domenica 19 novembre 2023

Giulia Cecchettin

 Saggio breve su un fatto che ha sconvolto tutta l'Italia

Da anni in Italia si registrano uccisioni di donne per mano di uomini a loro vicini in forma di amici, fidanzati, amanti, conviventi o mariti.
Ho letto commenti farneticanti sul social facebook sia da parte di un uomo che da parte di una donna:
Mario Giannetti
Spesso le donne ti uccidono con le parole o con il modo di fare
Se la ragazza fosse stata più intelligente da farle capire che non c'era più amore e che si poteva restare amici, forse non sarebbe successo
Ci sono menti come questa che pur avendo ascoltato, come quasi tutta Italia, i resoconti sulla tragica storia di Giulia Cecchettin tendono a giustificare l'ingiustificabile, sorvolando anche sul fatto che la povera ragazza ha fatto proprio quello che lui suggerisce: dare la propria amicizia al suo assassino. Cosa che a mio modesto avviso invece proprio non doveva fare, non avendo con costui più alcuna frequentazione dopo i segnali di anomalia che egli aveva dato.
La prima parte del commento, incredibile ma vero, tende a dare una possibile spiegazione di un omicidio violentissimo e brutale con "le donne ti uccidono con le parole o con il modo di fare ", equiparando l'uccisione fisica con la frustrazione profonda conseguente da parole e modo di fare che può ferire.
Ed è proprio quello il sentimento malato dell'assassino di Giulia.
Persone dall'"Io" fragile, malato, che non sanno sopportare le frustrazioni della vita, fra queste la fine di una storia sentimentale.
La storia della povera Giulia con il suo assassino non era annosa, era una storia come tante fra giovani che avrebbe potuto sfociare in un matrimonio o estinguersi con la maturazione di due persone giovani in evoluzione.
Ma per il suo assassino era una questione di vita o di morte.
E già questo la dice lunga sull'anomalia di questo Filippo Turetta.
Pare che avesse minacciato di uccidersi, che abbia detto alla povera ragazza che lui era solo se lei andava a studiare fuori città durante la settimana (si badi: tornando a casa per i fine settimana)...
E qui è stato l'errore della vittima: cedere al ricatto morale e non avvertirne l'anomalia avendone paura e prendendone le distanze.
Ha assecondato il delirio di questo bruto che piangeva su sé stesso facendo la vittima fino a farlo partecipare alla visita al ristorante dove suo padre già aveva dato l'anticipo per la sua festa di laurea. Dopo i tragici fatti il gestore ha riferito, con sconvolta meraviglia, che questo giovane alto e magrissimo, che accompagnava Giulia, si comportava come se fosse il fidanzato da come parlava e dava suggerimenti e prendeva decisioni sul ricevimento, e che lei lo assecondava annuendo.
A mio modesto avviso questi particolari non sono di secondaria importanza: il soggetto si comportava come se Giulia non l'avesse lasciato da agosto 2023, dimostrando palesemente di recitare una parte che non gli spettava, ma che Giulia purtroppo assecondava...
E' questo il punto: mai assecondare una palese deformazione della realtà dei fatti partecipando a quello che è un comportamento delirante. 
Sotto il commento che ho sopra riportato ce n'è un altro di una donna: 
GIULIA CECCHETTIN E' MORTA
Segue da QUI
Non per nulla nei casi di Pamela Mastropietro e Desiree Mariottini, dove gli assassini erano maschi e africani immigrati (e quindi non bianchi), non s'è sentita volare mosca riguardo la parola femminicidio.
Anzi a sfregio delle vittime sono scesi in piazza "contro il razzismo" e de facto in difesa degli assassini.
Vomitevoli.
I moventi dell'omicidio alla fine sono sempre gli stessi; futili motivi, come conseguenza di altro reato, movente politico, movente economico e movente passonale che include gelosia, vendetta, ira e tutte quelle forme di omicidio non legate ad una motivazione razionale e/o concreta in termini materiali.
Nel 2021 su 303 omicidi in 184 casi le vittime sono uomini e in 119 sono donne (Istat).
Non si può quindi dire che le donne vengano uccise più degli uomini.
A seconda della tipologia di movente sono predominanti le vittime maschili o femminili.
E' innegabile che fra i vari moventi passionali prevalgano le vittime femminili ma nella globalità delle statistiche non si può parlare di un fenomeno o un'emergenza "omicidio di donne" perché i dati ci dicono che muoiono di più gli uomini ma ci pare chiaro che l'omicidio di un uomo non conti nulla, non è meritorio di avere risonanza mediatica e politica
Quindi questa del femminicidio è una pura speculazione politica, diremmo una "speculazione di genere", atta a portare avanti la narrazione dominante sul maschio etero bianco tossico e assassino che va represso, ridimensionato, colpevolizzato e umiliato (ma ricordate, se a uccidere è il maschio immigrato si glissa senza problemi e si fa finta di niente, anzi, rasìsti!).
Ci chiediamo, nel frattempo, come possa essere catalogato il movente dell'omicidio di Saman Abbas, ammazzata da una famiglia veramente retrograda e maschilista ma attenzione, pachistana e immigrata, quindi la parola magica non s'è sentita.
Siamo disgustati da questa rivoltante ipocrisia sulla pelle delle vittime, siano esse donne o uomini, italiani o stranieri.
Per tornare alla povera Giulia Cecchettin possiamo solo esprimere il nostro disprezzo per quell'infame omuncolo ma fermamente respingiamo la "propaganda femminicidiaria" che arriverà a valanga nei prossimi giorni con tutta la sua ributtante retorica e tutte le sue mosche cocchiere.
La morte di una donna per mano di un uomo di merda è sempre particolarmente irritante, spregevole e disturbante pure per gli uomini ma rimanendo razionali pensiamo anche che non ci sia un modo più o meno giustificato per essere ammazzati: qualunque siano il movente e la gravità del crimine sempre e comunque viene tolta la vita ad una persona e non c'è una vita che ne vale più di un'altra.
E' infatti offensivo per migliaia di vittime fare distinzioni e considerare più grave un delitto piuttosto che un'altro solo perché questo ha un ritorno politico utile alla narrativa (quella sì, tossica e infame) per la solita fazione moralista, presuntuosa e pretestuosa.
Il cordoglio e la rabbia sono gli stessi che si tratti di Pamela, Giulia, Desiree, De Donno, Monteiro o, sconosciuto alle cronache, Russo (quest'ultimo conosciuto di persona e ucciso dalla moglie per motivi passionali ma ehi, il maschicidio non vale).
Speriamo che l'assassino venga presto preso e condannato duramente.
Alla famiglia di Giulia vanno le condoglianze del canale e (vanamente) la speranza che condor, iene e avvoltoi non pasteggino sul corpo della povera ragazza.
Che la lascino riposare in pace.
SIC SEMPER TYRANNIS
Ecco! Uno sproloquio in cui c'è di tutto e che confonde la realtà del fatto tragico mischiandolo agli omicidi per i motivi più diversi e mischiando le vittime uomini e donne, riportando il numero degli omicidi in cui le vittime sono uomini, che ad avviso di questa donna sono molti di più. Poi misura anche l'indignazione a suo avviso maggiore se gli assassini sono "bianchi" o "neri" e immigrati i quali, secondi, godrebbero di una minore indignazione dell'opinione pubblica e dei media.
Purtroppo, come per fatti di politica e di guerre, ci si imbatte sempre in menti che lasciano esterrefatti per la debolezza dell'analisi della realtà, o per difetto di capacità analitica o per una summa di idee che costituiscono pregiudizio, quindi incapacità ad accettare la semplice nuda realtà.
E la semplice nuda realtà io l'avvertii già anni fa e ne scrissi su questo blog: 
Ora questo ennesimo orrido brutale assassinio che ha colpito più di altri per l'innocenza entusiasta della vita di Giulia Cecchettin nonostante toccata da un recente e profondo dolore, la perdita della mamma dopo sette anni di lotta con un tumore, ha coinvolto le coscienze del Paese scuotendo a livello politico idee di rimedi idioti: il primo è gettare anche questo problema educativo delle menti maschili fragili sulla Scuola!
La Scuola è il capro espiatorio di tutto!
Buttiamo tutto sulla Scuola così avremo qualcosa e qualcuno con cui prendersela!
Non si può continuare a risolvere i guai con l'ipocrisia!
Essa è il contrario della verità e della realtà.
L'educazione, tutta, in particolare quella emotiva, viene dalla famiglia!
Quello che fa male è pensare a come Giulia poteva essere salvata: prima di tutto non accettando di uscire con il suo assassino ma, una volta che l'aveva riaccompagnata a casa perché litigarci? Era a pochi passi da casa sua quando il benemerito signore che ha sentito le voci concitate, soprattutto la sua, ha fatto un atto di grande civiltà: ha chiamato i Carabinieri. 
Perché litigava con il Turetta Giulia? Un litigio animato lo si comprende solo se si è emotivamente coinvolti con la persona con cui si discute. Lei aveva preso le distanze emotive da quel giovane, usciva con lui "da amici" per pietà del suo stato depressivo, non avrebbe dovuto farla arrabbiare, qualsiasi cosa egli avesse detto o fatto. L'auto era ferma, la casa vicina, con un po' di intelligenza poteva prendere la busta dei suoi acquisti, salutarlo con un sorriso gentile ed affrettarsi verso casa dicendo: "E' tardi."
Invece il litigio. Perché? E' uscita in pieno litigio e lui l'ha riacchiappata spingendola in auto e ripartendo allontanandosi dalla casa di lei... I Carabinieri quando sono arrivati non hanno trovato nessuno... La targa non l'avevano, il testimone non era riuscito a prenderla...
Un altro aspetto doloroso nella mia riflessione è perché solo al mattino a casa di Giulia hanno preso coscienza che non era rientrata?
Stessa cosa a casa del Turetta.
Erano usciti per acquisti al Centro Commerciale, una breve cena al fast-food... A mezzanotte nessuna delle due famiglie si è chiesta dove fossero? Non hanno pensato ad un incidente? Se non rispondevano ai cellulari potevano chiedere ai Carabinieri notizie di eventuali incidenti stradali... Di sabato sera è facile pensarlo. Avrebbero fornito informazioni sull'auto... I Carabinieri avrebbero potuto mettere in relazione un mancato rientro con la segnalazione del testimone...