venerdì 8 settembre 2017

Propaganda governativa come fake news




Da: La Stampa

Lorenzin: “E ora con Google ripuliremo la rete dalle fake news”


Risultati immagini per rita coltelleseDetesto questo uso da provinciali dei termini inglesi per parlare a tutti gli Italiani: anche a chi l'inglese non lo conosce e, spesso, non sa parlare bene neppure l'italiano, quando ci sono chiarissimi termini in lingua italiana per far capire a tutti il concetto, che così invece rimane a molti nebuloso.
NOTIZIE FALSE, SOLO QUESTO VUOL DIRE.
La Lorenzin ovviamente intende sui vaccini e sulle stupidaggini in generale riguardanti notizie scientifiche e su questo ha ragione, giacché l'ignoranza imperante in troppa gente non consente di discernere il vero dal falso.
Da: Huffingpost

Bimba morta di malaria: Imposimato insinua nesso con i vaccini. La risposta dell'Iss: "Pura Fantasia"

Il magistrato, proposto dai 5 Stelle per la presidenza della Repubblica, chiede di accertare se i vaccini siano la causa della morte della bimba e scatena la discussione

Ecco un recentissimo esempio di ignoranza, imperdonabile data la cultura giuridica e l'età del personaggio, pericolosa perché detto da persona esposta anche politicamente.
Se l'ha detto cinicamente pur sapendo di dire una castroneria fa pensare male, molto male della sua onestà intellettuale e rabbrividire al pensiero che sia stato un magistrato che decideva della sorte della gente.
Se invece parla per crassa ignoranza scientifica allora vada a leggersi umilmente qualche libro di microbiologia, biologia o medicina.. E prenda atto che se si ha cultura giuridica ma si è totalmente ignoranti in Scienza è meglio tacere per non fare figure barbine.

Dunque è vero, girano notizie fasulle e pure tante, e l'unica difesa è la cultura. Chi non ce l'ha ha bisogno di essere tutelato, ha ragione la Ministro della Salute con la sua non deprecabile maturità classica.
Cosa dire allora delle fake news che tutti i giorni sentiamo dai TG della RAI, che è nostra solo per pagarla, ma è dei politici al potere e si sente? Dalle notizie fasulle, la realtà edulcorata che ci presentano, le forzature a volerci rappresentare i fatti secondo il punto di vista del potere, che difesa abbiamo?
Anche qui aiuta molto la cultura, ma anche l'intelligenza: l'una è un patrimonio personale costruito, ma l'altra se non ce l'hai di natura sei spacciato: ti bevi tutta la visione deformata della realtà.
Il Potere in questo momento ha a cuore l'extracomunitario, lo difende, se ne preoccupa, non bastando mantenerlo, e ogni notizia che riguarda l'argomento data dai TG RAI ne risente.
I violentatori brutali di Rimini diventano così "dei ragazzini"...
Il papà dei due marocchini minorenni un padre morale che li convince a costituirsi: poi si scopre che è un marocchino pregiudicato, condannato e agli arresti domiciliari... Vedete bene come si possa rappresentare in modo diverso la realtà, facendo apparire il suggerimento del padre qualcosa di nobile semplicemente omettendo che è ai domiciliari, aspetto che potrebbe far pensare ad un opportunistico suggerimento da parte di uno che con la Giustizia ha a che fare e allora è meglio che...
Oppure basta leggere, soprattutto sul quotidiano "La Repubblica" dove Mario Calabresi si è messo al servizio di Renzi, come viene riportata la notizia, tristissima, sulle indagini in corso per la morte della bambina italiana di 4 anni per un plasmodio portatore di malaria non presente in Italia. Vengono gettati là e qua dubbi sul contagio avvenuto nel reparto di Pediatria, dove erano ricoverate anche due bambine del Burkina Faso proprio con quel plasmodio addosso.
Bisogna addolcire tutto intorno alla presenza africana in Italia... attenuare tutto... E questa NON E' INFORMAZIONE: una notizia drogata dalla propaganda è una NOTIZIA FASULLA.
E mentre sono occupati a proteggere il popolo dalle fake news a senso unico, ne spargono contro gli Italiani: loro non stanno a cuore ai governi renzi-gentiloni.
L'insofferenza verso gli Italiani l'aveva già dimostrata il Ministro del Lavoro, quel ciccione amico di Buzzi, dicendo che i laureati italiani, addottorati, specializzati e pure con i master, che non trovano lavoro in Italia, "non stessero a rompere le balle e siamo contenti se se ne vanno all'estero". Tanto a lui cosa gliene frega, suo figlio a 40 anni circa senza laurea aveva il "lavoro" in una Cooperativa rossa foraggiata con i soldi dei contribuenti.
Ora il commento di oggi su un TG 1 sugli insegnanti della martoriata Scuola Pubblica ha costituito un altro lampante esempio di deformazione della realtà, presentandoli come "dei rompiballe" che vogliono avere il "lavoro sotto casa" per "avere il ruolo".
FAKE NEWS!
Le cose stanno in modo ben diverso e più sotto lo illustrerò con alcuni articoli esplicativi comparsi su pubblicazioni che non scrivono notizie fasulle.
Renzi ha fatto la legge 107 del 2015 e se ne è disinteressato: la moglie, supplente, con tale legge è diventata di ruolo, come molti, ma lei ha avuto il lavoro sotto casa, dove aveva lavorato da supplente fino a quel momento. Poi è stata chiamata in una bella scuola di Firenze quando la loro figlioletta è stata iscritta in una scuola americana o inglese di Firenze, usufruendo di quell'aspetto della legge che dava facoltà ai Presidi di chiamare in base al curriculum. La mattina mamma e figlia a Firenze in due scuole diverse, ma insieme.
Oggi, grazie ai Sindacati che insieme ai politici distruggono l'Italia, i Presidi debbono prima sottoporre al Collegio dei Docenti un curriculum di un docente che vogliono chiamare: chi lavora già 12 ore al giorno dice, giustamente, "Ma chi me lo fa fare? Mi mandassero chi vogliono." Perché gravarsi di un Collegio in più?
Ma i Sindacati, insieme all'inefficienza del MIUR, l'anno passato hanno consentito che gente perdente cattedra, senza presentare titoli, restasse nella provincia dove vive. 
L'orrore giuridico dell'accordo fra il MIUR, che non ha saputo valutare il numero delle cattedre a disposizione, e i Sindacati ha comportato che gente con titoli zero sia rimasta vicino casa, perché in fondo alla graduatoria, e gente con titoli e famiglia con figli piccoli non abbia così potuto ottenere né trasferimento, né utilizzazione, tantomeno assegnazione provvisoria per l'anno scolastico 2017-18 giacché, non si sa in base a quale Diritto, questi perdenti cattedra a titoli zero sono stati confermati nella provincia dell'anno passato.
Questo strame del Diritto fa il paio con il misterioso algoritmo della distribuzione iniziale, che è rimasto misterioso nonostante richieste anche legali sul criterio di impostazione.
Siamo al solito IMPICCIO ALL'ITALIANA, e si sente puzza di incapacità se non peggio.
E parliamo di Fake news? Dite la verità su quello che avete fatto alla vita di tanta gente!
Da: La Tecnica della Scuola
Assegnazioni provvisorie: storia di un “pasticcio” annunciato. La data del 1° settembre sbugiarda il crono-programma ministeriale del “tutti in classe”.
Perché diversi insegnanti, soprattutto quelli che hanno presentato domanda alle province più grandi, rimangono in attesa di conoscere il loro destino.
I dubbi e i timori intorno al contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie si sono rivelati fondati, anche alla luce dell’infruttuoso incontro tra sindacati e Miur del 31 agosto.
Sugli ultimi sviluppi della mobilità annuale, La Tecnica della Scuola ha intervistato Leonardo Alagna, direttore dell’Osservatorio Diritti Scuola.

Alagna, sembra che l’anno sia partito con i soliti problemi legati agli spostamenti dei docenti. Perché non si riesce a voltare pagina?
La scuola non funziona più perché non ci sono le risorse. Inoltre, gli Uffici Scolastici Provinciali sono stati lasciati soli con pochissimo personale e senza strumenti.

Quindi, ci conferma che il problema è anche negli organici ridotti degli uffici scolastici?
Sì. Ci sono situazioni in cui il personale è composto da due sole persone che devono addirittura stilare le graduatorie a mano.

E ora partiranno pure i ricorsi…
Infatti: nella maggior parte dei casi le graduatorie sono provvisorie e gli stessi Ambiti territoriali potrebbero ricevere dei reclami che potrebbero stravolgere le posizioni e quindi le assegnazioni di sede. È chiaro che in una situazione di carenza estrema di personale addetto, il margine di errore è altissimo.

Bisogna anche considerare che nei giorni scorsi molti dipendenti (giustamente) erano in ferie…
Venerdì scorso sono stato al Miur e non ho avuto la possibilità di confrontarmi con nessuno: erano tutti al mare.
Risultati immagini per rita coltelleseCommento: quando si fa il "piano ferie" si deve tener conto delle esigenze dei carichi di lavoro della struttura per la quale si lavora. Gli Ambiti Territoriali del MIUR, così come gli Uffici Scolastici Regionali, non dovrebbero andare in ferie proprio in agosto quando inizia il lavoro sul materiale umano, i docenti, per assicurare la partenza dell'anno scolastico. Irresponsabile chi, in codeste strutture dello Stato, programma le ferie consentendo lo svuotamento degli uffici proprio quando c'è il maggior lavoro per far partire l'anno scolastico in modo decente e regolare.

Da: Il Gazzettino Vesuviano.com

Scuola, i docenti: Corte europea dei Diritti dell’Uomo invasa dai ricorsi

Già stamattina si contavano più di mille raccomandate spedite a Strasburgo dagli insegnanti campani di ogni ordine e grado delle fasi 0, a, b, c e di chi, ancor prima del 2015 aveva fatto domanda di trasferimento.
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Il primo settembre si avvicina e i docenti meridionali invece di preparare la valigia, dichiarano guerra al Governo e inviano una lettera di formalizzazione di richiesta di ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Già stamattina si contavano più di mille raccomandate spedite a Strasburgo dagli insegnanti campani di ogni ordine e grado delle fasi 0, a, b, c e di chi, ancor prima del 2015 aveva fatto domanda di trasferimento. Ma il numero è destinato a crescere: all’appello si sono unite Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Tutti uniti nel Coordinamento Educatori e Docenti Italiani (CEDI).
Eterni precari in balìa di un algoritmo «confuso, lacunoso, ampolloso, ridondante», i docenti del Mezzogiorno d’Italia sono costretti ogni anno a giocare alla roulette russa delle assegnazioni provvisorie. La stabilità sembra diventata un’utopia, nonostante l’immissione in ruolo ottenuta dopo anni di gavetta, e precariato, già accumulati.
Con la legge 107 del 2015, i lavoratori della scuola, in mancanza di un’alternativa, sono stati costretti ad aderire al piano straordinario di mobilità rischiando, in caso di rifiuto della nuova destinazione, la cancellazione dalle graduatorie ad esaurimento, o addirittura il licenziamento.
Una situazione che non sembra migliorare, al contrario, peggiora ad ogni nuovo piano di mobilità, che viola la Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, che offende la dignità umana. Di qui, la decisione di chiedere l’intervento dell’Europa attraverso la sua principale istituzione, la Corte Europea, nel tentativo di costringere il Miur ad un programma straordinario di rientro immediato. Se da Roma non cederanno, i docenti proseguiranno con il ricorso. E sarà l’ennesimo contro una normativa che ha fallito ogni tentativo di porre fine al continuo vagabondaggio.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato lo scarso numero di trasferimenti avvenuti dalle altre regioni e le sole 20 cattedre provvisoriamente assegnate alla Scuola dell’Infanzia di Napoli e provincia a fronte delle centinaia e centinaia di richieste.
Martedì 22 agosto i “deportati” hanno manifestato dinanzi alla sede dell’Ufficio Scolastico Regionale chiedendo di ricoprire i posti in deroga sul sostegno. La risposta data dai dirigenti è stata quella di coinvolgere la Regione, che, però, nulla può fare al riguardo.
Eppure, l’ordinanza n. 848 del 27/03/2017 del Tar di Reggio Emilia parla chiaro. Per quei posti non possono essere nominati i supplenti collocati nelle graduatorie ad esaurimento e d’istituto, poiché hanno priorità i docenti di ruolo richiedenti l’assegnazione provvisoria. Così un’insegnante di Cutro, titolare di cattedra in Emilia, ha ottenuto l’assegnazione ad una scuola della provincia di Crotone facendo valere il proprio diritto al ricongiungimento familiare.
Tale diritto le era stato negato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che si è opposto all’accoglimento del ricorso. Il Tribunale, invece, ha dato ragione alla docente, ordinando al dicastero di assegnarla ad una scuola ubicata nell’ambito provinciale di Crotone.
Dunque, in migliaia anche quest’anno, come ogni anno, saranno costretti a tornare ad insegnare nelle scuole del nord. Le conseguenze della deportazione si riflettono negativamente sui docenti, sulle loro famiglie che, oltre al trauma della separazione, devono sostenere i costi della trasferta, poiché 1300 euro al mese non bastano a pagare le spese per il trasporto e il sostentamento lontano da casa. Ma, soprattutto, cala la qualità dell’insegnamento in quanto non viene garantita nemmeno la continuità didattica. Effetti che ricadono tutti sugli studenti.
Sembra delinearsi una chiara volontà politica che rifiuta ogni possibilità di investire nelle scuole del sud. Il bisogno di trasferirsi è dovuto ai tagli effettuati negli ultimi anni dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, non dalle necessità scolastiche. Nelle aree più difficili e degradate a causa della mancanza di personale non si effettua il tempo pieno, nemmeno nella Scuola dell’Infanzia, rendendo impossibile il raggiungimento delle 40 ore settimanali previste.
Una volontà avallata e perpetrata dai sindacati che, avendo firmato, anche stavolta, il contratto collettivo nazionale di lavoro, non permettono ai docenti richiedenti il trasferimento nemmeno l’assegnazione provvisoria in deroga, nonostante i posti disponibili solo per Scuola dell’Infanzia e Primaria siano ben 6mila. Considerando che la stessa titolare del dicastero, Valeria Fedeli, è una sindacalista, è facile capire che, nella logica corporativistica, l’unico a perdere – a dover perdere – è il lavoratore.

Roberta Miele