martedì 7 maggio 2013

L'orco e a volte anche l'orchessa

Da: Il Messaggero

Usa, liberate 3 ragazze rapite 10 anni fa
erano segregate nella stessa casa
Una era riuscita a scappare: tre arresti
La telefonata choc alla polizia /Audio



WASHINGTON - Tre donne, rapite dieci anni fa quando erano poco più che adolescenti, sono state ritrovate in una casa di Cleveland, Ohio, non lontano da dove sono state viste l'ultima volta prima della loro drammatica sparizione. Arrestato il proprietario della casa: si tratta di Ariel Castro, un autista di scuola bus di 52 anni. Le donne sono state ricoverate in ospedale tuttavia, secondo gli inquirenti, sono in perfette condizioni.

Nella casa dell'orco è stata trovata anche una bambina. E' la figlia di una delle donne segregate, Amanda Berry. Lo ha reso noto la Polizia. Le tre vittime di questo rapimento sono state dimesse dall'ospedale in perfette condizioni fisiche. Confermati gli arresti di tre 'latinos', Ariel Castro, 52 anni, il proprietario della casa sin dal 1992, ex autista di uno scuola bus, e i suoi due fratelli di 50 e 54 anni.

«Aiutatemi, sono Amanda Berry, sono stata rapita, sono scomparsa da 10 anni, ora sono qui e libera», ha detto la donna alla polizia chiamata dalla casa del vicino che l'ha aiutata a scappare, dopo aver notato una donna che chiedeva aiuto da una finestra. La polizia è immediatamente intervenuta liberando la altre due donne: Gina DeJesus che era scomparsa nel 2004 quando aveva 14 anni e Michele Knight, scomparsa nel 2002 all'età di 21 anni. Il vicino che ha aiutato la Berry a fuggire ha detto di non aver mai avuto il sospetto che vi fosse qualcun altro nella casa dell'uomo dove si era recato a volte per dei picnic nel giardino. La casa-prigione delle tre donne si trova in un quartiere, a maggioranza ispanico, poco distante dai luoghi della loro scomparsa.

L'incredibile storia che è breaking news in tutti i notiziari americani è ancora avvolta dal mistero: le tre donne, Gina De Jesus, Amanda Berry e Michelle Knight, non si conoscevano prima.



Agli agenti avrebbe implorato di far presto nel liberare le sue compagne di prigionia prima che il loro 'orco' tornasse a casa. Tutti gli abitanti della zona, si sono quindi riversati per strada per vivere in prima persona l'incredibile ritrovamento. Le donne sono state ricoverate all'Ospedale ma gli inquirenti hanno fatto sapere che si trovano in ottimo stato.

«È una cosa straordinaria che le abbiamo ancora con noi, è una benedizione per la comunità e la polizia e per le famiglie che siano ancora vive, non posso dire quanto sia felice», ha detto in una commossa dichiarazione il capo della polizia della città dell'Ohio, Ed Tomba. Le tre donne e la bambina sono state ricoverate in ospedale dove sono state trovate in buone condizioni. «Continuavano a piangere e gridare, chiamate la polizia, aiutateci, per favore», hanno raccontato alla polizia i vicini che hanno aiutato la Berry.

La madre di una delle scomparse, Gina DeJesus, non aveva mai perso la speranza di ritrovare la figlia viva: «ha sempre detto che lo sentiva che Gina fosse viva, è una cosa che una mamma sente». La polizia non ha diffuso l'identità del proprietario della casa prigione, ma secondo un consigliere comunale locale citato dalla Cnn, si tratta di un uomo che fino a qualche tempo fa lavorava per il Cleveland Metropolitan School District come autista. Non è stato precisato se l'uomo sia stato licenziato o abbia lasciato volontariamente il lavoro. «Vedevo questo tipo ogni giorno, abbiamo fatto i barbecue insieme, mai visto niente di sospetto, mai visto le ragazze, solo lui», ha detto il vicino.

Il sindaco di Cleveland, Frank Jackson, ha detto che vi sono «molte domande a cui dare risposte riguardo a questo caso, ma sono felice del fatto che queste tre giovani donne siano state ritrovate vive».
«Tutti noi dobbiamo chiederci come è stato possibile che non abbiamo trovato queste ragazze per 10 anni», ha aggiunto il sindaco aprendo la conferenza stampa all'indomani dell'incredibile ritrovamento delle tre giovani rapite 10 anni fa. «Posso dirvi che la polizia è stata due volte in questa casa, nel 2000 per una rissa per strada e nel 2004 perchè Castro s'era dimenticato una bimba nello scuola bus. Ma in ambedue i casi - ha concluso il sindaco - non sono stati rilevati motivi di sospetto».

«Ieri è finito un incubo durato dieci anni: le ragazze hanno dato una immensa prova di coraggio, volontà e perseveranza». Lo ha detto il responsabile del Fbi di Cleveland, incaricato delle indagini su questo incredibile caso. «La vera eroina è Amanda Berry: è lei che con la sua bambina di 6 anni in braccio ha urlato, ha attirato l'attenzione, è scappata dalla casa e ci ha chiamato». Lo ha detto il capo della Polizia di Cleveland, aggiungendo che si sta indagando anche su altri appartamenti di Ariel Castro, il padrone della casa in cui sono state rinchiuse per 10 anni le tre donne.

La polizia di Cleveland ha confermato che la bambina di 6 anni ritrovata insieme alle tre donne rapite, Amanda Berry, Gina DeJesus and Michelle Knight, è la figlia della Berry. La polizia non ha voluto dare indicazioni su chi sia il padre della bambina. Le autorità hanno anche annunciato che presto verranno emesse le accuse formali contro i tre fratelli di 50, 52 e 54 anni sospettati di avere tenuto sotto sequestro per anni le tre donne. «Stiamo per emettere le accuse contro i sospettati, pensiamo di avere messo le mani sui responsabili», ha detto il vice capo della polizia di Cleveland Ed Tomba.

«Queste ragazze meritano di riprendersi e riconnettersi con il mondo: lo spirito umano è incredibilmente resistente. Tutto ciò conferma che non dovremmo mai perdere la speranza». Così Jaycee Dugart, rapita all'età di 11 anni e liberata 18 anni dopo, nel 2009, si rivolge così alle tre ragazze di Cleveland, che hanno vissuto una tragedia molto simile alla sua. Per una strada coincidenza, Dugart proprio oggi si trova a Washington dove è stata premiata con l'Hope Award.
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Viviamo in un mondo illusorio in cui crediamo che ogni persona dall'aspetto umano sia come noi, invece no, esistono gli orchi e le orchesse come nella favola di Pollicino che maschera proprio questo pericolo per i bambini.
Da bambina mi chiedevo come potesse una mamma, l'orchessa della favola di Pollicino, mangiare dei bambini. Pollicino si salva fuggendo con i suoi fratellini dopo aver messo i cappellini loro sulla testa dei figli dell'orchessa e dell'orco.
E' difficile da accettare per una mente bambina, ma anche per una mente di una  donna di 66 anni!
Sono sempre esistiti nella specie umana e sempre esisteranno. Dunque bisogna essere sempre molto prudenti e diffidare, diffidare... 
Mia madre mi superproteggeva sotto questo aspetto quando ero bambina, poi adolescente, ed io ne provavo fastidio e pensavo che fosse fissata. Invece aveva ragione ed ho capito dopo che la vigilanza non è mai abbastanza... Io stessa, come madre, pur proteggendo molto i miei figli, pure ho rischiato... Una volta, alla fermata del bus, mia figlia adolescente ha visto fermarsi un'auto con due uomini che volevano che lei salisse. L'ora del primo pomeriggio e la strada quasi deserta l'hanno messa a rischio. Un uomo poteva sollevarla di peso mentre l'altro era al volante... Ha avuto paura.. per fortuna hanno desistito e si sono allontanati. Sono stata fortunata.
I due recenti casi accaduti in Austria, uno riguardava addirittura un orco-padre, riempiono di orrore e fanno capire che non c'è Paese civile che tenga: le menti mostruose esistono ovunque.
Il caso, riportato nell'articolo, di Jaycee Dugart, rapita all'età di 11 anni, vede coinvolta e condannata anche la moglie dell'orco, come nel caso Dutroux in Belgio.

Nemmeno il "Manuale Cencelli"!

Da: Il Messaggero

Commissioni, c'è l'accordo Pd-Pdl. M5s escluso: porcata

L'ex presidente della Lombardia in pole per l'Agricoltura. La Russa alla Giunta per le Autorizzazioni. Boccia al Bilancio



ROMA - Dopo giorni di trattative, bracci di ferro, tensioni e ripetuti aggiustamenti, il quadro delle presidenze delle commissioni permanenti al Senato si è consolidato. Alla commissione Affari Costituzionali dovrebbe andare l'ex capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro. Sciolto il nodo della Giustizia, casella occupata dal Pdl con l'ex ministro Francesco Nitto Palma. Confermato il nome di Pier Ferdinando Casini al vertice della commissione Esteri, mentre la Difesa verrà guidata da Nicola Latorre (Pd). Confermato anche Antonio Azzollini (Pdl), che già nella scorsa legislatura aveva presieduto la commissione Bilancio. Al democratico Mauro Marino è stata assegnata la presidenza della commissione Finanze e Tesoro. La presidenza della giunta delle autorizzazioni della Camera, secondo quanto si apprende, dovrebbe andare a Fratelli d'Italia con Ignazio La Russa.

Rispunta Formigoni.
Il Pdl avrebbe sciolto anche l'ultimo nodo nello scacchiere delle presidenze delle commissioni al Senato. Roberto Formigoni, secondo fonti parlamentari, avrebbe vinto il 'ballottaggio' con Anna Maria Bernini per la guida della commissione Agricoltura di Palazzo Madama. Gli accordi raggiunti all'interno della maggioranza prevedono inoltre che che la commissione Istruzione e Beni culturati vada al Pd, che ha scelto Andrea Marcucci. La complessa partita per la designazione del presidente della commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni, si è chiusa a favore del Pdl che ha inserito nella casella il nome di Altero Matteoli. L'ottava commissione è considerato uno snodo strategico per la politica delle telecomunicazioni e delle tv. Ragione per cui il Pd aveva posto un veto sul nome di Paolo Romani, considerato troppo inserito nell'orbita berlusconiana. Francesco Boccia del Pd è stato eletto presidente della commissione Bilancio della Camera.

Le altre poltrone
. Sulla poltrona della commissione Industria, commercio e turismo si siederà il senatore Pd Massimo Mucchetti. Nessuna novità per la commissione Lavoro e previdenza sociale che è stata attribuita all'ex ministro Maurizio Sacconi del Pdl. Al Pd è andata invece la commissione Igiene e Sanità, che verrà presieduta da Emilia De Biasi, mentre alla commissione Territorio e Ambiente dovrebbe venire eletto Giuseppe Marinello, senatore del Pdl. Si comincia a votare nel pomeriggio, a partire dalle ore 15 per le commissioni dalla I alla VII mentre, dalle 16 sono convocati i componenti delle restanti commissioni.

M5s esclusi, è bufera. «Anche solo immaginare di dare le presidenze che ci spettano a Sel e Lega, significa tentare di fare un Gran Premio facendo correre gli avversari con il muletto, ma il risultato non sarebbe tagliare il traguardo, bensì schiantarsi contro le tribune alla prima curva seria, essendosi privati dei freni». Lo scrive il capogruppo M5S al Senato Vito Crimi sul blog di Beppe Grillo in un intervento titolato appunto 'le riserve all'opposizionè. «L'opposizione parlamentare non si sceglie (né tantomeno la si costruisce) tra quelle che fanno più comodo. L'opposizione è quella uscita dalle urne e dalla legge elettorale: ogni altra alchimia ispirata al gioco delle tre carte è una manovra di palazzo innaturale e dannosa, che mira a indebolire gli anticorpi del sistema Paese e, così facendo, prende in giro gli elettori e mortifica la loro intelligenza e le loro speranze di cambiamento» afferma Crimi che ricorda: «la prassi vuole che le presidenze del Copasir e della Vigilanza Rai vadano all'opposizione». Ovvero, osserva, «al MoVimento 5 Stelle e quindi ai quasi nove milioni di cittadini che lo hanno votato, non a due movimenti che rappresentano una frazione infinitesimale del Paese e che hanno fatto campagna elettorale al fianco di Berlusconi e di Bersani, come costole di uno stesso organismo. O la prassi vale solo quando serve a congelare la formazione delle commissioni permanenti?». 

La Casta Politica, contro cui hanno votato oltre otto milioni di cittadini italiani dando un mandato di cambiamento e pulizia al Movimento 5 Stelle, resiste sfacciatamente e antidemocraticamente negando il diritto del M5S ad avere la presidenza delle Commissioni e tenta di darlo a due partiti che rappresentano un piccolo numero di elettori, immensamente meno significativi e rappresentativi rispetto al Movimento 5 Stelle.

Michaela Biancofiore e "l'omofobia"


Da RAGIONPOLITICA: 05/maggio/2013

La dittatura del pensiero eterofobico


Di Francesco Natale

    Il fuoco di sbarramento a cui è stata sottoposta l'Onorevole Michaela Biancofiore negli ultimi due giorni assume connotati prossimi al surreale. Già fatta oggetto da mesi di pesanti attacchi mediatici di fronte ai quali non si può non riscontrare la sostanziale indifferenza delle istituzioni. Quelle stesse istituzioni che si sono mosse, legittimamente per carità con una celerità al fine di tutelare l'onorabilità della Presidente della Camera Laura Boldrini, vittima di un «fake» di gusto certamente discutibile.
    La colpa oggettiva imputata all'On. Biancofiore è, in primo luogo, quella di essere berlusconiana senza mai averne fatto mistero. Non solo: l'On. Biancofiore ha, come tutti del resto, idee proprie in materia di famiglia, unioni civili, matrimonio. Con la medesima trasparenza e la medesima chiarezza con cui ha sempre dichiarato senza mezzi termini le proprie generalità politiche ella non ha mai fatto mistero della sua contrarietà ai cosiddetti matrimoni «gay», alle adozioni da parte delle coppie omosessuali, alle ipotesi di legge che prevedono che il Servizio Sanitario Nazionale si faccia carico delle operazioni di cambio di sesso per coloro che ne facciano eventualmente richiesta. Posizioni motivate che possono essere condivise o meno, ma comunque posizioni. Posizioni politiche. Chiare, nette, definite.
    Posizioni che possono essere oggetto di dibattito e confronto, magari, ma che in nessuna circostanza possono essere censurate. Michaela Biancofiore è stata derisa, sbeffeggiata, insultata con trivialità da caserma, per il semplice fatto di avere dichiarato che come donna non riusciva a comprendere come un uomo potesse provare attrazione verso un transessuale e perché, a suo giudizio, le associazioni a tutela dei «diritti dei gay» agiscono troppo spesso in risposta ad interessi lobbistici.
    Michaela Biancofiore è stata accusata per questo della colpa che il collettivo virtuale, omologato ad un pensiero unico non solo divergente ma per fortuna agli antipodi del variegato pensiero della comunità reale, ovvero quella fatta di cittadini e non di server, ritiene la più infamante in assoluto: la cosiddetta «omofobia». Un costrutto concettuale estremamente evanescente che tuttavia viene spacciato per vangelo puro: un dogma fondato sul nulla, poiché scientificamente e clinicamente inesistente. È infatti il concetto stesso di «omofobia», una aberrazione creata ex abrupto da certo pessimo giornalismo, che si presta alle peggiori strumentalizzazioni politiche pur nella totale assenza di criteri anche solo blandamente oggettivi che ne attestino l'esistenza.
    Perché per potersi parlare di fobia in termini concreti, secondo il DSM (Manuale dei disordini mentali) quattro tra i seguenti sintomi devono contemporaneamente manifestarsi: tachicardia, palpitazioni, disorientamento, nausea, sudorazione, tremori, dispnea, dolore al petto, paura di morire o di impazzire, depersonalizzazione, disturbi addominali, parestesia, sbandamento. È quindi possibile definire clinicamente qualcuno come «omofobo»? Ciascuno, in coscienza, si risponda da sé.
    Eppure il termine, grazie al quotidiano bombardamento mediatico, è diventato ormai di uso comune e nell'ambito di una diatriba politica arriva a svolgere funzioni quasi demiurgiche: chi è rimasto completamente a corto di argomenti accusa la controparte di «omofobia» e il gioco è fatto. Una comoda via di fuga buona per tutte le stagioni. I critici meno sbavanti e più posati hanno imputato a Michaela Biancofiore di non ritenere una priorità la «legge antiomofobia» così come una disciplina organica sulle unioni «moderne».
    Ebbene, non è solo l'On. Biancofiore a pensarla così: ma è in buona compagnia della maggioranza assoluta degli italiani. I quali secondo recenti sondaggi (Bidimedia e Lorien tra gli altri) hanno indicato come priorità critiche della agenda Letta le seguenti: provvedimenti contro la disoccupazione (riforma del mercato del lavoro), detassazione sistematica, rilancio dell'economia, rimodulazione delle prerogative di Equitalia e infine, riforma della legge elettorale.
    Per nessun campione significativo le cosiddette «battaglie civili» sono all'ordine del giorno. Stando a taluni Soloni del Web, quindi, sono proprio gli italiani ad essere sbagliati, non solo Michaela Biancofiore. Ma c'è di più: chi pone una questione fenomenologica (unioni civili ad esempio) come «questione politica», e in quanto tale meritevole di analisi e discussione, alle regole scritte e non scritte del dibattito politico deve sottostare. In nessun caso può pretendere l'annientamento pregiudiziale della controparte poiché non rispondente alla propria visione, adducendo magari motivazioni dadaiste e assolutamente false quali «la maggioranza degli Italiani è con noi» o, peggio, «l'Italia intera insorge contro le dichiarazioni di...».
    Sondaggi e termometro situazionale alla mano è vero il contrario, casomai. Reazioni, per altro, la cui rabbiosa scompostezza indurrebbe a pensare che, sempre stando alla definizione del DSM di cui sopra, se l'omofobia è una chimera ideologica l'eterofobia pare invece assumere connotati sempre più reali giorno dopo giorno.

La bella Biancofiore confesso tranquillamente che non mi piace: la trovo molto bella, elegante, fine nel porsi in un mondo ormai votato alla più fastidiosa ostentazione della volgarità, ma non mi piace per la sua visione settoriale della morale.
Perché se certe sue idee, improntate ad una visione morale che potrei condividere, sono accettabili, non si può non notare che di morale settoriale si tratta. Infatti ella stravede per Silvio Berlusconi non solo come leader del suo partito, ma anche come persona, come uomo.
Ora, se il discorso sulla omosessualità da non riconoscere al rango matrimoniale può essere da me condiviso, non capisco come ella non si adonti di fronte ad un uomo che desidera sessualmente donne che potrebbero essere per età sue nipotine e anche pronipotine. Infatti Berlusconi è un ultrasettantenne a cui piaccionio giovani ventenni (o giù di lì), cosa riprorevole anche per chi moralista non è, e che gli provoca guai giudiziari e danneggia la sua immagine anche e soprattutto all'estero. 
La bella Biancofiore "come donna non riusciva a comprendere come un uomo potesse provare attrazione verso un transessuale" però riesce a comprendere il nonno che corre dietro alle ragazzine? Non le appare un poco sconcia questa tendenza?
Diverso è il discorso che pone in alcuni punti l'articolista sul matrimonio fra persone omosessuali, che anche l'estensore dell'articolo indulge a chiamare pudicamente "gay".
Ho già scritto in proposito su questo blog: ritengo una forma di ipocrita foglia di fico scrivere "gay", esattamente come quando i giornalisti scrivono "escort", parole che, per il loro fumoso significato esterofilo, vorrebbero sfumare una realtà che, evidentemente, imbarazza. Ma, allora, se imbarazza perché non si prende coscienza del contenuto non proprio nobile della materia che si vuole sfumare?
Io parlo invece esplicitamente di persone omosessuali. Ho scritto che l'omosessualità è sempre esistita dunque dobbiamo prenderne atto. Questo non vuol dire che, siccome è sempre esistita, tutto di essa sia lecito.
Anche la pedofilia è sempre esistita, ma è e rimane un aspetto orribile della sessualità deviata dalla strada naturale, in quanto coinvolge i piccoli innocenti ed indifesi. Dunque nella nostra società è e rimane un orrendo crimine.
Se l'omosessualità si svolge fra due adulti consenzienti di uguale tendenza e se sfocia in un affetto dignitoso e duraturo, si può concedere una legislazione che riconosca un patto fra loro, ma nulla può avere a che fare con il matrimonio naturale fra due persone di genere diverso e che è alla base della costruzione della società per la continuazione della specie.
I Paesi che hanno ritenuto di darsi normative per il cosiddetto "matrimonio fra omosessuali" a mio avviso hanno sbagliato, qualora tali Patti abbiano la medesima connotazione del matrimonio naturale.
Non è detto che se hanno ceduto a questa corrente di pensiero siano nel giusto. Ritengo dunque alcune delle cose scritte nell'articolo, che ci ha inviato un sacerdote, giuste: "la cosiddetta «omofobia». Un costrutto concettuale estremamente evanescente che tuttavia viene spacciato per vangelo puro: un dogma fondato sul nulla, poiché scientificamente e clinicamente inesistente." Perfettamente d'accordo. Il giornalismo moderno elabora spesso termini, che poi entrano nel vocabolario comune, con la sola intenzione di forzare la realtà. 
"Se sei omofobo hai torto", punto e basta! Con quel termine ti hanno spinto nel ghetto di colui che ha quell'etichetta e dunque qualsiasi cosa dice non può che sbagliare! Un modo come un altro per bloccare con prepotenza verbale, che diventa però violenza sul piano psicologico, le tue opinioni e le tue idee.

Giulio Andreotti: fortunato, ha avuto una bella vita

Da: L'Epresso

Intervista

'La Storia non lo assolverà'

di Mauro Munafò
«Andreotti ci ha consegnato uno Stato pieno di segreti inconfessabili. Oggi lo santificano tutti, da destra a sinistra, ma lo fanno solo per autoassolversi». Il durissimo giudizio di Nando Dalla Chiesa, ex parlamentare, sociologo e figlio del generale ucciso dalla mafia
(06 maggio 2013)
Nando Dalla Chiesa Nando Dalla Chiesa  «Non credo che la Storia lo possa assolvere. Lo assolverà la ragion di partito forse, ma non quella di Stato. Giulio Andreotti non era un uomo di Stato». Non ci sta ad omologarsi ai cori della politica Nando Dalla Chiesa, ex parlamentare, figlio del generale Carlo Alberto ucciso da Cosa Nostra nel 1982 e sociologo da anni impegnato nella lotta alle mafie e nell'istruzione alla legalità. Non ci sta ad unirsi al coro di chi oggi dipinge Andreotti come uno statista al di sopra dei sospetti e che prova a derubricare i suoi rapporti con la mafia o i suoi silenzi sui misteri nazionali come fatti minori.

«Giulio Andreotti ci ha consegnato uno Stato pieno di segreti inconfessabili e persino di violazioni dello spirito di quella Costituzione che aveva contribuito a stendere. Non si è uomini di Stato solo perché si ricoprono più cariche istituzionali di chiunque altro nella storia repubblicana. E' una cosa diversa e anzi i veri uomini di stato hanno pagato un prezzo enorme, e anche 'definitivo', dal suo modo di gestire i potere. Se il suo nome è finito regolarmente in tutte le pagine più oscure della storia repubblicana non è certo per caso».

Un giudizio molto duro.

«Per capire la persona basta ricordare quello che Andreotti disse di Giorgio Ambrosoli. Dichiarò che 'se la era andata a cercare'».

Eppure oggi si sprecano gli elogi.
«E' stata una figura omaggiata da destra e da sinistra, tanto che si è arrivati a un passo dal votarlo come Presidente del Senato nel 2006, senza che l'idea scatenasse reazioni particolarmente scandalizzate in nessuna delle fazioni. Si sono fermati solo per un senso di inopportunità. E' stato difeso dalla Prima e dalla Seconda Repubblica, che proprio nella sua figura hanno trovato un punto di contatto: hanno fatto l'impossibile per far credere fosse stato dichiarato innocente al processo palermitano, tanto che a un certo punto facevano quasi pena in questo tentativo. Dopo la prima sentenza di Palermo, e anche dopo la seconda che ne ha confermato i rapporti con la mafia fino al 1980, sono giunti in suo soccorso da tutte le parti politiche: un'autopurificazione di gruppo. Se è innocente lui, hanno pensato, lo siamo anche noi che siamo nati e cresciuti sulla sua scia».

Molti dei suoi silenzi o delle sue scelte vengono però giustificati come necessità in una situazione internazionale molto complessa, in cui i compromessi furono indispensabili.
«Questa è un'ipocrisia da sfatare, e lo faccio subito con un esempio che non riguarda il mio caso personale e quindi non mi vede direttamente coinvolto. Qualcuno potrebbe spiegare qual era la necessità di stare dalla parte di Sindona? Perché ricordiamo che Andreotti è stato con Sindona dall'inizio alla fine e ne ha anche coperto la latitanza. Parliamo di un criminale che gli Stati Uniti volevano fosse arrestato. Quindi non c'entrava niente il mondo diviso in due, non c'entravano nulla gli equilibri e le alleanze internazionali. Questa storia delle scelte necessarie è solo un'ipocrisia».

Una pagina della storia italiana si chiude, ma i misteri rimangono.

«Andreotti si porta via molti segreti, troppi segreti. Mi piacerebbe leggere nei prossimi giorni che nel suo testamento c'è qualcosa in questo senso, ma conoscendone la figura ne dubito. Si sarebbe dovuto andare a fondo quando si poteva: purtroppo i conti con il suo sistema, con il suo metodo di potere e con la sua persona non sono stati fatti».

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La Storia è piena di inesattezze ed ingiustizie: la verità è sempre vista da punti di vista di parte.
Quello che conta sono i fatti concreti là dove si riesce ad accertarli.
Spero che la Storia renda giustizia a questa controversa figura nel senso dato da Nando Dalla Chiesa.
Personalmente sono pessimista: c'è ancora chi rimpiange Mussolini, ad esempio. C'è chi ritiene Pio IX un Santo e così lo ha beatificato. Eppure hanno provocato la morte di uomini per il Potere.