Marcello Sorgi, giornalista di vaglia, nella trasmissione di RAI 3 "Agorà", che va in onda dal lunedì al venerdì dalle h. 8:00 alle h: 10:00, venerdì 18 settembre 2015, ricordava come la riforma del Senato della Repubblica Italiana voluta da Renzi, nella sua intenzione iniziale, prevedeva una composizione che garantiva la rappresentatività territoriale attraverso Consiglieri Regionali non pagati come Senatori, bastando loro le retribuzioni provenienti dalla carica per la quale eletti. Da una parte, dunque, con codesta riforma si attuerebbe il tanto richiesto, dai cittadini, risparmio sul numero dei parlamentari e sulle loro retribuzioni, con un ritorno economico per il bilancio dello Stato, e dall'altra, pur rinunciando all'elezione diretta di ciascun Senatore (anche qui si attua un risparmio in sede di elezioni), si avrebbero Senatori comunque votati dal popolo come Consiglieri di Regione o Sindaci delle città più importanti. Inoltre la bozza originaria di Riforma elimina i Senatori di diritto a vita (ex-Presidenti della Repubblica).
L'iter di riforma costituzionale del Governo Renzi è stato approvato in prima lettura sia al Senato, ad agosto 2014, che alla Camera, marzo 2015 con modifiche (vedi: Atti della Camera dei Deputati); l'intento è di superare il bicameralismo paritario, avendo, secondo la nostra Costituzione, Camera e Senato i medesimi compiti legislativi.In tal modo la riforma ha l'intento di snellire l'iter legislativo evitando che, accettato un emendamento, una legge torni indietro per essere riapprovata su quel dato cambiamento.

La composizione del nuovo Senato: sarà composto da 95 eletti dai Consigli Regionali, più cinque nominati dal Capo dello Stato e che resteranno in carica per 7 anni. I senatori saranno dunque così ripartiti: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci, 5 personalità illustri nominate dal presidente della Repubblica. Questi ultimi andranno quindi a sostituire i senatori a vita e saranno scelti con gli stessi criteri: "Cittadini che hanno illustrato la patria per i loro altissimi meriti". (fonte "La Repubblica" 21/07/2014).

Dopo oltre un anno l'iter non si è ancora concluso dato che la parte "dem" del PD, che fa capo a Bersani, è preoccupata dal sistema di eleggibilità dei Senatori che, anche se comunque eletti dal popolo a Consiglieri Regionali, quindi aventi la fiducia di una base di cittadini, vengono però designati a Senatori solo alcuni e dal Consiglio Regionale di appartenenza, divenendo in questo modo la scelta indiretta e non più diretta del popolo.