sabato 25 febbraio 2012

Costa Concordia, il recupero dei corpi

TMNews - Costa Concordia, il recupero dei corpi dei Vigili del Fuoco


Da: "Nuovo Quotidiano di Puglia"

nuove accuse a Schettino: rallentò
per la cena, poi accelerò e nascose l'urto


Le indagini. Oggi gli inquirenti tracciano numerose ipotesi di colpa per Schettino, oltre alla rotta sbagliata, al ritardo nel dare l'allarme - tra cui l'emissione dei segnali "pan pan", prima, e di "distress" poi - e nel far evacuare la nave. Negli atti scrivono che Schettino usava, e faceva usare al cartografo Simone Canessa, carte nautiche inadeguate, su grande scala, tali da non evidenziare nel dettaglio gli scogli. Per legge se ne sarebbe dovute procurare di adatte, sarebbe stato suo compito, e non della compagnia come, invece, sostiene il suo difensore Bruno Leporatti.

La rotta. I pm scrivono anche che tenne la rotta a 16 nodi, quindi alta, per recuperare la media di crociera dopo aver fatto rallentare la velocità per cenare con calma. E ancora, tra le colpe di Schettino, quella di aver permesso che ci fossero estranei in plancia di comando - il maitre Antonello Tievoli, il commissario Manrico Giampredoni, Ciro Onorato e la moldava Domnica Cermotan - circostanza tale da farlo distrarre e creare confusione durante la navigazione. Anche l'aver partecipato alla telefonata con l'ex comandante di Costa, Mario Palombo, per sapere quale distanza tenere dal Giglio, non deporrebbe a suo favore: un'altra distrazione secondo i pm.

L'impatto. Accuse dettagliate, tra cui l'aver comunicato a passeggeri ed equipaggio che c'era un black out quando invece già 15 minuti dopo l'impatto la catena di comando sapeva che la nave non poteva più galleggiare e imbarcava acqua. Il naufragio e l'omicidio colposo sono contestati anche agli ufficiali in plancia Salvatore Ursino, Silvia Coronica e Ciro Ambrosio, tutti indagati. Assecondarono Schettino, anzichè contrastarlo. Ne furono "imbambolati", si commenta tra gli investigatori, e non seppero dirgli che la rotta troppo ravvicinata e la velocità di 16 nodi erano un pericolo.
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Dichiarazione di un giovane sub interrogato da una giornalista di un telegiornale RAI:
"i corpi galleggiano all'interno della nave inondata di acqua e per tirarli fuori dobbiamo abbracciarli   per poi condurli fuori dai varchi che abbiamo creato".


Io ci manderei Schettino a compiere questo triste e tremendo ufficio, così vedrebbe con i suoi occhi persone ridotte a cadaveri putrefatti da giorni e giorni di intrappolamento dentro la "Bara Costa Concordia": ma temo che non sarebbe proprio capace di effettuare un lavoro così complesso, per il quale occorre grande perizia e sangue freddo; lui che non è stato capace nemmeno di fare il suo lavoro!

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François Cheng - Elegia di Lerici


Continuo la pubblicazione della lunga e bella Poesia del Grande Poeta e Scrittore François Cheng con la relativa traduzione per chi non conosce la lingua francese.

La poesia è stata pubblicata sulla rivista letteraria "Po&Sie", n. 134 Editore Belin. 


François  Cheng

"Élégie de Lerici"

à Shelley

Oui, retrouver le bien qui était perdu.
Dévisager la vérité nue, et par-là
Envisager la beauté sûre. Car tu fus Ariel,
Tu fus Alouette. Ange déchu ou daimon natif,
Étais-tu nostalgie? Étais-tu prophétie?
Par-delà l'homme qui raisonne, n'étais-tu
Homme qui résonne à un chant inouï ?
Plus que voleur de feu, tu fus porteur
D'étincelles qui provoquaient l'illumination.
Lampe de mineur sur le front, tu devins
Traqueur des sortilèges de ce monde:
Vûote étoilée miroitant champs d'azalées,
Grâce feminine épousant courbes de collines,
Eau d'un lac muée en vapeurs de nuées,
Et rires des enfants en sourires des amants,
Ardente poursuite d'un visage trop lointain,
Murmures assoiffés qu'un baiser clôt...
Puis, à mesure que tu pénétrais les deuils,
D'autres beautés, parfois, te foudroyèrent:
Regard noble et digne devant l'implacable glaive,
Corps supplicié que les mains tendres ressuscitent. 


Per chi non conosce il francese tento qui una traduzione per la comprensione del testo:

Elegia di Lerici
a Shelley

Si, ritrovare il bene che era perduto.
Osservare la verità nuda, e da là
Guardare la bellezza sicura. Poiché tu fosti Ariel,
Tu fosti Allodola. Angelo decaduto o demone nativo,
Eri tu nostalgia? Eri tu profezia?
Dall'altra parte dell'uomo che ragiona, non eri tu
Uomo che risuona a un canto inaudito?
Più che ladro di fuoco tu fosti portatore
Di scintille che provocavano l'illuminazione.
Lume di minatore sulla fronte, tu divieni
Battitore dei sortilegi di questo mondo:
Volta stellata luccicante campi di azalee,
Grazie femminee modellanti curve di colline,
Acqua di un lago mutata in vapori di nembi,
E risa di bambini in sorrisi degli amanti,
Ardente seguito di un viso troppo lontano,
Mormorii assetati che un bacio chiude... 
Poi, via via che penetravi i lutti,
Altre meraviglie, talvolta, ti folgorarono:
Nobile e degno sguardo davanti all'implacabile spada,
Corpo giustiziato che le tenere mani resuscitano.
  
Da questo link, cliccando, si può ascoltare il bellissimo pezzo musicale "Alouette":

http://www.radiopaniekzaaierwebradio.com/video/ariel-ramirez-paul-mauriat-alouette_0:01:55__WZHCDjXZtV4.html