamente ad interloquire lo zittiva aggressivamente e lui, umiliato, si taceva.
Il soprannome di "la matta" glielo aveva affibbiato Giacinta, l'amichetta della graziosa figlia del Sig. Cortese, la quale era di indole buona e sensibile, dunque non le sarebbe mai venuto in mente di chiamare quella donna aggressiva con quel termine, ma ridendo lo accettò e con Giacinta ne ridevano insieme.
Giacinta però iniziò a dire anche altre cose di quella strana donna, ad esempio che il povero Renato, il figlio, veniva usato da lei anche come amante.
Alla Sig.na Cortese questo sembrò orribile: la sua religiosissima madre le aveva insegnato a vedere il mondo con occhi così puri da non accettare facilmente che potessero esistere brutture di tale entità!
Però aveva notato che Renato, che la salutava sempre con muta ammirazione, abbassava subito gli occhi con umiliata vergogna.
Lei aveva attribuito tutto questo al fatto che sicuramente il suo aspetto aveva un effetto su di lui, dato che in fondo aveva pochi anni più di lei, e che si vergognava di quella madre adottiva e dei suoi urli quotidiani contro di lui.
Però Renato, superati i vent'anni, era cambiato improvvisamente, sembrava più autonomo rispetto a quella madre tiranna e lo si incontrava per la via con altri giovani, ragazzi e ragazze, e la giovane Cortese ne fu contenta per lui.
"Ma non hai visto come si combina?" Le insinuò la più realista Giacinta.
"Sì, - ammise l'amichetta - si tinge i capelli schiarendoli con l'acqua ossigenata."
"Ma non è solo questo, hai visto come si veste? Collanine, braccialetti, canottiera..."
"Sì, - ammise la Cortese - poi mi sa che fa la lampada.. E' tutto abbronzato." 
Una notte, verso le due, il palazzo fu svegliato da una voce bella ed intonata che cantava accoratamente: "Stasera pago io, stasera pago io, col mio doloreeee!!"
La mattina dopo Giacinta disse alla sua amica che si trattava di Renato che cantava per le scale la canzone di Domenico Modugno.
"Era ubriaco." Disse seria, ma senza la pena che provò invece la sensibile Cortese. "Sai io sto sullo stesso pianerottolo e ci ha svegliati tutti."
"Ma l'ho sentito anch'io, anche se sto al quinto piano!" Disse la giovane Cortese.
Non tutti venivano all'Assemblea, ma quando cominciò a serpeggiare la voce che qualcuno voleva mandare via il portinaio, non si sa se per metterci un parente o un amico o se solo per pura cattiveria, vennero in molti.
Scoppiò una vera tragedia. La moglie del portinaio cominciò a strillare: "Allora ridategli il posto di carabiniere!! Allora ridategli il posto di carabiniere!!"
Si accasciò su una sedia in cortile in modo che dalle finestre potessero sentirla anche coloro che non erano venuti in Assemblea, piangeva ripetendo quella richiesta irrealistica assistita dalla figlia dai capelli tinti di rosso ma dalle ciglia bianchissime.
Il Sig. Massimo si scagliò contro coloro che lo volevano cacciare e, inusitatamente, anche contro il Sig. Cortese, indicandolo proferì: "Là c'è un altro che mi vuole cacciare, là c'è un altro!"
Il Cortese impallidì e sua figlia, che era presente anche lei alla tragica Assemblea, guardò sbalordita suo padre a quell'accusa che suscitava tutta la sua meraviglia, ritenendola assolutamente infondata. 
Il portinaio non fu cacciato. Rimase.
Il palazzo tornò alla sua tranquillità. 
Il Sig. Fonso della scala B continuò ad essere il silenzioso servitore della moglie inferma a letto perché "malata di ossa", ormai diventata enorme immersa in una ciccia molle e bianchissima. 
Giacinta, che sapeva sempre tutto, diceva che forse avevano un figlio ma che non si vedeva mai perché viveva lontano, forse all'estero.
Il Sig. Fonso lo si incontrava per le scale sempre con lo stesso vestito, ma stirato e pulito nella sua camicia bianca con cravatta ed una busta della scarsa spesa in mano. 
Le sorelle Fanelli, che la Sig.na Cortese chiamava "le mie sorelle Fontana", erano discrete e pazienti con i capricci della vanitosa giovane cliente del quinto piano, che portava loro delle belle stoffe comperate in un negozietto di Via Cola Di Rienzo per realizzare i suoi vestiti disegnati da lei stessa.
Dal cortile arrivava tutte le mattine un buon odore di pane al forno che usciva, dalle finestre aperte sul cortile, dal retro del forno del negozio che dava sul viale alberato di platani giganteschi.
Dalle finestre di un grande appartamento della scala A arrivava la voce del "matto", un Professore di scuola che insegnava matematica e che era venuto da poco ad abitare in affitto nel palazzo, il quale sgridava i suoi quattro figli invitandoli a studiare o a suonare il pianoforte.
La solita Giacinta lo aveva subito ribattezzato il "matto" perché mostrava il suo amore per la cultura urlacchiando ai suoi figli per stimolarli.
Tanto lui si faceva notare nel suo esibizionismo culturale quanto, forse per reazione, la sua magra e brutta moglie cercava di passare silenziosamente inosservata con tante buste della spesa per sfamare la numerosa figliolanza. 
Dalle finestre di Marcella, della scala C, si sentiva nel cortile il suo canto spensierato che metteva allegria, perchè tutti sapevano che Marcella non era sposata con l'uomo a cui aveva dato due bei figli, un maschietto ed una femminuccia con i capelli color rame come i suoi,  e che lo aiutava anche nella conduzione del bar, ma pur non avendo le tutele e le certezze di un matrimonio era sempre allegra oltre ad essere molto bella.
Tornò da un lungo viaggio durato sei mesi il dottore che aveva l'Ambulatorio al primo piano della scala A. La sua bionda ed attempata infermiera aveva mandato avanti da sola tutto durante la sua forzata assenza: avevano apparecchiature per analisi e trattamenti di ogni tipo e lei gestiva tutto con perizia usando medici stipendiati.
Il Sig. Cortese disse a sua figlia che in realtà Rosa, l'infermiera fac-totum, mentiva per coprirlo, dato che era anche la sua amante, ma il Dott. Barbagallo era stato in galera per una brutta storia di ricette con cui aveva prescritto ad un suo paziente tossicomane sostanze tipo morfina e quello, magrissimo, era morto.
Rosa aveva un grande appartamento nella stessa scala e, essendo zitella, subaffittava delle stanze a donne sole.
Grande fu il suo smacco quando il Dott. Barbagallo sposò una dottoressa, un medico, che doveva sostituirlo legalmente nell'Ambulatorio di cui era proprietario, dato che lui, forse, era stato radiato. Comunque tutti gli abitanti del palazzo si servivano in quell'Ambulatorio, ben tenuto ed efficiente, e lui sempre sorridente girava con il camice bianco e visitava pure. Ma, in effetti, le ricette le firmava la moglie.
Quel matrimonio dovette farglielo ingoiare a Rosa come una necessità, per continuare a non stipendiare medici e per tenere sotto controllo lo Studio ...
Gente andava via ed altra ne arrivava.
Il Sig. Cortese acquistò un appartamento più grande e più moderno spinto dall'ambizione della figlia ormai cresciuta, ma dovette spostarsi un poco in periferia, anche se in una zona signorile in mezzo al verde.
La ormai diciottenne Cortese figlia continuava a sentirsi con Giacinta e a chiedere notizie sul condominio: seppe, con raccapriccio, che Renato era morto, si era suicidato.
"L'ho intravisto dalla porta spalancata quando è venuta la Polizia: era tutto nero in faccia. Lei, la madre adottiva, era già morta da tempo. Lo veniva ogni tanto a trovare il fratello di lei. Sai, era stato ricoverato in manicomio, poi era uscito e sembrava stare meglio."  
Ormai sul portone a chiacchierare con il Sig. Massimo si vedeva il professore di Matematica. I suoi figli erano cresciuti e una femmina era capitata con un mascalzone che l'aveva messa incinta e il povero padre aveva dovuto farla sposare, tutto a spese sue, per mantenere poi anche quel tomo che l'aveva inguaiata! 

Monnezza roccapriorese cara e sciatta

E' arrivata "in prossimità della scadenza", che era ieri, la seconda parte della Tassa sui rifiuti che quest'anno a Rocca Priora si chiama TARI.
La bella notizia è che essendo giunta "in prossimità della scadenza", come specifica la lettera, si potrà pagare entro il 20 dicembre prossimo senza incorrere in sanzioni e interessi.
La brutta notizia è che dato che dobbiamo pagare anche la TASI, Tassa sui Servizi Indivisibili, avevano detto che avremmo risparmiato per il 2014!
Invece scopro che, mentre l'anno passato per i rifiuti ho pagato euro 429 per una casa di mq. 150 + mq. 9 di pertinenze e n. 2 abitanti, per il 2014 ho pagato già euro 305 e ne dovrò pagare altri 193!! 
Totale euro 498!!
Chissà quanto pagheranno le villone che mi circondano essendo ad occhio nudo il doppio ed anche il triplo della mia!!
Sicuramente il Comune di Rocca Priora, così fiscale e pronto a scovare gli evasori, non commetterà il reato di omissione di atti d'ufficio gabellando solo chi sta in regola al catasto!!
Sicuramente avrà usato le foto fatte dall'alto già da qualche anno per scovare gli evasori! Notizia appresa direttamente dall'incaricata della riscossione e controllo tributi della Società Andreani, appaltatrice di tale servizio per il Comune di Rocca Priora.
Tale aumento non dipende dunque dalla necessità di assicurare il Servizio di Raccolta Rifiuti ripartendo il costo solo fra i pochi visibili ed in regola! Giammai!! Sarebbe un abuso gravissimo ed una concessione illegale agli evasori!!
Non dipende nemmeno dal fatto che nel 2013 si chiamava TARES e per il 2014 TARI!! Essendo codesti cambiamenti di nome solo un modo che ha stabilito il Governo per rendere la vita degli Italiani più movimentata, dovendo star dietro a questo vorticoso cambiamento di sigle di anno in anno allenano il cervello e si mantengono svegli! Poco importa che non sappiano più dove andare a prendere i soldi per pagare codesti meravigliosi Servizi!
Mi si può obiettare che nel 2013 Rocca Priora NON aveva la Raccolta Differenziata, dunque quest'anno pago di più perché ho la raccolta differenziata!!
Ebbene, su questo blog ho già documentato le mancanze dell'avvio di questo Servizio, è cosa nota non soltanto alla sottoscritta, come è cosa nota che ho pagato un Servizio che non mi è stato reso: la consegna a domicilio dei contenitori, affidati a delle giovani, dice l'incaricato Sarim, scelte dal Comune direttamente, le quali generosamente li hanno distribuiti in doppione a certe abitazioni con due cancelli e senza sapere se quei cancelli fossero mai stati raggiunti da una Cartella TARI!! 
Dunque anche qui ho pagato di più ed ho avuto di meno.
Ma non basta. Andiamo ai fatti recenti.
Denuncio che SISTEMATICAMENTE i bidoni della carta e del vetro vengono svuotati con sciatteria lasciando sul fondo sempre dei residui.
L'ultima è stata sabato scorso: carta sul fondo del bidone bianco e un barattolo di vetro "dimenticato" in quello verde!
Questo mi impedisce di lavare detti contenitori ogni volta che li ritiro dentro casa. 
Cosa osta a che l'operaio addetto rovesci totalmente il bidone, magari scuotendolo? Come si fa a lasciare un contenitore in vetro che fa anche rumore? Forse il rumore del motore del camioncino della spazzatura copre il suono del residuo che rimane e necessariamente sbatte nel riporlo?
Non mi interessa quale sia il motivo della difficoltà a svuotare come si deve i contenitori: per circa euro 500 l'anno fate lo sforzo di portarvela via tutta la mondezza dopo che abbiamo lavorato per voi per selezionarla!!

sabato 29 novembre 2014

Il Papa messaggero di Pace

Da: RAI NEWS

Papa Francesco in Turchia: "Ebrei, cristiani e musulmani abbiano stessi diritti e doveri"

"Occorre contrapporre al fanatismo e al fondamentalismo la solidarietà di tutti i credenti", ha detto il Papa durante la conferenza stampa con il presidente Recep Tayyip Erdogan e le altre autorità turche



Ogni tanto nascono figure di Uomini di Buona Volontà ed una di queste è Papa Bergoglio.
Gli uomini follemente si litigano un Dio che probabilmente non esiste nella forma che loro presuntuosamente vogliono dargli.
Che almeno, i cosiddetti "credenti", dimostrassero di andare d'accordo in nome di questo Dio che li guarda...
Bravo Papa, pieno di Buona Volontà e di Umiltà.

Figure impresentabili

Da: TGCOM24h

Salvini boccia Amato al Quirinale: "Nemmeno se fosse l'ultimo uomo"

Il leader leghista dice no alla proposta di Berlusconi per il successore di Napolitano. E spiega che il "dottor Sottile" è "quello del prelievo forzoso dai conti correnti nel 1992, il padre dell'euro, di quest'Europa"

"Giuliano Amato è l'ultimo uomo sulla faccia della Terra che voterei come presidente della Repubblica". Così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, commenta l'idea di Silvio Berlusconi di candidare il "dottor Sottile" al Colle dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano. Salvini, addirittura, rincara la dose "Anche se fosse l'ultimo uomo sulla Terra, non lo voterei".


Salgono le quotazioni di Salvini, anche nel mio giudizio perché la penso esattamente come lui sulla improponibile proposta di Silvio Berlusconi.
Parlando con altri sull'evenienza più volte annunciata delle dimissioni di Napolitano, ci siamo chiesti: "Ma chi ci mettono"?

Prodi non l'hanno voluto la volta scorsa e così il vecchio e stanco Napolitano è rimasto per senso del dovere, preannunciando però che sarebbe rimasto fino a quando le forze glielo avrebbero consentito.
Ora l'unica figura spendibile è proprio Romano Prodi se accettasse, visto che, stufo e deluso, ha annunciato il suo ritiro dalla politica.
In mancanza di figure pulite, anche se non immune da errori, non rimane che lui e, per senso del dovere verso la Patria, deve fare come Napolitano e sacrificarsi!

Vade retro a questi residuati dell'era craxiana!!

Altrimenti mettiamoci una donna. Sarebbe ora!
Ma deve essere una donna autorevole e indenne da pecche.

giovedì 27 novembre 2014

Federica Sciarelli e la trasmissione "Chi l'ha visto"


L'INCHIESTA DI Q.NET 26 novembre 2014 Sciarelli: "Da 11 anni cerco scomparsi, ma i mostri mi tormentano"


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Archivio Storico del Corriere della Sera (10 ottobre 1996) 
Federica Sciarelli va a nozze. Testimone Francesco Cossiga
Neomamma, ha deciso di convolare a nozze con il padre del suo bambino, un cameraman Rai. Testimone d' eccezione sara' l' ex presidente Francesco Cossiga. Federica Sciarelli, anchorwoman del Tg3, il cui ritorno in video post parto fu salutato da un' impennata dell' audience, e' sempre stata molto parca di notizie sulla sua vita privata. Solo una volta, suo malgrado, ha violato la stretta consegna del silenzio, a causa proprio di Cossiga, sospettato da Panorama di essere legato da "affettuosa amicizia" alla giornalista. Ma torniamo indietro, alle ultime fasi del settennato Cossiga, quando la Sciarelli, cronista parlamentare del Tg3, si occupava proprio delle cronache dal Colle. Tutto comincio' nell' agosto del ' 91 con un articolo sul settimanale Panorama nel quale la Sciarelli veniva cosi' definita: "Protagonista di una carriera fulminante all' ombra del direttore del Tg3 Sandro Curzi". Due settimane dopo, sempre su Panorama, la cronista fu nuovamente citata, questa volta nell' ambito di un articolo sulle simpatie femminili del presidente della Repubblica. Un divertissement tutto estivo, intessuto di voci e pettegolezzi. Ma ecco il punto sotto accusa: "...Il mirino dei soliti beninformati si e' poi spostato verso Federica Sciarelli, giovane redattrice del Tg3, piu' volte inviata al seguito di Cossiga e da lui nominata cavaliere della Repubblica...". Lei si "indigno' per questa storiaccia" e decise di querelare il settimanale. All' inizio del ' 93, la sentenza (confermata in appello): Panorama dovette risarcire i danni morali (70 milioni) e pagare le spese processuali. Da quel momento in poi la vita privata della Sciarelli e' rimasta tale, gravidanza inclusa. Ora la notizia (non data da lei) delle nozze alla presenza di Cossiga.
Pagina 7
(10 ottobre 1996) - Corriere della Sera
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(22 settembre 2002) - Corriere della Sera

FEDERICA SCIARELLI, GIORNALISTA DEL TG3: «SENETTE HA DETTO CHE SONO MATERNA? LE MIE AMICHE MI CONSIDERANO UNA SELVAGGIA»

«Da giovane militavo in un gruppo filocinese, ora do del tu a Cossiga»

«In Rai tutti sono "in quota" di qualche partito», aveva detto al Corriere della Sera Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5. E nelle redazioni dei telegiornali la frase non è risultata gradita. «La lottizzazione c' è stata, nessuno lo nega. Ma c' è anche un sacco di gente che è entrata in Rai per concorso oppure dopo anni di duro precariato», spiega Federica Sciarelli, conduttrice del Tg3. E lei, Federica, è una lottizzata? «Ho fatto il concorso per una borsa di studio. Sono arrivata seconda, dietro a Dario La Ruffa, su 10 mila partecipanti. Come prima destinazione mi mandarono al Tg1, ricordo che c' era Mentana giovane praticante. Ma alla fine dell' anno di borsa di studio né io, né gli altri 29 vincitori fummo assunti. Anzi, due furono assunti. Meglio non indagare». E quindi? «Andai a lavorare al Senato. Ma pressata dal sindacato, otto anni dopo, la Rai assunse i famosi borsisti. Io andai al Tg3, con qualche titubanza perché persi metà dello stipendio. Al Senato guadagnavo 2 milioni al mese». Abbiamo capito: lei non è lottizzata. Ma è politicamente schierata? «Non ho mai detto a nessuno per chi voto. Ma alla fine il tuo orientamento traspare. Una volta Curzi me lo chiese. Io risposi: il voto è segreto. Ma dicono che mi si legge in faccia che sono di sinistra». Da giovane ha militato in qualche gruppo? «Ho dei trascorsi buffissimi. Militavo in un gruppo che nessuno ha mai immaginato. Non mi ha mai sgamato nessuno». E adesso, finalmente, farà outing. «Non ci indovinerebbe nessuno». Non ci tenga sulle spine. «Stella Rossa». I filocinesi? «Sono passati 25 anni. C' era Calò, l' agopunturista. Li conobbi nella mia scuola, dove erano forti loro e i giocatori di hockey su prato. Io mi iscrissi a Stella Rossa, praticai l' agopuntura e giocai ad hockey su prato. L' attività principale consisteva nell' andare all' aeroporto con un mazzo di fiori ad accogliere i leader del partito comunista cinese». Torniamo alla professione. Il problema è l' auricolare. Voi lo usate? «Certo che lo usiamo. Serve per le comunicazioni di servizio. Poi al Tg3 siamo un po' scazzafrulloni...». Scazzafrulloni? «Scherziamo. Dalla regia, ogni tanto, tra un servizio e l' altro, ci pigliano in giro». Lei è diventata famosissima per la sua amicizia con Cossiga. Per non parlare dei pettegolezzi... «Una volta Montanelli chiese a Cossiga chi fosse la sua amante. Cossiga si avvicinò all' orecchio di Montanelli e gli disse qualcosa. Divenne il tormentone dell' estate. Panorama lo fece diventare un gioco e mise la mia fotografia sotto la domanda: "Chi è l' amante di Cossiga?". Ci rimasi malissimo». Che cosa aveva detto Cossiga all' orecchio di Montanelli? «Sono diventata molto amica di Cossiga poi. E ne approfittai per chiedergli che nome avesse detto a Montanelli. Lui mi confessò che era tutto uno scherzo e che non aveva fatto nessun nome». Che impressione fa dare del tu al presidente della Repubblica? «E' bellissimo. Cossiga è una persona simpaticissima. Anche se mi telefona alle sei di mattina». Secondo lei è matto come dicono? «E' completamente matto. I politici della prima Repubblica erano molto più simpatici di questi qui. De Mita, Cirino Pomicino... continue battute». Si sta bene con Baldassarre o si stava meglio con Zaccaria? «Baldassarre la prima intervista televisiva l' ha data a me. Si è presentato con un cachemirino giallo fichissimo e io lì a fare domande, come Fracchia. Il Tg3 sta avendo degli ascolti altissimi. Questa situazione ci giova». Lavorare è faticoso per una donna? «Io ero una felice inviata. Poi mi sono messa col mio compagno, Sergio, ho fatto un figlio, Giovanni, e ho smesso di viaggiare. Ma senza nessun rimpianto». E' gelosa? «Sì, ma senza scenate». Si rode il fegato insilenzio? «Qualcosa del genere». Ha mai tradito? «Mai». Me lo direbbe se avesse tradito? «Mai». Che cosa piace di lei? «Che vedo sempre il bicchiere mezzo pieno». Che cosa le piace di un uomo? «Che cosa non mi piace: l' uomo fatto a fiasco. Piccole spalle e grande sedere». Chi le piace dei colleghi? «Mi fa morire dalle risate Pierluigi Battista». E' mai stata corteggiata come la Capulli da un intervistato? «La cosa più carina che mi è capitata è quando davanti a me hanno chiesto a Cossiga: "Ma allora è vero che ha avuto una storia con la Sciarelli?". E lui ha risposto: "No, purtroppo"». I più bravi giornalisti televisivi? «Mentana, Mannoni, Moretti. Italo Moretti, gli puoi dare anche un elenco del telefono da leggere e rimani lì incantata». E le giornaliste? «Mi piaceva moltissimo Angela Buttiglione, rassicurante, chiara». Lei è litigiosa? «Io non ho il senso dell' autorità e sono attaccabrighe. Ho litigato con tutti i miei direttori. Litigavo spesso con una mia collega, Daniela Vergara. Poi un giorno ci siamo stufate, ci siamo baciate e abbracciate e abbiamo fatto pace. Adesso ci vogliamo molto bene». Senette ha dichiarato che lei è materna e rassicurante. Si riconosce? «Le mie amiche si sono fatte una risata. Di me dicono che sono una selvaggia». La papera più bella? «Avevo il raffreddore e dovevo dare la notizia di una donna che aveva avuto sette bebè. Col naso completamente chiuso dissi: "La signora ha avuto sette babà". Dall' auricolare mi arrivò la voce di Fabio Cortese, che stava in regia: "Sì, col rhum"». La Carlucci sostiene che a Mediaset sono tutti comunisti. Sarà mica che i berlusconiani sono da voi al Tg3? «Le lottizzazioni, quando vengono fatte, vengono fatte bene». Coraggio, quanti sono? «Si contano sulle dita di una mano». Claudio Sabelli Fioretti www.sabellifioretti.blogspot.com
Sabelli Fioretti Claudio
Pagina 20
(22 settembre 2002) - Corriere della Sera
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Da: Il Giornale.it 20/01/2008 di

Cossiga reo confesso: "Aiutai la Sciarelli e Bianca Berlinguer"

Il presidente Cossiga ironizza sulle raccomandazioni alla tv pubblica

Lei si autodenuncia come «raccomandatore-confesso». A favore di chi spese la sua influenza?
«Dopo la vittoria del centrosinistra intervenni a favore di Donna Bianca Berlinguer, ovvero di mia nipote, perché le fosse assicurata una posizione di maggior rilievo nel Tg3, e della signora Federica Sciarelli, già peraltro premiata con l’affidamento della conduzione della brillante trasmissione “Chi l’ha visto?”. E ciò al fine di rafforzare la sua influenza nella Rai».
Federica Sciarelli le manda a dire che lei, in Rai, è entrata per concorso.
«Guardi che è tutto vero quello che dico, non me lo sto certo inventando! Non ho raccomandato per l’assunzione Federica Sciarelli perché lei era dipendente del Senato e poi ha vinto una borsa di studio e siccome è brava è passata in Rai. Comunque non rispondo alla signora Sciarelli perché non voglio vedermi notificato un avviso di garanzia da parte di qualche sostituto procuratore della Repubblica di Potenza».
Bianca Berlinguer nega di aver mai richiesto il suo intervento. E la prega di astenersi per il futuro da simili raccomandazioni.
«Da sardo pronipote di un pastore e di un aristocratico della piccola nobiltà giacobina sarda non posso permettermi di replicare a una ragazza, anzi a una già ragazza, dell’aristocrazia sardo-catalana. Comunque Donna Bianca può stare tranquilla: con il cognome che porta non avrà alcun problema né danno. Anzi se torna Berlusconi la promuoverà subito e, anche se non ce n’è bisogno, sarò io stesso a richiederlo».
Ma questi interventi da chi le furono sollecitati?
«Ma da loro due in persona! La signora Sciarelli venne a chiedere che intervenissi sul capo del personale affinché le fosse aumentato lo stipendio. Donna Bianca Berlinguer venne a chiedere una posizione più eminente». 
Il suo intervento andò a buon fine?
«Le raccomandazioni a favore di Donna Bianca Berlinguer non partorirono alcun risultato positivo. Quelle a favore della signora Sciarelli ebbero sul piano economico un risultato largamente positivo».
Perché a distanza di anni ha tirato fuori questa vicenda?
«Venerdì ho sentito Donna Bianca condurre una trasmissione di insulti su Mastella con la consueta faziosità e mi è tornata in mente questa vicenda».
Non le dà fastidio essere etichettato come «raccomandatore»?
«Ascoltai personalmente l’omelia di un cardinale che definiva le raccomandazioni un atto di carità cristiana. D’altra parte le segnalazioni sono un istituto mondiale. Erano la prassi nella burocrazia britannica. Così come a West Point si entra soltanto dietro segnalazione dei senatori dei diversi Stati della Confederazione».
Non ha mai fatto mea culpa per qualche raccomandazione concessa alla persona sbagliata?
«Ma no. E poi nelle campagne elettorali tutti usano le raccomandazioni. D’altra parte mi sa dire uno che in Rai non sia raccomandato? Io non ne conosco».
Al di là dell'opinione che ciascuno può formarsi leggendo le notizie sulla attuale conduttrice della trasmissione di servizio pubblico "Chi l'ha visto?", le riconosco un piglio anticonformista ed un coraggio che vanno oltre il formalismo di altri conduttori che l'hanno preceduta.
Sono stati tutti ottimi conduttori, ma mai così coraggiosi da esporsi come Federica Sciarelli.
Capisco che possa sentirsi stanca, "avvelenata" da tanta sofferenza e tragedie...
Capisco anche che la sua notorietà le possa apparire spendibile sul piano politico. Altri suoi colleghi sono entrati in politica sfruttando la loro immagine televisiva: Corradino Mineo, David Sassoli, Emilio Fede... 
La politica però può anche bruciare, perché si è più esposti e visibili, per quel che si è veramente, rispetto alla professione giornalistica.

mercoledì 26 novembre 2014

Foraggiare la RAI: Attenzione a non creare altro malcontento

Da: La Stampa, 26 novembre 2014, LUIGI GRASSIA

Più del 25% non paga il canone Rai, il governo cerca un modo per stanarli

Dubbi su pc, tablet, smartphone e seconde case

Che cos’è il canone Rai?  
In origine (quando la Rai era l’unica televisione italiana) il canone veniva presentato come l’abbonamento da pagare per ricevere i programmi della tv di Stato. In realtà, questa è sempre stata una finzione giuridica. Quando sono comparse le televisioni private, sono stati inventati dei dispositivi per escludere la ricezione dei programmi della Rai, continuando a ricevere tutti gli altri canali. Ma l’escamotage non è stato accettato e lo Stato ha continuato a pretendere il canone, smascherandone così la natura: non si tratta di un abbonamento alla Rai ma di un vero e proprio tributo. Secondo la Corte costituzionale il canone è un’imposta che deve pagare chiunque disponga di un apparecchio idoneo a ricevere programmi televisivi, che siano trasmessi dalla Rai o da altri.  

Ma «apparecchi idonei a ricevere programmi tv» sono anche i pc, i tablet gli smartphone eccetera? 
Finora no, anche se esisteva un’incertezza legislativa e interpretativa, ma adesso si discute se estendere l’obbligo a tutti gli apparecchi con i quali si può vedere la tv, compresi gli smartphone e così via . Peraltro non si pagherebbe un canone distinto su ognuno di questi apparecchi ma soltanto un canone per persona, a prescindere che l’utente sia dotata di uno o più strumenti idonei alla ricezione del segnale televisivo. 

Il sondaggio 
 Il governo sta pensando di far pagare il canone Rai attraverso la bolletta elettrica, ma sta incontrando problemi tecnici. Voi che soluzione preferite?

4%
Continuare a pagare con gli attuali bollettini
28 vote(s)

26%
Inserirlo nella bolletta e ribassarlo
201 vote(s)

6%
Inserire la tassa nella dichiarazione dei redditi
47 vote(s)

64%
Il canone andrebbe abolito del tutto
485 vote(s)
Quanti italiani pagano davvero il canone Rai?  
L’evasione è percentualmente altissima, ma non si hanno cifre precise: la platea delle persone teoricamente obbligate non è facile da circoscrivere, inoltre non è interesse delle autorità far sapere quanto sia estesa l’evasione, perché si teme che sempre più persone siano incoraggiate a non pagare il tributo quanto più si scopre che è facile farla franca. Comunque si ritiene che non paghino il canone dal 25 al 50 per cento delle famiglie tenute a farlo. Le associazioni di consumatori credono che la quota più alta sia la più probabile.  

Che ipotesi si fanno per cambiare sistema?  
Un’eventualità è richiedere il canone a tutti coloro che ricevono a casa una bolletta elettrica, allegando il mandato di pagamento alla bolletta stessa. Chi rifiutasse di pagare dovrebbe dichiarare di non avere in casa «apparecchi idonei», inoltre sembra (siamo ancora alla fase delle ipotesi) che spetterebbe all’utente l’onere di provare che dice il vero. L’Autorità dell’energia, che veglia sulle bollette della luce e del gas, ha fatto sapere che questo meccanismo sarebbe probabilmente illegale e anche difficilissimo da gestire; le compagnie elettriche dovrebbero assumersi oneri tec nici e legali molto complessi non a vantaggio di se stesse ma della Rai. Perciò si è fatta strada l’idea di far pagare il canone con la dichiarazione dei redditi.  

Far pagare il canone con l’Irpef sarebbe facile?  
Se non altro avrebbe una sua logica, vista la natura tributaria del canone; ma anche in questa ipotesi le difficoltà non mancherebbero. E i problemi si moltiplicherebbero se si cercasse anche di incrociare i dati del reddito per legare il canone all’Irpef, come qualcuno ha ipotizzato.  

Quanto verrebbe a costare il nuovo canone?  
Il governo dice che rendendo impossibile l’evasione si recupererebbero centinaia di milioni di euro che però non verrebbero girati alla Rai: invece li si userebbe per alleviare il carico di chi già pagava il canone. L’importo potrebbe così dimezzarsi a 60-65 euro. Sarebbero escluse dall’obbligo le case sfitte, ma al momento neanche su questo ci sono certezze. Fra l’altro i tecnici prospettano ulteriori complicazioni sulle terze e quarte case, e un altro ginepraio se ai poveri con agevolazioni in bolletta si volesse far pagare un canone ridotto.  

I soldi del canone a chi vanno?  
L’imposta chiamata canone finisce nelle casse della Rai, che in cambio è obbligata a svolgere un servizio pubblico, cioè a fornire alla collettività anche dei programmi televisivi che non le converrebbe produrre in base a un puro calcolo economico. Però la Rai può cercare risorse anche sul mercato pubblicitario, e lo fa. 

Un grande giornale come La Stampa dice chiaramente quello che ho scritto tante volte su questo piccolo blog.
Perché la stampa in genere invece scrive spesso, troppo spesso, cose non chiare in modo che tanta gente abbia confusione in testa?
E' una tecnica che vale per tutto: fare finta informazione per obnubilare il giudizio.
Beppe Grillo che tanto l'ha con i giornalisti, su questo tema ha fatto confusione anche lui, incitando la gente a non pagare più "il canone". Le imposte purtroppo invece non puoi non pagarle e questo Grillo non lo diceva. E il falso canone, come ribadisce l'articolo de La Stampa, è invece un tributo. Dunque bisogna pagarlo a meno che... non accetti di farti sigillare il televisore dalla G.d.F..
Ma l'evoluzione della tecnologia ha reso folle e penso anche incostituzionale questa possibilità che lo Stato vuole arrogarsi.
Come ho più volte scritto nei post dedicati a questo argomento lo Stato non può sigillarmi un televisore che ho diritto di usare anche per gli altri usi che tale elettrodomestico consente: con i dovuti supporti infatti posso vederci i DVD, le cassette VHS..., ad esempio io ho anche il lettore per cassette video8.. Può lo Stato impedirmi di vedere le cassette degli eventi della mia famiglia se decido di non usarlo più per vedere la RAI? Può impedirmi di vedere SKY o MEDIASET o La7?
Il problema poi che anche senza televisore si può vedere la RAI con altri apparecchi come quelli elencati nel titolo dell'articolo de  La Stampa fa sì che tutto il sistema di "difesa" del cosiddetto Servizio Pubblico faccia acqua sul tema della libertà del cittadino.
Già ieri sera dopo le h. 23:00 circa l'ANSA dava la notizia di un ripensamento del Premier, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, sulla questione annunciata dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico.
Mi fa piacere che Matteo Renzi sappia correggere là dove si esagera.
Ho risposto al sondaggio di La Stampa e sono nel 4%, percentuale minima, che fra i vari mali preferisce lo statu quo.
Colpisce che la maggioranza non lo vorrebbe pagare affatto.
Figuriamoci se glielo mettessero in bolletta della luce!!
Credo che la soluzione migliore sarebbe la decodifica ed ognuno che vuole la RAI paga attraverso la tesserina.
Meglio! Metterei un codice in più ad trasmissione televisiva! Così avrebbero incorporato anche il sondaggio Auditel: due piccioni con una fava!!

Personalmente vedrei solo "Chi l'ha visto", schifando "le scatole" di Endemol ad esempio.

Fino all'aprile del 2012 - lo confermano fra gli altri il Corriere della Sera [1]La Repubblica [2]Il Sole 24 ORE [3] - Mediaset controllava poco più del 33% di Endemol (l'11% direttamente, il resto attraverso controllata spagnola tramite scatole cinesi). Un comunicato dell'ottobre del 2013, diffuso dalla stessa società, ha ribadito il cambiamento dell'assetto societario avvenuto oltre un anno e mezzo fa. [4]

martedì 25 novembre 2014

L'isola ricca chiamata RAI

Da: Il Sole 24Ore
25 novembre 2014

Canone Rai in bolletta da gennaio: si pagheranno 60-65 euro, escluse le seconde case

«Il canone Rai sarà nella bolletta elettrica dal gennaio 2015». Lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ai microfoni di 24 Mattino di Alessandro Milan su Radio 24. «Contiamo di presentare in Senato un emendamento alla legge di stabilità per inserire questa norma - ha spiegato il sottosegretario - con l'intenzione di renderlo effettivo già da gennaio dell'anno prossimo. Con questo strumento consideriamo di recuperare in modo pressoché totale l'evasione. C'è un'evasione per cui siamo tra i primi in Europa che è attorno ai 600 milioni per un canone che è oggettivamente tra i più bassi in Europa. Questa situazione non è più tollerabile». 
Mossa per recuperare l’evasione «La scelta vera – ha continuato Giacomelli - è che, d'accordo con Rai, la nostra intenzione è di non trasferire alla Rai in aggiunta al gettito attuale l'evasione recuperata ma abbiamo deciso di restituirla interamente ai cittadini, abbassando fortemente il canone». Si pagheranno 60, 65 euro? «Una cifra plausibile. Certamente pagheremo molto meno. Questa non è una riforma contro nessuno. È per recuperare l'evasione. Chi evadeva ci rimette, questo è sicuro», ha detto Giacomelli Pagherà chi possiede un contratto di fornitura elettrica Chi dovrà pagare il canone? «Chi possiede un contratto di fornitura elettrica», ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico. «La norma prevede la tassa in base al possesso del televisore - ha spiegato Giacomelli - ed è una norma anacronistica. Se (il canone ndr) rimanesse  legato a quel concetto dovrei dire ‘il possesso di un apparecchio televisivo, oppure di un pc, oppure di un tablet, oppure di uno smartphone, oppure di ogni altro device atto a ricevere il segnale'. Vuol dire fare una norma con prescrizioni molto ampie e molto dure ma sostanzialmente inapplicabile, in altre parole prendere in giro e continuare a consentire l'evasione. Quindi noi identifichiamo l'elemento unificante, che è l'alimentazione dei diversi device e quindi, il contratto di fornitura elettrica». Non si pagherà sulla seconda casa.  Giacomelli ha però escluso il pagamento per le seconde case: «tendenzialmente l'idea è quella di evitare che chi ha la seconda casa paghi di più. Anzi, diciamo che in linea di massima sulla seconda casa è escluso. Qui si tratta di capire - ha precisato Giacomelli - come introdurre qualche punto di equità.
......
Sulle aziende elettriche non graverà un costo aggiuntivo.
.............
Meravigliati per il ricorso Rai contro i tagli «Il ricorso del cda Rai? Più che arrabbiati siamo un po' meravigliati. Non si capisce il senso del ricorso», ha detto Antonello Giacomelli, spiegando la sua posizione sul ricorso presentato dal cda Rai contro i tagli di 150 milioni di euro imposti dal governo. «Esattamente il giorno in cui il direttore generale va nel Cda per dire che ‘l'operazione che era stata immaginata, ovvero il contributo di 150 milioni per aiutare le famiglie, in cambio della privatizzazione di una parte di Rai Way, ha dato un ottimo risultato ben superiore dei 150 milioni, quindi non c'è danno di nessun tipo' non si capisce bene il senso del ricorso». Per Giacomelli «la modalità per il contributo dei 150 milioni è stata certamente eccezionale, però il senso era quello di intervenire per una situazione generale del Paese  di difficoltà. Il mondo Rai dovrebbe capire che non si vive in un'isola ma si vive dentro un Paese, il ricorso è un po' incomprensibile». 

COMMENTI

E se io non intendo pagare il canone inserito nella bolletta, per i più svariati motivi, magari anche perchè non possiedo alcun apparecchio atto a ricevere la trasmissioni, che succede? Enel mi interrompe la fornitura di energia elettrica? Se il canone va a coprire i costi del servizio sarebbe certamente più giusto che la RAI trasmettesse criptato e chi vuole riceverla si dota di decoder. E uno è liberissimo di ricevere tutti gli altri canali in chiaro. Oppure la RAI è un servizio di stato, obbligatorio e allora si paga con la fiscalità generale. Quello che stanno partorendo mi sembra un grande pasticcio, ma questi ormai stanno solo pasticciando e vogliono spacciarcelo come nuovo che avanza. CBR62551.1 25-11-2014 11:28:19 


Alberghi e ristoranti quanto dovranno pagare? E dovranno pagare pure se non TV? Non sarebbe meglio mettere a carico della fiscalità la RAI oppure renderla visibile a pagamento con una scheda tipo SKY? MyRiver 25-11-2014 11:20:51 

Il rumor, (lo uso nella sua originale forma latina ed al singolare), fatto girare ad arte sulla riforma del cosiddetto canone RAI, si va appalesando sempre più, in attesa di sentire le reazioni della plebe (termine efficace per come siamo trattati, usato frequentemente da una mia intelligente amica).
Poi lo aggiusteranno forse, in base alle reazioni.
Ho riportato alcuni dei commenti dei lettori dell'articolo de Il Sole 24 Ore, con cui mi trovo d'accordo.
La mia reazione è la seguente: intanto questo Giacomelli che invece di usare il termine "dispositivo", comprensibile a tutti i plebei, usa "device"... Puah!!
Poi continua ingannevolmente a chiamare "canone" quella che è un'imposta, come ho più volte ricordato su questo blog. Le parole sono importanti e servono a far capire le cose, l'uso diverso distorce la realtà.
Natura giuridica del Canone RAI
Si basa su quanto disposto dal regio decreto legge 21 febbraio 1938, n.246 relativo alla Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.78 del 5 aprile 1938). Questo provvedimento non è stato abrogato dal cosiddetto decreto Taglia-Leggi (con cui nel marzo 2010 il Ministro della Semplificazione Normativa Roberto Calderoli ha provveduto ad abrogare circa 375.000 leggi[1][2]) poiché è stato incluso fra le norme non suscettibili di abrogazione nella detta forma[3].

Ora dovranno abrogarlo per forza se vogliono dargli un'altra forma. 
E da quello che dichiara il Sottosegretario allo Sviluppo Economico la forma che vuole dargli il Governo è sempre la stessa: per ridurre la spesa pubblica si riduce di 150 milioni di euro il finanziamento della RAI con i nostri denari pubblici, "per aiutare le famiglie", le quali famiglie non si sa come beneficino di codesto aiuto visto che dalle più povere in su dovranno foraggiare, attraverso il loro allaccio alla corrente elettrica, l'isola ricca e luccicante chiamata RAI!
Non importa se tali famiglie abbiano o meno i "devices"! La corrente elettrica è un fatto di civiltà irrinunciabile ormai! Neppure ti riscaldi senza corrente elettrica! Serve per l'apparato elettrico della caldaia anche se è a gas, ad esempio... Non se ne può più fare a meno dell'elettricità...
Dunque hanno fatto proprio una bella pensata davvero!!!
Il Sottosegretario arriva a dire impunentemente che così si recupera l'evasione! 
Quando basterebbe far pagare, chi vuole vedere trasmissioni melense ed obnubilanti, tramite un meccanismo semplice e collaudato come la scheda Sky! Qualsiasi italiano glielo può suggerire un metodo migliore di questo truffaldino che si sono inventati. Come dimostrano i commenti dei lettori che ho riportato sotto l'articolo de Il Sole 24 Ore!
Poi ecco il contentino della seconda casa!
Che generosità! Cosa vuol dire, che si pagherà solo sul contratto elettrico della casa di residenza?
Bene! Dunque dovranno imporre alle Società erogatrici di segnalare quei contratti con la dicitura "non residente"! E se si sbagliano? Come lo recuperiamo il secondo "canone" che ci tocca pagare?!
E come la mettiamo con quelle famiglie che nella seconda casa hanno messo la residenza di un familiare per proprie ragioni (di lavoro o altro): pagheranno due "canoni" alla luccicante RAI, volenti o nolenti!
Cosa giuridicamente intende per "seconda casa" il Sottosegretario allo Sviluppo Economico?
Riassumendo: per risparmiare il Governo toglie 150 milioni di sperpero alla RAI e li riprende da noi tutti per ridarglieli, a meno che non si abiti in una capanna senza luce, prendendoci pure per scemi perché ci dice "che così risparmiamo" giacché, dove pagavamo Euro 113,50, i più ne pagheranno 130 sommando 2 contratti elettrici!
Contenti Italiani che avete lasciato al paesello natio la casetta per le vacanze e per la vecchiaia e magari ci avete messo la residenza di un familiare per non farvi mangiare l'anima dalle tasse sugli allacci "seconda casa"??!!
Guarda Matteo Renzi che non va bene così! Non va bene affatto!
Hai tolto 150 milioni nostri alla RAI ed hai fatto bene, ma non puoi tornare a raschiare il fondo del barile per ridarglieli!
Il fondo del barile si è sfondato a furia di raschiare, Matteo Renzi, e la casa crolla sotto il peso delle spese e delle tasse.
Non te ne sei accorto che le case non si vendono più? Che gli agenti immobiliari sono alla fame? Che chi riceve in eredità una casa riceve un debito se già ne ha un'altra su cui paga il mutuo? Queste realtà diffusissime non ti sfiorano? 
Torna sulla Terra Matteo, che ad andare a vederla da fuori ci pensa Samantha che forse, però, i "piedi per terra" ce li ha più di te, perché è una che si è fatta il mazzo per arrivare dove è arrivata, essendo mète, quelle, dove si arriva solo con intelligenza, studio fortissimo e fortissima disciplina!

E dulcis in fundo (ma è latino per modo di dire..), meglio in cauda venenum, ricordo alla luccicante Televisione di Stato la fine che ha fatto la Televisione di Stato in Grecia..
Il barile è sfondato... Se continua così andrete tutti a casa pure voi!