mercoledì 27 aprile 2016

A proposito di Forni Crematori...

Da: RomaToday

Cimitero Prima Porta, cremato il morto sbagliato per uno scambio di bare

Cimitero Prima Porta, scambio di bare: cremato il morto sbagliato

E' accaduto il 21 aprile. La confusione sarebbe scaturita dal fatto che i due defunti avevano lo stesso nome e cognome. Ama: "Errore umano, non è stata controllata la data di nascita". Aperta un'inchiesta

Cimitero Prima Porta, cremato il morto sbagliato per uno scambio di bare
Uno scambio di bare. Un defunto cremato nonostante i familiari avrebbero preferito seppellirlo in un loculo. E' quanto accaduto giovedì scorso, il giorno del Natale di Roma, al cimitero di Prima Porta, l'unico nella Capitale attrezzato per questa procedura. Lo racconta il Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruito la confusione sarebbe scaturita dal fatto che i due morti avevano lo stesso nome, Sergio, e cognome. Anche nella data di nascita c'erano delle similitudini: 90 anni, 92 l'altro, erano nati entrambi in agosto e deceduti nei giorni scorsi, in aprile.
Così nel forno crematorio è finita la bara sbagliata. A far sì che gli operatori si accorgessere dell'errore, scrive il Corsera, la "fiammata diversa, resa più luminosa dal metallo, in quanto il feretro conteneva la protezione di zinco". Una notizia drammatica per i familiari che "stati così costretti a disperdere le ceneri del loro caro nel Giardino dei Ricordi, i tre ettari di collina alberata accanto al cimitero di Roma nord, che con i suoi 140 ettari e i 37 chilometri di strade interne è il più grande d’Italia".


Potrebbe interessarti:http://www.romatoday.it/cronaca/scambio-bare-morto--cremato-cimitero-prima-porta.html
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Cimitero Prima Porta, cremato il morto sbagliato per uno scambio di bare
Uno scambio di bare. Un defunto cremato nonostante i familiari avrebbero preferito seppellirlo in un loculo. E' quanto accaduto giovedì scorso, il giorno del Natale di Roma, al cimitero di Prima Porta, l'unico nella Capitale attrezzato per questa procedura. Lo racconta il Corriere della Sera. Secondo quanto ricostruito la confusione sarebbe scaturita dal fatto che i due morti avevano lo stesso nome, Sergio, e cognome. Anche nella data di nascita c'erano delle similitudini: 90 anni, 92 l'altro, erano nati entrambi in agosto e deceduti nei giorni scorsi, in aprile.Così nel forno crematorio è finita la bara sbagliata. A far sì che gli operatori si accorgessere dell'errore, scrive il Corsera, la "fiammata diversa, resa più luminosa dal metallo, in quanto il feretro conteneva la protezione di zinco". Una notizia drammatica per i familiari che "stati così costretti a disperdere le ceneri del loro caro nel Giardino dei Ricordi, i tre ettari di collina alberata accanto al cimitero di Roma nord, che con i suoi 140 ettari e i 37 chilometri di strade interne è il più grande d’Italia".

Ama, che gestisce il cimitero, ha comunicato la sua posizione in una nota: "Il 21 aprile una grave inadempienza delle procedure di controllo ha fatto sì che venisse avviata a cremazione la salma errata. Si è trattato di errore umano, in quanto gli operai in servizio hanno controllato la tabella con il nome e cognome, senza verificare la data di nascita". La famiglia è stata avvertita immediatamente e presso i carabinieri della stazione Cassia è stata depositata una denuncia. "C’è costernazione e indignazione per l’accaduto - conclude la nota - L’azienda sarà inflessibile nel perseguire i responsabili della colpevole negligenza, nei confronti dei quali è stato avviato procedimento disciplinare, mentre una specifica commissione è al lavoro per rivedere le procedure previste". Ama si farà carico di tutte le spese.

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La morte suscita dolore ma anche ilarità: forse per esorcizzarla... Pensate alle barzellette che sempre hanno girato sulla morte in generale...
In questo caso, non sono un avvocato, ma credo che l'AMA non se la caverà punendo il dipendente che ha sbagliato, ma dovrà risarcire congrui danni ai familiari del pur novantenne finito flambé.
"Quando sei morto, figlia mia, - mi diceva mio padre - dove ti mettono ti mettono..." Lo diceva con tristezza, forse presagendo che la sua vita non sarebbe stata lunga. A novant'anni è diverso, ci si rassegna di più, ma è anche vero che se uno ha messo il proprio caro in una cassa di zinco, prima di trasportarlo al cimitero, ha la volontà di tumularlo in una tomba e non di ridurlo dentro un'urna ad un mucchietto di cenere. E questo va rispettato. Ognuno ha la sua idea della morte e dell'aldilà... Dunque l'AMA paghi l'errore, che ha prodotto comunque un danno per chi si immaginava la salma del proprio caro tutta intera, sia pure nel disfacimento biologico.
Anche la Morte è massificata ormai. Accadono errori.
A me è capitato un errore di entità inferiore, ma sicuramente mi colpì, dandomi la misura di questa massificazione, di questa catena di montaggio anche nell'ultimo saluto: morì la mamma di una mia collega nell'ospedale universitario adiacente al nostro luogo di lavoro, ed io mi interessai al cuscino di fiori da inviare a nome di tutti i colleghi della nostra sezione. Il fioraio era già stato sperimentato da me e da altri come persona brava e precisa.. forse troppo efficiente.. giacché depose il cuscino davanti alla Camera Mortuaria forse troppo presto rispetto all'ora delle esequie.
Arrivai per prima constatando che il cuscino non c'era, contrariamente a quanto assicuratomi dal preciso fioraio. La signora defunta amava le rose rosse ed io il pomeriggio precedente, nel fare l'ordinazione presso il negozio di fiori, mi ero assicurata che quel tipo di fiore prevalesse sul resto. Ma fra le corone e cuscini non figurava una composizione così fatta... Telefonai al fioraio, che aveva il negozio lì vicino, ed egli stupito mi disse che aveva deposto il cuscino il mattino presto proprio dove ero io in quel momento. Lo pregai di venire, un poco in agitazione visto che si trattava di un omaggio che non riguardava solo me, ed egli venne, constatando che, in effetti, il cuscino con le rose rosse non c'era più. Intanto si approssimava l'ora delle esequie ed io seccata lo pregai di rimediare, lui disse che rose rosse non ne aveva più: le aveva messe tutte in quel cuscino.. Finì che di corsa e più arrabbiato di me si precipitò a farne un altro con i fiori che aveva: ma la prevalenza era di fiori gialli... Me ne scusai con la figlia della defunta spiegandole l'accaduto. Lei capì, certo per lei aveva meno importanza che per me che mi ero data tanto da fare perché quei fiori, che piacevano a sua madre, fossero un omaggio in più per la morta e.. forse una minima consolazione per lei...
Ebbene, non era stato un furto, bensì un errore, come accertò il povero fioraio, che aveva così perso il suo guadagno, dovendo provvedere ad un'altra composizione floreale: un operaio rumeno di un'altra Impresa di Pompe Funebri aveva caricato il nostro cuscino sulla bara di un altro defunto, insieme a quelli a lui destinati e, al mattino presto, da quella Morgue era stato trasportato attraverso l'autostrada al suo paese natale per la tumulazione. 

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