sabato 30 aprile 2016

E la madre non lavava la sua bambina?

Da: Il Messaggero
di Mary Liguori e Marco Di Caterino

Napoli, uccise Fortuna dopo gli abusi: ecco chi è il mostro del Parco Verde

Omertà, indifferenza, complicità: è la cornice dentro la quale si sono mossi i carabinieri, insieme alle procure di Napoli Nord e dei Minori, per dare un nome all'assassino di Fortuna «Chicca» Loffredo, violentata e gettata dall'ottavo piano di un palazzo del Parco Verde di Caivano il 24 giugno del 2014. Raimondo Caputo, detto Titò, era già in carcere per avere abusato di una delle figlie della compagna. Da ieri è accusato anche della morte di Chicca: ha tentato di violentarla, per l'ennesima volta, ma la bimba si è ribellata, allora l'ha presa in braccio e l'ha gettata di sotto. Lo scrive il gip Alessandro Buccino Grimaldi nelle 122 pagine di ordinanza di custodia cautelare che ha colpito sia Caputo che la sua compagna, già ai domiciliari a Caivano dove ieri, quando è giunta la notizia dell'arresto bis inerente la morte di Fortuna, è esplosa la rabbia tardiva di ignoti indignati, attraverso una molotov lanciata contro quella casa dove vive la donna che sapeva e ha taciuto, sia gli abusi sulle figlie che quelli su Fortuna. Sapeva anche della tragica fine della piccola per mano del compagno, una morte simile a quella del suo primogenito, Antonio Giglio, precipitato in circostanze mai chiarite dallo stesso stabile del Parco Verde. Marianna Fabozzi non solo «non ha protetto la prole, ma ha cercato di fare in modo che il compagno la facesse franca», scrive il gip. «Un contesto eufemisticamente disastrato» definisce il giudice quello del quale la Fabozzi è complice, al punto da dire a una delle sue figlie, l'amica del cuore di Fortuna, cosa riferire e cosa tacere ai carabinieri.


Rita Coltellese *** Scrivere: Federica Sciarelli: patetici errori di valutazione

Il post di cui riporto il link qui sopra, per chi volesse leggerlo o rileggerlo, l'ho scritto il 5 dicembre 2014 e già lì ponevo l'accento sul fatto che NESSUN GIORNALISTA, NESSUN CRONISTA poneva alla madre della sfortunatissima Fortuna la domanda "di come mai non si fosse mai accorta che sua figlia venisse abusata"! Tutti a fare domande come se la donna non fosse responsabile della sua creatura, ma solo una innocente vittima. Sono sempre più sconcertata dalla paura di far emergere la realtà di questi giornalisti che, giustamente, qualche lettore di giornali nei commenti definisce in modo dispregiativo "giornalai".  
La realtà quotidiana di qualsiasi madre è l'igiene dei propri bambini: oppure Fortuna la sfortunatissima si lavava il sederino e il resto da sola?
Questa donna in tutte le interviste si atteggia a vittima, ignara di tutto finché sua figlia non è stata gettata di sotto.
Per chi vive nella realtà e non nel mondo da "fiction" di una informazione drogata, per niente nitida, logica e chiara, questa madre "vittima" come minimo trascurava totalmente sua figlia, non occupandosi affatto della sua igiene intima. Non si può pensare altro, altrimenti si deve pensare di peggio.
Ma nessuno glielo chiede, nessuno mette l'accento su un aspetto ovvio nella sua altrettanto ovvietà quotidiana. Ne scaturisce una rappresentazione della realtà elusiva, falsa perché monca di quanto tutti conoscono nella vita reale, dunque non è informazione, è sensazionalismo e basta: il pedofilo, l'abuso, tutto circoscritto lì, senza il contorno.
E quando il contorno c'è si manda l'intervista alla madre, con la sempiterna patetica foto della vittima in mano, ignorando, lei per prima e il cronista di turno idem, la sua assenza di attenzione almeno visiva al corpo della sua piccola, mentre dice che l'altra madre, quella del bimbo ucciso l'anno prima, non si accorgeva di nulla, non sapeva guardare il suo bambino perché "non ci sta con la testa, soffre di nervi, è depressa". E mentre l'ascolti ti chiedi perché chi regge il microfono non le chiede: " E tu? Tu perché non ti sei accorta di niente?"
La rappresentazione monca della realtà è completa, come il sentimento di straniazione che lascia in chi vive nella realtà con tutti e due i piedi e, soprattutto, con la testa!











In tutte le pose....

mercoledì 27 aprile 2016

A proposito di Forni Crematori...

Da: RomaToday

Cimitero Prima Porta, cremato il morto sbagliato per uno scambio di bare

Cimitero Prima Porta, scambio di bare: cremato il morto sbagliato

E' accaduto il 21 aprile. La confusione sarebbe scaturita dal fatto che i due defunti avevano lo stesso nome e cognome. Ama: "Errore umano, non è stata controllata la data di nascita". Aperta un'inchiesta

Cimitero Prima Porta, cremato il morto sbagliato per uno scambio di bare
Uno scambio di bare. Un defunto cremato nonostante i familiari avrebbero preferito seppellirlo in un loculo. E' quanto accaduto giovedì scorso, il giorno del Natale di Roma, al cimitero di Prima Porta, l'unico nella Capitale attrezzato per questa procedura. Lo racconta il Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruito la confusione sarebbe scaturita dal fatto che i due morti avevano lo stesso nome, Sergio, e cognome. Anche nella data di nascita c'erano delle similitudini: 90 anni, 92 l'altro, erano nati entrambi in agosto e deceduti nei giorni scorsi, in aprile.
Così nel forno crematorio è finita la bara sbagliata. A far sì che gli operatori si accorgessere dell'errore, scrive il Corsera, la "fiammata diversa, resa più luminosa dal metallo, in quanto il feretro conteneva la protezione di zinco". Una notizia drammatica per i familiari che "stati così costretti a disperdere le ceneri del loro caro nel Giardino dei Ricordi, i tre ettari di collina alberata accanto al cimitero di Roma nord, che con i suoi 140 ettari e i 37 chilometri di strade interne è il più grande d’Italia".


Potrebbe interessarti:http://www.romatoday.it/cronaca/scambio-bare-morto--cremato-cimitero-prima-porta.html
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Cimitero Prima Porta, cremato il morto sbagliato per uno scambio di bare
Uno scambio di bare. Un defunto cremato nonostante i familiari avrebbero preferito seppellirlo in un loculo. E' quanto accaduto giovedì scorso, il giorno del Natale di Roma, al cimitero di Prima Porta, l'unico nella Capitale attrezzato per questa procedura. Lo racconta il Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruito la confusione sarebbe scaturita dal fatto che i due morti avevano lo stesso nome, Sergio, e cognome. Anche nella data di nascita c'erano delle similitudini: 90 anni, 92 l'altro, erano nati entrambi in agosto e deceduti nei giorni scorsi, in aprile.Così nel forno crematorio è finita la bara sbagliata. A far sì che gli operatori si accorgessere dell'errore, scrive il Corsera, la "fiammata diversa, resa più luminosa dal metallo, in quanto il feretro conteneva la protezione di zinco". Una notizia drammatica per i familiari che "stati così costretti a disperdere le ceneri del loro caro nel Giardino dei Ricordi, i tre ettari di collina alberata accanto al cimitero di Roma nord, che con i suoi 140 ettari e i 37 chilometri di strade interne è il più grande d’Italia".

Ama, che gestisce il cimitero, ha comunicato la sua posizione in una nota: "Il 21 aprile una grave inadempienza delle procedure di controllo ha fatto sì che venisse avviata a cremazione la salma errata. Si è trattato di errore umano, in quanto gli operai in servizio hanno controllato la tabella con il nome e cognome, senza verificare la data di nascita". La famiglia è stata avvertita immediatamente e presso i carabinieri della stazione Cassia è stata depositata una denuncia. "C’è costernazione e indignazione per l’accaduto - conclude la nota - L’azienda sarà inflessibile nel perseguire i responsabili della colpevole negligenza, nei confronti dei quali è stato avviato procedimento disciplinare, mentre una specifica commissione è al lavoro per rivedere le procedure previste". Ama si farà carico di tutte le spese.

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La morte suscita dolore ma anche ilarità: forse per esorcizzarla... Pensate alle barzellette che sempre hanno girato sulla morte in generale...
In questo caso, non sono un avvocato, ma credo che l'AMA non se la caverà punendo il dipendente che ha sbagliato, ma dovrà risarcire congrui danni ai familiari del pur novantenne finito flambé.
"Quando sei morto, figlia mia, - mi diceva mio padre - dove ti mettono ti mettono..." Lo diceva con tristezza, forse presagendo che la sua vita non sarebbe stata lunga. A novant'anni è diverso, ci si rassegna di più, ma è anche vero che se uno ha messo il proprio caro in una cassa di zinco, prima di trasportarlo al cimitero, ha la volontà di tumularlo in una tomba e non di ridurlo dentro un'urna ad un mucchietto di cenere. E questo va rispettato. Ognuno ha la sua idea della morte e dell'aldilà... Dunque l'AMA paghi l'errore, che ha prodotto comunque un danno per chi si immaginava la salma del proprio caro tutta intera, sia pure nel disfacimento biologico.
Anche la Morte è massificata ormai. Accadono errori.
A me è capitato un errore di entità inferiore, ma sicuramente mi colpì, dandomi la misura di questa massificazione, di questa catena di montaggio anche nell'ultimo saluto: morì la mamma di una mia collega nell'ospedale universitario adiacente al nostro luogo di lavoro, ed io mi interessai al cuscino di fiori da inviare a nome di tutti i colleghi della nostra sezione. Il fioraio era già stato sperimentato da me e da altri come persona brava e precisa.. forse troppo efficiente.. giacché depose il cuscino davanti alla Camera Mortuaria forse troppo presto rispetto all'ora delle esequie.
Arrivai per prima constatando che il cuscino non c'era, contrariamente a quanto assicuratomi dal preciso fioraio. La signora defunta amava le rose rosse ed io il pomeriggio precedente, nel fare l'ordinazione presso il negozio di fiori, mi ero assicurata che quel tipo di fiore prevalesse sul resto. Ma fra le corone e cuscini non figurava una composizione così fatta... Telefonai al fioraio, che aveva il negozio lì vicino, ed egli stupito mi disse che aveva deposto il cuscino il mattino presto proprio dove ero io in quel momento. Lo pregai di venire, un poco in agitazione visto che si trattava di un omaggio che non riguardava solo me, ed egli venne, constatando che, in effetti, il cuscino con le rose rosse non c'era più. Intanto si approssimava l'ora delle esequie ed io seccata lo pregai di rimediare, lui disse che rose rosse non ne aveva più: le aveva messe tutte in quel cuscino.. Finì che di corsa e più arrabbiato di me si precipitò a farne un altro con i fiori che aveva: ma la prevalenza era di fiori gialli... Me ne scusai con la figlia della defunta spiegandole l'accaduto. Lei capì, certo per lei aveva meno importanza che per me che mi ero data tanto da fare perché quei fiori, che piacevano a sua madre, fossero un omaggio in più per la morta e.. forse una minima consolazione per lei...
Ebbene, non era stato un furto, bensì un errore, come accertò il povero fioraio, che aveva così perso il suo guadagno, dovendo provvedere ad un'altra composizione floreale: un operaio rumeno di un'altra Impresa di Pompe Funebri aveva caricato il nostro cuscino sulla bara di un altro defunto, insieme a quelli a lui destinati e, al mattino presto, da quella Morgue era stato trasportato attraverso l'autostrada al suo paese natale per la tumulazione. 

730 online: seconda puntata della telenovela

Rita Coltellese *** Scrivere: 730 online 2016

Prima di leggere le odierne note su questa ennesima, vergognosa storia della decantata burocrazia snellita e facilitata, leggete il post, di cui sopra pubblico il link, pubblicato su questo blog il 22 aprile 2016.
E' arrivata un'altra E-MAIL, la precedente era del 21 aprile u.s., giorno in cui avevo fatto il fax con rapporto trasmissione O.K.: ho pensato che fosse il PIN dispositivo finalmente, visto che per il mio tentativo online già mi avevano risposto...
Invece apro la e-mail e leggo:
----- Original Message -----
From: "Richiesta PIN on line" <INPSComunica@inps.it>
Sent: Tuesday, April 26, 2016 7:32 PM
Subject: PIN dispositivo: richiesta incompleta

 Gentile signor/a RITA COLTELLESE , non abbiamo potuto convertire il suo PIN in
 PIN dispositivo: abbiamo ricevuto solo il documento d'identità senza la richiesta firmata.
Deve quindi rinviarci il modulo di richiesta firmato con il
documento d'identità. Può presentare la richiesta online con la funzione
 "Converti PIN", via fax o in sede.
La stessa identica e-mail già inviatami il 21 u.s. dove però dichiarano di aver ricevuto:  la sua richiesta è giunta senza copia del documento di
identità!!!!
E il mio fax di cui ho rapporto trasmissione O.K. pagg. 2 ?!!!!!!!!
Gli idioti che hanno creato questo dispendioso sistema (perché paghiamo sempre noi ricordate!!!) continuano a riferirsi sempre al mio tentativo di inviare tramite il sito INPS domanda e documento che, però, loro vogliono zippati in un unico file! Evidentemente, però, da quanto dichiarano loro.. i 2 file li hanno ricevuti comunque.. solo che non li sanno mettere insieme.. il loro programma è dissociato e ne legge uno per volta rispondendo come si legge!! Che incrocio dei dati perbacco!!!
Ho fatto il fax ancora prima che mi arrivasse la prima e-mail, non sapendo zippare i 2 file richiesti. E questi subnormali continuano a rimandarmi la risposta inutile sulla richiesta online e a suggerirmi di fare un fax già fatto!!!!!
Non ho potuto fare altro che richiamare il n. 803 164 e mi ha risposto un'altra vittima dei deficienti di cui sopra: l'operatore Luigi, sigla 64970 h. 9:00 del 27 aprile 2016! Il quale, poveretto, non ha potuto che dirmi di rifare il fax, con quali garanzie di riuscita non si sa visto che il precedente è O.K., e suggerendo che il documento sia leggibile: ho risposto al povero operatore che è addirittura ingrandito nel foglio A4 e quindi leggibilissimo. Ma tanto è inutile: lui ed io siamo le vittime degli "organizzatori" superpagati di questo schifo! Luigi ha provato pure a darmi un consiglio: andare allo sportello INPS più vicino! Ho detto che lui non aveva colpa di questa vergognosa organizzazione, ma mi rifiutavo di andare allo sportello INPS, visti i proclami del nostro Presidente del Consiglio sulla "lotta senza quartiere alla burocrazia" e la soddisfazione di comunicarci "che ormai sarebbe stato tutto online"!
Dinostri di farla veramente la "lotta senza quartiere alla burocrazia" e chieda conto agli idioti di cui sopra cosa ne hanno fatto della mia richiesta via fax e del perché il sistema online del sito INPS chiede domanda e documento ma NON può accettare 2 file!!!!

martedì 26 aprile 2016

La "monnezza" a Roma

Da: Il Messaggero

Roma avrà un'altra discarica: Comune a caccia del nuovo sito

di Mauro Evangelisti

Roma e provincia dovranno trovare una nuova discarica. E' una delle grane più voluminose che dovrà maneggiare il prossimo sindaco. Si tratta di un problema che la Capitale aveva rimosso, dopo due anni di isteria e commissariamenti di fronte alle necessità di trovare un nuovo impianto. Ma il piano approvato venerdì dalla giunta regionale è chiaro: a Roma e provincia serve una discarica di servizio. Attenzione, si tratta di un impianto totalmente differente da Malagrotta, che per decine di anni ha accolto i rifiuti di Roma, in gran parte non trattati. Il ”Decreto sulla determinazione regionale in merito al fabbisogno degli impianti per il ciclo dei rifiuti” approvato venerdì dalla giunta regionale e dall'assessorato che fa capo a Mauro Buschini, dice, tra le tante, due cose importanti per Roma. La prima è che non serve un nuovo gassificatore e dunque non deve essere acceso quello di Malagrotta di Colari. La seconda: la Capitale non potrà portare per sempre in altre regioni gli scarti di lavorazione dopo trattamento dei rifiuti. Ecco, allora che si arriva alla piccola discarica di servizio, all'interno dell'Ato (ambito territoriale) romano.

L'ATTESA
Da sindaco, Ignazio Marino, aveva disposto la chiusura di Malagrotta (ottobre 2013), ma anche sospeso il gioco dell'oca della caccia alla nuova discarica, che con i due commissari - i prefetti Pecoraro e Sottile - era rimbalzata da una zona all'altra di Roma e delle cittadine confinanti. «Ma questo non significa che siamo restati con le mani in mano», ricorda l'allora assessore all'Ambiente, Estella Marino. Ai tecnici del Comune, in collaborazione con quelli della Provincia (oggi Città metropolitana), fu commissionato uno studio di tutte le aree tecnicamente utilizzabili per una discarica. Una mappatura prettamente scientifica, che rispetti tutti i criteri previsti dalla normativa per ospitare una discarica, in modo da evitare le rivolte e le proteste che ci sono state in passato ogni volta che è stata indicato un sito. La vera difficoltà sarà però spiegare che non si sta parlando di una nuova Malagrotta, perché non serve un impianto di quelle dimensioni e perché comunque le leggi sono cambiate.

Ecco un esempio di articolo che dice elusivamente come stanno veramente le cose. E le cose stanno come stabilito già dal lontano 1999 dalla CE e successive modificazioni, volte sempre più alla salvaguardia dell'Ambiente.
DIRETTIVA 1999/31/CE DEL CONSIGLIO
del 26 aprile 1999
(GU L 182, 16.7.1999, p.1)
Modificato da:
  





  







Discariche
Il Fondo per il piano straordinario di bonifica delle discariche abusive
Nella legge di stabilità 2014 (L. 147/2013) è stata inserita una norma che ha lo scopo di pervenire alla chiusura del contenzioso in atto a livello europeo per l'esistenza, nel territorio italiano, di numerose discariche funzionanti illegalmente e senza controllo delle autorità pubbliche 

 Le discariche moderne devono essere costruite secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal terreno, rispettare gli standard igienici e la biosfera, riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generazione di energia. La struttura in genere è del tipo a "deposito sotterraneo", costituita dal basso verso l'alto nel seguente modo:
  • un terreno di fondazione e sottofondo della discarica;
  • una barriera di impermeabilizzazione sul fondo e sui fianchi costituita da geomembrane per impedire la fuoriuscita delpercolato;
  • un sistema di drenaggio del percolato;
  • l'ammasso dei rifiuti in strati compattati;
  • le coperture tra i vari strati;
  • un sistema per la captazione del biogas;
  • la copertura finale provvista di piante.
Gli standard internazionali indicano che in una discarica moderna si riesce a recuperare anche il 90% del biogas, con valori anche superiori quando il singolo lotto della discarica sia chiuso e completato con una opportuna copertura captante.[4]
È comunque importante che la frazione umida dei rifiuti venga raccolta in modo differenziato o che comunque i rifiuti subiscano compostaggio e/o trattamento meccanico-biologico prima del conferimento in discarica (questi processi permettono di recuperare il 100% del metano dato che avvengono in reattori chiusi).

Dunque, cosa si intende per "piccola discarica di servizio": la discarica finale secondo le nuove normative? Oppure i siti transitori di compostaggio e/o trattamento? L'articolo non lo chiarisce e il paragone con Malagrotta, sopravvissuta alle leggi grazie alle "elargizioni" del proprietario ai politici, confonde solo le idee.


Da: La Repubblica.it


Cerroni, il patron delle discariche
arrestato per truffa sui rifiuti

In manette oltre al patron di Malagrotta altre sei persone. C'è anche l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi. Sequestrati beni per 18 milioni di euro. Il più grande centro d'Europa di raccolta della spazzatura è stata chiusa lo scorso anno fra polemiche e veleni. Tra i 21 indagati anche Piero Marrazzo. Tonnellate di rifiuti della differenziata finiti a Malagrotta. 







  


lunedì 25 aprile 2016

I soldi non bastano mai... a certe persone

Da: Fanpage.it
Valeria Valente assente alla Camera, ma è “in missione”. E percepisce 3500 euro al mese
Una inchiesta di "Libero" svela come la candidata sindaco del Pd alle comunali di Napoli, risulta assente in Parlamento e in "missione" per conto della presidenza.


Valeria Valente è in campagna elettorale per le prossime Elezioni Comunali a Napoli, ma per la Camera dei Deputati risulta in missione. Pure risultando assente in aula, la candidata sindaco del centrosinistra, percepisce lo stesso una diaria  – ovvero il rimborso previsto per soggiorni e trasferte – di circa 3.500 euro mensili. È questo il contenuto di una inchiesta pubblicata da "Libero" a cura di Franco Bechis, che ha preso in esame le presenza in aula dei deputati candidati alle prossime elezioni amministrative. Oltre a quello della candidata Pd sono stati segnalati, consultando i dati parlamentari su Openpolis, i casi di Giachetti (Pd), Meloni (Fdi) e Ariaudo (Sel).



Matteo ascolti De Magistris... ma in questo filmato sembra un uomo diverso da quello del successivo comizio di maggio.



Alla luce dei recenti fatti, in cui Luigi De Magistris ha fatto un comizio a Napoli usando termini volgari ed aggressivi nei riguardi del Presidente del Consiglio dei Ministri, dunque di fatto smentendo quanto dice in questo filmato, che avevo pubblicato perché conteneva critiche ed appunti, ma nel contempo si diceva rispettoso delle cariche istituzionali, debbo aggiornare il titolo del post che, altrimenti, sarebbe superato dai fatti.

Per non dimenticare mai: il passato si lega al presente

Da: La Repubblica.it di Antonio Costanzo 25 aprile 2016
Il grido di Napoli: "Liberiamoci dalla camorra come ci siamo liberati dal nazifascismo"
"Liberiamoci dalla camorra come ci siamo liberati dal nazifascismo " è questo il tema al centro del corteo per il 25 aprile organizzato a Napoli. La manifestazione si concluderà nel rione Sanità teatro venerdì dell'ennesimo agguato di camorra.
Su RAI 3 stamane hanno mandato 2 films per ricordare la Storia dell'ultima guerra che ci ha riguardato: "Roma città aperta" di Roberto Rossellini e "Le quattro giornate di Napoli" e avevo commentato con mio marito: "I napoletani hanno tanti difetti ma il cuore ed il coraggio di cacciare via i tedeschi dalla loro città l'hanno avuto solo loro!"Non è solo in questa ricorrenza del 25 aprile che ho avuto questo pensiero: l'ho pensato tante volte. Ora leggo questo titolo che mi colpisce, perché mette in relazione "quei" napoletani di allora con questi di oggi in uno sperabile risveglio di orgoglio cittadino. Gente che si ammazza per spacciare droga! Gente che la consuma e arricchisce quelli che si ammazzano per venderla!Dov'è il cuore dei napoletani?Questa manifestazione, con questo ricordo storico che si lega al degrado presente in un moto di riscatto, sia uno stimolo per chi si sfascia il cervello arricchendo gli assassini venditori di droghe.Ho rivisto "Roma città aperta", e ogni volta non posso controllare la stessa emozione della scena della grande Anna Magnani che muore correndo dietro al camion che porta via il suo Francesco: sento qualcosa che dalla pancia mi arriva agli occhi che si riempiono di lacrime. E' incredibile. Eppure l'ho vista e rivista tante volte. Credo sia una delle più grandi Opere d'Arte del Cinema in assoluto. Rossellini era un genio vero. Grandissimo Aldo Fabrizi: un grande comico che riesce a dare il volto tragico al prete che muore fucilato dai nazisti, con una recitazione da manuale, misurata, profonda, sofferta, perfetta.
Anna Magnani nella celeberrima scena del film "Roma Città aperta"

La scena della tortura del personaggio che fa parte del Comitato di Liberazione Nazionale mi ha fatto ricordare gli orrori di Via Tasso a Roma, e credo che la orrenda polizia di regime egiziana abbia attuato sul povero Giulio Regeni quelle stesse torture... Il passato si rigenera in altre forme.
Interno del Museo della Liberazione in Via Tasso a Roma







 

domenica 24 aprile 2016

Bimbi "oscurati" per rispetto e bimbi "mostrati" per essere usati

Due esempi di come vengano oscurati i volti dei bambini coinvolti, loro malgrado, in cronache causate dagli adulti.
Giustissimo.
Lo impone la Legge oltre la deontologia professionale.

Allora perché invece per impietosire e chiedere soldi i bambini africani vengono sbattuti ovunque così?


Questi volti non si devono oscurare per rispetto?