domenica 1 dicembre 2013

Poteva e potrebbe accadere ad ognuno di noi

Da: Il Messaggero

Centauro morto sulla Colombo a Roma, il fratello: albero senza radici

Rabbia e dolore per i familiari di Gianni Danieli, il motociclista di 42 anni morto dopo essere stato centrato da un pino sulla Colombo, a Roma. Sul posto è arrivato il fratello Alessandro che in lacrime ha urlato tutta la sua rabbia e la sua disperazione. «Chi me lo ridà mio fratello adesso - ha urlato - come è possibile morire in questa maniera. Gianni stava tornando dal lavoro, faceva il fisioterapista, era una persona buona».


«Le radici praticamente non ci sono». Alessandro, apparso lucido pur nella rabbia e nel dolore, ha puntato il dito sulle condizioni della pianta: «Guardate - ha detto ai giornalisti - le radici praticamente non ci sono, era legato a un cartello pubblicitario. Paghiamo le tasse e succedono queste cose - ha imprecato - pensano solo a prendere le multe e non fanno niente. Ora aspetto le istituzioni, voglio vedere se avranno il coraggio di farsi vedere in faccia, voglio delle risposte da Roma».
La scena dell'atroce fatto: l'albero era tenuto con un cavo arrugginito legato ad un cartello stradale

Una vita nel pieno del suo svolgimento finita in modo così atroce per la criminale inadempienza di chi era preposto alla cura ed al controllo degli alberi prospicienti le strade.
Come si può rassegnarsi a tanta criminale superficialità? Quante vite sono state cambiate dalla fine tragica di questo giovane uomo? La moglie, i suoi piccoli figli, il disperato fratello che con il suo dolore, giustamente gridato, ci ha fatto sentire che questo poteva e può accadere a ciascuno di noi.
Non basta l'ineludibile risarcimento in denaro... che non ridarà l'uomo ai suoi cari... qualcuno deve pagare, andare in galera per omicidio, decidesse il magistrato se colposo o volontario, ma non si poteva legare un albero ad un cartellone pubblicitario con un cavo di ferro che si è arrugginito e si è spezzato! E' di una irresponsabilità criminale!
La domanda disperata e disperante è: "Perché non è stato tagliato?"
Gli alberi sono bellissimi ma o si curano o si tagliano se malati. Chi è stato il folle che pensava che un albero pericolante si potesse legare come un arbusto a qualcosa che lo tenesse?
Non si può mantenere il verde a tutti i costi, anche a quelli delle vite umane.
  

Ma regista... in che senso?


Non capita solo a noi, sento tanta gente che dice: "In TV non c'è niente nemmeno stasera, è uno schifo!"
Si può fare altro: leggere, chiacchierare e se proprio uno vuole giacere riposando sul divano, mettere una cassetta o un DVD.
Stasera, visto che sui canali RAI che riusciamo a prendere non c'era che il NULLA, abbiamo tentato di vedere sul canale IRIS un film: "Sbirri".
Ora su IRIS non ho nulla da dire e da pretendere, visto che non incassa come la RAI l'imposta chiamata impropriamente "canone", ma il film che mandava stasera era, come molti del suo genere, invedibile!
La camera viene mossa tanto da far venire una sgradevole sensazione di mal di mare. Senza motivo espressivo, giacché non si sa cosa si vuole dimostrare muovendo l'immagine come se avesse "il ballo di S. Vito"!
Le riprese sono sui particolari ravvicinati del viso degli attori; di volta in volta: parte di un occhio, per di più lungamente, poi la bocca dell'attrice, poi altre parti sempre con la telecamera in ballo su e giù, oppure in rapidissima carrellata che nemmeno nei filmini di casa si fanno riprese così!
Siamo andati a leggere il nome del regista: Roberto Burchielli!
"Ma chi è questo cane?" Ci siamo chiesti. Ho fatto una rapida ricerca e ho saputo chi è: era meglio che continuasse con "Paperissima"! 
Intendiamoci, purtroppo non è solo lui a girare film così! Ci sono altri che pretendono di chiamarsi registi e che girano in questo modo. Hanno mandato anche film americani in cui il "regista" di turno riteneva di essere originale facendo riprese sul foruncolo del viso dell'attore, oppure su un pezzo di viso, riprese continuate e ballonzolanti su una scena invedibile. Infatti non resistiamo più di cinque minuti, sperando che la ripresa si riassesti... Poi cambiamo.
E' blasfemo chiamarsi regista. Questi non sono un bel nulla.

Anche la recitazione imposta agli attori è innaturale, isterica, improbabile... Ci chiediamo come fanno questi a trovare chi li finanzia.
Eppure in Italia abbiamo ottimi registi, veri, e attori strepitosi. 

Questi pseudo innovatori della regia dovrebbero vedere a pranzo, cena e colazione i film di Sergio Leone, che faceva anche lui le riprese ravvicinate sui visi degli attori, ma in ben altro modo!
Oppure dovrebbero ripassarsi le riprese di Hitchcock.
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