venerdì 17 aprile 2015

Racconti di Condominio - Condominio DSM-5

Condominio DSM-5

In tre ettari circa di campagna, appena fuori dalla città, erano sorte una quindicina di villette con giardino e subito erano state vendute.
Vigeva il tempo in cui la società stressata da una vita convulsa e conflittuale cercava abitazioni in cui non avere rumori dal piano di sopra, colpi sul muro dall'appartamento a fianco, porcherie varie gettate dai piani superiori verso chi stava più in basso... e così via.
Il condominio era stato costituito dal costruttore della lottizzazione, secondo la legge che glielo imponeva: le quindici unità immobiliari, infatti, pur essendo autonome in tutto, avevano in comune le strade su cui affacciavano i cancelli, un giardino condominiale e una rete di smaltimento delle acque chiare.
I primi acquirenti furono quasi tutti della media borghesia abbiente, giacché, anche se le villette non erano di lusso, avendo rifiniture che lasciavano molto a desiderare,  il loro costo non era inferiore ad un appartamento di città abbastanza grande.
Dunque i primi furono il proprietario di metà di una ben avviata ditta di cosmetici, un Ingegnere piccolo industriale e unico proprietario di una ditta che costruiva pannelli elettrici, un dirigente di una Società Chimica, un Pilota della Compagnia di bandiera, un Funzionario ministeriale con moglie di ugual carica, una famiglia che in città abitava nei quartieri alti, una coppia di impiegati di banca e così via... Quasi tutti convinti che l'abitare in campagna, fuori dalla nevrotica città, avrebbe favorito lo scambio e la comunicazione umana.
Infatti fu in amicizia che fu trovato l'Amministratore di condominio dalla moglie del Pilota di Aerei che era amica di lui e sua moglie: cenavano anche insieme.
Senonché l'Amministratore, dapprima attivo anche in modo un poco teatrale (faceva foto per alcuni allagamenti dovuti alle piogge nell'intento di chiamare in causa il costruttore), ad un certo punto sparì. L'Assemblea annuale non si faceva e il giardino condominiale era diventato una discarica di potature di giardini e, peggio, di materiale di risulta edile scaraventato lì non si sa bene da chi facesse lavori all'interno delle villette per renderle più accoglienti e rifinite.
Quando fu venduta l'ultima villetta e sparì anche l'operaio che vi faceva la guardianìa per la residua proprietà della Società costruttrice,  arrivò la nuova acquirente, una giovane donna piena di figli, che si stupì dello stato in cui veniva tenuto il giardino condominiale, che di giardino non aveva nulla, essendo ridotto ad un prato mal tenuto con un mucchio di rifiuti in cui una mano pietosa aveva messo un disatteso cartello: "Divieto di discarica".
La giovane signora chiese al Dirigente della Società Chimica come mai si tenesse in quello stato la comune proprietà e si sentì rispondere con un sorriso garbato:
"Abbiamo fatto una colletta e con la cifra raccolta abbiamo pagato degli uomini con un camion che hanno ripulito e portato via tutto. Poi - aggiunse sempre sorridendo - dopo un po' ristava come prima."
La giovane donna non pensò che fosse scemo, anche se un retropensiero la sfiorò,  perché il Dirigente le era stato descritto da sua moglie come un uomo con un ruolo molto importante nella Società dove lavorava. Dunque con onestà espresse il suo pensiero senza offenderlo:
"Ma perché fare una colletta quando c'è una tabella millesimale per la divisione della spesa e un Amministratore pagato per vigilare perché ciò che è stato fatto si mantenga?"
Si fece dare il numero di telefono dell'Amministratore e disse all'incerto Dirigente Chimico, che le aveva risposto che "l'Amministratore non si trovava e non si vedeva", che ci avrebbe pensato lei a contattarlo.
Nonostante la numerosa famiglia a cui doveva attendere, la giovane ottemperò a quello che per lei era normale: telefonò, chiese all'Amministratore se era disponibile ad indire un'Assemblea mettendo a disposizione la sua casa per la riunione, ed ottenne quello che, a quanto pare e con sua giusta meraviglia, per gli altri era stato così ostico fino ad allora.
L' Amministratore si scusò per la latitanza dicendo che si stava separando dalla moglie e dunque aveva avuto dei problemi ma da quel momento il condominio funzionò.
In seguito si dovette trovare un altro Amministratore giacché il separato non era più in grado di assicurare una continuità.
La moglie dell'Ingegnere non lo rimpianse perché, disse,  "era uno che girava con la pistola e un giorno, incrociando la loro auto con la famiglia al completo, aveva sporto il braccio dal finestrino con la pistola e, nell'attimo in cui le due auto transitavano affiancate procedendo nei due sensi opposti, aveva sparato verso il basso per spaventarli: ovviamente riuscendovi! Però, non si sa perché, non avevano inteso denunciare la cosa...
Il condomino che in città aveva una casa nei quartieri alti confermò che l' Amministratore era pazzo e che lo era di famiglia in quanto lo era anche il fratello...
Nessuno era in grado di trovare un altro Amministratore. Di nuovo si mosse la giovane madre nonostante fosse molto indaffarata. Trovò un ragioniere che lavorava per la struttura statale in cui suo marito insegnava. Questi, visto che il condominio non abbisognava di particolare impegno, accettò di buon grado.
Senonché il Pilota ed il Chimico iniziarono a proporre di cambiare la destinazione d'uso del recuperato spazio verde condominiale. Ad ogni Assemblea  proponevano di trasformarlo o in una grande piscina o in un grande campo da tennis.
Le obiezioni sui costi di una simile realizzazione e, soprattutto, del successivo mantenimento, non sembravano turbarli né punto né poco.
Dalla discarica tollerata e alimentata da loro stessi notte tempo, si passava ai lavori faraonici.
L'Insegnante fu l'unico ad opporsi a tali dispendiosi progetti, forse perché aveva molti figli e molte spese, ma stranamente non si opponeva la ormai vedova dell'Ingegnere che pure aveva espresso più volte le sue difficoltà economiche dopo la morte del marito.
La mancanza di realismo e il non pensare alle conseguenze di una simile scelta, qualora tale spesa fosse stata approvata, era un po' di tutti, tranne che della famiglia che aveva acquistato l'ultima villetta in ordine di tempo.
Questi erano trattati con una certa sufficienza soprattutto dal Pilota e dal Chimico per la loro riottosità a non voler affrontare uno scavo per una grande piscina condominiale con tutte le opere idrauliche del caso. Non si ponevano il problema del costo di una simile opera che era dell'ordine di centinaia di milioni di lire, né dei costi della successiva manutenzione... Né, infine, di dove mai si poteva svuotare tale piscina, perché ogni tanto bisognava pur farlo! E in quella zona non vi erano fognature, ma solo pozzi per le acque nere e chiare da svuotare periodicamente chiamando ditte specializzate. Ciascuno provvedeva alla bisogna per la propria villetta, ma una grande piscina condominiale avrebbe costituito un grosso problema comune...
Altre volte i due amici, che si frequentavano assiduamente con le rispettive famiglie, iniziavano a parlare fra loro in Assemblea della possibilità di costruire invece un campo da tennis e sorridendo disquisivano se farlo in terra battuta o con materiale sintetico... Certo in terra battuta era ben altra cosa.. Ma anche lì.. la manutenzione..
La moglie dell'Insegnante li ascoltava chiedendosi come mai prima che arrivassero loro, gli ultimi acquirenti, non si erano preoccupati neppure di fare una normale pulizia dell'insieme, vivendo con i rifiuti a mucchi... ed ora... Suo marito, invece, si indignava temendo che una simile follia venisse approvata nonostante la sua opposizione.
La moglie del Pilota, così intima della moglie del Chimico, sorprese la moglie dell'Insegnante dicendole che la sua amica  "era matta".
"Non vedi come da in smanie? Fa un dramma di tutto: le appliques che le hanno consegnato sono sbagliate... Le ho detto "Ma Mina, non fa niente, le cambierai, non è un dramma!" Invece si è fiondata fuori di casa di nuovo... Esce in continuazione.. E' un'ossessa!"
Era presente anche il Pilota che rincarò la dose: "Piove e si mette a piantare i pomodori nel suo giardino, c'è il sole e si mette a stirare! E' matta."
Vedendo l'espressione un poco sorpresa della giovane moglie dell'Insegnante ed interpretandola come incredulità, sua moglie aggiunse: "Ma guarda che Mina ha problemi profondi! L'altro giorno Caterina, la nostra comune donna di servizio ad ore, l'ha trovata accovacciata in giardino che non riusciva più a muoversi! Aveva le gambe di nuovo bloccate! Poi le è passato, ma sai lei in passato è stata tre mesi a letto con le gambe bloccate e i bambini erano abbandonati a se stessi..."
In seguito, in vena di confidenze e in un momento di insicurezza, la moglie del Pilota le disse che in un momento difficile che stava attraversando lei aveva cominciato a gridare, senza parole, un grido acuto e continuo, tanto che il marito spaventato aveva chiamato al telefono i suoi genitori.
La moglie dell'Insegnante l'ascoltava attonita: "Ma cosa ti sentivi?" Le chiese.
"Come una girandola che mi girava in testa e non riuscivo a fermarmi. - Fu la risposta. - Sai mio marito aveva perso da poco la sorella che era morta di cancro, piangeva sempre, mi è scattato qualcosa..."
La giovane che l'ascoltava non poté fare a meno di pensare che era lui che aveva perso la sorella, ma non gli prendeva a gridare senza riuscire a fermarsi in un grido acuto e continuo e... era lui che era stato costretto a chiamare i suoi genitori non sapendo come fermarla..
Qualche tempo dopo la moglie dell'Insegnante seppe che quella ragazzona ben piantata che era la moglie del Pilota era finita nel vicino ospedale per un'influenza...
Dispiaciuta si chiese come mai: avevano la stessa età e lei vicino a quel bel pezzo di ragazza appariva gracilina, inoltre aveva ben altri carichi data la numerosa famiglia che gravava sulle sue spalle e non aveva la donna di servizio per tante ore come lei... eppure l'influenza se la faceva in piedi... per necessità!
Si recò comunque a visitarla e al momento di congedarsi arrivò un infermiere accompagnato da una infermiera, questi incurante della sua presenza si rivolse alla malata che era distesa a letto e disse con  fredda ironia: "Facciamo la terapia a questa nevrotica: così c'è scritto nella cartella clinica."
La giovane ci rimase male e cercò lo sguardo della malata ripetendo il saluto, ma lei non la guardò più: guardava l'infermiere stirando sulle labbra un sorriso imbarazzato.
Certo per l'indaffarata moglie dell'Insegnante era strano che la consorte del Pilota parlasse dei disturbi psichiatrici di Mina, la moglie del Chimico, indubbiamente frutto di un'Isteria dati i sintomi così imponenti da bloccarle le gambe,  e tacesse sulla sua diagnosticata Nevrosi.
Ma non era finita qui, a quanto pare; la zona forse attirava persone affette da malattie relative al DSM-5, oppure ormai tali disturbi erano diffusi un poco ovunque?
La giovane, con tanti bambini e anziana madre da seguire in tutte le sue esigenze, era figlia unica ed il marito era molto impegnato a portare denaro a casa, dunque era lei che si interessava ai problemi condominiali e a tutto il resto.
Dopo un po' anche il ragioniere che lavorava nella struttura dove suo marito insegnava si stufò delle stranezze del Pilota e del Chimico che gli facevano perdere tempo con le loro elucubrazioni su piscine e campi da tennis irrealizzabili e, educatamente, disse alla giovane madre che proprio non poteva più occuparsi del condominio e che trovassero qualcun altro.
Ma come contraddittoriamente non si erano curati del prato condominiale ridotto a discarica, come non si erano curati che il primo Amministratore non facesse niente per farlo ripulire con la giusta ripartizione di spesa, vigilando che l'insieme avesse un aspetto curato, e per contro ora proponevano spese per centinaia di milioni delle vecchie lire, così ora, di nuovo, non sapevano trovare un altro Amministratore.
A questo punto la ricerca di un nuovo Amministratore ripassò in capo all'indaffarata con famiglia numerosa, che si rivolse ad una simpatica vecchietta, molto somigliante alla Miss Marple dei films tratti dai gialli di Agatha Christie, chiedendole se almeno lei conoscesse qualcuno. Quella ci pensò su e disse che nella sua casa di città, nei quartieri alti, avevano un Amministratore che non era granché.. ma poteva chiederglielo.
Così arrivò un certo Del Frate. Lui era una persona normale, ma chi non lo era erano i condomini.
Ad un certo punto smise di fare Assemblee e di occuparsi dell'insieme. Contemporaneamente due ville avevano iniziato dei "lavoretti" di manutenzione che in realtà erano veri e propri ampliamenti delle ville medesime: fuori non comparve alcun cartello di prammatica con la scritta di numeri di concessione, permessi, responsabili dei lavori e tutto ciò che la legge prescrive in questi casi.
La moglie dell'Insegnante, che pur avendo tanto da fare per sé, non rinunciava al suo spirito sociale, si mise a raccogliere le firme di tutti gli abitanti della strada per chiedere al Comune una serie di servizi e di attenzioni che per quei luoghi mancavano: chiedeva un bus urbano, chiedeva una manutenzione della via comunale, chiedeva che i cacciatori non entrassero sparando dentro il piccolo abitato credendolo ancora aperta campagna.
Una certa signora Nocetta, che aveva la villa poco dopo quella del Funzionario con moglie Funzionario, entrambi statali, che stavano facendo grandi lavori di ampliamento della loro casa, lodò la sua iniziativa, mise la firma e la ringraziò, come, bisogna dire, facevano in molti nella strada, meno nel condominio, e colse l'occasione per dirle:
"Ha visto che fine stanno facendo le tegole della villa del regista ucciso e finita sotto sequestro della banca? No? Qualcuno le prende e le trasferisce sul tetto della villa dove stanno facendo i lavori!"
Praticamente un furto! Pensò la giovane mammina esterrefatta. Ma non lo disse. La villa dove un ragazzetto dei Paesi dell'Est aveva ucciso il regista al quale si prostituiva, era ormai vuota, ma non per questo era lecito rubarle le tegole...
Ciascuno aveva avuto dal costruttore una piccola scorta di tegole delle ville, giacché la Società che le costruiva non ne faceva più di quel tipo. Se si voleva rifare il tetto in parte si poteva usare la scorta, sostituendo quelle rotte... ma se si voleva rifarlo tutto bisognava cambiare totalmente le tegole, non essendo quelle messe dal  costruttore compatibili con nessun altro tipo...
La piccola scorta dell'Insegnante era stata da questi generosamente regalata alla Nevrotica moglie del Pilota che l'aveva loro chiesta. In cambio lei aveva "generosamente" lasciato sotto il loro citofono un sacco di calce bianca, avanzata dai lavori che stava facendo, il quale perdeva e la giovane moglie del generoso se ne era resa conto solo quando il salotto della sua casa si era riempito delle orme dei figli del Pilota che erano venuti a giocare con i suoi figli.
In cambio della generosità di suo marito ella dovette disfarsi dell'ingombrante sacco non richiesto dunque inutile, pulire l'asfalto sotto il citofono dalla larga macchia di calce bianca dove i due figli della Nevrotica avevano affondato le scarpette e lavare più volte il pavimento di casa dalle innumerevoli orme.
Sempre in cambio di tanta generosa disponibilità seppe dai suoi figli che il Pilota, che lavorava tre giorni e altrettanti "doveva" riposarli per non mettere a repentaglio la vita altrui, aveva scontrosamente detto ai suoi bambini: "Annate a rompe li cojoni a casa vostra!"
"Ma cosa avevate fatto?" Chiese stupita la giovane al piccolo Luca.
"Niente, mamma - rispose il bambino - avevamo toccato un ramo di un cespuglio del giardino."
La giovane rifletté che non aveva detto nulla ai bambini della Nevrotica e del Pilota quando le avevano spiaccicato le more sul suo divano di velluto macchiandolo indelebilmente: more che avevano colto loro e, venendo a giocare con i suoi figli in casa sua, avevano portato con sè.
In questo clima di "amicizia sincera" e per niente ipocrita, si svolgevano i rapporti del condominio non cittadino nell'illusione, finta o vera si lascia al lettore, che in città non si comunicava e in campagna invece sì!
Dopo due anni che non si faceva un'Assemblea la giovane mamma con eccessivo spirito civile e sociale chiese alla "Miss Marple" che conosceva Del Frate se ne sapeva la ragione. Quella rispose di no, ma poteva telefonargli.
"Non fa niente, signora, ho già provato ma non risponde al telefono. Gli farò una raccomandata ricordandogli che ci sono cose da deliberare per non lasciare tutto in abbandono."
E così fece.
Nel frattempo una delle due ville impegnate nei lavori di ampliamento senza permessi comunali era stata ultimata: erano durati un anno intero. La malata di Isteria, Mina, si era presentata con il marito a casa dell'Insegnante con molti sorrisi e salamelecchi, spacciati per simpatica amicizia e buon vicinato, chiedendo se "per dei lavoretti che sarebbero durati solo un mesetto", per non far attraversare dai mezzi con i materiali il loro cancello ed il loro giardino, tanto bello e curato che si sarebbe rovinato, potevano buttare giù il muro di cinta nella parte di strada condominiale dove si apriva il loro cancello... Il percorso per i mezzi sarebbe stato più breve e non avrebbero dato alcun fastidio! L'ingenua giovane mammina assentì con suo marito, offrendo loro da bere per di più... Anche se la giovane avvertì in quella circostanza un'altra nota stonata, ce ne erano state altre ma lei e suo marito avevano minimizzato per buona disponibilità di animo, che riguardò l'assoluta indifferenza dei due quando, parlando il Chimico di un suo polso che aveva ricevuto un piccolo infortunio, lei comunicò che anche il suo bambino più piccolo aveva avuta una ennesima frattura ad un braccio a causa di una cisti ossea che l'affliggeva ed ora era con il gesso. Sentì il gelo e la noia dei due che, ottenuto l'assenso per quello che loro interessava, si congedarono senza spendere neppure una parola di dispiacere per il bambino.
Durante quell'anno di lavori "che dovevano durare solo un mesetto" ebbero fastidi a non finire dai muratori che, evidentemente educati dai datori di lavoro alla più assoluta noncuranza nei loro riguardi, addirittura provocarono un bozzo sulla carrozzeria dell'auto della loro figlia più grande la quale, uscendo con la sua auto per andare a scuola con l'affanno del mattino e trovando lo spazio davanti al loro cancello occupato dai mezzi dei muratori, fu costretta a fare una manovra folle, visto che quelli non si curarono di spostarli, e urtò la sua utilitaria. Non ebbero alcun risarcimento.
La villa dei Funzionari ministeriali, invece, aveva ancora i lavori in atto quando l'Amministratore Del Frate fu costretto suo malgrado ad indire l'Assemblea, che si tenne, manco a dirlo, a casa dell'Insegnante, per scelta di sua moglie nell'intento di facilitare la faccenda.
La giovane così civile, così aperta al sociale, ai comuni interessi, ma anche così ingenua, nonostante la sua interiore pulizia colse qualcosa di strano nel comportamento del Funzionario. Questi con tono quasi offeso chiese "chi mai avesse richiesto questa Assemblea e perché!"
Con aria franca e stupita, guardandolo dritto in faccia, la giovane madre disse: "Io. Sono due anni che non si fa un'Assemblea e tutto è in abbandono. Da una parte è bello perché non abbiamo più pagato niente.. - disse sorridendo divertita - Ma l'insieme va curato." Il Funzionario tacque rimanendo in silenzio con un'espressione risentita e contrariata come se quell'Assemblea gli recasse qualche problema. Il Del Frate sorrise e disse baldanzoso e divertito anche lui: "Eh, sì, mi dovete due anni di paga!"
Ma a questo punto persino l'ingenua che ospitava l'Assemblea colse la faccia del Chimico quasi adirata che fulminò con lo sguardo l'Amministratore, il quale ridacchiò imbarazzato e disse: "No, va bene, non fa niente.."
La giovane non fece in tempo a dire che comunque era giusto pagare il dovuto all'Amministratore, trattandosi di una cifra modica, anche se per due anni non si era fatto né vedere né sentire, quando il Chimico intervenne con tono salottiero dicendo: "Ma sapete che il Sig. Del Frate ha l'Ufficio nello stesso palazzo dove io ho il mio?"
Intervenne il Funzionario un po' meno contrariato di prima ma serio: "Sì, anch'io ho una casa in quel palazzo. Che coincidenza... Non lo sapevamo e ci siamo incontrati sul portone un giorno..."
L'Amministratore inalberò un sorriso da furbone un poco, ma solo un poco, imbarazzato e non pose più la questione del suo onorario per quei due anni che, pure, secondo legge gli spettava, anche se non aveva tenuto l'Assemblea annuale.
Fu chiaro persino alla pulitissima, e per questo ingenua, moglie dell'Insegnante che i due, nel timore di lamentele da parte dei condomini e relativo eventuale stop dei lavori abusivi nelle loro reciproche ville, avevano allungato all'Amministratore un "regalino" perché sparisse per un po'.
D'altra parte, a detta della Nevrotica e di suo marito, il marito di Mina, più che occuparsi di Chimica per la Società nella quale lavorava, si occupava di dare bustarelle per piazzare i prodotti di codesta Impresa. Dissero che non era solo una loro intuizione ma che, durante una cena "fra famiglie amiche", lo aveva confessato proprio lui. Dunque era un esperto.
Poi anche Del Frate sparì e la sosia di Miss Marple disse che "era scappato con la cassa" di uno dei condomini che amministrava.
La Funzionaria, che aveva spogliato il tetto della villa sotto sequestro della banca, si lasciò andare anche lei ad imbarazzate confidenze: "Sa, mio marito ed io l'avevamo presentato a dei conoscenti che avevano bisogno di un Amministratore fidato... ed è stato imbarazzante per noi quando è sparito con la cassa." L'ingenua, sempre meno ingenua grazie a tante brave persone così false ed ipocrite, nonché disoneste, pensò che la "presentazione" forse faceva parte del "pacchetto-bustarella" e che la figuraccia dei due sussiegosi coniugi era meritatissima.

Arrivò un nuovo Amministratore. Una brava persona che abitava nella zona. Un carabiniere in pensione. Questa volta l'avevano trovato il Chimico e sua moglie, sempre più malata di Isteria che cercava di curare prendendo psicofarmaci.
Il carabiniere riteneva la famiglia del Chimico una possibile occasione di lavoro per suo figlio, che andava a scuola con il figlio del Chimico. Per questo, pur essendo una persona corretta, si piegava un po' alle stranezze di quei condomini.
L'isterica, forse anche a causa della sua malattia che la spingeva alla teatralità, recitava da mattina a sera la parte di una gran dama, moglie di chissà quale importante personaggio. In realtà suo marito, intento a piazzare contratti all'estero e relative bustarelle per concluderli, la trascurava un po' e, ad un certo punto, sparì. Si seppe che aveva da tempo un'amante e, un giorno che si doveva tenere l'Assemblea che ormai si  teneva abitualmente in casa loro, l'anziano ex-carabiniere trovò la porta chiusa e, nonostante Mina gli avesse dato la sua disponibilità, tanto è vero che il suo indirizzo compariva nella convocazione con giorno ed ora, nessuno rispose al suono ripetuto del campanello. Con un certo imbarazzo l'Amministratore, seguito da alcuni condomini che erano giunti sul luogo della convocazione, si diresse verso la casa dei più efficienti ed affidabili: l'Insegnante e sua moglie Lisa.
Questa li accolse e mise a disposizione la sua casa ma, sempre meno ingenua, pensò con cattiveria che "certo Mina era totalmente matta per non aver avvisato il loro amico Amministratore che non era più in grado di accoglierlo per l'Assemblea e che provvedesse altrimenti, invece di sparire da casa senza far sapere nulla". Naturalmente lo pensarono tutti, ma nessuno lo disse.
Da quel momento Mina diventò ancora più strana: non salutava Lisa senza ragione, ad esempio. Non che prima non avesse inanellato il suo comportamento di stranezze varie, che Lisa ignorava pietosamente e la Nevrotica, sua amica, invece sottolineava ferocemente.... Ma ora andava oltre.
Aveva sempre detto assurdamente che Lisa e suo marito "erano chiusi", quando non facevano altro che aiutare tutti mentre lei non faceva nulla per gli altri. Faceva solo delle cene sentendosi una specie di Marta Marzotto, invitando gente strampalata, in crisi coniugale, che dava spettacolo dicendo sciocchezze, facendo volgari allusioni di natura sessuale e che mostrava scarsa buona educazione... Per questo e per la noia dei loro discorsi insulsi, in cui non appariva nemmeno un refolo di discorso culturale, Lisa e l'Insegnante avevano più volte rifiutato. Per questo il suo giudizio era che "erano chiusi", altrimenti avrebbe dovuto riconoscere a sé stessa e ai suoi ospiti strampalati la colpa del rifiuto.
Quando a qualcuno si bloccava la caldaia, o serviva la falciatrice, o un attrezzo da giardino, o stava male, o gli andava a fuoco la siepe, o gli serviva di acquistare la carne, o non gli partiva l'auto per il freddo, l'elenco dei bisogni sarebbe lungo, correvano tutti al cancello di "quelli chiusi"... Chissà perché. Lisa e suo marito, pur essendo carichi di cose da fare, erano sempre disponibili insieme ai loro figli e, soprattutto, efficienti.
Dunque la non disponibilità, alla lunga, era verso le loro pazzie.
Per questo, un giorno che spazzava davanti al suo cancello, Lisa rimase sorpresa nel sentire la seguente breve conversazione provenire dall'interno del giardino dell'Isterica:
Voce di donna sconosciuta: "Questo strusciare di scopa... Chi è?"
Mina l' Isterica: "La moglie del Professore."
Voce di donna: "Ma è vero che è matta?"
Mina: "Non lo so ma qualcosa di strano ce l'ha!"
"Ah! Io ho qualcosa di strano!!! Alla faccia dell'autocritica!" Pensò indignata Lisa.
L'ex-carabiniere passò la mano ad un nuovo Amministratore, non potendo aprire una Partita Iva e avendo ormai ottenuto un contratto per il figlio presso la Società dove il Chimico era dirigente.
Il nuovo Amministratore era persona onesta ma un poco tontolone.
Se veniva chiamato per ogni bisogna era solerte e si dava da fare.
Siccome gli unici disponibili per qualsiasi problema si presentasse erano sempre Lisa ed il marito, mentre gli altri si lamentavano per qualunque cosa poi sparivano, l'Amministratore aveva preso l'abitudine di riferirsi sempre a loro.
Questo suscitò irrazionalmente il concetto che l'Amministratore "fosse dalla parte loro". Di quale parte però non si sa, dato che i due chiedevano solo un minimo di decorosa manutenzione dei beni comuni e nient'altro, non avendo altri grilli per la testa.
Intanto le villette passavano vorticosamente di mano, nel senso che i proprietari vendevano o morivano...
Il proprietario della ditta di cosmetici ad esempio morì e si scoprì che la casa l'aveva intestata alla sua segretaria-amante. La figlia vendette la sua quota della Società ricevuta in eredità e la segretaria si ritrovò con la villetta ma senza lavoro. Ci tenne però a far sapere "che lui l'aveva lasciata bene... insomma aveva delle scorte di denaro". Dopo non molto morì anche lei e la villetta passò in eredità a suo fratello.

Un'altra casa era stata venduta e il nuovo proprietario era un poliziotto che cominciò subito a comportarsi in modo strano per un uomo che per mestiere doveva far rispettare la legge.
Iniziò a fare lavori di ampliamento della casa in abuso: alzando muri senza rispettare le leggi antisismiche di quella zona, aprendo finestre dove non doveva e, visto che tutti facevano finta di niente, alla fine costruì una vera e propria dépéndence dentro il suo giardino sul filo del confine della strada condominiale.
Mise un allarme che suonava continuamente senza ragione e, disse, era collegato con la polizia.
Dopo un paio di volte che una volante era stata costretta ad intervenire senza motivo perché non c'era ombra di ladri, un poliziotto, vedendo Lisa lavorare in giardino, le chiese delle informazioni sul suo collega. Lei disse che sapeva che apparteneva ad uno speciale corpo di polizia e che non c'era quasi mai.
"E' un vostro collega." Disse la donna. "Mi ha detto che l'allarme è collegato con la Polizia."
Il poliziotto fece un'espressione fra il critico ed il vago, come a dire: "Lasciamo perdere..." E disse: "No, non è collegato con noi, ci ha chiamato lui dicendo che era un poliziotto e che aveva ricevuto la chiamata dell'allarme sul suo telefono."
Nel frattempo il collega di pattuglia aveva scavalcato il cancello per vedere se dentro ci fossero segni di tentativi di effrazione. Ritornò con un'aria di contenuta meraviglia e disse ai due: "Dentro è un disordine incredibile.. - Poi, rivolgendosi anche lui alla donna, che si era avvicinata per ascoltare quello che, educatamente e scusandosi per il disturbo, le aveva chiesto l'altro poliziotto affacciandosi alle sbarre del cancello di lei, disse: "Ma questo chi è? Tiene tutta la zona intorno alla casa che sembra una discarica..." Lisa ripeté quello che sapeva e, anche se contenuto, lo sconcerto dei due trasparì.
Poi lo strano nuovo condomino ebbe una breve convivenza con una tizia che sposò in seconde nozze. Poi la tizia sparì all'improvviso. Poi iniziò ad ospitare belle ragazze dall'aspetto di extracomunitarie dell'est... Queste stavano per brevi periodi ed erano sempre diverse. Poi iniziò il ciclo dei cani. Erano diversi e litigavano fra loro ferocemente. Uno, ferito, fuggì e nessuno ne curava le ferite essendo il proprietario assente. Lo soccorsero i figli della vedova dell'Ingegnere, pietosamente, scandalizzati dall'abbandono in cui il padrone teneva quei cani.
Ma nessuno lo denunciò, esattamente come per gli abusi edilizi.
I cani sconfinarono anche nel giardino di Lisa e distrussero le piantine di fragole che con tanta fatica lei aveva messo intorno alla fontana.
Il poliziotto non si scusò, anzi si offese "perché lei glielo aveva fatto notare.."
"E che mi dovevo pure stare zitta?!!" Pensò un po' sorpresa e un po' indignata la condomina.
Un giorno sentì che la definiva scema parlando con suo fratello che ogni tanto veniva a fargli visita, quando c'era. Un'altra volta sentì la moglie del fratello dire ai figli: "Non tirate la palla di là dai matti!"

Infine il poliziotto che riteneva matti gli altri cambiò tipo di cani: prese dei cani aggressivi e pericolosi. Questi fuggivano come i precedenti e un giorno uno dette un morso ad un anziano signore che veniva ogni tanto a stare dalla figlia.
Ma non lo denunciarono.
Il poliziotto con uno strano atteggiamento autodenunciante diceva che i suoi cani "erano i custodi della casa" e che erano inseriti in una lista speciale, emessa dal ministero, di cani che avevano bisogno di particolari cautele di custodia.
La condomina Lisa pensava: "E ce lo dice pure?!!"
Un brutto giorno proprio la condomina che, purtroppo per lei, confinava con il poliziotto, trovò due dei molossi, che egli avrebbe dovuto custodire con particolare cautela,  liberi  sulla strada condominiale e subito la caricarono per aggredirla.
Fortunatamente la donna fu lesta a rifugiarsi dentro il suo cancello, ma quelli continuarono ad alzarsi sulle zampe contro di esso abbaiando minacciosamente.
La donna si ritrovò dunque prigioniera in casa sua. Dopo un po', avendo un impegno urgente ed improrogabile fu costretta a chiamare i Carabinieri illustrando la situazione, i quali vennero e le consentirono di uscire. In seguito ammonirono il poliziotto richiamandolo ad una più responsabile custodia dei suoi cani.
Ma avvenne di nuovo e di sera. Sempre la stessa condomina non poteva scendere dall'auto per rientrare a casa aprendo il suo cancello, né il marito poteva aprirle da dentro per tema che i due molossi, che giravano minacciosi intorno all'auto di Lisa, potessero entrargli in casa. Furono richiamati i Carabinieri i quali ormai conoscevano il soggetto anche per altri avvenimenti: furti che lui denunciava, avendo un'assicurazione, e che subiva solo casa sua, stranamente la meno appetibile visto che l'aveva ridotta ad una stamberga con i lavori abusivi raffazzonati e lasciati senza rifiniture, e con il disordine esterno notato anche dalla pattuglia venuta per l'allarme.
Ormai il maresciallo dei Carabinieri che comandava la locale Stazione manifestava anche ai suoi confinanti il suo pensiero su quel soggetto. Una volta che li aveva chiamati dicendo di non essere in casa  ma che l'allarme, collegato al suo telefono, gli aveva dato avviso che c'erano i ladri a casa sua, erano venuti di corsa e in affanno, e non con la tranquilla consapevolezza della pattuglia della Polizia di Stato, che ormai non veniva nemmeno più, ed avevano chiesto ai malcapitati confinanti, quelli che lui chiamava matti, se potevano aprire in modo da controllare se i ladri erano entrati dal loro confine. Lisa, quella che lo strano poliziotto chiamava scema, li fece accomodare e quelli verificarono che non c'era nessuno sul confine, allora uno dei giovani Carabinieri facente parte del gruppetto si accinse a scavalcare il cancello, come aveva fatto tempo prima il giovane della Polizia di Stato. Ma Lisa, sapendo che i cani non erano più quelli che c'erano allora ma altri ben più pericolosi, intervenne dissuadendolo dal farlo. Spiegò brevemente quello che era accaduto a causa di quei cani e che il maresciallo che comandava la loro stazione lo sapeva bene, tanto è vero che aveva chiamato l'accalappiacani ed il veterinario della ASL e, mentre attendeva il loro intervento, non era sceso dall'auto ma aveva solo tenuto lo sportello schiuso con la mano sulla fondina della pistola, qualora quelli l'avessero attaccato: e tutto questo per consentire a lei di sgusciare finalmente dentro casa!
I Carabinieri ascoltarono il consiglio della "scema" e uno di loro, brandendo la pistola che aveva sfoderato per gli inesistenti ladri, disse: "Ma io a questi cani gli sparo! Ma questo ha rotto e la deve finire!"
Infatti non si videro più né i Carabinieri né la Polizia di Stato. All'ennesimo furto non visibile da nessuno il poliziotto si presentò con tre persone, fra cui una donna armata di macchina fotografica, e disse ai perplessi vicini, i "matti ", che i tre erano tre colleghi della Scientifica che lui aveva chiamato per i rilievi del caso per il furto e con quelle prove avrebbe avuto il risarcimento dall'assicurazione...
La sua vicina, la "scema", pensò: "Adesso la Scientifica si scomoda per un furto? E che è un omicidio?"

Secondo il DSM-5 turbe psichiche ce n'erano in quel condominio, ma certo non riguardavano chi era spettatore soltanto di tante anomalie...
Avvenne che anche il nuovo Amministratore se ne volle andare seccato dalle lunghissime lettere che gli scriveva proprio il poliziotto abusivista che lamentava "la maleducazione" dei vicini: quelli che subivano le stranezze sue per i cani aggressivi ed altro. Inoltre lamentava che, secondo lui, l'Amministratore "stava dalla parte loro"!
Le sue dimissioni furono irrevocabili nonostante che, con grande disappunto di tutti, il poliziotto si mise a pregarlo di rimanere chiedendogli scusa e, successivamente, bloccando a parlare Lisa e dicendole "lei è una persona meravigliosa".
Il nuovo Amministratore non lo conosceva nessuno, avendolo accettato sulla carta da un preventivo più economico di altri che l'Amministratore in fuga aveva presentato per scaricarsi da quel fardello di condominio.
La vedova dell'Ingegnere accettò di riunire l'Assemblea a casa sua sentendolo soltanto al telefono.
Il giorno dell'Assemblea però quello non suonò al suo campanello e rimase in auto aspettando di vedere passare i condomini recantisi all'indirizzo datogli dalla vedova.
Quel giorno però molti non si recarono alla riunione, delegando i pochi disponibili, compresa la padrona di casa naturalmente.
Ad un certo punto Lisa si sentì chiamare dal nuovo Amministratore, che aveva i numeri di tutti i condomini, che le disse: "Signora io me me vado. Qui non c'è nessuno." Lisa raggiunse la casa della vedova, suonò al cancello e quella con aria stonata le disse: "L'Amministratore non si è visto e qui non è ancora venuto nessuno dei condomini."
"Ma mi ha telefonato poco fa dicendomi che era in auto davanti a casa sua e che se ne andava perché non vedeva nessuno..."
"Aaaah!  Era lui? - Fece con aria svaporata la vedova dell'Ingegnere. - Io mi sono affacciata sul cancello e ho visto questo fermo in macchina qui davanti e ho avuto pure paura... Mi sono chiesta "Cosa fa questo fermo in auto qui?" E ho richiuso il cancello."
Lisa pensò a buon diritto che era scema: "Chi mai poteva essere a quell'ora visto che c'era l'Assemblea e nel piccolo spazio davanti a casa sua non c'era mai nessuno?"
Questo Amministratore dette le dimissioni senza aver mai nemmeno cominciato, ma presentò lo stesso il conto per l'incomodo.
Indovinate chi dovette trovare un altro Amministratore per non finire con i libri in Tribunale?
Ma Lisa, la "scema", mentre chi aveva fatto fuggire i precedenti non era capace a nulla.
Intanto le altre abitazioni erano passate di mano vorticosamente ma, anche se cambiavano "i fattori", il risultato era sempre lo stesso.
Arrivò addirittura uno psichiatra e Lisa malignamente pensò: "Ci voleva!" Anche perché nei vorticosi cambi erano partite la nevrotica diagnosticata e l' isterica dalle gambe bloccate, ma era arrivata una psiconevrotica con smaccata mitomania che la induceva a recitare parti di persona colta, importante, con professioni di cui non sapeva neppure l'ABC. Chi l'ascoltava in penoso silenzio dire ogni sorta di strafalcione, essendo la poveretta di bassa scolarizzazione,  vedeva una donna matura dare spettacolo di sé in una parodia di bugie ed invenzioni che neppure un bambino direbbe sperando di essere creduto.
Dato che ogni tanto dava in escandescenze o cadeva in depressione, qualcuno pensò che doveva essere affetta da disturbo bipolare, perché presentava grande espansività  ed eccitazione a volte e, nel passato, aveva speso molto denaro contraendo debiti enormi e aveva intrapreso attività sessuali fuori dal matrimonio.
Qualche persona le dava credito, anche perché la famiglia, non si sa se per paura o per contagio psichico, l'appoggiava senza contraddirla mai.
Comunque chi era sano si chiedeva come facessero a non accorgersi del suo stato, se non subito ... almeno dopo un po'. Forse erano così malmessi da essere influenzabili da una persona del genere? Alcuni, come Lisa, concludevano per una grassa ignoranza unita ad una scarsa intelligenza, che ne faceva delle persone sottosviluppate.
Lo Psichiatra si dimostrò non in grado di aiutare nessuno, perché forse lui stesso aveva scelto psichiatria per aiutarsi. Si dava arie come se fosse chissacchì e lavorava in un ospedaletto di provincia. In casa, secondo quanto riferiva la vedova dell'Ingegnere, forse ospitava dei malati (o forse erano i suoi amici), dato che dalla villetta dell'attempato scapolo, molto attaccato alla vecchia madre anche lei convinta che suo figlio fosse una grossa personalità della medicina, arrivava musica a volume altissimo, che si sentiva a grande distanza, oppure si udivano grida,  o facevano grandi feste con fuochi d'artificio!
Anche lui, emulo del poliziotto, cominciò a fare lavori abusivi e, non contento, pretendeva di aprire cancelli suppletivi con scuse assurde e, visto che un condomino gli fece notare che da Regolamento di Condominio era esplicitamente vietato, lo insultò perdendo la brocca e augurando a lui e alla sua famiglia di stare male fino ad aver bisogno dell'ambulanza!