giovedì 5 aprile 2018

Direttore Didattico Fabi - Raccolta "Novelle Nuove"

Raccolta "Novelle Nuove"

Direttore Didattico Fabi

La Storia che voglio raccontarvi vi sembrerà inverosimile, oppure no... Dipende dalla vostra esperienza. A qualcuno sembrerà invece molto verosimigliante visto cosa è diventata la Scuola in Italia all'inizio del ventunesimo secolo dell'era cristiana. 
Ma la storia che voglio raccontarvi non è la scuola della follia e del degrado attuali, è la scuola degli ultimi anni del secolo appena passato, quando ancora i genitori rispettavano gli insegnanti e non correvano a denunciarli per ogni sciocchezza, quando avevano ancora un poco di ritegno e non pretendevano di rovesciare i loro problemi personali sul personale della scuola, quando le loro follie, che c'erano sicuramente pure allora, venivano contenute da un decoro nei rapporti sociali che non era sbracato come l'attuale.
Narriamo di una scuola che era famosa in una grande città perché ospitava un maestro molto noto per aver condotto una trasmissione televisiva volta all'apprendimento. Infatti il Direttore Didattico Fabi ne andava giustamente orgoglioso e appena conosceva qualcuno citava il maestro Vitelloni quale gloria della "sua" scuola. Ed è quello che fece con il Prof. Gaetani, persona molto vicina a dei Padri Salesiani che gestivano un prestigioso Istituto Scolastico dove egli ambiva ottenere delle consulenze per arrotondare lo stipendio.
Non che ne avesse bisogno, essendo uno zitellone attempato, dunque senza famiglia da mantenere, ma da poco aveva intrecciato una relazione con una vigilatrice di una scuola dove aveva tenuta una piccola conferenza: non era bella, ma aveva una grazia da zitellina un poco appassita che non gli dispiaceva e, amando corteggiarla, aveva qualche spesuccia in più: un regalino, una cenetta…
Il Prof. Gaetani era uno scienziato che si divideva fra un Istituto di Ricerca Statale e l'Università, e Fabi, che aveva una blanda amicizia con lui, teneva molto al ruolo che avevano nella Società i genitori dei bambini della Scuola Comunale che lui dirigeva.  Essa era collocata in un quartiere semiperiferico e i bambini appartenevano ad una grigia piccolo-media borghesia, mentre le famiglie più abbienti e con professioni un poco particolari ed elevate iscrivevano i loro figli all'Istituto dei Salesiani. Dunque quando Gaetani, che abitava in un quartiere nuovo adiacente ed ancora più periferico, gli chiese se poteva iscrivere i suoi due bambini nella sua scuola, in pratica un favore, giacché all'epoca le regole vietavano di iscrivere i bambini in scuole che non fossero quelle di zona,  Fabi gli disse subito di si e, nel contempo, gli disse: "Ma questi Salesiani, tu li conosci, mi sembra che avrebbero bisogno di qualche consiglio sulla didattica… Perché non gliene parli? Io sono disponibile a dare loro qualche consiglio… Qualche consulenza." Gaetani era quel che si dice un puro e gli disse "che sì, gliene avrebbe parlato senz'altro", e lo ringraziò moltissimo per aver preso i suoi due bambini.
La moglie di Gaetani era una giovane timida e molto indaffarata, dato che oltre ai due aveva anche un cucciolo di due anni e, pur se per portare a scuola i due più grandini doveva compiere un tragitto più lungo da casa alla scuola fuori quartiere, quindi uscire molto prima dell'orario di entrata, ne era contenta giacché il sacrificio serviva a far stare i suoi bimbi in una vera scuola, con le aule spaziose e luminose, in perfetta architettura fascista, e non in una palazzina adattata a scuola, con delle stanze adattate ad aule come quella del quartiere nuovo dove abitavano, giacché la Repubblica non aveva ritenuto di costruire una Scuola in quel popolosissimo quartiere fatto di palazzoni affollatissimi di gente.
La zitellina che il Direttore Didattico Fabi corteggiava faceva la vigilatrice in un'altra scuola, ma lui le aveva trovato un ruolo anche nella sua, consentendole così di avere un introito in più oltre lo stipendio ministeriale che le spettava per il suo ruolo.
Avendo a disposizione dei fondi per delle attività sportive, aveva organizzato un corso presso una piscina privata a cui quasi tutti i genitori dei bambini in età scolare avevano aderito iscrivendovi i loro bambini. Con quei fondi e con le quote di iscrizione aveva potuto fare un contrattino alla zitellina appassita per svolgere il ruolo di accompagnatrice sul pullman che dalla scuola conduceva i bambini alla piscina e ritorno. Nei casi in cui le mamme non potevano provvedere alla doccia e relativa asciugatura dei loro bimbi, la donna si prestava ad aiutare quei bimbi che non sapevano fare da soli.
Le mamme, soprattutto, meno i papà, sapendo dalle voci che giravano su Matilde che era la "fidanzata" del maturo Direttore, per inclinazione servile la leccavano in modo imbarazzante, profondendosi in sorrisi e complimenti, forse nell'intento di accattivarsi la simpatia del Direttore della Scuola, non si sa per quale necessità dei loro bambini, ma tant'è: "Non si sa mai! Se serve qualcosa, un favore…"
Non tutte le mamme erano così scioccamente servili e, fra quelle che si comportavano in modo normale, figurava la graziosa e timida moglie del Prof. Gaetani.
Ora si sa che le persone che abbiano un qualche valore e non siano affette da animo meschino non accettano vezzeggiamenti interessati, ricavandone anzi imbarazzo, ma si da il caso che Matilde appartenesse alla categoria delle persone meschine, i cui sentimenti  volano basso, dunque non aveva nessuna vergogna di tutte quelle smancerie delle leccone, anzi si atteggiava in modo grottesco a persona importante, tanto da restare con teatrale esitazione sulla scaletta del pullman, senza discenderne normalmente, accettando da una di quelle adulatrici un mazzo di fiori…
Fabi anche avrebbe dovuto ricavare un certo impaccio da questo scodinzolare di molte mamme, sia per la sua posizione che richiedeva un certo ritegno, sia perché la zitellina aveva un contratto per quella particolare attività esterna alla scuola, rimanendo una dipendente di un'altra scuola dove svolgeva il suo lavoro di vigilatrice la mattina, mentre i corsi della piscina, con cui Fabi aveva fatto un regolare abbonamento per la scuola che dirigeva, si svolgevano oltre l'orario scolastico nelle prime ore del pomeriggio.
Ci sono persone ignare di destare l'interesse degli altri per una qualche importanza che viene loro attribuita a loro insaputa e una di queste era la moglie del Prof. Gaetani, la quale non supponeva neppure lontanamente che esistessero forme di pensiero in cui si valutano le persone per il loro posto nella società, dato che l'ingenua guardava al suo prossimo con ben altra scala di valori: educazione, intelligenza, cultura, rispetto per il prossimo e bontà, quest'ultima virtù che le apparteneva, ma di cui lei non si rendeva conto. Non sapeva spiegarsi dunque l'interesse che Matilde aveva appuntato su di lei, ritenendola più su delle scodinzolanti, solo perché moglie di uno scienziato! Per questo la meschina, sapendo dal suo maturo spasimante "che lui aveva fatto un favore allo scienziato accettando i suoi due bimbi nella sua scuola abitando essi fuori zona", si aspettava una particolare attenzione dalla madre di quei bambini, neppure avesse fatto lei quel favore! Quella invece non partecipava alla commedia di cui Matilde si sentiva la protagonista, limitandosi a salutarla e sorriderle normalmente, qualche volta anche ringraziandola educatamente quando teatralmente si dimostrava stanca di non si sa bene quali fatiche, dato il ruolo che svolgeva.

Finché un giorno, giunta a ritirare la sua bimba più grande in piscina, dato che preferiva portare a casa i suoi bambini con la sua auto piuttosto che andare a ritirarli dal pullman che li riportava davanti alla scuola, trovò la sua bambina con un'espressione di meravigliato timore sul viso. Era una bambina di rara intelligenza e ancora più rara bontà, tanto che la sua indole suscitava affetto e ammirazione in tutti e la giovane madre riceveva per questo complimenti da tutte le sue insegnanti.
"Cosa c'è amore?" Le chiese mentre erano dentro lo spogliatoio.
"Matilde è entrata qui, mi ha sgridato e strattonato per un braccio." Disse la bimba mortificata.
"Perché? Cosa avevi fatto?" Chiese la madre piena di meraviglia.
"Niente. - E la bambina la guardò con i suoi occhioni verdi in cui ancora c'era la meraviglia per qualcosa che aveva subito senza capire.
Come richiamata nel luogo dal suo misfatto,  apparve sulla porta la zitella con un'espressione fra l'accigliato e l'inquietudine di chi sa di avere la coscienza sporca: "Questa bambina ci mette troppo tempo a vestirsi e ad asciugarsi i capelli ed io l'ho rimproverata perché non possiamo aspettare tutti i suoi comodi!" 
La giovane mamma la guardò piena di meraviglia ma, nonostante la sua timidezza e il rispetto che doveva sempre al suo prossimo per educazione, avvertì l'ingiustizia del trattamento che colei aveva inflitto senza motivo alcuno alla sua bambina e conseguentemente le rispose: "Ma la bambina non sale sul pullman con voi, l'ho sempre ripresa io, e vedo che è già vestita ed ha i capelli asciutti perché sa farlo da sola…"
"Eh! Lei è arrivata tardi!" Continuò incongruamente quella cercando altri pretesti per sfogare la sua ostilità.
"No, io ero nello spogliatoio dei maschietti ad asciugare i capelli al fratellino minore di Stella. Lei è molto brava e fa tutto da sola, davvero non capisco, mi ha detto che l'ha strattonata per un braccio." E nel dire questo si sentì tutta la sua rattenuta riprovazione per un gesto immotivato e misero verso una innocente bambina così buona e brava.
Anche nella sua ingenuità la signora Gaetani avvertì il malanimo della vigilatrice e cominciò ad intuirne la squallida motivazione.

Poco tempo dopo la fermò l'impomatato Direttore che iniziò un discorso mellifluo che nulla aveva a che fare con il ruolo che lui ricopriva e con il rapporto che avrebbe dovuto avere con una madre dei suoi scolari.
"Ma questi Salesiani, io li vedo non preparati… L'avevo detto a suo marito… Ero disposto ad aiutarli dando loro qualche consulenza…"
La donna capì che si trattava di una rozza richiesta di monetizzare il favore fatto a suo marito. Nonostante i suoi valori fossero ben distanti da quello che si stava rivelando un uomo misero che, forse proprio per questo, aveva scelto una donnetta altrettanto misera che si comportava come se fosse lei la direttrice della scuola, la donna comprese e gli rispose che avrebbe parlato con suo marito.
Lo fece e suo marito le disse: "L'ho fatto. Ma i salesiani non hanno bisogno di alcuna consulenza.. Non so cosa altro posso fare."
Nella scuola comunale di epoca fascista, molto ben fatta e ancora resistente rispetto a molti edifici scolastici costruiti in epoca repubblicana, si verificarono alcuni fatti.
Furono istituiti i turni: alcune classi entravano la mattina, altre il pomeriggio, un'ora dopo l'uscita di quelle del turno di mattina.
Il Direttore, per facilitare la vita alle famiglie, dette disposizioni affinché fratellini iscritti nella sua scuola finissero nel medesimo turno. In alcuni casi i bambini i cui fratellini erano in classi di turni diversi furono cambiati di classe con l'assenso dei genitori, per comodità di organizzazione della famiglia stessa.
Questo non accadde per i due figli del Prof. Gaetani.
La mamma dei due si ritrovò con la classe della bambina nel turno di mattina e la classe del maschietto più piccolo nel turno pomeridiano. Nessuno le chiese se voleva spostare di classe uno dei due, anzi le fu detto che non era possibile.
Per quanto ingenua la donna capì la meschina ritorsione del Fabi e si organizzò al meglio correndo di più per il bene dei suoi bambini.
La mattina accompagnava la bambina, portando in auto anche quello che faceva il turno pomeridiano e il più piccolo, che ancora non andava neppure all'asilo. Tornata a casa con i due bimbi organizzava il pranzo per il maschietto che doveva fare il turno pomeridiano con un leggero anticipo, dovendo poi andare a prendere la sorellina che usciva alle h. 13:00, sempre con i due, per poi attendere nei paraggi della scuola l'ora in cui doveva entrare il maschietto per il turno pomeridiano. Entrato lui ella tornava a casa e faceva pranzare la bambina, avendo di solito dato il pranzo al piccolino prima, insieme al fratellino che faceva la terza elementare. Da tutto questo andirivieni a volte la sollevava il marito in base ai suoi impegni di lavoro: o per l'andata del mattino della bimba o per il ritiro del maschietto a sera. 
Ma ciò accadeva non regolarmente e la mammina si organizzava al meglio, data la non vicinanza della scuola. 
L'anticipo sull'ora del pranzo per il maschietto che doveva entrare alle h. 14:00 comportava che il suo già capriccioso appetito diventasse ancora più scarso e il bambino mangiava lentamente e controvoglia. Un giorno che aveva mangiucchiato poca pasta e non voleva la carne, la madre provò a dargli del prosciutto crudo e, dato che mangiava svogliatamente anche quello, ella per stimolarne l'appetito prese un piccolo panino all'olio e vi mise dentro il prosciutto. Il bambino gradì e lo mangiò tutto.

Dall'inizio della prima elementare della bimba, che ora era in quinta, il Fabi  aveva fatto una riunione con delle mamme e papà proponendo a chi lo voleva una sezione che applicava un insegnamento sperimentale con una maestra nuova, molto intelligente e motivata. Ella era presente alla riunione e illustrò il suo metodo: i bambini non sarebbero stati costretti a sedere sui banchi, ma avrebbero avuto dei tavoli rotondi intorno ai quali avrebbero lavorato insieme, avrebbero poi potuto alzarsi in qualsiasi momento, ed infine ella avrebbe applicato l'insiemistica e non l'insegnamento abituale dell'aritmetica. I genitori posero alla maestra Aristoteli e al Fabi delle domande: "Potevano essi garantire tale insegnamento per tutti i  cinque anni delle elementari? Giacché, se la maestra Aristoteli avesse cambiato di scuola e i loro bambini si fossero trovati poi con insegnanti che applicavano il metodo tradizionale, avrebbero potuto trovarsi in una posizione difficoltosa se non proprio svantaggiata!" 
Fabi li rassicurò: garantiva egli stesso che la maestra Aristoteli sarebbe rimasta nella sua scuola per tutti i cinque anni del corso. 
I genitori più evoluti accettarono, altri, perplessi, preferirono non sperimentare sulla pelle dei loro bambini.
Stella, per scelta dei genitori, era stata assegnata alla classe della maestra Aristoteli.
Tutto andò bene per la prima elementare. La maestra era una donna aperta, di idee comuniste, moglie di un giornalista che lavorava in un importante quotidiano di sinistra. Tutta la sua vita era improntata ad un autentica visione di sinistra, spartana. Ad esempio raccontava alla giovane mamma di Stella, con la quale era entrata in simpatia, che a casa sua non avevano armadi, data la scarsezza di soldi, essendo suo marito pagato a partita IVA, solo per gli articoli che scriveva, e gli abiti erano appesi con delle stampelle ad un appendiabiti come quelli che usano nei negozi di abbigliamento, in tubolare metallico, e che andava benissimo così.
In seconda elementare iniziò lo show della vigilatrice che si sentiva direttrice. Quando avvenne l'episodio dello strattonamento di Stella la giovane mamma ne parlò con la maestra Aristoteli, giacché conosceva bene la sua bambina e voleva sentire il suo parere.
La donna fece un sorriso di intelligenza e disse alla ingenua giovane madre: "La sua bambina è molto intelligente, sopra la media in assoluto, buona e responsabile, glielo avevo già detto l'anno passato.. Mi meraviglio del gesto di costei che non ho difficoltà a definire immotivato e squallido.. - Fece una pausa e, con un sorriso fra l'indulgenza e l'ironia, della vigilatrice e del Direttore disse: "Dicono che dormano insieme.." 
Anche l'ingenua dunque capì.
Il giorno dopo, alla fine delle lezioni, mentre attendeva che la sua bimba salisse sul pullman della piscina per fare l'andata insieme agli altri, si intrattenne a scambiare due parole con la maestra Aristoteli e, in quel momento, arrivò la zitellina Matilde che doveva prendere servizio per l'incarico che il suo maturo fidanzato le aveva trovato. Le due donne la salutarono e fu subito visibile il suo imbarazzo di persona che ha la coscienza sporca e si trova davanti a chi quella bimba, da lei immotivatamente maltrattata, la conosce bene. 
La maestra Aristoteli era donna franca e non certo vile e leccona, dunque le chiese: "La signora Gaetani mi stava raccontando dell'episodio di ieri che riguarda Stella. Come mai? Una bambina eccezionale per i sette anni che ha, direi in assoluto la prima della classe per profitto e comportamento!"
La donna, visibilmente tesa e in difficoltà, provò a rispondere con arroganza: 
"La bambina era lenta ad asciugarsi i capelli e io ne ho tanti di bambini e ci dobbiamo sbrigare perché il pullman al ritorno ha degli orari.. Non possiamo far aspettare i genitori che sono qui, davanti alla scuola ad attendere ad una certa ora!"
Questa volta intervenne la madre manifestando tutto il suo stupore per la falsificazione impudente della donna: 
"Ma cosa dice? Sa benissimo che al ritorno riprendo io i miei bambini con la mia auto! C'ero anch'io e stavo nello spogliatoio dei maschietti con l'altro mio figlio perché è più piccolo ed ha bisogno di aiuto! Stella l'avevo controllata poco prima e stava facendo tutto da sola e quando sono tornata nello spogliatoio delle femminucce era già vestita e con i capelli asciutti!"
La donna, messa alle corde, fece una faccia accigliata, provando ancora a dire qualche insostenibile falsità per coprire il suo malanimo, del tipo che "la bambina rispondeva ed era maleducata", ma intervenne di nuovo la maestra che confutò come impossibile un simile comportamento da parte di una bambina la cui educazione e bontà erano conosciute anche da altri. A questa scenetta avevano iniziato a partecipare quali spettatori alcuni genitori dei bambini che dovevano salire sul pullman e tutti dettero ragione alla maestra, guardando la vigilatrice con meraviglia e ragionevole dubbio. 
La donna, messa a nudo nella sua meschinità, con una scusa entrò dentro la scuola piena di rabbia, lasciando il gruppetto a commentare.

Dopo questo episodio la maestra Aristoteli venne allontanata dalla scuola, con grande costernazione e meraviglia dei genitori che si erano fidati del Direttore che aveva garantito loro una continuazione del suo metodo fino alla quinta elementare.
Ovviamente ne chiesero conto al Fabi, il quale senza vergognarsi per  aver mancato alla parola data, disse che il metodo applicato dalla maestra Aristoteli non aveva dato i frutti sperati e, non essendo lei di ruolo in quella scuola ma avendo solo un contratto di supplenza, riteneva il contratto con lei risolto.
Inutili furono le rimostranze dei genitori che apprezzavano l'insegnante ed erano preoccupati per il profitto dei loro bambini, costretti a passare ad un metodo di insegnamento a cui non erano abituati nel passaggio alla terza elementare.
La squallida zitella aveva avuto la sua vendetta usando le sue grazie appassite sullo zitellone imbrillantinato.
La maestra Aristoteli ovviamente parlò con i genitori e tutti seppero come stavano le cose.

In terza Stella capitò con una maestra che usava un metodo tradizionale, ma seppe adeguarsi ugualmente così bene che alla fine dell'anno, con stupore, la madre si sentì dire dalla sua insegnante che aveva acquistato un regalo "per quella bambina speciale" porgendo alla bambina un pacco con un astuccio di colori e un libro.
La maestra accarezzò la piccola e aggiunse: "Non faccio abitualmente regali ai miei alunni, ma a lei ho voluto farlo, signora, questa bambina è eccezionale per intelligenza e comportamento."

Il fratellino di Stella fu da Fabi messo in classe con una maestra arrivata nuova nuova. Sorridendo in maniera melliflua egli sostenne che era una maestra che collaborava con la gloria della scuola: il maestro Vitelloni.
Costui, che la signora Gaetani aveva apprezzato per come compariva in televisione con il suo metodo di insegnamento, era, visto di persona, un bell'uomo, ma pieno di sé, e la donna si sorprese, perché ancora troppo giovane e priva di esperienza, nel constatare quanto può essere diversa una persona dal personaggio visto dentro la scatola televisiva. 
Egli guardava oltre la testa delle persone, compreso di sé.
Dato che nessuno dei suoi bambini era in classe con lui la Gaetani non pensava dovesse salutarla, ma notava che in televisione sembrava forse meno attraente, perdendoci  in apparenza fisica, ma guadagnando un'aria umile che proprio non esisteva nella realtà.
Un giorno la maestra del bambino più piccolo fermò la madre, che aveva appena lasciato il suo bambino a scuola, e insistette perché venisse nella sua classe a vedere come lei cercava di applicare il metodo celebrato del maestro televisivo.
La giovane era un poco imbarazzata da quella richiesta perché fatta specificatamente a lei e non, magari, ad un gruppo di mamme. Era timida e schiva e non capiva perché le desse tutta quella importanza. Ma mentre cercava di congedarsi quella fece di più: "Venga, la porto nella classe del maestro Vitelloni, le faccio vedere come insegna!" 
La giovane, stupita, si schermì: "Ma non fa niente.. Non vorrei disturbare la lezione.."
Ma la strana insegnante insistette con un sorriso un poco teso e pressante: "Non si preoccupi, venga venga!" E la prese per un gomito accompagnandola fuori dall'aula in corridoio. La donna si volse indietro guardando preoccupata suo figlio che sedeva in silenzio nel suo banco come gli altri bambini. Tentò preoccupata un'estrema difesa: 
"Ma lascia i bambini da soli? La classe..."
Ma quella non sentiva ragioni, ormai la teneva per il braccio e la spingeva su per le scale al piano superiore dove era la classe dove insegnava la gloria della scuola: 
"Possono rimanere da soli per un momento! Non si preoccupi."
Giunsero nella classe di Vitelloni che stava facendo lezione in piedi, vicino ad una delle finestre dell'aula. La maestra nuova salutò il maestro dicendo: 
"La signora è la madre di un mio alunno, il marito è uno scienziato, volevo mostrarle la tua classe!." Il Vitelloni rispose al saluto della imbarazzatissima signora Gaetani, che avrebbe voluto fuggire via tanto le sembrava fuori luogo quella visita, senza sorridere e continuando a rivolgersi ai suoi alunni. La stravagante maestra le illustrava gli esperimenti di botanica che il maestro allestiva per i piccoli alunni e altre iniziative didattiche esposte sui larghi davanzali interni delle finestre, mentre lui continuava indifferente la sua lezione come se le due donne non ci fossero. 
Alcuni bambini si distraevano guardando le due intruse aumentando l'imbarazzo  della giovane mamma che non vedeva l'ora di essere liberata da quel giro fra il museale e il turistico in cui quella pazza l'aveva trascinata. Per la prima volta le si era affacciata alla mente quella parola: pazza, tanto trovava insensato quel giro. Alla fine la maestra, che lei in seguito chiamò "la maestra matta", la lasciò libera salutando il suo algido ed indifferente collega che rispose appena al saluto di congedo delle due donne.
Non si capiva perché avesse voluto trascinare proprio lei a mostrarle tutto ciò, era una mamma qualsiasi e i suoi figli erano in altre classi...
Successivamente la giovane ebbe ancor di più da meravigliarsi in piscina, dove la maestra di suo figlio si metteva in costume per seguire meglio gli alunni insieme al Vitelloni: in costume da bagno anch'egli. Cosa che altri maestri non facevano, non venendo affatto in piscina ad assistere al nuoto dei bambini che vi aderivano. Ma il segno più basso il Vitelloni lo raggiunse quando, chiacchierando con la maestra seduti a bordo piscina, guardò ostentatamente verso la signora Gaetani, ovviamente vestita, che sedeva un poco distante e, in pesante accento dialettale, proferì: 
"Sembra un manico de' scopa! "
La maestra rise guardando verso l'esterrefatta povera signora che, per buona educazione non reagì a quell'apprezzamento volgare e gratuito.

Ma le stranezze comportamentali dell'insegnante del suo bambino non finirono lì.
Un giorno che era andato a prenderlo suo marito, liberatosi da un impegno di lavoro visto che il bimbo faceva il turno pomeridiano, la maestra lo fermò dicendo che aveva fatto venire lo psicologo in classe per esaminare suo figlio. Il Prof. Gaetani sbalordito chiese la ragione e, soprattutto, perché aveva preso una simile iniziativa senza avvertire i genitori, a cui peraltro non risultava che il bambino avesse alcun problema. 
La stupefacente spiegazione fu la seguente: "Ieri mi ha detto che aveva mangiato un panino al prosciutto che gli era piaciuto tanto. Sua moglie trascura i suoi figli e li fa mangiare a panini."
"Ma lei sta dicendo delle cose folli! Ma come si permette?! Mia moglie non trascura affatto i nostri bambini, anzi si dedica a loro interamente! Nemmeno lavora per questo! Ma cosa dice? Mangiare a panini perché il bambino un giorno ha mangiato anche un panino al prosciutto?!! E da questo lei deduce che il bimbo ha bisogno dello psicologo? E lo chiama in classe senza avvertirci? Ma lei cosa ha in testa?!"
"Il Direttore Fabi mi ha detto che sua moglie studia... "
"E allora?!" Proferì il Gaetani arrabbiatissimo e sconcertato per le assurdità che quella donna stava dicendo.
"Come fa a studiare avendo dei bambini? Sicuramente li trascura e fa mangiare a panini i suoi figli, perché non ha tempo per preparargli da mangiare!"
"Lei deve essere pazza per dire tutte queste sciocchezze ed io non le consento di dire altro e la diffido a permettersi di inventare leggende su mia moglie!"

Tornato a casa riferì arrabbiatissimo i fatti a sua moglie, continuando animatamente a commentare e a dire che quella donna doveva essere pazza!
La signora Gaetani era timida ed educata ma tutt'altro che stupida e disse a suo marito:
"Mio caro, io non te l'ho detto ma è da tempo che Fabi sta dimostrando la sua piccineria cercando di monetizzare il favore che ti ha fatto a prendere i nostri figli nella Scuola da lui diretta.. Visto che tu non gli hai procurato le consulenze che avrebbe voluto presso la Scuola dei Salesiani..."
"Ma consulenze di che?! - Proferì il marito. - Che consulenze può dare?! I Salesiani hanno tutte le figure che gli servono per il loro Istituto Scolastico..."
"Lo so, lo so! - Lo interruppe la moglie. - Ma quello voleva che tu gli procurassi un aggancio per farsi pagare delle fumose ed inutili, per i Salesiani, consulenze didattiche. E' un meschino personaggio che pretenderebbe anche che io sleccassi la vigilatrice che ha schiaffato ad accompagnare i bambini che vanno al nuoto e siccome io mi comporto cortesemente ma normalmente senza sleccare nessuno..."
"Ma ci mancherebbe altro! - Esclamò il marito indignato. - Ma chi sono questi? Ho fatto tanti favori e cortesie alla gente senza pretendere nulla in cambio! Sleccamenti poi! Mi farei orrore da solo se solo mi sfiorasse un simile pensiero!"
"Sono piccole persone, misere... Ed anche vendicative. Guarda cosa hanno fatto alla maestra Aristoteli per aver difeso nostra figlia da quella miserabile donnetta di Matilde! Questo Fabi è un pupazzo nelle sue mani se consente queste interferenze nel suo lavoro di Direttore Didattico. Dovrebbe agire con discrezione se è la sua fidanzata."
"Ma che fidanzata, che fidanzata! Sono due vecchi rispetto a noi... Se la scopa e quello zitellone ha il cervello in pappa!"
"Ti prego! Ci sono i bambini! Potrebbero sentire!"
"Parlerò con i Salesiani e spostiamo il bambino nella loro scuola." Disse duro il Prof. Gaetani.
"Sono d'accordo - disse la moglie - anche se siamo a metà anno scolastico non possiamo permettere che questi squallidi personaggi agiscano a danno dei nostri figli per ritorsione verso di noi, rei di non soggiacere alle loro assurde pretese.  Già hanno fatto un danno alla bimba, e non solo a lei ma a tutta la sua classe, mandando via la maestra che applicava quel metodo sperimentale che Fabi aveva garantito fino alla quinta elementare ai genitori, che hanno accettato fidandosi della sua parola!"
"Già questo ti dice che persona è!!" Commentò il marito.

Il bambino fu tolto dalla Scuola il giorno dopo e la "maestra matta", come ormai la chiamava la Sig.ra Gaetani, ci rimase di cacca! Provò a parlare con i genitori cercando di giustificarsi, ma fu rintuzzata dal Gaetani con fermezza ed una punta di disprezzo.
Dato che la bambina andava bene a scuola ed era amata dalla sua maestra, lasciarono che terminasse la quinta elementare lì. 
Una mattina che, dopo averla accompagnata a scuola, la signora Gaetani stava tornando all'auto, la fermò sul marciapiede la "maestra matta".
"Signora, - disse con un sorriso teso - addirittura togliere il bambino dalla scuola! E cosa avrò fatto mai!" Era evidente che nella sua follia servile verso lo squallido Direttore aveva ottenuto un effetto che la sua mente non si aspettava, pensando invece di poter creare un caso: il bambino trascurato a cui la scuola metteva a disposizione lo psicologo! Un modo per far pesare ancora di più "il favore" fatto da Fabi, il quale avrebbe potuto pavoneggiarsi con il Prof. Gaetani accampando storie che non solo gli aveva preso i figli fuori zona, ma con uno che era bisognoso di cure psicologiche! Ecco a cosa mirava il ridicolo show con il volgare e superbo maestro Vitelloni : la "maestra matta" voleva dire "vede in che scuola Fabi ha preso i suoi figli"? Guardandola la giovane mamma Gaetani pensava tutto questo. E non era la sola. Si fermarono accanto a loro altri genitori che avevano appena lasciato i loro bambini dentro la scuola. Le voci giravano, anche se la signora Gaetani non aveva parlato con nessuno, e certi comportamenti anomali erano stati visibili anche ad altri genitori. L'allontanamento brusco ed inaspettato della brava maestra Aristoteli, che non se ne era stata zitta, anche perché i genitori, costernati, ne avevano chiesto conto pure a lei  pensando fosse stata una sua scelta, aveva già creato sconcerto e riprovazione, ed ora un bambino che veniva tolto dalla scuola altrettanto bruscamente, a metà anno scolastico, per essere iscritto nel noto Istituto dei Salesiani... La mamma fermata dalla "maestra matta" vide crescere l'imbarazzo sul suo viso ora che il loro colloquio aveva degli spettatori. Le stava rispondendo quello che era ovvio: "Signora maestra, lei senza parlare con me ha dedotto che io facessi mangiare a panini i miei figli perché studio all'università. Perché il mio bambino le ha detto un giorno che aveva mangiato un panino al prosciutto che gli era piaciuto tanto! Era vero, ma solo perché, dovendo mangiare presto per via dei turni in cui sono stati messi i miei due bambini, il bambino quel giorno non mi aveva mangiato che poca pasta e non aveva voluto la fettina.. Non potevo mandarlo a scuola a stomaco vuoto." Intervenne una signora del gruppo che si era formato intorno a loro: "Ma sai quante volte per sbrigarmi ho fatto mangiare a panini i miei figli?! E allora?" La "maestra matta" era sempre più imbarazzata. Un padre la guardava con ostentata ironia e un sorriso sarcastico sulle labbra, senza parlare, come per dire: "Tu sei in malafede bella mia!"
La signora Gaetani rispose alla signora sui panini: "Io non lo faccio abitualmente, ma ho un'amica che prende i suoi bambini da scuola e, invece di rinchiuderli in casa per farli pranzare, preferisce che prendano il sole, ancora caldo nelle ore dedicate al pranzo nei mesi  autunnali e invernali, conducendoli al parco e facendo mangiare loro della pizza comperata a taglio." 
"E fa bene! - risposero in diversi - Sai quanto gli fa bene respirare in mezzo al verde e godersi un po' di sole quando c'è! Questi bambini passano dal chiuso della scuola al chiuso degli appartamenti. Alle tre del pomeriggio nei mesi freddi, anche nei giorni di sole, già non possono uscire più perché l'aria rinfresca."
Intanto alcuni apprendevano dalla conversazione voluta dalla maestra, che se ne stava pentendo dato che si era trasformata in un boomerang per lei, che costei aveva chiamato lo psicologo in classe per il piccolo Gaetani proprio per la frase sul panino. 
Lo stupore e la riprovazione fecero convergere gli sguardi meravigliati dei genitori  sulla maestra e si fece intorno a lei silenzio. 
La giovane mamma Gaetani incassò la solidarietà degli astanti che la salutarono con simpatia e comprensione.
L'anno scolastico si concluse con l'uscita di Stella Gaetani da quella scuola dopo uno splendido esame di quinta elementare. Mentre il fratellino, nella nuova scuola, veniva promosso senza aver risentito del cambiamento di classe e di insegnamento.

Per congedarsi dal Fabi che aveva fatto loro "il favore" la signora Gaetani, signorilmente, gli portò una pianta di ficus a casa, dato che a scuola  non lo trovò e le fu consigliato dai bidelli di consegnarla a casa dandole il suo indirizzo.
A casa, in un vecchio palazzo del quartiere S. Lorenzo, trovò ad accogliere la pianta Matilde, che la ringraziò con un sorriso fra il sorpreso e il derisorio senza neppure fare il gesto cortese di farla entrare. Prese la pianta  lasciandola sul pianerottolo. La signora Gaetani fu felice così.

Qualche giorno dopo dovette passare in quella scuola per la pagella di Stella e incrociò sulla scala esterna la vigilatrice Matilde, ormai onnipresente anche senza pullman per la piscina a fine anno scolastico,  e la donna, senza salutarla, inalberò un sorriso derisorio rivolgendosi ad una forse mamma o forse dipendente della scuola che era lì, ignara di chi fosse la Gaetani: "Questa ha portato una misera pianta a Fulvio a casa! Una cosa penosa!"  
E la moglie dello scienziato ebbe la riprova della piccineria della donnetta.


Note: Scritta nel 2017