giovedì 2 febbraio 2012

Non va bene!

Da: La Repubblica.it - Economia


Marcegaglia: ...ha illustrato quali sono i casi in cui è indispensabile considerare il reintegro: "Pensiamo  - ha detto - che il tema del reintegro deve valere per tutti i casi di licenziamenti discriminatori o casi per cui la legge dice che il licenziamento è nullo. Ci sono casistiche molto chiare per cui la reintegra deve valere. È un fatto di civiltà. In tutti gli altri casi - ha aggiunto la leader degli industriali - dobbiamo diventare europei. Ci deve essere un'indennità di licenziamento". Infine ha aggiunto: "Il ministro Fornero ha parlato di licenziamenti per motivi economici, senza il tema del reintegro, ma solo con l'indennità di licenziamento. "

Sembra, dunque, che la Marcegaglia sia più "buona" della Fornero!
Come al solito si parla girando intorno al nocciolo perché non si vuole dire la verità: che i giudici applichino realmente l'Art. 18 dello Statuto dei Lavoratori senza reintegrare chi truffa il datore di lavoro timbrando il cartellino ma andando poi in giro, chi ruba lo stipendio non eseguendo a regola d'arte il proprio lavoro, ma trascurandolo, chi si assenta senza ragione valida (malattia reale, impedimento o disgrazia grave). Il problema sono i giudici, non l'Art. 18.

Monti, invece, ha dichiarato che i giovani debbono abituarsi alla provvisorietà del lavoro.
E' una vecchia questione. Anni fa Pirani scrisse sul quotidiano "La Repubblica" un articolo in tal senso. Gli scrissi che andava bene se la provvisorietà si applicava a TUTTI, anche a chi già aveva il culo al caldo in un posto pubblico, conquistato con i concorsi così come vengono svolti in questo Paese.
Mi rispose dopo un anno che "conveniva con me che qualche pubblico concorso era come dicevo io." Ma Pirani fa il giornalista e scrive di un mondo che non conosce, oppure è ipocrita.
Oggi Monti riparla dell'argomento ed io ripeto quello che scrissi a Pirani: allora provvisorietà totale per tutti, pubblico e privato! Vedrete che la gente non si raccomanderà più per il posto fisso e sicuro in qualche istituzione mantenuta con i soldi di noi contribuenti. Non può esserci una società divisa fra garantiti e non garantiti! Che ci sia selezione per merito. Che si licenzi secondo giusta causa, senza giudici che reintegrano gli infingardi o quelli della timbratura truffaldina!
Altrimenti, mi dispiace, ma il Prof. Monti non è credibile. Queste dinamiche del lavoro vanno messe a punto: queste sono le riforme da fare, non l'Art. 18, che non è un "totem", come dice chi vuole attaccarlo, ma è l'unica garanzia contro l'arbitrio. Sono i giudici che reintegrano anche chi non deve esserlo a renderlo attaccabile.
Con tutto che esiste l'Art. 18 i lavoratori sono soggetti a subdole forme di licenziamento senza giusta causa: mobbing attraverso il demansionamento, difficilmente attaccabile sul piano legale, trasferimento ad altra città della struttura lavorativa, con conseguente difficoltà economica a spostare una intera famiglia ecc. ecc..

E mentre si cerca di spremere al massimo i più indifesi, assistiamo alla presa in giro dei "tagli" ai costi della politica, da noi mantenuta nostro malgrado.
Non voglio aggiungere niente a quanto già tutti leggiamo sui giornali e sentiamo in radio e TV. La Casta rinuncia a poco e niente sul piano personale: deputati, senatori, consiglieri regionali, componenti dei C.d.A. di strutture varie, che beneficiano dei soldi dello Stato, continuano a guadagnare troppo in proporzione al servizio reso, di cui spesso possiamo benissimo fare a meno.

Dopo l'ennesimo scandalo di cifre stratosferiche, rubate ai contribuenti aggirando in modo vergognoso il risultato di un referendum, messe in tasca propria da un senatore, si parla dell'ovvio: questi soldi non sono dovuti perché gli italiani avevano votato NO al finanziamento pubblico dei partiti, perché li conoscevano bene e sapevano benissimo che tale finanziamento non avrebbe morigerato nessuno, che avrebbero preso comunque soldi da qualsiasi parte fossero venuti e, dunque, il denaro pubblico non avrebbe evitato cointeressenze varie con privati, potentati ecc. ecc..
Ora c'è la prova provata che di questo enorme fiume di denaro, sottratto a mille bisogni del popolo italiano, fanno quello che vogliono.
Abbiamo avuto notizia di "investimenti" fatti dalla Lega Nord (vedi il mio post del 9 gennaio u.s. "Lega Nord: provenienza fondi") con i soldi dei rimborsi elettorali. Girano voci, non confermate, di altri partiti o leader di partiti che avrebbero "investito" fondi, incassati per il finanziamento della politica, in immobili in Paesi dell'Est Europa. 
Questi soldi non dovevano essere dati ai partiti; fare la Legge, contravvenendo al risultato referendario, è quanto di più antidemocratico esista e non sono le parole che possono cancellare i fatti. Che, oltre a ciò, già di per sé gravissimo, si faccia un uso personale di tali soldi pubblici o usandoli per "fare finanza" è insopportabile!!
Tutto questo mentre chi va a lavorare con i mezzi pubblici sale su treni trascurati oltre ogni civile decenza, che non rispettano orari... e che proprio in questi giorni hanno mostrato in immagini televisive la loro desolazione...
Basta dire "non ci sono soldi"!!! Ci sono per quello che decidono i politici, ma i soldi sono nostri!  

COMUNICATO STAMPA: ACQUA E FOGNATURE AI CASTELLI ROMANI

A seguito di tutti i miei post sul problema di ACEA ATO2, riassunti nell'ultimo intitolato "La battaglia dell'acqua" del 29 gennaio 2012, ricevo e diffondo il seguente Comunicato Stampa del Coordinamento dei  Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani     

CON PREGHIERA DI DIFFUSIONE
COMUNICATO STAMPA
GRANDE SUCCESSO DELL’ASSEMBLEA PUBBLICA A GROTTAFERRATA  IL 28 GENNAIO 2012 
CASTELLI ROMANI:  SINDACI E CITTADINI UNITI A DIFESA DELL’ACQUA BENE COMUNE

Grande successo dell’assemblea pubblica sulla gestione idrica nei Castelli Romani: 150 persone tra cittadini e sindaci hanno preso parte al primo incontro–dibattito promosso dall’Amministrazione comunale di  Grottaferrata in collaborazione con il Coordinamento dei  Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani  per unire le forze e rilanciare un’azione comune dopo il successo referendario.  L’incontro si è svolto a Grottaferrata il 28 gennaio 2012 presso il Teatro  S. Cuore via Garibaldi 19.
La sala  era gremita all’inverosimile, in molti hanno trovato posto solo in piedi.  Lunghi applausi hanno sottolineato gli interventi dei relatori. Vivace ed acceso il confronto tra i cittadini e gli amministratori locali. L’inquinamento dell’acqua dei Castelli Romani e la ripubblicizzazione del servizio idrico sono stati i temi principali della discussione.  Presenti sindaci, assessori e  presidenti dei consigli comunali di Grottaferrata, Marino,  Rocca di Papa, Lanuvio,  Rocca Priora,  Castel Gandolfo, Albano, Genzano, Ariccia e Velletri. 
Sindaci, cittadini e movimenti dei Castelli Romani insieme nella battaglia a difesa dell’acqua come bene comune.    L’impegno di tutti i presenti è stato quello di riproporre a breve una seconda assemblea  e il comune  di Ariccia ha  già dato la sua disponibilità. 
Il dibattito voleva contribuire a definire uno spazio comune in cui i Comuni e i cittadini possano avviare un’analisi delle problematiche relative alla gestione dell’acqua individuando le strategie utili e percorribili per un miglioramento del servizio, per la riduzione degli sprechi e per il controllo costante della qualità dell’acqua.  Molte le proposte emerse e gli impegni presi: da un maggior coordinamento tra i sindaci del territorio , soprattutto per portare delle proposte condivise alle prossime conferenze dei  sindaci di Ato2 in tema di regolamento dell'utenza, all’impegno a  modificare gli statuti per sancire che l'acqua è un bene comune ed irrinunciabile  per la vita e, in generale, a pronunciarsi in maniera netta contro le disfunzioni del servizio ad opera del gestore. Più amministratori hanno infatti denunciato le mancanze di Acea:  si va dal mancato recapito delle bollette (a cui però ha fatto seguito la richiesta di mora agli ignari utenti), al mancato intervento per interruzioni del servizio, e, cosa ancora più drammatica, alla tariffa sociale che, benché applicata , non basta, in questo periodo di crisi, a non gettare nello sconforto le categorie più disagiate. 
E’ stato poi affrontato in particolare il drammatico problema dell’inquinamento dell’acqua.  Il Coordinamento dei  Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani ha presentato  analisi indipendenti relative all’incredibile concentrazione di arsenico ed altri inquinanti presenti nei diversi comuni dell’area castellana con idee e proposte di superamento del problema. Il tema del rispetto del bilancio idrico in un'area fortemente antropizzata ha richiamato particolarmente l'attenzione dei presenti. 
Altro tema molto sentito è quello dei distacchi, che il gestore è autorizzato a fare, in molte occasioni anche sbagliando. Questo crea disagi drammatici ai cittadini nonché alle pubbliche amministrazioni perché, con il distacco dell’acqua (per errore o morosità), si crea un potenziale problema sanitario ed è compito dei sindaci intervenire. La richiesta dei comitati è che sia inserita una figura terza in grado di valutare ogni singola azione di distacco promossa dal gestore evitando così errori e ingiustizie.


Sono state trattate  anche le  problematiche relative al percorso di ripubblicizzazione dei servizi idrici in  attuazione dell’esito referendario . Sempre in relazione a quest’ultimo, i comitati  acqua bene comune  hanno presentato la campagna di obbedienza civile, ovvero di autoriduzione delle bollette idriche, che partirà in tutta Italia il prossimo 4 febbraio per dare concreta attuazione  all'eliminazione della c.d. “Remunerazione del capitale”, una delle componenti utilizzate per il calcolo del “Ricavo garantito del gestore”. Tale cifra è pari al 7% del capitale investito più gli investimenti  previsti nell’anno solare di riferimento. Nel caso dell’Ato 2, secondo i calcoli basati sull’ultima revisione del piano tariffario, la “remunerazione “  incide per circa il 18% sulla bolletta inviata da Acea Ato 2 Spa alle famiglie. Una somma che ora i cittadini non devono più pagare ma che gestori e Ato ancora pretendono in barba all’esito del referendum.  L'autoriduzione si applica per il periodo successivo al 20 luglio 2011, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale con il decreto di proclamazione del risultato elettorale. Ricordiamoci che dalla privatizzazione ad oggi Acea Ato2 ha già guadagnato circa 500 milioni di euro. Soldi andati al gestore che erano (e sono)  invece fondamentali per modernizzare le reti idriche della Provincia.
Infine è stato messo in evidenza che è possibile non pagare la quota della tariffa relativa alle spese di depurazione e fognatura nei casi in cui  non si usufruisca di tali servizi, così come è possibile richiedere la restituzione dei canoni già pagati, sempre per tali servizi.
Al termine dell'assemblea è stata anche proposta l'elaborazione successiva di un documento di impegni da sottoporre ai sindaci per la sottoscrizione in modo da  vincolare  l'azione delle amministrazioni
A cura del Coordinamento dei  Comitati Acqua Bene Comune dei Castelli Romani  
Per info : acquapubblica.castelliromani@gmail.com http://acquabenecomunecastelliromani.com