lunedì 9 gennaio 2012

Chi se ne frega delle vittime

Da: Repubblica.it

Uno bianca, Occhipinti in semilibertà
l'ex poliziotto in carcere dal 1994

Condannato all'ergastolo per l'omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, compiuto durante un assalto a un furgone portavalori davanti alla Coop di Casalecchio (Bologna) nel 1988, era in prigione a Padova e aveva già usufruito di un permesso nel 2010. Associazione delle vittime: "Siamo fuori dalla grazia di dio"

VENEZIA - Marino Occhipinti, uno dei componenti della 'banda della Uno bianca' condannato all'ergastolo per i reati di associazione a delinquere, omicidio volontario e rapine, ha ottenuto la semilibertà dal tribunale di sorveglianza di Venezia. L'ordinanza è stata depositata dopo che è stata emessa in camera di consiglio, come si apprende da autorevoli fonti del Tribunale stesso.

Occhipinti è stato condannato all'ergastolo per l'omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, compiuto durante un assalto a un furgone portavalori davanti alla Coop di Casalecchio (Bologna) il 19 febbraio 1988. Ex poliziotto della squadra mobile di Bologna, è in carcere a Padova dal 1994 e ha già usufruito di un permesso nel 2010 quando per cinque ore e mezza, partecipò a una Via crucis a Sarmeola di Rubano, nel Padovano, assieme ad altri detenuti e accompagnato da operatori sociali. Quel giorno a Occhipinti fu accordato anche di incontrare la famiglia.

In prigione dal 29 novembre 1994, Occhipinti aveva chiesto più volte permessi premio, sempre rifiutati per sedici anni. con un decreto firmato dal giudice Giovanni Maria Pavarin. La decisione di accordare l'uscita concessa allora dal giudice Giovanni Maria Pavari, non piacque all'associazione delle vittime né a Luigi Beccari, il padre 75enne di Carlo, la guardia giurata uccisa durante l'assalto al furgone: "Non sono d'accordo nemmeno su un permesso di poche ore - disse allora -. Lui mi ha rovinato la vita e deve stare dentro".

Nella banda della Uno bianca erano implicati un gruppo di poliziotti, un gruppo criminale guidato da Fabio Savi, che restò in azione in Emilia Romagna dal 1987 al 1994 causando ventiquattro morti, 102 feriti, e 103 azioni criminali. Marino Occhipinti al momento dell'arresto, avvenuto il 29 novembre 1994, era vicesovrintendente della sezione narcotici della Squadra mobile.

"Siamo fuori dalla grazia di dio", ha dichiarato Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca. "Gli auguro solo - ha detto - di non pentirsene". La notizia "amareggia" l'associazione, anche se dopo la richiesta fatta nei giorni scorsi "io me lo immaginavo, ma speravo che tenessero conto di quello che lui ha fatto. Ne prendo atto, ma sono perplessa. Non so cosa dire".
(09 gennaio 2012)
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Ha ragione la Presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della Uno Bianca a "Non saper cosa dire", perché di fronte a certe decisioni si resta senza parole.
Va bene che il carcere dovrebbe essere recupero e redenzione ma, intanto, il recupero può avvenire all'interno del carcere con attività lavorative, con meditazioni con psicologi e preti messi a disposizione, e non necessariamente all'esterno visto che si è meritato l'ergastolo, pena massima data dal nostro ordinamento solo in casi di estrema criminalità e crudeltà.
Un essere umano adulto che, pur avendo un lavoro sicuro in Polizia, preferisce rapinare ed uccidere come secondo lavoro, a mio avviso non cambierà mai in una pecorella smarrita e recuperata. Non sono credibili le sentenze dette da certi preti e psichiatri che, a mio avviso, dovrebbero leggere e studiare di più: "Si cambia, si dimentica, è una persona diversa". Non è che il carcere "pialla" il cervello, cancella la personalità: se una persona, in questo caso un uomo che doveva far rispettare la legge, arriva in piena coscienza, perché matto non è, a fare quello che hanno fatto quelli della Uno Bianca, non sarà mai una persona diversa da quella che è: una persona capace di ingannare il Corpo a cui appartiene, capace di non rispettare il giuramento fatto allo Stato, capace di condurre una doppia vita nella società, dunque capace di mentire, spergiurare, oltre che capace di affrontare a mano armata chi stava lavorando come il povero Carlo Beccari  ed uccidere per arraffare il denaro, pur avendo un posto di lavoro statale sicuro.
Non ci sono scappatoie ad una mente simile né credo al ravvedimento. Credo alla finzione per ottenere un vantaggio, questo sì.
A me la vita insegna, anche perché ricordo. Questi Giudici comprensivi con i criminali ricordano?
Ricordano per esempio il caso del criminale nazista Reder? Quello della strage di Marzabotto?
Nel 1964 Reder si appellò al sindaco di Marzabotto per ottenere il perdono dei sopravvissuti e ottenere la libertà. La piccola comunità espresse 282 voti contrari e 4 a favore. Nel dicembre 1984 Reder, in una lettera inviata agli abitanti del paese emiliano, espresse un profondo rammarico e pentimento per il suo gesto.
Il 24 gennaio 1985, il governo Craxi, indifferente alle proteste dei familiari delle vittime e a quelle delle associazioni partigiane, si servì della «prevista possibilità» di scarcerazione anticipata prevista dalla sentenza del 1980 e ne decise la liberazione e il rimpatrio in Austria, su un aereo messo a disposizione dal governo italiano.
Nel gennaio 1986, in un comunicato al settimanale austriaco Die ganze Woche, Reder dichiarava "Non ho bisogno di giustificarmi di niente" e ritrattava la richiesta di perdono avanzata nel 1964 agli abitanti di Marzabotto attribuendone l'iniziativa al suo difensore.


Io ricordo un'intervista al cappellano del carcere militare di Gaeta dove il boia di Marzabotto era detenuto: si diceva certo del suo pentimento e che egli era un uomo nuovo!

Lega Nord: provenienza fondi

Da: Il Secolo XIX.it

I soldi della Lega emigrano all’estero

08 gennaio 2012
  | Giovanni Mari


Genova - La Lega Nord investe. Gestisce milioni di euro e compra quote di fondi, titoli di Stato, valuta straniera. Nell’ultima settimana di dicembre, tra il 23 e il 30, da un solo conto bancario, sono partiti una decina di milioni, almeno sette verso l’estero. La fetta più grossa è stata stanziata per un fondo basato in Tanzania da 4,5 milioni. Quindi 1,2 milioni per un altro fondo a Cipro e poco più di un milione di euro investiti in corone norvegesi. In tutti i casi si tratta dei quattrini di finanziamento pubblico dello Stato incassati dal Carroccio come “rimborsi elettorale”.
È un movimento vorticoso di denaro quello che gestisce il segretario amministrativo federale Francesco Belsito, appena sceso dalla poltrona di sottosegretario alla Semplificazione. Il respiro delle operazioni è nazionale, ma la centrale operativa è Genova, dove Belsito vive. E tutto ruota attorno al Banco popolare. I movimenti-base sono gestiti attraverso diversi conti correnti ordinari nelle varie filiali; i movimenti straordinari sono invece coordinati da Banca Aletti, il capillare sistema di private e investment banking dello stesso Banco popolare.
I movimenti-base sono vistosi spostamenti, in entrata e in uscita: nell’ultimo semestre dai soli conti liguri sono stati trasferiti almeno 700 mila euro ad altri conti della Lega Nord, sono stati emessi almeno 450 mila euro in assegni circolari e lo stesso Belsito ha ritirato in contanti almeno 50 mila euro. Più sostanzioso il programma di investimenti gestito per la Lega Nord attraverso Banca Aletti tra Natale e Capodanno. Anzi, gli spostamenti di massa di denaro sono cominciati a metà del mese scorso: un investimento in 7,7 milioni di corone norvegesi (poco più di un milione di euro) vincolato per sei mesi a un interesse del 3,5%. Il fatto curioso, che emerge immediato, è che in quegli stessi giorni investire in Bot o Btp era più conveniente. Il primo, in ordine di tempo, porta a Cipro: 1,2 milioni di euro dalla Lega Nord per l’acquisto di quote del fondo “Krispa Enterprise ltd”. Il fondo è basato a Larnaca, città turistica della costa meridionale, vicina al confine con Cipro Nord. Più coraggioso, senza dubbi, il collocamento dei 4,5 milioni di euro per un’operazione in Tanzania.
È l’ultimo spostamento dell’anno appena trascorso e, nei fatti, svuota una delle dotazioni consegnate a Banca Aletti da Belsito per conto della Lega Nord: quasi otto milioni in una decina di giorni. L’operazione in purchase investment sui fondi africani coinvolge il consulente finanziario Stefano Bonet, coinvolto in un rocambolesco fallimento societario nel 2010 e in affari con l’ex ministro “meteora” dell’ultimo governo Berlusconi, Aldo Brancher (si dimise dopo 17 giorni perché indagato sulle scalate ad Antonveneta).
!!!!!!!!!!!
Sicuramente il giornalista del Secolo XIX ha delle fonti certe d'informazione, altrimenti rischierebbe la querela per sé e per l'Editore del quotidiano.
I cittadini ormai da un po' debbono soggiacere al controllo dei propri spostamenti di denaro nei propri c/c, anche per poche migliaia di euro. Già da un po' di tempo, infatti, ci si sente fare la domanda: "Cosa deve fare con questi soldi che ritira?" E' accaduto ad un mio familiare già qualche tempo fa e ne rimase esterrefatto, commentando: "E che debbo rendere conto alla mia Banca di quello che faccio con i miei soldi quando li ritiro?" 
Quindi immagino che questi grandi movimenti di denaro operati dalla Lega e che denuncia il Secolo XIX siano controllati e che il fisco ne sia perfettamente a conoscenza e che, inoltre, siano leciti. Ad esempio che NON siano investimenti operati con denaro pubblico del finanziamento ai partiti (contro il quale si è espresso un referendum popolare). Perché se così fosse la già gravissima scelta di chiamare tale finanziamento "rimborso elettorale", eludendo in modo incostituzionale il risultato di un Referendum popolare, sarebbe aggravata ulteriormente dall'uso improprio di denaro dei contribuenti che migrerebbe verso l'estero. 

 DA: eiacuelezioniprecoci.b...