giovedì 30 marzo 2017

Trento: gli Innocenti pagano per il malvivere altrui


Il dolore per gli innocenti uccisi e l'orribile modo in cui sono uccisi, in questo caso come in altri di cui è costellata la nefanda storia umana, è forte e desolante.
La gente cerca di capire, di darsi una spiegazione.
Ma non ce ne è. La follia non è sufficiente, giacché ci sono persone malate dal punto di vista psichiatrico che non farebbero male ad una mosca, anzi, sono esse stesse indifese di fronte alla cattiveria umana, a volte.
Questo padre che nelle foto, giovanili, somiglia all'attore Matt Damon, che viveva in un appartamento che era un attico su due piani, che per suicidarsi ha raggiunto lo strapiombo dove si è gettato con il suo SUV Volvo, è la manifestazione orribile ed estrema della mancanza di autenticità: l'incapacità di certi soggetti di vivere una vita autentica, senza tentare di coprire le proprie sconfitte, le proprie cadute, le proprie difficoltà, inventandosi una vita di facciata per il prossimo e, quando non coinvolti in questa follia, per i propri stessi familiari.
Quest'uomo non viveva per sé, ma viveva una vita dissociata: pur sapendo di essere senza soldi ha spinto la sua finzione fino al punto di fissare un rogito, e ne parlava pochi giorni prima con il vicino di casa... Fingeva una vita fasulla. Per chi? Per chi viveva quest'uomo? Non certo per sé stesso e per i suoi cari. I suoi genitori, che a quanto pare gli abitavano vicino, non sapevano nulla. Eppure se si hanno difficoltà economiche a chi ci si rivolge di solito? Ai propri genitori se si ha la fortuna di averli... Ma prima si abbassa il tenore di vita con umiltà: niente SUV Volvo, niente attico su due piani... Si può vivere bene guidando una Fiat Punto del 2007, come faccio io, e mi sento una fortunata perché la comperai nuova, quando durante 50 anni di matrimonio abbiamo sempre avuto auto usate, ad eccezione di una Dyane 6 a prezzo offerta per una convenzione fra la Citroen e l'Ente per il quale lavorava mio marito.
Ma nella testa di certa gente questo è umiliante, perché vivono di continuo confronto con chi ha di più...
"Eh, ma lo fanno tutti!" "Eh, ma ce l'hanno tutti!" Mi sentii dire da una giovane collega una volta. Risposi: "Ma tu le tue scelte le devi fare per te stessa, non per gli altri, i "tutti"".
Purtroppo si tratta di persone che non si convincono con le parole, perché sono persone insicure di sé, e si accettano e riconoscono solo se obbediscono al modello esterno.
Solo chi è tranquillamente sicuro nel profondo di sé sa essere umile di fronte alla vita.
Qui non c'è dramma di povertà vera, eppure i poveri veri difficilmente massacrano i loro cuccioli.
Altra comune deformazione è non percepire i propri figli come PERSONE, fin da quando nascono. Persone da proteggere, accudire, educare per portarli ad una loro autonomia, ma persone con il loro pensiero, dato che fin da piccolissimi si pensa e si capisce anche molto, che dunque vanno percepite con il loro Io, che non è il nostro Io. Purtroppo chi uccide i propri figli non li vede come "altro da sé".
Un'altra riflessione che ho fatto di fronte a questo crimine estremo, è che, in questi miei lunghi 70 anni, ho constatato con meraviglia che in certe famiglie i coniugi non si dicono tutto sulla propria situazione economica, hanno conti separati, non sanno di certi acquisti che l'uno fa perché l'altro non deve saperlo, oppure i coniugi sanno l'uno dell'altra ma i figli non debbono sapere nulla! Sono tutte situazioni che ho scoperto da confidenze che la gente mi ha fatto... Hanno suscitato il mio stupore perché non riesco a comprendere come si possa nascondere qualcosa alle persone più care, quelle con cui si vive la propria vita ogni giorno, nella stessa casa!
Eppure questo è: molta gente vive così. 
Oppure ci sono stati casi di cronaca nera in cui figli incapaci di proseguire negli studi universitari hanno preferito uccidere i genitori piuttosto che confessare loro la loro inadeguatezza e, dopo aver detto una montagna di bugie su esami dati e prossime lauree, stretti nell'angolo in cui si erano messi da soli, hanno ucciso! 
Da: Notizie.Tiscali.it


Bimbi uccisi a Trento, l'sms del papà alla moglie dopo la strage: "Stai tranquilla"


Sorrentino ha scritto alla donna dopo aver ucciso i due figli più piccoli a colpi di martello e prima di suicidarsi lanciandosi nel vuoto


Gabriele Sorrentino, il papà che ha ucciso i suoi due figli più piccoli a colpi di martello, dopo la strage ha mandato un Sms alla moglie, Sara Failla, "Stai tranquilla".

I messaggini di Sorrentino

L’uomo ha poi scritto un altro messaggio prima di suicidarsi gettatosi da una dalla terrazza del vecchio hotel Panorama, come dimostra il suo telefonino che ha agganciato la cella telefonica della zona di Sardagna a Trento intorno attorno dalle 10.15 alle 10.30.. Ma questi non sono stati gli unici messaggi inviati da Sorrentino la mattina della strage. Ha scritto alla famiglia d'origine prima al padre Alberto chiedendogli di non andare a prendere i bambini a scuola  spiegando che non li aveva mandati perché avevano dormito male. Poi un altro sms 'di servizio' alla moglie, per dire che i bambini sarebbero stati affidati alla nonna.

“Stai tranquilla”

Quella stessa mattina, intorno a mezzogiorno Sorrentino e la moglie  avevano un appuntamento dal  notaio per completare l'acquisto dell'appartamento dove vivevano. Nel frattempo il consulente finanziario ha iniziato a posticipare gli appuntamenti con i suoi clienti accampando svariate giustificazioni. Nell'ultimo sms alla moglie, quello inviato molto probabilmente poco prima di togliersi la vita, scriveva che Alberto e Marco non erano dalla nonna e di stare "tranquilla". La moglie, allarmata, ha provato a telefonare e a inviare messaggi al marito senza però ottenere risposta. Al rientro a casa, la terribile scoperta

L’uomo era fortemente indebitato

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il contesto dell’ accaduto e le terribili ore prima e dopo l’ omicidio dei due fratellini. Stanno cercando di capire cosa possa aver spinto Gabriele, un padre descritto da molti come modello, che adorava i suoi bambini, ad uccidere e poi a togliersi la vita. Una cosa è certa. Gabriele no non ce l'avrebbe fatta a riscattare il lussuoso appartamento in cui viveva la sua famiglia. Avrebbe dovuto confessare alla moglie che i soldi non c'erano, forse anche che si era indebitato. L'ex carabiniere ha visto crollargli addosso la vita, deve aver pensato di aver fallito e di aver rovinato il futuro dei suoi figli

Uccisi con 5 martellate

Gli esami necroscopici disposti dalla Procura ed effettuati o hanno confermato le risultanze dell'ispezione cadaverica: i bimbi sono stati raggiunti alla testa con un martello, ritrovato nell'appartamento, in tutto cinque colpi: uno solo inferto ad uno dei piccoli, altri 4 al fratellino. Il magistrato ha rilasciato il nulla osta per la loro sepoltura.

Acquisito pc dell'uomo

 La Procura di Trento ha aperto un'inchiesta per duplice omicidio aggravato ma ovviamente il fascicolo dovrebbe essere chiuso in breve tempo per la morte del responsabile. Gli inquirenti però lavorano ancora per chiarire alcuni aspetti legati ai problemi finanziari dell'uomo e valutare il quadro psicologico in cui è maturato il delitto. Gli accertamenti devono fare luce sulla situazione finanziaria di Sorrentino, che pare fosse sul lastrico per una serie di operazioni finanziarie e immobiliari arrischiate. In particolare è stato acquisito pc dell'uomo che lavorava in casa da tre anni come operatore finanziario.

Non era in grado di saldare il lussuoso appartamento

Dai primi accertamenti l'uomo non era più in grado di saldare l'acquisto del lussuoso attico su due piani di via della Costituzione, nel nuovo quartiere delle Albere, preso con la formula 'rent to buy' e del valore di 1,2 milioni di euro. Una situazione ormai disperata, pare nascosta ai familiari. L'uomo, schiacciato dal peso delle responsabilità, e disperato ha voluto portare con sè i figli più piccoli. Quelli che gli venivano affidati quando la moglie la mattina usciva per andare a lavorare. Quelli che restavano con lui che lavorava a casa.

La città di Trento è sgomenta

La città, sgomenta, intanto tenta di reagire ipotizzando una rete di solidarietà nei confronti della madre e della figlia maggiore della coppia, sopravvissuta alla strage perché in gita scolastica. "Trento esprime la vicinanza alle persone che restano di quella famiglia, con la disponibilità di restare loro accanto nelle forme che vorranno comunicarci. Se posso fare qualcosa a nome della città la farò", ha detto il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.

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