venerdì 31 marzo 2017

Nuove prospettive per Sabaudia

Da: Latina Corriere.it

Sabaudia, Lucci in tandem con Capriglione: l’ex sindaco si candida consigliere comunale

Maurizio Lucci

“Poco più di un mese fa avevo annunciato la volontà di candidarmi ed appoggiare un progetto che contenesse le priorità e gli interessi della comunità sabaudiana. Ebbene, a pochi mesi dalle elezioni tutto questo si sta concretizzando”. Maurizio Lucci, ex sindaco di Sabaudia, sfiduciato a maggio scorso, si rimette in gioco con la candidatura di Lino Capriglione e le linee guida del suo programma di governo.
“Si comincia ad entrare nel vivo della campagna elettorale – afferma Lucci -. Dico da subito che mi trovo assolutamente in linea con quanto enunciato dal candidato sindaco e, insieme a me, anche altri che hanno fatto parte della mia ex squadra di governo. I punti a cui farà riferimento il programma di governo di Capriglione, come la valorizzazione delle nostre eccellenze nel mondo quali l’agricoltura, il turismo, la qualità dell’ambiente del nostro territorio, sono temi ai quali dobbiamo rivolgere il nostro interesse, la nostra capacità di amministrare e di coinvolgere i cittadini, gli imprenditori, le associazioni e tutti coloro che abbiano a cuore l’interesse collettivo di Sabaudia”.
Secondo Lucci, per quanto riguarda l’agricoltura, “è da applaudire l’iniziativa della Cassa Rurale dell’Agro Pontino che sarà presente alla fiera di Berlino a febbraio con gli imprenditori agricoli del nostro territorio: saranno presentati i prodotti della nostra terra – riconosciuti di alta qualità – e le più belle immagini del territorio con il suo ambiente unico”. “Promozione agricola e turistica insieme, dunque, binomio ormai imprescindibile – aggiunge l’ex primo cittadino -. Il candidato sindaco, nelle sue parole, rivolge un’attenzione particolare all’incentivazione degli agriturismi ed alla ricettività rurale in zone agricole, alla diminuzione della pressione fiscale ed alla ricerca di nuove occupazioni: temi fondamentali che hanno necessità di atti concreti ed immediati. Occorre fare un regolamento che snellisca le procedure e consenta agli imprenditori agricoli, proprietari di immobili, di incentivare la ricettività, sviluppando un piano di razionalizzazione della macchina amministrativa che consenta efficienza e riduzione della spesa. Occorre ridurre e contenere la pressione fiscale, dando seguito a quanto già in parte realizzato dalla mia amministrazione. Occorre favorire investimenti produttivi sul nostro territorio con politiche che ne impediscano un ulteriore consumo del suolo, ma che consentano lo sviluppo di un ambiente unanimemente riconosciuto come unico”. “Con queste premesse – conclude Lucci – dichiaro, quindi, che sosterró, insieme ad altri miei amici, la candidatura a sindaco di Lino Capriglione”.
Sono contenta che Lucci si ripresenti, giacché è stato un buon sindaco, come scrissi a suo tempo di lui:

Importante è l'Economia del Territorio prima di tutto, e per questo il Territorio va rispettato e curato. La Regione Lazio, proprietaria delle fasce frangivento, deve avere cura dei bellissimi eucalipti che, qualora trascurati, possono costituire pericolo per l'incolumità degli automobilisti in transito e per le persone in generale.
Gli agricoltori di Sabaudia esportano i loro prodotti anche in Germania, dunque è ottima la partecipazione della rappresentanza dell'Agro Pontino alla Fiera di Berlino.
Credo che la squadra che si prepara per il candidato Sindaco, appoggiato anche da Lucci, sia una buona cosa per questa cittadina sul mare bella e tranquilla. 

giovedì 30 marzo 2017

Trento: gli Innocenti pagano per il malvivere altrui


Il dolore per gli innocenti uccisi e l'orribile modo in cui sono uccisi, in questo caso come in altri di cui è costellata la nefanda storia umana, è forte e desolante.
La gente cerca di capire, di darsi una spiegazione.
Ma non ce ne è. La follia non è sufficiente, giacché ci sono persone malate dal punto di vista psichiatrico che non farebbero male ad una mosca, anzi, sono esse stesse indifese di fronte alla cattiveria umana, a volte.
Questo padre che nelle foto, giovanili, somiglia all'attore Matt Damon, che viveva in un appartamento che era un attico su due piani, che per suicidarsi ha raggiunto lo strapiombo dove si è gettato con il suo SUV Volvo, è la manifestazione orribile ed estrema della mancanza di autenticità: l'incapacità di certi soggetti di vivere una vita autentica, senza tentare di coprire le proprie sconfitte, le proprie cadute, le proprie difficoltà, inventandosi una vita di facciata per il prossimo e, quando non coinvolti in questa follia, per i propri stessi familiari.
Quest'uomo non viveva per sé, ma viveva una vita dissociata: pur sapendo di essere senza soldi ha spinto la sua finzione fino al punto di fissare un rogito, e ne parlava pochi giorni prima con il vicino di casa... Fingeva una vita fasulla. Per chi? Per chi viveva quest'uomo? Non certo per sé stesso e per i suoi cari. I suoi genitori, che a quanto pare gli abitavano vicino, non sapevano nulla. Eppure se si hanno difficoltà economiche a chi ci si rivolge di solito? Ai propri genitori se si ha la fortuna di averli... Ma prima si abbassa il tenore di vita con umiltà: niente SUV Volvo, niente attico su due piani... Si può vivere bene guidando una Fiat Punto del 2007, come faccio io, e mi sento una fortunata perché la comperai nuova, quando durante 50 anni di matrimonio abbiamo sempre avuto auto usate, ad eccezione di una Dyane 6 a prezzo offerta per una convenzione fra la Citroen e l'Ente per il quale lavorava mio marito.
Ma nella testa di certa gente questo è umiliante, perché vivono di continuo confronto con chi ha di più...
"Eh, ma lo fanno tutti!" "Eh, ma ce l'hanno tutti!" Mi sentii dire da una giovane collega una volta. Risposi: "Ma tu le tue scelte le devi fare per te stessa, non per gli altri, i "tutti"".
Purtroppo si tratta di persone che non si convincono con le parole, perché sono persone insicure di sé, e si accettano e riconoscono solo se obbediscono al modello esterno.
Solo chi è tranquillamente sicuro nel profondo di sé sa essere umile di fronte alla vita.
Qui non c'è dramma di povertà vera, eppure i poveri veri difficilmente massacrano i loro cuccioli.
Altra comune deformazione è non percepire i propri figli come PERSONE, fin da quando nascono. Persone da proteggere, accudire, educare per portarli ad una loro autonomia, ma persone con il loro pensiero, dato che fin da piccolissimi si pensa e si capisce anche molto, che dunque vanno percepite con il loro Io, che non è il nostro Io. Purtroppo chi uccide i propri figli non li vede come "altro da sé".
Un'altra riflessione che ho fatto di fronte a questo crimine estremo, è che, in questi miei lunghi 70 anni, ho constatato con meraviglia che in certe famiglie i coniugi non si dicono tutto sulla propria situazione economica, hanno conti separati, non sanno di certi acquisti che l'uno fa perché l'altro non deve saperlo, oppure i coniugi sanno l'uno dell'altra ma i figli non debbono sapere nulla! Sono tutte situazioni che ho scoperto da confidenze che la gente mi ha fatto... Hanno suscitato il mio stupore perché non riesco a comprendere come si possa nascondere qualcosa alle persone più care, quelle con cui si vive la propria vita ogni giorno, nella stessa casa!
Eppure questo è: molta gente vive così. 
Oppure ci sono stati casi di cronaca nera in cui figli incapaci di proseguire negli studi universitari hanno preferito uccidere i genitori piuttosto che confessare loro la loro inadeguatezza e, dopo aver detto una montagna di bugie su esami dati e prossime lauree, stretti nell'angolo in cui si erano messi da soli, hanno ucciso! 
Da: Notizie.Tiscali.it


Bimbi uccisi a Trento, l'sms del papà alla moglie dopo la strage: "Stai tranquilla"


Sorrentino ha scritto alla donna dopo aver ucciso i due figli più piccoli a colpi di martello e prima di suicidarsi lanciandosi nel vuoto


Gabriele Sorrentino, il papà che ha ucciso i suoi due figli più piccoli a colpi di martello, dopo la strage ha mandato un Sms alla moglie, Sara Failla, "Stai tranquilla".

I messaggini di Sorrentino

L’uomo ha poi scritto un altro messaggio prima di suicidarsi gettatosi da una dalla terrazza del vecchio hotel Panorama, come dimostra il suo telefonino che ha agganciato la cella telefonica della zona di Sardagna a Trento intorno attorno dalle 10.15 alle 10.30.. Ma questi non sono stati gli unici messaggi inviati da Sorrentino la mattina della strage. Ha scritto alla famiglia d'origine prima al padre Alberto chiedendogli di non andare a prendere i bambini a scuola  spiegando che non li aveva mandati perché avevano dormito male. Poi un altro sms 'di servizio' alla moglie, per dire che i bambini sarebbero stati affidati alla nonna.

“Stai tranquilla”

Quella stessa mattina, intorno a mezzogiorno Sorrentino e la moglie  avevano un appuntamento dal  notaio per completare l'acquisto dell'appartamento dove vivevano. Nel frattempo il consulente finanziario ha iniziato a posticipare gli appuntamenti con i suoi clienti accampando svariate giustificazioni. Nell'ultimo sms alla moglie, quello inviato molto probabilmente poco prima di togliersi la vita, scriveva che Alberto e Marco non erano dalla nonna e di stare "tranquilla". La moglie, allarmata, ha provato a telefonare e a inviare messaggi al marito senza però ottenere risposta. Al rientro a casa, la terribile scoperta

L’uomo era fortemente indebitato

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il contesto dell’ accaduto e le terribili ore prima e dopo l’ omicidio dei due fratellini. Stanno cercando di capire cosa possa aver spinto Gabriele, un padre descritto da molti come modello, che adorava i suoi bambini, ad uccidere e poi a togliersi la vita. Una cosa è certa. Gabriele no non ce l'avrebbe fatta a riscattare il lussuoso appartamento in cui viveva la sua famiglia. Avrebbe dovuto confessare alla moglie che i soldi non c'erano, forse anche che si era indebitato. L'ex carabiniere ha visto crollargli addosso la vita, deve aver pensato di aver fallito e di aver rovinato il futuro dei suoi figli

Uccisi con 5 martellate

Gli esami necroscopici disposti dalla Procura ed effettuati o hanno confermato le risultanze dell'ispezione cadaverica: i bimbi sono stati raggiunti alla testa con un martello, ritrovato nell'appartamento, in tutto cinque colpi: uno solo inferto ad uno dei piccoli, altri 4 al fratellino. Il magistrato ha rilasciato il nulla osta per la loro sepoltura.

Acquisito pc dell'uomo

 La Procura di Trento ha aperto un'inchiesta per duplice omicidio aggravato ma ovviamente il fascicolo dovrebbe essere chiuso in breve tempo per la morte del responsabile. Gli inquirenti però lavorano ancora per chiarire alcuni aspetti legati ai problemi finanziari dell'uomo e valutare il quadro psicologico in cui è maturato il delitto. Gli accertamenti devono fare luce sulla situazione finanziaria di Sorrentino, che pare fosse sul lastrico per una serie di operazioni finanziarie e immobiliari arrischiate. In particolare è stato acquisito pc dell'uomo che lavorava in casa da tre anni come operatore finanziario.

Non era in grado di saldare il lussuoso appartamento

Dai primi accertamenti l'uomo non era più in grado di saldare l'acquisto del lussuoso attico su due piani di via della Costituzione, nel nuovo quartiere delle Albere, preso con la formula 'rent to buy' e del valore di 1,2 milioni di euro. Una situazione ormai disperata, pare nascosta ai familiari. L'uomo, schiacciato dal peso delle responsabilità, e disperato ha voluto portare con sè i figli più piccoli. Quelli che gli venivano affidati quando la moglie la mattina usciva per andare a lavorare. Quelli che restavano con lui che lavorava a casa.

La città di Trento è sgomenta

La città, sgomenta, intanto tenta di reagire ipotizzando una rete di solidarietà nei confronti della madre e della figlia maggiore della coppia, sopravvissuta alla strage perché in gita scolastica. "Trento esprime la vicinanza alle persone che restano di quella famiglia, con la disponibilità di restare loro accanto nelle forme che vorranno comunicarci. Se posso fare qualcosa a nome della città la farò", ha detto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.

Per ridere un po': Le Comiche: "La Serva sciocca"


La serva sciocca


Schizzosa Invidiosa: "Sono così preoccupata che qualcuno passi dal cancelletto che Clemente fece a confine con la matta..."


Porella Graziella: "Tu ar cancello a confine co' la matta mettece na' catena co' il lucchetto, da' retta a me!"



 A' matta: "Mi sembra di essere uno psichiatra che ha a che fare con i malati: questo relitto umano, Porella Graziella, non ha mai visto che la catena con il lucchetto già c'è e l'ha messa mio marito? Il lucchetto infatti è dalla nostra parte, che nemmeno volevamo quel cancelletto, ma Clemente Demente l'ha proposto e io temevo di offenderlo dicendogli di no... Maledetta buona educazione! Sta lì da anni... Da quando ci siamo accorti in ben 4 persone che era stato aperto e richiuso dopo che in un mese le nostre bombole del gas erano state aperte ben due volte e sempre di notte e una camicia di mio figlio, stesa ad asciugare, era stata tagliata con le forbici e il pezzo di stoffa tagliato era mancante... Qualche pazzo (o pazza) l'aveva portato con sé...Sta' Porella se beve tutto quello che je dice la Schizzata... ehm... Schizzosa Invidiosa... Non s'accorge che attribuisce agli altri quello che è e fa lei? Una che ti parla di "bambolette con gli spilli che la suocera le avrebbe messo sotto il materasso"... Una cosa agghiacciante! Una che crede alle fatture e al malocchio... Le mie colf sono intelligenti e acculturate... Questa è adeguata a chi serve.


mercoledì 29 marzo 2017

Sms come reliquie...

Da: Il Sole 24 ORE

Consip, Emiliano in procura: pm acquisiscono sms di Lotti e Tiziano Renzi

Sono stati acquisiti dai magistrati gli sms del governatore della Puglia Michele Emiliano, ascoltato in Procura a Roma come testimone nell’ambito del filone romano dell’inchiesta Consip. Si tratta dei messaggi ricevuti dall’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio (oggi ministro per lo Sport) Luca Lotti e da Tiziano Renzi, padre dell'ex premier Matteo, per sollecitare un suo incontro con l’imprenditore Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi. 

Mi viene da sorridere: il magistrato in aspettativa da 7 anni per occupare cariche elettive, Emiliano, conserva gli sms...
Senza malizia... Per carità!
Mi viene un parallelo: Monica Lewinsky conservò il vestito sporco dello sperma del Presidente degli USA Clinton! Non lo lavò!
Sono reliquie... E' una cosa sentimentale.. Solo i malvagi possono pensare che sono cose conservate a bella posta per incastrare le persone.

martedì 28 marzo 2017

Ridiamoci su... sperando prima o poi nella galera

IL CALCETTO È LA METAFORA come le cene sociali mica si favoriscono le cooperative amiche del PD poi lui ci andava per fare la dieta

domenica 26 marzo 2017

Il Papa fa anche la pipììììì!!!

Da: Il Fatto Quotidiano

Papa a Milano, quando scappa, scappa. E il video di Francesco al bagno chimico diventa virale

Da: AGI

La bandiera di Francesco non segnala un confine


Che nella vita la gente abbia bisogno anche di parole buone e di consolazione dagli affanni è una indubbia verità.
Che gli Umani abbiano bisogno di Regole come Onestà, Pulizia Morale, Bontà, è anche questo vero, altrimenti la deriva di questo fragile mammifero porta a livelli di Corruzione, Abiezione e Malvagità difficilmente arrivabili da parte di altri Animali sulla Terra.
Dunque ben venga il Papa Gesuita che, per risollevare il disincanto nei riguardi  della Religione, si da molto da fare e, penso, credendoci veramente in quello che fa.
Egli è uomo fra gli uomini, e dunque fa anche la pipì, soprattutto se si pensa all'età che ha e che come molti spinge più frequentemente verso il bagno.
Ma l'infantilismo acuto della gente lo segue fin lì, povero vecchio, addirittura la mania delle foto da cellulare non si ferma neppure lì, senza rendersi conto, nella follia fagocitatrice, che un vecchio va rispettato, inoltre è il Papa, Capo religioso e Capo di uno Stato.
Ma l'Umiltà di Francesco è tollerante anche verso costoro...
Purtroppo egli non può che elargire parole, anche se gli va riconosciuto, a differenza di altri Papi, che durante il suo Pontificato ha aperto più volte i cordoni della ricca borsa del Vaticano per contribuire anche con soldi a varie cause umanitarie.
Purtroppo il mio inguaribile pragmatismo mi impedisce di accettare per buono il messaggio "che il Papa non ha confini". 
I confini ci sono e il primo a farli rispettare è proprio lo Stato di cui egli è il Capo: il Vaticano.
Là dentro tutto è perfetto, tutto è pulito, niente campi Rom con relativa sporcizia, niente accampamenti di migranti entrati senza permesso come a Ventimiglia e non solo,  il Vaticano i confini li fa rispettare. Provate ad entrarci se ci riuscite, anche noi Italiani.
Dunque, purtroppo, per una come me, che non si accontenta delle parole ma bada ai fatti, il titolo simbolico che "la bandiera del Papa non ha confini" è una grandissima ipocrisia.

Papa Bergoglio, di cui si intravede solo il copricapo bianco, mentre si reca nel bagno chimico messo a disposizione come avviene in tutte le manifestazioni pubbliche, seguito da una folla a dir poco indiscreta... 

sabato 25 marzo 2017

Per ridere un po': Le comiche: "Il gatto Clementino"

Il gatto Clementino



Moglie Boh?: "Nostro figlio va in vacanza e ci lascia il gattino del nostro nipotino per una quindicina di giorni: ci lascia la sua ciotolina e il mangime. Ma se non basta lo ricompriamo naturalmente."
Marito Boh?: "Ah! Bene! Gli hanno comperato un gattino per fargli compagnia!"
Moglie Boh?: "Si, te lo avevo detto."
Marito Boh?: "E come si chiama?"
Moglie Boh?: "Il nostro nipotino ha scelto il nome: Clementino."
Marito Boh?: "Carino! E' giusto che glielo abbia scelto lui visto che i genitori l'hanno preso proprio per lui." 




Clementino: "Miaoooooh!







Moglie Boh?: "Clementino, vieni che ti do la pappa!"
Marito Boh?: "Clementino, che carino che sei! Scappi? Dove sei puzzone?!
Moglie Boh?: "Clementinooooo! Clementinoooo! Vieni che ti ho messo l'acqua nella ciotolina!"
Moglie Boh?: "Clementinooooo! Clementinoooo! "




Schizzosa Invidiosa: " Hai sentito Clemente? Quella matta della vicina ha chiamato il gatto con il tuo nome! Proprio quello doveva scegliere! L'ha fatto apposta per dimostrare che tu per me conti quanto il gatto! 





Clemente Demente: "Ah! Beh, è pazza lo sai... Però tu le hai detto che mi ti tieni solo per la vecchiaia.."







Schizzosa Invidiosa: "Ma no... Che vai a pensare... Ma non le credere a quella!  Dicono che sono una bugiarda, una mitomane.. Mi calunniano! Tu sei il mio Clementinoooo!

venerdì 24 marzo 2017

ORRIDA UMANITA'

Da: INTELLIGONEWS.IT


Minorenni violentano 13enne, Crepet: "Imbarbarimento da savana. Punire, basta condonare"

24 marzo 2017 ore 12:17, Adriano Scianca

"Sono già scattati avvocati e assistenti sociali per perdonarli". È l'amaro commento dello psichiatra Paolo Crepet al terribile caso di cronaca che ha visto un tredicenne di Giugliano violentato per 4 anni da un branco di minorenni. E a IntelligoNews dice: "Se i giudici alzano le mani, vuol dire che siamo tutti responsabili".

Si tratta di fenomeni che si spiegano con contesti degradati oppure è semplicemente un imbarbarimento generale?
Minorenni violentano 13enne, Crepet: 'Imbarbarimento da savana. Punire, basta condonare'













«Questo è imbarbarimento puro. Il fatto che continuino a esserci queste cose con la cultura e gli strumenti che abbiamo oggi significa che c'è imbarbarimento. Il fatto che in Italia, oggi, ci siano dei ragazzini che si comportano come gorilla in mezzo alla savana a me fa rabbrividire. Ma sa qual è la cosa peggiore?».

Dica pure...

«Che questi ragazzini saranno perdonati. Sono già scattati avvocati, contro-avvocati, assistenti sociali, tutti dalla parte di chi offende l'umanità. Ma cosa c'è di più vigliacco che prendersela con un ragazzino disabile? Cosa c'è di peggio? E noi stiamo qui a perdonare il peggio? E allora chi semina vento raccoglie tempesta».

Peraltro alcuni di loro non sono neanche imputabili in quanto minori di 14 anni.

«Questo è un discorso da giudice. Io non sono giudice, non me ne frega nulla di sapere che questi hanno meno di 14 anni. Hanno fatto una cosa di un'immoralità e di una gravità immane. Quindi anche se sono sotto i 14 anni dobbiamo fare qualcosa. Il problema è che oggi a 14 anni si fa la vita che un tempo si faceva a 16 o 17 anni. Noi condoniamo tutto, siamo un Paese che condona e basta. Noi dobbiamo saper punire, la civiltà è basata sulle punizioni, non sui condoni. Dobbiamo trovare una forza etica, morale. Non condonare. “E poverino di qua, magari aveva la nonna malata...”. Questi hanno stuprato un bambino, ma ci rendiamo conto».

La radice di questo imbarbarimento ha a che fare con un rapporto deviato con la sessualità?

«Non so se ci sia uno specifico problema con la sessualità, so solo che si tratta di un fatto di una enorme gravità. Peggio di una ferita fisica, perché questo bambino per tutto il resto della vita dovrà pagare gli effetti di questa cosa. Io chiedo ai giudici cosa facciamo. Se i giudici e la magistratura alzano le mani al cielo e dicono che non si può fare niente vuol dire che siamo tutti, magistratura compresa, complici dell'imbarbarimento».


L'umanità è sempre in bilico sul burrone dell'orrore. La civiltà si conquista ogni giorno, con ogni minimo atto di ciascuno di noi. Ognuno di noi può contribuire al progresso della civiltà o al regresso allo stato bestiale.
Non dimentichiamo la barbarie eletta a sistema dalla Germania hitleriana in pieno secolo XX, secolo di scoperte scientifiche e tecnologiche come mai prima! 
Lo psichiatra Crepet si distingue, in mezzo ad altri dei salotti televisivi, per il suo concreto buonsenso, che non concede nulla alle mode narcisistiche che fanno dire ad altri sciocchezze siderali.
Interrogato sull'ennesimo efferato delitto sulle motivazioni psicologiche che avevano spinto l'ennesimo assassino ad infierire sadicamente sulla sua vittima, Crepet rispondeva semplicemente e lapidariamente che non bisogna cercare chissà quali profonde e complicate motivazioni: esiste la malvagità pura e semplice nell'uomo e, in particolare, in quell'individuo che ha compiuto quel delitto di cui spasmodicamente i giornalisti intervistatori vorrebbero trovare rassicurante spiegazione.
Tutti cercano spiegazioni rassicuranti: è pazzo, è deviato, è schizofrenico... No, può essere anche sanissimo chi compie atti empi: è solo malvagio e immorale, semplicemente. Non potendo mettere l'etichetta che rassicura, perché poi tutti possano dire "io non sono così", ecco l'insicurezza destabilizzante. 
Crepet ha ragione su tutto quello che dice.
Senza punizione non c'è civiltà. L'uomo allo stato brado, in cui a tutto bisogna trovare una spiegazione e una giustificazione, è l'uomo bestia immonda preda dei propri bassi istinti: l'ES, di cui parlava Freud.
Bisogna dire anche che i tempi svaccati che viviamo non aiutano i ragazzini lasciati a sé stessi da genitori distratti e senza etica da trasmettere.
Porto un esempio recente. Non molto lontano dalla casa dove ho la residenza, da anni, in pieno giorno e per tutto il giorno, c'è una prostituzione che è la faccia del degrado dell'Italia: donne di colore espongono il loro fondo schiena ai passanti con le mutande abbassate quasi a livello delle ginocchia. Nessuno fa nulla per far cessare questo inaccettabile spettacolo non richiesto da chi passa, anche se ne scrisse anni fa un giornale locale molto seguito: Il Mamilio. Nel mio piccolo ho iniziato a parlarne su questo blog e, insieme ad altri, sto raccogliendo delle firme per una petizione da presentare alle immobili Istituzioni. La mia indignazione per l'indifferenza delle Istituzioni mi ha spinto via via ad usare termini sempre più forti, prima per me inusuali: usavo parole come "nudità", "sedere".. Ora scrivo culo, giacché è tanta la volgarità della situazione, lasciata crescere nell'indifferenza nei riguardi di chi è costretto a passare per quella strada, che la parola esplicita non può essere più triviale di ciò che la gente è costretta a vedere, magari avendo in auto anche dei bambini.
E vengo al dunque: questi bambini vedono queste visioni oscene e triviali... E in Italia non sono solo nella mia zona: sono ovunque.
Nell'ultimo post in cui ho di nuovo accennato a questo problema volevo pubblicare delle foto forti, foto che documentassero quanto io vedo quando passo di lì, e sulla barra di Google Immagini ho scritto: "prostituzione stradale nudità", poi "prostituzione stradale culo nudo". Le immagini che mi sono apparse avevano poco di quello che mi serviva per la pubblicazione, ma moltissimo di osceno e non attinente!
Questo per dimostrare che qualsiasi ragazzino può accedere tramite un PC ad immagini orrendamente oscene!
Dunque nulla si fa per preservare i minori dall'oscenità più triviale: sulla pubblica via come sul WEB.
Ed ecco che, su chi non ha adeguata guida familiare, possono prodursi effetti criminali ed immorali, come questo orrore di cui oggi parlano i giornali, alcuni dei quali contribuiscono al disastro chiamando questi mostri in erba con il solito tenue termine di: bullismo!

Non sono sola a pensare che l'invasione può essere fermata

Livio Caputo

Livio CaputoNato a Vienna nel 1933, Livio Caputo è stato prima inviato, poi direttore di Epoca e de La Notte, capo dei servizi esteri del Corriere della Sera e vice-direttore de Il Giornale. Per un anno, è stato anche sottosegretario agli Esteri, e per nove consigliere comunale di Milano.

Come fermare i migranti, naufraghi volontari

Siamo alla follia: 3:000 nuovi arrivi nel weekend, già raddoppiati gli arrivi sul 2016, e l’annuncio di un fantasioso piano per consegnare a un governo libico quasi inesistente una fortuna in mezzi di ogni genere perchè blocchi il traffico di esseri umani. Eppure,fermare l’invasione di migranti economici dall’Africa si può, e con unna spesa molto minore di quella prevista dal “piano Minniti”: basta che ci sia la volontà politica e il coraggio di affrontare le inevitabili reazioni dei buonisti. Ora che- per fortuna – la costosissima operazione Mare Nostrum è conclusa, solo una modesta parte di coloro che partono dalle coste libiche sui gommoni o sulle carrette del mare vengono raccolti da navi battenti la nostra bandiera e quindi, mettendo piede su suolo italiano, acquisiscono il diritto di chiedere asilo o protezione umanitaria a noi. La maggior parte viene ormai salvata da navi armate e finanziate da un numero imprecisato di ONG,che battono le più varie bandiere di comodo (Panama, Liberia, Nauru e quant’altro) e che da tempo sono sospettate di essere in collusione con gli scafisti, con cui si mettono d’accordo prima su dove raccogliere i “disperati”. Perciò, tecnicamente, coloro che vengono tratti in salvo vengono a trovarsi sul territorio di questi Paesi, ed è perciò a questi che dovrebbero rivolgere in prima istanza le loro richieste. Naturalmente, si guardano bene dal farlo, e chiedono e ottengono di essere sbarcati in Italia, dove sanno che sarano accolti e accuditi e che comunque può servire da ponte per raggiungere altre nazioni europee di loro gradimento.
Ora, in base anche alla recentissima sentenza della Corte europea sui diritti dei singoli Stati in materia di accoglienza (naturalmente subito contestata in primo luogo dalle stesse ONG, noi non siamo tenuti a far scendere da una nave straniera che attracca in un nostro porto chi è senza documenti in regola,cioè passaporto e visto d’ingresso rilasciato dalle nostre autorità consolari. E’ vero che la legge del mare prevede che una nave che abbia soccorso e preso a bordo dei naufraghi possa sbarcarli nel porto più vicino,ma a questo si possono opporre tre obiezioni: 1)Il porto più vicino alle coste libiche non è né Pozzallo né Augusta né Trapani, ma prima gli scali della Tunisia meridionale e poi Malta; e se questi si rifiutano (nel caso dei maltesi non senza ragione, viste le dimensioni del Paese e l’imponenza dei flussi) non c’è scritto da nessuna parte che dobbiamo essere noi a subentrare i terza battuta. 2) Coloro che vengono raccolti dalle navi delle ONG al limite delle acque territoriali libiche (e, sembra, spesso addirittura su appuntamento), quando stanno già per finire le scorte di acqua e carburante e chiamano aiuto con un telefono satellitare che viene loro appositamente fornito dagli scafisti sono, più che naufraghi veri, naufraghi VOLONTARI. Essi non affronterebbero cioè mai il mare aperto sapendo già di non essere attrezzati per tentarlo se non avessero la quasi certezza di essere messi in salvo dopo una ventina di miglia (equivalenti a un decimo della traversata prevista) da soccorritori che hanno come specifica missione di prenderli a bordo. 3) A chi obbietta che è comunque nostro dovere salvare e accogliere i “disperati” – che sarebbe più esatto definire migranti economici o immigrati clandestini – che fuggono dalla guerra, dalla miseria o dalla siccità e spesso vengono torturati e vessati lungo il cammino è facile rispondere che, una volta a bordo delle navi delle varie ONG, non corrono più nessun pericolo. Tra l’altro,siamo all’assurdo che dopo l’accordo, per la verità ora un po’ traballante, tra UE e Turchia per fermare in quel Paese i profughi che arrivano davvero da zone di guerra e hanno perduto tutto non riescono più ad arrivare in Europa, ce la fanno giovanotti dell’Africa subsahariana che,nell’80-90% dei casi non possono – in base alla Convenzione di Ginevra – avanzare alcun diritto di protezione e dovrebbero essere rimandati a casa loro.
Con questo, non avremmo risolto tutti i problemi: c’è per esempio quello dei minori non accompagnati, e ci saranno sempre casi pietosi – donne incinte o con bambini piccoli – per cui bisognerà fare eccezioni. Ma invece dei 200mila e passa migranti attesi nel 2017 (siamo già oltre le cifre dell’anno scorso, ma il grosso arriverà con la buona stagione), dovremo accoglierne molto meno e la situazione diventerebbe più gestibile. Dal momento che, sul dossier migranti,l’UE continua a ignorare le nostre sacrosante richieste, proviamo questa strada e vediamo cosa succede.


Una voce fuori dalla propaganda.
Fa piacere non essere soli.
Anche se a leggere i commenti dei lettori sotto articoli di giornale sull'argomento, (giornali come Il Fatto Quotidiano o La Repubblica), si nota una diffusa esasperazione per questa invasione.
Renzi ha sbagliato alla grande e l'ho scritto. Il Governo attuale l'ha capito e sta dando un'aggiustata con l'ottimo Minniti. Ma non basta.
Altre soluzioni ci sono. Mio marito mi ha passato una riflessione: su una nave ci si trova in territorio nazionale di appartenenza della nave medesima e non si capisce perché dalle navi di Frontex, di varie nazionalità europee, vengano sbarcati in territorio italiano. Più o meno fa "pendant" con quello che scrive Caputo delle navi appartenenti a ONG registrate nei più svariati Paesi e sulle norme di sbarco "nei porti più vicini", che non sono mai i nostri , ma che ciò nonostante ce li portano lo stesso. Infine, ha ragione Caputo nel mettere in risalto un'altra incongruenza: "una volta a bordo delle navi delle varie ONG, non corrono più nessun pericolo", dunque decade lo stato di necessità di accogliere persone in pericolo.
Ma troppe sono le obiezioni legali che si possono addurre contro questa follia dell'essere diventati il deposito dei fuoriusciti africani, quindi è evidente che dietro tutto questo c'è una precisa volontà politica.


Il problema è per chi votare, (quando ci permetteranno di votare di nuovo in questa situazione di "democrazia sospesa"), giacché tolti i cattocomunisti del PD, esclusi gli altri ancora più a sinistra che, se fosse per loro, l'Italia diventerebbe una colonia africana, le destre, non congeniali al mio modo di pensare ma in questo caso necessarie, si riducono ad un Salvini che una cosa giusta dice e 10 sono ripugnanti, un Berlusconi a cui bisogna riconoscere la criticatissima azione diplomatica con Gheddafi, che ci costava in denaro molto meno di quello che ci hanno fatto spendere i Governi successivi per i pacifici invasori, ma che poi ha ceduto all'azione destabilizzante della Libia messa in opera dai colonialisti francesi e statunitensi con il risultato che poi i cocci sono nostri, e infine la Meloni, per la quale se continua così mi costringeranno a votare.
A questo proposito però, proprio ieri sera nel salotto televisivo della Gruber, ho notato alcune sue rozze ingenuità che potrebbero offrire il fianco qualora qualcuno glielo facesse notare. Parlando dell'Europa ella difendeva la sovranità italiana e, in un raffronto con la Germania, ha tirato quello che lei riteneva essere un colpo basso a certi costumi di quel Paese, ha detto: "Noi non abbiamo le donne in vetrina come ad Amburgo".
Cara Meloni, nessuno in studio ti ha risposto come ti avrei risposto io: noi le donne infatti non le abbiamo in vetrina, purtroppo, le abbiamo a mutande abbassate e a culo di fuori sui cigli delle nostre strade! Chi è più civile Meloni? La Germania e, aggiungerei, l'Olanda, con i quartieri a luci rosse, o l'Italia con lo schifo sotto gli occhi di tutti, minori compresi? 

giovedì 23 marzo 2017

Non mi stupisco più... - Novella da: "Le verità nascoste: racconti comici... ma non troppo"



Non mi stupisco più…

“Ma come è possibile?!” Chiese quasi a sé stessa la signora.
Io non mi stupisco più, perché con il lavoro che faccio, andando per le case… ne vedo tante.” Luisa, con la sua faccia buona e rubiconda un poco somigliante alla Camusso, lo disse con semplicità, senza ironia, malizia o sarcasmo.
“Due, che abitano proprio nella sua strada, un po’ più avanti, vivono lei al piano di sopra e lui al piano di sotto. La villa è di lei e dal marito si fa pagare l’affitto per la parte di sotto che occupa lui…”
“Addirittura l’affitto…” Commentò sempre più meravigliata la signora.
“Hanno una figlia sposata a Bergamo e quando la vanno a trovare partono insieme. Lei crede che i parenti del marito lo sappiano? Io credo di no. Si presentano insieme, quelli che ne sanno di come vivono.”
Non c’è nulla di male a dire che si vive separati…
“Sì, ma secondo me quelli non lo dicono. Partono insieme come se andassero d’amore e d’accordo, arrivano là… La figlia neppure lo saprà che il padre deve pagare l’affitto alla madre.”
“Ma che squallore…” La signora aveva una faccia triste. 
Bevve un altro sorso di caffè, e Luisa continuò con la sua filosofica accettazione della realtà.
Ora perché lei aveva sua cugina che la conosceva da anni, altrimenti…
“No, no, eh, beh no! L’avevamo capito anche da soli,  frequentandoli. Come lo trattava! Lui che restava sempre calmo in modo innaturale… E poi lei glielo ha detto pure in faccia più di una volta. Tentava di farcelo accettare come normale senza dircelo apertamente… Saggiava il terreno. Poi ha capito che non eravamo di quella pasta ed allora si inventava altre storie: chiacchiere in ufficio per invidia di lavoro… Ha tentato anche di screditare mia cugina ai miei occhi temendo che, prima o poi, mi avrebbe detto qualcosa… Cosa che poi è avvenuta del tutto casualmente e… debbo dire che non pensavo fino a questo punto…”
Tanta gente vive così…
“Ma non è meglio separarsi? Fanno finta davanti alla gente saggiando il terreno se quelli accettano una simile situazione… E’ brutto quando lo fa il marito, ma a me sembra ancora peggio se a farlo è la moglie.”
“E’ brutto comunque. Intanto vede le figlie? Si sono adattate e stanno sempre con loro.”
“E’ vero. Fingono pure tra di loro oltre che con la gente: dopo che ho tagliato i rapporti con queste persone, ho sentito un giorno la figlia più grande che diceva alla nonna paterna che non avevano più rapporti con me perché io sono matta perché dico che la loro madre ha l’amico.”
Luisa ora rise sinceramente divertita.
“E la madre del padre, secondo me, fa finta di niente anche lei, perché si limitò ad un debole: “Uh! E tuo padre che dice?!”
Luisa rideva ancora. “Già, che dice?”
“La ragazza rispose che non diceva niente, tanto io ero matta!”
Luisa continuò a ridere senza cattiveria.
Ora rise anche la signora. “Sembra la storia del “Berretto a sonagli” di Pirandello…”
“Cosa dice questa storia?” Chiese la donna semplice con curiosità.
“E’ una commedia di Pirandello, il grande scrittore siciliano. Vi si narra, di un uomo che sa benissimo di essere cornuto, ma fa finta di niente e guai a chi gli mette la verità così davanti da non poter più fingere di non vederla. Una moglie tradita, il cui marito va con sua moglie, non accetta le corna e fa uno scandalo. Lui, allora, va a casa di questa donna e le dice che non ci sono scelte: deve farsi passare per pazza, perché lo ha messo nella condizione di non poter più fingere di non sapere quello che fa sua moglie.”
Luisa sorrideva incuriosita e ascoltava quasi incredula. “E’ una commedia però!”
Sì, ma Pirandello era un genio e quello che scriveva conteneva verità universali e non erano “pochades”… Ha avuto il Premio Nobel per la Letteratura.”
A Luisa faceva piacere sentire quello che non aveva potuto apprendere a scuola. I suoi studi si erano fermati alla licenza della scuola media inferiore e dopo aveva sempre lavorato come collaboratrice domestica e non aveva tempo per leggere.
“… E il berretto a sonagli che c’entra?”
“L’uomo tradito dice che se l’altra tradita non si fa passare per pazza per aver rivelato la tresca, lui sarà costretto a mettersi un berretto con i sonagli e così girare per la strada esposto al pubblico beffeggio. E’ il simbolo del ridicolo della vergogna che ormai avrebbe addosso…” 
“Capisco.” Luisa era intelligente, dato che la semplicità di pensieri e di sentimenti non esclude l’intelletto, anzi, senza sovrastrutture culturali forse arriva prima a certe verità.
“Questa che lei ha scansato, però, è anche pericolosa. Ricorda il gas?”
La signora si fece seria. “Sì. La prima volta che lei trovò le due bombole allentate non lo misi in relazione a questa folle ed al suo complice cornuto. Perché deve aver avuto qualcuno che le faceva da palo… per forza.”
“Ha fatto bene a togliere quelle scalette. Perché è sicuramente passata da lì… dal cancelletto e poi da lì. Doveva fare solo un piccolo tratto riparato dagli sguardi, la casa accanto era disabitata, e si è infilata subito nelle scale in discesa, ha allentato le due bombole ed è risalita su.”
“Mio marito lasciava sempre la chiave per poterle montare e smontare nell’abitacolo… Avrà usato quella. Ma la prima volta, anche se il fenomeno è sembrato strano a tutti noi, non ero arrivata a pensare una cosa del genere. So che è malata per le cose che dice e che fa, ma come potevo pensare che anche lui…”
“Ma uno che riesce a vivere così non è normale neppure lui. Lei mi ha raccontato delle cose…”
“Cose che ci hanno detto loro! Poi, certo, a certe azioni abbiamo assistito anche noi: come quella volta che staccava il busto dalla sedia e poi lo riappoggiava mentre era seduto, avanti ed indietro, avanti ed indietro, in modo inconsapevolmente ossessivo…” 
“Quel giorno arrivai e lei non era ancora andata in cortile e trovai tutta quella puzza di gas!”
“Per fortuna che non accendemmo nulla!”
“Dopo un mese risuccesse.”
“Già, e lì mio marito cominciò a trovare molto strano che quello che non era accaduto in venti anni ora accadeva così di frequente: bombole con la chiusura difettosa.”
“Poi non accadeva mai durante il giorno, ma solo la mattina si trovavano le bombole allentate ed il gas che fuoriusciva.” Ricordò Luisa.
“La squilibrata si alza molto presto…” 
“Poi ci fu l’episodio della camicia di suo figlio tagliata con le forbici.”
“Già. A quel punto andai a controllare il cancelletto e mi accorsi che era stato aperto. Però, prima di dirlo a mio marito, lo feci vedere a lei e le chiesi cosa notava…”
“Erano allentati i ganci.”
“Poi ci portai mio figlio, senza dirgli cosa avevo visto, e gli chiesi di guardare il cancelletto. Lui guardò e disse: “Ma questo è stato aperto.” A quel punto mi rivolsi a mio marito, senza dirgli quello che avevamo già notato in tre persone diverse, e gli dissi solo di guardare e dirmi se vedeva qualcosa che non andava: e lui disse “Questo cancello è stato aperto”.”
“Avete fatto bene a togliere le scalette.” Ribadì Luisa.
“Ma quelle le abbiamo tolte solo per allargare il vano di servizio dov’è la caldaia. In realtà mettemmo la catena con il lucchetto: per passare ora la pazza doveva tranciarla o farlo al lucchetto.”
“Ci vuole una sega da ferro… Ci vuole tempo… e si vede subito.” Concluse Luisa.
“Tutto questo solo perché gli abbiamo fatto capire che ci fanno schifo.”
“Capisco che gli può fare rabbia, ma queste sono cose da pazzi!” Commentò la brava domestica.
“Quando sono venuta qui ne conobbi un’altra. Ma quella non era pazza, era… è … solo una sporcacciona.” Si corresse sorridendo la signora.
“Chi sarebbe?”
“Graziella Monichelli. La conosce? Qui la conoscono tutti.”
“Oh, sì che la conosco. Vendeva le case.”
“E’ così che l’abbiamo conosciuta. Cercavamo una casa e lei lavorava per uno che aveva una specie di Agenzia, ci hanno detto che era un mezzo delinquente… Ci presentò un tizio che vendeva la sua villa, poi abbiamo scoperto che non aveva facoltà di venderla perché non aveva pagato il mutuo ed era sotto sequestro della banca.”
“Ma pensa un po’!”
“Questo tipo diceva che lui i soldi del mutuo li dava al titolare dell’Agenzia di cui si fidava “perchè era un amico”…”
“E non si faceva dare nemmeno una ricevuta? Pensi che scemo!”
“Graziella Monichelli difendeva il suo datore di lavoro e diceva che era questo tizio che faceva debiti e che fra i creditori che si erano messi in coda insieme alla banca c’era addirittura la Stock, perché questo tizio, che aveva perso la casa anche se ci abitava ancora e si atteggiava a impossibile venditore, mandava cassette di liquori a destra e a manca per fare il grande e farsi bello con la gente. Insomma una storia assurda di gente assurda.”
“Ah, signora, io non mi stupisco più di niente!”
Io invece mi voglio stupire, Luisa, altrimenti qua ci fanno sembrare tutto normale, tutto giusto…”
“Giusto no! Però la gente è così. Io ne vedo tante.”
“Comunque io non credo alle chiacchiere se non tocco con mano e sulla Monichelli  ero incredula quando quella sciroccata della moglie del pilota di aerei mi disse che ci aveva provato con suo marito.”
Luisa rideva di nuovo. Ora avevano finito il caffè ed avevano ripreso a sfaccendare.
“Poi ci ha creduto però?”
“Eh, sì. Perché la moglie di Andrea, il pilota, è vero che è una nevrotica, perché glielo hanno scritto addirittura sulla cartella clinica quando finì nell’ospedale qua vicino, però di certo non è una mitomane come la squilibrata che forse ha aperto le nostre bombole… E quando mi raccontò che con Graziella erano amici e che, una sera che lei l’aveva invitata con suo marito a cena, questa, con la scusa di aiutare Andrea che stava sparecchiando, lo aveva seguito in cucina portando dei piatti e, una volta riposti nel lavandino, gli aveva fatto delle "avances"… ci ho dovuto credere.”
“Con il marito che stava di là?”
Che fa, si stupisce Luisa?” Scherzò la signora.
Rise anche lei: “No… però…”
“Allora le dirò anche il resto: la moglie di Andrea mi disse che Graziella gli aveva messo la mano in quel posto!”
Luisa smise di pulire la macchina del gas: “No?!!!”
“Ebbene sì. Disse che il povero Andrea non sapeva come fare. Imbarazzante! Anche perché Graziella è un poco racchia vicino alla moglie di Andrea, che è una bella ragazza!”
Luisa rideva: “Per fortuna!”
“Lo disse anche lei: “Fortuna che è brutta, altrimenti io che cosa avrei fatto?” Aveva ragione.”
“Aveva ragione sì!”
“Bella amicizia! Comunque disse anche altre cose che mi lasciarono esterrefatta. Disse: “Per me il marito manda avanti la moglie…Lui è d’accordo.” E siccome io non capivo il senso di quello che mi stava dicendo, aggiunse: “Non hai visto come è effeminato? Porta la sciarpa di seta al collo…” Io continuavo a guardarla senza capire ed obiettai che avevano tre figli e non lo vedevo come omosessuale, e poi il fatto che in casa portasse la veste da camera e la sciarpa di seta al collo l’avevo visto anch’io, una volta che ero andata a cercare la Monichelli per la faccenda della casa che voleva venderci, quando ancora non sapevo come fosse impicciata, ma poteva essere uno che teneva all’eleganza… Ma lei niente… Insistette che quei due erano ambigui.”
“Volevano fare lo scambio di coppie…”
“Forse volle insinuare proprio una cosa del genere. Comunque debbo dire che quando Graziella Monichelli, sfumato l’improbabile acquisto che ci aveva proposto, vide che, tramite una agenzia immobiliare seria, avevamo acquistato proprio nel condominio dove abitava Andrea Pretori, mi disse con aria contrita: “Siete fortunati perché avete come vicini i Pretori che sono delle ottime persone. Eravamo amici…Poi c’è stato un equivoco…Mi è dispiaciuto molto, è stata colpa mia, di quell’equivoco… e l’amicizia è finita.” Riportai questa frase alla moglie di Andrea quando mi raccontò i fatti e lei disse che c’era poco da equivocare, ma che di equivoco c’erano solo Graziella  e suo marito.”
“Certo che è difficile trovare gente normale.” Sospirò a questo punto la buona domestica. 
“Non mi abituerò mai! – Ribadì la signora. – Vedo che l’anomalia è più frequente della normalità ma non sottolinearla equivale ad accettarla. Questa squilibrata di cui sospettiamo sia l’autrice dell’apertura delle bombole e del taglio della camicia stesa ad asciugare, dette subito dei segnali di anomalia….”
“Sì. Lo so: diceva di avere il cancro e non era vero…”
“Ma di follie ne dice tante, perché è una mitomane… Ma non è solo questo: cerca di distorcere la realtà degli altri e proprio sull’argomento che la riguarda da vicino!”
“Le corna!” Disse Luisa ridendo.
“Anche, ma non solo. Come sa cerca di accreditare in giro la voce che io sono scema o pazza e le figlie ed il marito sono complici anche in questo.”
“Devono coprire la loro situazione e sminuiscono chi dimostra di non credere alle follie che dice la loro madre e moglie e li evita… chi fa capire che sa delle corna… Gli altri non è che non sanno o non capiscono… E’ che sono ipocriti: fingono di essere gentili e poi gli ridono dietro.”

“Lo so, lo so. Il primo a dire che era matta fu mio figlio, il medico. Tornai a casa dal lavoro e mi disse: “Mamma ha telefonato Cristina, la vicina, non ho capito niente di quello che ha detto… Dice che stava in un salone di bellezza per donne e uomini e che ha incontrato un collega di papà e lei si è fatta passare per te e quello ha detto che ti conosceva, che ti aveva conosciuta ad una festa da ballo dell’Ente dove lavora suo marito… Non ci ho capito niente e non so perché telefona per dire simili stupidaggini.”
“E’ proprio scema … Ma era poi vero?”
“E chi lo sa. Dopo ha raccontato altre volte questo episodio, non si sa se interamente inventato o distorto dalla sua mente malata. La persona che descriveva mio marito ha detto che esiste davvero, lui lo conosce come un mezzo cretino, ma io credo che non l’ho mai conosciuto, non solo perché non sono mai stata a balli aziendali, che trovo di una tristezza infinita, ma se io avessi conosciuto altrove questo tizio e lui ricordasse male il luogo della presentazione di certo la squilibrata non avrebbe mai potuto farsi passare per me: non abbiamo proprio nulla in comune! Se uno mi ha visto almeno una volta non può ravvisarmi in un soggetto così diverso!”
“Io non l’ho mai vista da vicino ma effettivamente non mi sembra…”
“Ha un viso triangolare, magro e il mio è tondo e con gli zigomi alti… E’ una nana, tanto che io vicino a lei mi sento alta! Ha pochi capelli di un incerto castano…io, lo vede, ho una massa di capelli scuri!”
“Mi sembra bionda….”
“Perché si schiarisce con delle “mèches”… Ma, al di là del colore dei capelli che una donna può anche cambiare… proprio non si può, nell’insieme, ravvisare la mia persona in quella lì!Quindi, o quello ha conosciuto qualche signora che le assomiglia e quando la pazza si è presentata con il mio nome ha erroneamente confuso un collega con un altro, o si è inventata parte dell’episodio.” 
“E’ comunque scorretto usare il cognome di qualcun altro.” Disse seria Luisa.
“Ma è pazza veramente, non per insulto: è malata, credo si tratti di un grave disturbo della personalità. Pensi che fra le mille follie che non sto a raccontarle si era messa in testa di regalare al mio figlio medico una cravatta... a tutti i costi. Io avevo rifiutato di prenderla e lei sa cosa ha fatto?"
"Cosa?"
"Gli ha telefonato a casa alle sette del mattino per dirgli che gli voleva regalare la cravatta ed io non avevo voluto prenderla!"
"Alle sette del mattino?!"
"Ebbene sì e mio figlio, che come sa vive solo, mi ha detto "Mamma, quella pazza mi ha telefonato a quell'ora per dirmi che mi voleva regalare una cravatta, ed io avevo fatto la notte di guardia in ospedale e mi ero appena addormentato!" 
"Ma pure se non avesse fatto la guardia, se invece dormiva da tutta la notte, non si telefona alla gente a quell'ora, a meno che non sia successo qualcosa di grave o di importante!"
"L'unico modo per difendersi da certa gente è stare loro lontani." Concluse la signora e Luisa assentì.